BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w68 1/9 pp. 543-544
  • Domande dai lettori (2)

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Domande dai lettori (2)
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
  • Vedi anche
  • Domande dai lettori
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2006
  • Giuseppe
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Domande dai lettori
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2004
  • Giuseppe, fedele testimone di Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1961
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
w68 1/9 pp. 543-544

Domande dai lettori

● Cercare presagi è condannato nella Bibbia. (Deut. 18:10) Come possiamo dunque spiegare Genesi 44:5, che indica che Giuseppe, il quale aveva il favore di Dio, era in possesso di un calice per mezzo del quale faceva presagi? — A. J., Repubblica del Congo.

Giuseppe era l’amministratore alimentare dell’Egitto, un alto funzionario di un paese pagano. A causa di una grave carestia, i suoi fratelli erano venuti sin da Canaan per prendere provviste di cibo in Egitto. (Gen. 42:1-7) Anni prima, essi avevano venduto Giuseppe come schiavo. Ora, sebbene non se ne rendessero conto, chiedevano cibo al loro proprio fratello. Giuseppe non aveva ancora ritenuto di rivelarsi loro. Invece, era deciso a metterli alla prova. Genesi 44:5 si dovrebbe considerare tenendolo presente.

Evidentemente, Giuseppe agiva secondo un certo disegno, presentandosi non come loro fratello che aveva fede in Geova Dio, ma come amministratore di un paese pagano. In armonia con il suo proposito, Giuseppe comandò all’uomo che era sulla sua casa di riempire di cibo i loro sacchi, di mettere il denaro di ciascuno alla bocca del suo sacco e di porre il calice d’argento di Giuseppe alla bocca del sacco del più giovane. (Gen. 44:1, 2) I fratelli di Giuseppe non erano andati lontano quando egli disse al suo servitore: “Levati! Insegui gli uomini e senza meno raggiungili e di’ loro: ‘Perché avete reso male per bene? Non è questa la cosa da cui il mio padrone beve e per mezzo di cui fa espertamente presagi? Avete commesso una cattiva azione’”. (Gen. 44:3-5) Giuseppe, agendo in maniera coerente con ciò che aveva cercato di conseguire, disse all’uomo che era sulla sua casa quello che doveva dichiarare. Gli fece descrivere il calice come “la cosa da cui il mio padrone beve e per mezzo di cui fa espertamente presagi”, possibilmente per mostrare il grande valore di questo particolare calice e così accrescere la gravità dell’avvenimento.

Quando Giuseppe fu davanti ai suoi fratelli, continuò il suo sotterfugio, chiedendo loro: “Non sapevate che un uomo come me può espertamente far presagi?” (Gen. 44:15) Più tardi, non potendo più controllarsi, Giuseppe rivelò la sua vera identità. — Gen. 45:1-15.

Quindi, il calice evidentemente faceva parte di tutto il sotterfugio. Possiamo essere sicuri che Giuseppe, adoratore di Geova, non usò realmente il calice per fare presagi, proprio come Beniamino in effetti non lo rubò.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi