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  • La splendida città di Corinto

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  • La splendida città di Corinto
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
w66 1/1 pp. 29-30

La splendida città di Corinto

SUPERANDO in splendore tutte le altre città della Grecia per le sue opere d’arte, l’antica Corinto, città in cui l’apostolo cristiano Paolo ebbe grande successo nella sua opera missionaria, è stata chiamata l’ornamento della Grecia. I suoi dipinti, le sue sculture e specialmente i getti in bronzo furono fatti con la più grande abilità. Descrivendo ciò, lo storico John Lord dichiara in Beacon Lights of History: “Corinto era più ricca e più lussuosa di Atene, e possedeva i dipinti più preziosi della Grecia, come pure le statue più belle; una sola strada era ornata per cinque chilometri di costosi edifici”. Le sue magnifiche opere d’arte ne rispecchiavano la grande prosperità. Come ci si potrebbe aspettare, dov’è grande prosperità, uno spirito di materialismo opprimeva i Corinti. I cristiani del primo secolo, quando vi era l’apostolo Paolo, dovettero combatterlo di continuo.

A motivo della posizione di Corinto sull’istmo o lingua di terra che congiunge la parte meridionale della penisola greca con il continente, divenne una città straordinariamente prospera. Aveva due porti. Uno era Lecheo sul lato occidentale dell’istmo. L’altro, Cencrea, era a tredici chilometri da Corinto e fu il punto di partenza per l’apostolo Paolo quando tornò in Siria con la nave alla fine del suo secondo giro missionario. — Atti 18:18.

Le navi mercantili gettavano gli ormeggi in uno di questi porti e scaricavano il carico. Esso era quindi trasportato attraverso l’istmo per parecchi chilometri fino all’altro porto, dov’era caricato su un’altra imbarcazione e il suo viaggio continuava. Le piccole navi non erano neppure scaricate ma erano spinte attraverso l’istmo sul diolco o rotaia.

La via di comunicazione che passava per Corinto era una delle tre grandi vie che collegavano l’Occidente con l’Oriente. Le persone provenienti da Efeso in Asia Minore, per esempio, potevano salpare per Cencrea, attraversare l’istmo e quindi salire a bordo di una nave per Brundisium sulla costa orientale di quella che è ora l’Italia. C’era una buona ragione per cui i viaggiatori e i mercanti preferivano la via che passava da Corinto. Essa evitava i pericolosi capi spazzati dalle tempeste della penisola greca, attorno ai quali avrebbero dovuto navigare se non fossero passati per la via di Corinto.

Un canale navigabile attraverso l’istmo fu molto desiderato dai Romani che ne videro i vantaggi. Nel 67 E.V., fu fatto un tentativo per scavarne uno, ma il progetto fallì. Infine nel 1893 fu scavato con successo un canale, ed è usato ancora oggi.

La città di Corinto era situata ai piedi di una montagna rocciosa che giungeva a 565 metri di altezza. Sulla cima piatta di questa roccia Corinto aveva l’acropoli o parte fortificata della città. Ivi era pure il tempio di Afrodite o Venere, la dea dell’amore sensuale. Sebbene i Corinti adorassero molte altre divinità, resero a lei la loro massima devozione. Al suo servizio erano mille schiave del tempio che la servivano come prostitute. Esse contribuirono in notevole misura alla fama d’immoralità di Corinto. Gli uomini ricchi consideravano un onore dedicare le loro schiave più belle al servizio di questa dea.

Circondati da grande idolatria e degeneratrice immoralità, i cristiani di Corinto avevano bisogno di forti ammonizioni per essere aiutati a mantenere la purezza agli occhi di Dio. Per questo l’apostolo Paolo parlò tanto vigorosamente in merito agli idolatri e all’impurità morale nelle lettere che scrisse loro. — 1 Cor. capp. 5, 6; 2 Cor. 6:14-18.

Essendo una città antichissima, possibilmente una delle più antiche della Grecia, Corinto fu un luogo dove erano adorate molte divinità. C’era un santuario dell’Artemide Efesina, un tempio ad Atena, un santuario di Zeus o Giove Capitolino, santuari di Iside e Serapide, altari a Elio, parecchi santuari ad Apollo, un santuario a Posidone o Nettuno, un santuario a Era o Giunone, un tempio di Tutti gli Dèi, un tempio di Eracle, un tempio di Ermete, un tempio a Ottavia e un tempio di Asclepio. Statue di dèi ed eroi fiancheggiavano le strade e le pubbliche piazze della città.

Nel tempio di Asclepio gli archeologi hanno trovato riproduzioni in terracotta di parti del corpo che le persone sofferenti portavano al tempio come offerta di ringraziamento al loro dio. Asclepio era considerato il dio della guarigione. Queste riproduzioni di parti del corpo che affliggevano gli adoratori erano dipinte a colori naturali. Una simile pratica di offrire parti malate del corpo a una divinità è seguìta oggi dai cattolici romani nell’Honduras. Lì le persone presentano a un’immagine della “Vergine di Suyapa” riproduzioni di parti malate del loro corpo. Queste riproduzioni sono modellate in oro e argento. Centinaia d’esse sono appese alle pareti della chiesa. A differenza di questi cattolici romani, i cristiani di Corinto rifiutarono di adottare le pratiche religiose dei pagani. — 1 Sam. 5:12; 6:4-11.

Il luogo di mercato o agora di Corinto era lastricato di marmo e fiancheggiato da edifici pubblici e negozi. Ivi fu portato l’apostolo Paolo dai Giudei persecutori perché comparisse davanti al proconsole Gallione. In Atti 18:12 troviamo il racconto di ciò: “Or mentre Gallione era proconsole di Acaia, i Giudei sorsero di comune accordo contro Paolo e lo condussero al tribunale”. Il tribunale era una tribuna per oratori rialzata nel luogo di mercato. Si chiamava Bema ed era una costruzione di ricca fattura, rivestita di marmo e con delicate sculture. Da ogni lato del Bema e al livello dell’agora c’erano due sale d’aspetto con pavimenti a mosaico e banchi di marmo. Qui le persone aspettavano il loro turno per presentare petizioni o far presentare casi al proconsole.

La città aveva una buona provvista d’acqua. La corrente sotterranea d’acqua era sfruttata da gallerie che portavano l’acqua a quattro serbatoi aventi una capacità complessiva di circa 400.000 litri. Dalla sua principale sorgente, canali d’acqua sotterranei passavano sotto i negozi dell’agora. Un pozzo in ciascun negozio collegava con uno di questi canali. Abbassando vino e prodotti alimentari in questi pozzi, i mercanti potevano tenerli freschi.

In modo materialistico Corinto fu una città splendida, ma questo non la preservò. Coloro che vissero per il suo materialismo e la sua licenziosità non possono essere aiutati da essa ora che fanno parte della sua polvere. Né i loro molti falsi dèi possono far qualcosa per loro. Ma gli abitanti di Corinto che si attennero saldamente alle verità cristiane proclamate da Paolo ebbero la sicura speranza d’essere risuscitati dai morti quali eredi del regno del cielo con il loro Signore Gesù Cristo. — 1 Cor. 15:12-57.

[Cartina a pagina 29]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Brundisium

GRECIA

Corinto

Mar Egeo

Efeso

MAR MEDITERRANEO

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