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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1972
w72 1/6 pp. 350-351

Domande dai lettori

● Perché la Traduzione del Nuovo Mondo in Isaia 14:23 usa “porcospini” invece di “tarabuso” o qualche altro termine che si riferisca a un uccello? — M.S., U.S.A.

La parola ebraica qippôd di Isaia 14:23 ha dato luogo a molte dispute in quanto a ciò che rappresenta, se un uccello come il tarabuso o un animale, sia il riccio, una creatura simile al porcospino, sia il porcospino stesso. La profezia di Isaia 14:23 si riferisce alla più completa desolazione che Dio avrebbe recato su Babilonia e dice, secondo la Traduzione del Nuovo Mondo: “Di sicuro ne farò un possesso di porcospini e stagni d’acqua folti di canne, e la spazzerò via con la scopa dell’annientamento”. La Versione del Re Giacomo (inglese) usa “tarabuso”, invece di porcospino, essendo il tarabuso un uccello dal collo lungo della famiglia degli aironi che abita nei luoghi paludosi. La traduzione biblica di George M. Lamsa dice: “Ne farò un possesso di civette”. La Revised Standard Version, An American Translation e la traduzione cattolica romana di mons. Ronald A. Knox tutte rendono la parola in questione come “riccio”.

Dizionari e commentari biblici sono spesso incerti nella loro spiegazione di qippôd. Così The Interpreter’s Bible semplicemente dice: “Quale creatura si intenda con [qippôd] è incerto; si menziona solo in relazione con luoghi desolati”. Harper’s Bible Dictionary afferma: “Forse un porcospino o qualche sorta di lucertola, benché non definitamente identificato”. Il Dictionary of the Bible del dott. William Smith (edizione del 1888) dichiara: “La parola ebraica è stata il soggetto di varie interpretazioni, e le vecchie versioni in genere approvano il ‘riccio’ o il ‘porcospino’; . . . la ‘tartaruga’, l’‘orso’, la ‘lontra’, la ‘civetta’ sono stati tutti congetturati, ma senza la minima mostra di ragione”. Le versioni più vecchie come la Vulgata latina e la Settanta usano “riccio” o “porcospino”. The Septuagint Bible, com’è tradotta da Charles Thomson, riveduta da C. A. Muses, rende Isaia 14:23: “Renderò Babilonia desolata: affinché vi abitino i porcospini; e sarà una desolazione”.

I lessici ebraico-inglesi di recente data generalmente elencano la parola ebraica qippôd col significato di riccio o di porcospino. Inoltre, altri lessici come quelli di Lee, Parkhurst, Winer, Fürst e Gesenius tutti dicono che “riccio” o “porcospino” rappresenta la parola ebraica. Gesenius collega la parola ebraica qippôd [o kippôd] all’arabo kunfudh, porcospino, considerandoli come la stessa cosa.

La ragione per cui alcuni espositori hanno preferito “tarabuso” in Isaia 14:23 sono: (1) I porcospini non frequentano gli stagni folti di canne; (2) si suppone che la creatura in questione possa salire sui capitelli delle colonne, in vista di Sofonia 2:14 e (3) dev’essere un uccello per cantare, in vista di quello stesso versetto.

Queste ragioni per preferire “tarabuso”, comunque, non sono valide. Si dovrebbe notare che Isaia 14:23 non dice che stagni d’acqua sarebbero divenuti la dimora dei porcospini; dice che Babilonia diverrà “un possesso di porcospini e [non, in] stagni d’acqua folti di canne”. L’idea a sostegno delle espressioni porcospini e stagni d’acqua folti di canne è quella della desolazione. E la profezia di Sofonia (Sof. 2:13, 14), dice, secondo la Versione del Re Giacomo: “Egli stenderà la sua mano contro il settentrione, e distruggerà l’Assiria; e farà di Ninive una desolazione, e una regione arida come un deserto. E greggi giaceranno in mezzo a lei, tutte le bestie delle nazioni: sia il cormorano che il tarabuso dimoreranno nelle sue architravi; la loro voce canterà nelle finestre; la desolazione sarà sulle soglie”.

