‘Il Regno è vicino’: Quando?
1. (a) Qual è la cosa di primaria importanza per i cristiani, e perché? (b) Quali domande sorgono circa il Regno?
IL REGNO di Dio è sempre stato di primaria importanza per i cristiani. I servitori precristiani di Dio attesero pure il Regno. Infatti, il Regno è il tema dell’intera Bibbia, perché il regno di Dio santificherà il nome di Geova e recherà pace e benedizioni al genere umano. Gesù parlò spesso del Regno; lo mise in risalto e pronunciò molte parabole concernenti il Regno. Nei quattro Vangeli la parola “regno” ricorre più di centodieci volte. La venuta del Regno è perciò di trascendentale importanza. Mette in risalto le domande: Quando è vicino il Regno? e: Che cosa avrebbe significato per noi l’annuncio ‘Il Regno è vicino’?
2. Quando fu udita per la prima volta la proclamazione: ‘Il Regno è vicino’?
2 Questa proclamazione fu udita per la prima volta da una folla di Giudei vicino al fiume Giordano nel 29 E.V. Molti erano usciti a udire il vigoroso predicatore di questa notizia. Era Giovanni, il figlio del sacerdote Zaccaria, che venne in adempimento alla profezia di Isaia 40:3 (VR): “La voce d’uno grida: ‘Preparate nel deserto la via dell’Eterno, appianate ne’ luoghi aridi una strada per il nostro Dio!’” Il tema del messaggio di Giovanni fu: “Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino”. — Matt. 3:2, Na; Luca 1:5, 13.
CHE COSA SIGNIFICÒ NEL PRIMO SECOLO
3. (a) La proclamazione “Il regno del cielo è vicino” si limitò a Giovanni Battista e ai suoi discepoli? Spiegate. (b) Come l’unzione di Gesù fu superiore a quella degli altri re della linea di Davide? (c) Come si poteva dire allora che il Regno era vicino?
3 Questa proclamazione doveva limitarsi al ministero di Giovanni e dei suoi discepoli? No, poiché circa sei mesi dopo che era cominciato il ministero di Giovanni, ecco avvicinarglisi per farsi battezzare una persona regale, di cui era stato detto dall’angelo Gabriele prima della sua nascita: “Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre e del suo regno non vi sarà fine”. (Luca 1:32, 33) Ebbe luogo qualcosa di meraviglioso al suo battesimo da parte di Giovanni. Il racconto dice: “Lo spirito santo in forma corporea simile a una colomba scese su di lui, e dal cielo venne una voce: ‘Tu sei il mio Figlio, il diletto; io ti ho approvato’”. (Luca 3:22) Sacerdoti terreni di carne e sangue avevano unto i re della linea di Davide che lo avevano preceduto con un olio specialmente preparato, ma fu Geova stesso dai cieli a ungere Questi che portava il nome terreno di Gesù. (Ebr. 1:9) E lo unse con qualche cosa che diede potere e autorità infinitamente più grandi: lo spirito santo di Dio. Lì Gesù divenne il Messia o Cristo, atteso da lungo tempo, l’Unto di Dio. Egli divenne il re designato del regno di Dio. Fu il Re di Geova, fra loro. Come Re era presente, il regno del cielo in mezzo a loro! Il Figlio di Dio nella sua maestà reale quale re e rappresentante di Geova aveva pieno diritto al titolo Emmanuele, che significa “Con noi è Dio”. Gli uomini potevano effettivamente conversare con il re di Dio e vedere e imparare i princìpi e le esigenze del regno.
PRINCIPALE TESTIMONE DI GEOVA
4. Quale importante obbligo aveva Gesù a motivo della sua nascita e anche della sua unzione, e perché?
4 Gesù fu unto per essere Re ma anche per predicare. Giacché lo scopo primario del Regno è di santificare il nome di Geova, il suo re dev’essere testimone di Geova. Come re designato Gesù dovette subire la prova dell’integrità per mostrarsi qualificato per il regno celeste. Gesù era nato nella nazione d’Israele o Giacobbe, di cui il profeta Isaia aveva detto: “Così dice Jahve che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele: . . . Voi siete i miei testimoni — oracolo di Jahve — e mio servo, che mi sono scelto, . . . Voi siete miei testimoni — oracolo di Jahve — e io sono Dio”. (Isa. 43:1, 10-12, Ga) Gesù sapeva d’essere nato con l’obbligo d’essere testimone e anche d’essere stato unto con lo spirito di Dio per proclamare l’anno di buona volontà da parte di Geova e il giorno di vendetta da parte del nostro Dio. — Isa. 61:1, 2; Luca 4:19.