Non è essenziale, comunque, che il qippôd sia in grado di salire in cima a colonne erette, perché l’allusione è piuttosto alle colonne abbattute dei palazzi di Ninive, non ai capitelli di colonne erette. La Traduzione del Nuovo Mondo rende la profezia di Sofonia: “Farà di Ninive una distesa desolata, una regione senz’acqua come il deserto. E in mezzo ad essa, i branchi per certo si accovacceranno, tutti gli animali selvaggi di una nazione. Sia il pellicano che il porcospino passeranno la notte proprio fra i capitelli delle sue colonne. Una voce continuerà a cantare nella finestra. Ci sarà devastazione sulla soglia”. Il pensiero è che le bestie selvagge avrebbero fatto la loro dimora fra i capitelli delle colonne abbattute di Ninive, il che i porcospini avrebbero potuto fare facilmente, giacché questi fanno la loro dimora fra le rocce. In quanto al terzo punto, la Versione del Re Giacomo dice: “La loro voce canterà nelle finestre”. Ma la parola “loro” non è nell’ebraico originale. Perciò la Traduzione del Nuovo Mondo dice: “Una voce continuerà a cantare nella finestra”, che potrebbe essere un riferimento a qualsiasi uccello che si posi nella finestra abbandonata o al suono del vento. La “voce” non si riferisce al pellicano o al porcospino, poiché si può dire che né l’uno né l’altro ha voce canora.

Il tarabuso inoltre non ha voce canora ma un grido cupo, e questo uccello trampoliere non è probabile che si addica alla predetta “regione [di Ninive] arida come un deserto”. Il porcospino e il pellicano, comunque, vi si addicono. Il pellicano, benché sia un volatile acquatico, è anche un uccello del deserto, come scrisse il salmista: “Somiglio in effetti al pellicano del deserto”. (Sal. 102:6) Il pellicano, uccello impuro secondo Levitico 11:18, si ritira non infrequentemente nell’asciutto in un luogo deserto e se ne sta in melanconica attitudine, con la testa fra le spalle e il becco poggiato sul petto. Il pellicano inoltre sceglie isole deserte e remote spiagge rocciose lungi dalla caccia degli uomini come luoghi per l’accoppiamento. L’intento della profezia è che Ninive sarebbe divenuta del tutto desolata. New York, Londra e Parigi dovrebbero divenire del tutto desolate prima che il pellicano e il porcospino vi potessero fare la propria dimora.

Quindi sia per il deserto di Ninive che per le rovine di Babilonia, il porcospino sarebbe in un luogo appropriato. In realtà, The Imperial Bible Dictionary dice del porcospino: “È abbondante in tutta la Palestina, la Siria e la valle dell’Eufrate. È un animale notturno e perciò adatto ad associarsi con le ‘creature dolenti’ che sono compagne del kippod. Di solito si nasconde in luoghi oscuri e solitari, e, infatti, si trova nelle rovine dell’Idumea [Isa. 34:11] e di Babilonia. Il sig. Rich [ex residente inglese di Bagdad] espressamente dice nei suoi tentativi di esplorare gli arsi cumuli dell’antica Babilonia, che sono pieni di passaggi e gallerie: ‘Trovai una grande quantità di aculei di porcospino’”.

I porcospini, che dimorano nei palazzi in rovina di Babilonia: com’è appropriato! Quale terribile fine per una città così grande! A causa delle sue abitudini e della sua difesa di irti aculei lo strisciante porcospino è un’appropriata creatura per esprimere ciò che si abbatté su Babilonia e su Ninive, in armonia con la profetica Parola di Geova: l’assenza dell’uomo, la completa desolazione.

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