5. Quale esempio ci diede Gesù come testimoni di Geova?
5 Gesù fu il più grande testimone di Geova ed eminentemente qualificato come re. Dinanzi a Ponzio Pilato fece l’eccellente dichiarazione pubblica: “Per questo sono nato e per questo son venuto nel mondo, per rendere testimonianza alla verità”. (Giov. 18:37; 1 Tim. 6:13) L’apostolo Giovanni, che stette vicino a Gesù quando morì al palo, scrive di lui chiamandolo “Gesù Cristo, ‘il Testimone Fedele’, ‘Il primogenito dai morti’ e ‘Il Governante dei re della terra’”. Egli fu in ogni modo un esempio per i suoi seguaci, i testimoni di Geova d’oggi. — Riv. 1:5; 3:14.
6. (a) Con quale proclamazione diede inizio Gesù al suo ministero? (b) Quale ricompensa, oltre alla vita immortale, fu offerta a Gesù dal Padre suo? (c) Come compì Gesù l’opera del Regno quando era sulla terra? (d) Descrivete le somiglianze nella struttura dell’Israele naturale e dell’Israele spirituale.
6 Dopo aver subìto una penetrante prova dell’integrità nel deserto, Gesù tornò a Capernaum e diede inizio al suo ministero con le stesse parole con cui Giovanni aveva dato inizio al suo, cioè: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. (o: “è vicino”, Na; Matt. 4:17) Come ricompensa per la fedele condotta d’essere testimone anche fino alla morte, Geova aveva promesso a Gesù Cristo una ricompensa. Questa ricompensa doveva essere una sposa, non una donna terrena come moglie, ma una sposa spirituale, un gruppo scelto di seguaci, che, come lui, sarebbero stati testimoni fedeli fino a una morte di sacrificio, il genere di morte di Gesù. (Giov. 3:29; Rom. 6:3) Fra tutti quelli che andarono a lui e lo seguirono per essere futuri membri della sposa, Gesù scelse dodici perché fossero apostoli. Egli li addestrò bene e li mandò a predicare: “Il regno dei cieli si è avvicinato”. (Matt. 10:1-7; Mar. 3:14-19; Luca 6:13-16) Insieme alla testimonianza al nome di Geova, Gesù compiva anche l’opera del Regno, l’opera dello sviluppo del Regno, poiché ammaestrava e addestrava quelli che sarebbero stati associati con lui nel suo regno. I suoi dodici apostoli corrispondevano ai figli del patriarca Giacobbe, da cui discesero le dodici tribù d’Israele. (Gen. 49:28) In maniera simile la nuova congregazione cristiana, conosciuta come Israele spirituale, che infine sarebbe stata l’organizzazione del Regno, doveva poggiare sui dodici apostoli dell’Agnello come pietre di fondamento, ma tutt’e dodici le pietre di fondamento apostoliche erano appoggiate sulla principale Pietra di Fondamento, il Messia, Gesù Cristo. — Efes. 2:20; Riv. 21:2, 9, 10, 14.
PRESENTATO A SION IL SUO RE
7. (a) Come che cosa doveva presentarsi Gesù a Israele? (b) Come la profezia aveva predetto il tempo della fine del ministero terreno di Gesù, e che cosa doveva accadere in questo tempo?
7 Oltre a essere testimone del Regno, Gesù Cristo doveva essere presentato ufficialmente a Sion come suo Re. Si doveva adempiere la profezia di Zaccaria 9:9 (Ga), che diceva: “Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme, ecco viene a te il tuo re, colui che è giusto e vittorioso, umile e cavalca un asino, un puledro, figlio di un’asina”. Gesù servì quale più grande testimone di Geova sulla terra per tre anni e mezzo, e, quando si avvicinava la fine del suo ministero, si approssimava la metà della settantesima settimana di anni, com’era predetto in Daniele 9:26, 27. Questa profezia aveva predetto che egli sarebbe stato stroncato come sacrificio umano a Dio, facendo sì che i sacrifici animali e le offerte nel tempio di Gerusalemme cessassero d’avere reale valore. Gesù sarebbe divenuto, come disse Giovanni, “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”, un sacrificio non sull’altare a Gerusalemme ma sul grande altare della disposizione di Dio. — Ebr. 13:10; 1 Piet. 1:19.
8. Che cosa fu specialmente importante riguardo alla Pasqua del 33 E.V.?
8 La metà della settantesima settimana della profezia di Daniele arrivò al tempo della Pasqua del 33 E.V. Come fedele Giudeo, Gesù doveva assistere alla celebrazione della Pasqua a Gerusalemme. Gesù era già stato a Gerusalemme molte volte. Quando aveva quaranta giorni fu portato nel tempio al tempo della purificazione cerimoniale di sua madre Maria, secondo la Legge. (Luca 2:21-38; Lev. 12:1-4) Da allora aveva fatto molte visite a Gerusalemme. Una visita degna di nota la fece nel 32 E.V. per osservare la festa dei tabernacoli, non apertamente, ma come in segreto, poiché anche allora i Giudei cercavano di ucciderlo quando il tempo della sua morte non era ancora venuto. (Giov. 7:1-13) Questo tempo non poteva venire finché non si fosse offerto come Re. Questa Pasqua, nel 14 nisan del 33 E.V., era il tempo per fare il suo sacrificio.
9. (a) In quale maniera Salomone era stato presentato a Sion come re? (b) Quale opera preparatoria fecero i discepoli di Gesù per il suo ingresso come Re? (c) Come fu ricevuto Gesù dalle folle, secondo il racconto di Matteo? (d) Che cosa dice l’apostolo Giovanni circa la presentazione di Gesù quale Re e l’effetto che ebbe sui discepoli?
9 Mille anni prima, quando il re Salomone fu presentato a Sion come suo re, cavalcò una mula di suo padre, il re Davide, e fu accolto dal popolo con gran giubilo. L’apostolo Matteo e il suo conservo apostolo Giovanni descrivono la presentazione di Gesù Cristo, il più grande Salomone, come re di Sion:
“Quando s’avvicinarono a Gerusalemme e arrivarono a Betfage sul monte degli Ulivi, allora Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: ‘Andate nel villaggio che vi sta dinanzi, e subito troverete un’asina legata, e con essa un puledro; scioglieteli e conduceteli a me. E se qualcuno vi dice qualche cosa, dovete dire: “Il Signore ne ha bisogno”. Allora egli li manderà immediatamente’. Questo avvenne effettivamente affinché s’adempisse ciò che fu dichiarato dal profeta, dicendo: ‘Dite alla figlia di Sion: “Ecco, il tuo Re viene a te, d’indole mite, e montato sopra un asino, sì, sopra un puledro, progenie d’una bestia da soma”’. E andati, i discepoli fecero come Gesù aveva loro ordinato. E condussero l’asina e il suo puledro, e posero su questi i loro mantelli, ed egli vi sedette sopra.
“La maggior parte della folla stese i mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. In quanto alle folle, quelli che gli andavano davanti e quelli che seguivano gridavano: ‘Salva, preghiamo, il Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome di Geova! Salvalo, noi preghiamo, nei luoghi altissimi!’ Or quando fu entrato a Gerusalemme, l’intera città si commosse, dicendo: ‘Chi è costui?’ Le folle dicevano: ‘Questo è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea!’” — Matt. 21:1-11.
“La gran folla che era venuta alla festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di alberi delle palme e uscì a incontrarlo. E gridavano: ‘Salva, ti preghiamo! Benedetto colui che viene nel nome di Geova, il re d’Israele!’ Ma Gesù, trovato un asinello, vi sedette sopra, come è scritto: ‘Non aver timore, figlia di Sion. Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d’asina’. Dapprima i suoi discepoli non prestarono attenzione a queste cose, ma quando Gesù fu glorificato, rammentarono che queste cose erano scritte di lui e che gli avevano fatto queste cose”. — Giov. 12:12-16.
10. Come fu accettato Gesù dai capi religiosi giudei?
10 Marco 11:11 aggiunge: “Ed egli entrò in Gerusalemme, nel tempio; e guardò attorno ogni cosa, ed essendo l’ora già tarda, uscì verso Betania con i dodici”. Ivi Sion ricevette l’avviso ufficiale che il Regno era vicino, ma rifiutò di riconoscere il Re e lo rigettò a causa dell’influenza dei suoi capi religiosi, che erano babilonici e contro il regno di Dio. Matteo 21:15, 16 ci informa: “I capi sacerdoti e gli scribi, viste le cose meravigliose che faceva e i fanciulli che gridavano nel tempio, dicendo: ‘Salva, preghiamo, il Figlio di Davide!’ [perciò l’erede al trono di Davide] si indignarono e gli dissero: ‘Odi ciò che questi dicono?’ Gesù disse loro: ‘Sì. Non avete mai letto questo: ‘Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai tratto lode”?’” (Sal. 8:2) I capi religiosi, comunque, avevano già deciso di uccidere Gesù per timore che, com’essi dicevano, “[vengano] i Romani e [tolgano] sia il nostro luogo che la nostra nazione”. — Giov. 11:47-57.
LA SION TERRENA RIGETTA IL SUO RE
11. Che cosa fece Gesù il giorno dopo, e che cosa presagisce la sua azione?
11 Ecco il re di Sion, Colui che doveva sedere sul “trono di Geova”, in mezzo a loro. Il regno dei cieli si era davvero avvicinato, ma le persone sotto l’influenza dei loro capi non lo avrebbero accettato come Re. Il giorno dopo egli tornò a Gerusalemme. “Ivi entrò nel tempio e cominciò a scacciare quelli che vendevano e compravano nel tempio, e rovesciò le tavole dei cambiamonete e i sedili di quelli che vendevano colombe; e non lasciava che alcuno portasse un utensile attraverso il tempio, ma insegnava, dicendo: ‘Non è scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni”? Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladroni’. E i capi sacerdoti e gli scribi lo udirono e cercavano il modo di distruggerlo; poiché avevano timore di lui, poiché tutta la folla si stupiva di continuo del suo insegnamento”. (Mar. 11:15-18) Con potere e autorità purificò dunque il tempio dal commercialismo religioso che vi era praticato. Che presagio per i babilonici commercialisti religiosi del nostro giorno, quando torna nel potere del Regno!
12. Quali avvenimenti si verificarono la notte di Pasqua?
12 La notte di Pasqua Giuda Iscariota guidò i nemici di Gesù e lo tradì nel giardino di Getsemani. Quindi Gesù fu condannato a morte in una sessione notturna del Sinedrio giudaico o Suprema Corte di Gerusalemme. La mattina, poiché i Giudei medesimi, a causa del dominio romano, non potevano eseguire la pena di morte, il Sinedrio lo consegnò a Ponzio Pilato, il governatore romano. — Matt. 26:47–27:14.
13. (a) In che modo i capi religiosi giudei manifestarono il loro odio verso Gesù? (b) Di che cosa accusarono Gesù dinanzi a Pilato?
13 Dopo aver esaminato Gesù, Pilato non trovò in lui alcuna causa di morte e si offrì di metterlo in libertà, poiché era usanza che al tempo della Pasqua fosse liberata una persona dalla sentenza di morte. Con insistenza le autorità religiose giudaiche chiesero a gran voce la liberazione, non di Gesù, ma di un assassino e ladrone, Barabba. (Atti 3:13-15; 13:28) Essi chiesero che Gesù fosse appeso a un palo e, a differenza di Pilato, che voleva essere libero da sangue innocente, gridarono: “Il suo sangue ricada su noi e sui nostri figli”. (Matt. 27:15-26) Accusarono Gesù d’essere sedizioso contro l’imperatore romano Tiberio Cesare. In un ultimo tentativo di salvare Gesù, Pilato disse: “Ecco, il vostro re!” e: “Metterò io al palo il vostro re?” pensando di far appello al nazionalismo giudaico. “I capi sacerdoti risposero: ‘Noi non abbiamo nessun re eccetto Cesare’”. — Giov. 19:14, 15.
14. Come mostrarono i capi religiosi d’essere sediziosi contro Dio?
14 Seguendo tale condotta questi capi religiosi dei Giudei furono certo biasimevoli. In primo luogo, rifiutarono deliberatamente di riconoscere il re che Geova aveva mandato e aiutare il popolo giudaico a capire che il loro Re era davvero vicino. Inoltre, sebbene dichiarassero d’essere essi stessi sacerdoti di Dio, furono sediziosi contro Dio e degradarono la loro carica sacerdotale accettando come re il Pontefice Massimo della religione pagana. Neppure nella sua morte vollero che Gesù fosse riconosciuto come Re, poiché trovarono da ridire sull’insegna che il governatore Pilato insistette di mettere sopra il capo di Gesù sul palo di tortura, che diceva: “Gesù il Nazareno, il Re dei Giudei”. — Giov. 19:12-22.
15. Quali precauzioni presero i Giudei riguardo alla tomba di Gesù, ma ciò nonostante che cosa avvenne?
15 Benché i capi giudei prendessero meschine precauzioni facendo sì che Pilato suggellasse la porta della tomba commemorativa, il che forse li fece sentire più a loro agio per godersi la formale festa di Pasqua, non si sbarazzarono del Re d’Israele, poiché il terzo giorno, il 16 nisan, che è il giorno dell’offerta a Geova nel suo tempio delle primizie della raccolta dell’orzo, Dio stesso produsse delle primizie molto più eccellenti destando suo Figlio Gesù Cristo dai morti.
16. (a) Quale profezia avevano trascurato i capi religiosi? (b) Chi videro le guardie presso la tomba di Gesù, e chi non videro, e perché?
16 Questi capi sacerdoti e altri capi religiosi trascurarono il fatto che il re Davide stesso aveva scritto in Salmo 16:10 (Na): “Tu non abbandonerai l’anima mia allo Sceol, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione”. In questo sedicesimo giorno di nisan Gesù fu destato, ma non più con un corpo carnale che può essere danneggiato e messo a morte dagli uomini. Durante il tempo della sua presenza carnale tra i Giudei, la quale presenza significò che il regno dei cieli si era avvicinato a Sion, Gesù provò la sua fedeltà e i suoi requisiti per essere destato come immortale gloriosa persona spirituale. Per questa ragione le sentinelle che Pilato permise ai capi sacerdoti e ai Farisei di mettere a fare la guardia presso la tomba non poterono vedere Gesù risuscitato, poiché non potevano vedere una persona spirituale. Comunque, videro effettivamente l’angelo materializzato che ruppe la tomba suggellata. Come scrisse in seguito l’apostolo Pietro: “Cristo morì una volta per sempre in quanto ai peccati, persona giusta per ingiusti, affinché vi conducesse a Dio, essendo messo a morte nella carne, ma essendo reso vivente nello spirito”. — 1 Piet. 3:18; Matt. 27:57–28:4, 11-15.
QUANDO ‘IL REGNO VICINO’ NON FU PREDICATO
17. (a) Come fornì Gesù la prova della sua risurrezione? (b) Assunse Gesù il dominio celeste a quel tempo?
17 Gesù diede ampia prova della sua risurrezione ai fedeli discepoli comparendo in molti casi per mezzo della miracolosa materializzazione di un corpo umano. Quindi andò nei cieli per sedersi alla destra del Padre suo, aspettando o attendendo il tempo d’assumere il suo potere quale celeste re. (Sal. 110:1, 2; Ebr. 10:12, 13) Nel giorno festivo di Pentecoste, il cinquantesimo giorno dopo la risurrezione di Gesù, l’apostolo Pietro si alzò in piedi e citò il Salmo 16:10 e quindi disse: “[Davide] vide in anticipo e parlò della risurrezione del Cristo, che non fu abbandonato nell’Ades [traduzione greca dell’ebraico Sceol] e che la sua carne non vide la corruzione. Questo Gesù ha Dio risuscitato, del quale fatto noi siamo tutti testimoni”. — Atti 2:29-33.
18. (a) La proclamazione “Il regno dei cieli si è avvicinato” o “è vicino” fu fatta dopo la risurrezione di Gesù? Perché? (b) Perché il Regno era una cosa futura? (c) In che modo Paolo, scrivendo alla congregazione di Corinto, indicò che il Regno non dominava nel suo giorno?
18 Dopo l’ascensione di Gesù al cielo il Re non era più vicino e perciò il regno dei cieli non era più vicino. Infatti, Gesù non esercitava ora l’autorità regale tranne che su quelli che erano membri della congregazione cristiana. Per questa ragione i discepoli di Gesù non annunciarono “il regno dei cieli è vicino” dopo la sua morte. Gesù aveva detto loro che se ne sarebbe andato e che sarebbe tornato col glorioso potere del regno e fece ai discepoli delle parabole in questo senso mentre era sulla terra. (Giov. 14:3; Matt. 25:31; Luca 19:11-27) Il Re non sarebbe più apparso nella carne nella Sion terrena. Il Regno era ora qualche cosa di futuro. Esso doveva amministrare le cose di tutta la terra dal cielo, dalla Sion celeste, al tempo dovuto. Ora non c’era nessun re sul “trono di Geova” e non ce ne sarebbe stato finché non fossero scaduti i sette “tempi dei Gentili”, tempo che sarebbe giunto nel 1914 E.V. (Dan. 4:25; Sal. 2:6, 8; 110:2; Riv. 12:5, 10) Il fatto che il Regno non dominava e che i discepoli di Gesù non si potevano considerare re neppure se avevano la prospettiva del regno celeste per governare infine come re fu definitamente indicato dall’apostolo Paolo quando rimproverò i cristiani di Corinto, dicendo: “Già vi siete saziati, non è vero? Siete già ricchi, non è così? Avete regnato senza di noi, non è vero? E in realtà io desidererei che regnaste, affinché noi pure regnassimo con voi”. — 1 Cor. 4:8; 2:2.
ORA ‘IL REGNO È VICINO’
19. (a) Quale messaggio si può proclamare oggi, e perché? (b) Che cosa accompagna la proclamazione del messaggio del Regno?
19 Comunque, ora tutte le evidenze mostrano che il Re ha assunto il suo potere in cielo e ha cominciato il suo regno e perciò udiamo nuovamente proclamato in tutto il mondo il messaggio: “Il regno dei cieli si è avvicinato”. Come avvenne per la predicazione di Gesù quando il regno del cielo era vicino ai giorni della Sion o Gerusalemme terrena, così in questi giorni la proclamazione “il regno del cielo è vicino” è accompagnata dalla dichiarazione di giudizio sui capi religiosi babilonici. Questo smaschera particolarmente coloro che asseriscono di credere nel regno di Dio e di predicarlo, ma che non vogliono il suo dominio e che cercano di impedire che la notizia del ‘Regno istituito’ giunga alle persone, impedendo così ad altri di riconoscere il Regno. — Isa. 61:2.
20. (a) Che cosa fu raffigurato dalle opere di guarigione che fece Gesù durante il suo ministero terreno? (b) Che cosa dovrà avvenire prima che le benedizioni abraamiche siano pienamente elargite alle famiglie della terra?
20 Come Gesù fece molte miracolose opere di guarigione e altre potenti opere di purificare il tempio e salvare le persone quando era vicino a quel tempo, così in senso completo e mondiale lo farà durante il dominio del suo Regno. Prima che venga questa guarigione, comunque, quelli che si sono opposti al Regno devono essere annientati; prima di tutto, Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, dopo di che si può fare la proclamazione: “Lodate Iah, perché Geova il nostro Dio, l’Onnipotente, ha cominciato a regnare”. (Riv. 19:6) Sì, regnerà in modo anche più esteso che al presente, poiché allora non ci sarà nessun rivale religioso della vera adorazione. Quindi, regnerà nella misura più piena quando anche i governi politici del mondo che ora si oppongono al suo regno saranno spazzati via e comincerà il glorioso regno millenario di Cristo, in cui quei 144.000 che egli ha scelti regneranno con lui e potranno elargire a tutte le famiglie della terra le benedizioni promesse dal patto abraamico. — Gen. 22:18; Gal. 3:29.
“Jahve regna, esulti la terra, si rallegrino le molte isole. Poiché tu, Jahve sei l’Altissimo su tutta la terra, ti esaltasti assai su tutti gli dèi. Jahve ama i nemici del male, veglia sulla vita dei suoi fedeli, dalla mano degli empi li scampa. La luce spuntò per il giusto e la letizia per i retti di cuore”. — Sal. 97:1, 9-11, Ga.