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  • Guardatevi dalla concupiscenza

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  • Guardatevi dalla concupiscenza
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
  • Vedi anche
  • “Guardatevi da ogni sorta di concupiscenza”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2007
  • Concupiscenza
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
  • ‘Non devi egoisticamente desiderare i possedimenti altrui’
    Svegliatevi! 1971
  • Quali ‘Dieci Comandamenti’ seguite?
    Svegliatevi! 1976
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1968
w68 15/11 pp. 675-676

Guardatevi dalla concupiscenza

VOLETE vivere a lungo e avere una vita felice? Una delle cose che quindi dovete fare è di guardarvi dal concupire i possedimenti di altre persone.

Vi sono molte cose che vi è lecito desiderare di possedere, come un compagno, un automobile, o una casa. Ma non dovreste mai desiderare queste cose se appartengono a un altro; non potete concupire i possedimenti altrui. Pertanto è anche giusto cercare di migliorare, cercare di progredire, ma non facendo perdere il posto a qualcun altro. — 1 Tim. 3:1.

Concupire è stato definito “bramare sfrenatamente qualche cosa che appartiene a un altro; come concupire la proprietà del vicino per la sua eccellente veduta”. La concupiscenza è una forma di avidità specialmente biasimevole per il fatto che la persona che concupisce non solo vuole le cose per sé, ma rivolge i propri pensieri a cose che appartengono legittimamente ad altri. La concupiscenza è destinata a causare difficoltà. Non senza buona ragione Gesù Cristo avvertì: “Guardatevi da ogni sorta di concupiscenza”. — Luca 12:15.

La Bibbia non solo avverte contro la concupiscenza ma contiene anche esempi indicanti il danno che deriva dalla concupiscenza. Al tempo di Giosuè, successore di Mosè, Acan, insieme alla sua intera famiglia, fece un’amara fine perché concupì alcune ricchezze della città di Gerico votate a Geova Dio. (Gios. 7:16-26) Secoli dopo, il malvagio re Acab segnò la propria condanna perché concupì la vigna appartenente a Nabot. Nabot si era rifiutato di venderla e quindi Izebel, moglie di Acab, gliela procurò facendo falsamente accusare e uccidere Nabot. — 1 Re 21:4-16.

Rendendosi pienamente conto delle profonde radici che ha la concupiscenza nel cuore dell’uomo decaduto e del danno che può causare, il Creatore, Geova Dio, la proibì nel decimo dei Dieci Comandamenti: “Né devi desiderare la moglie del tuo prossimo. Né devi egoisticamente bramare la casa del tuo prossimo, né il suo campo né . . . alcuna cosa che appartiene al tuo prossimo”. (Deut. 5:21) Si potrebbe dire che questo medesimo comandamento basti a indicare che il Decalogo o Dieci Comandamenti contengono molto più che sapienza umana. In che modo? Poiché quali legislatori umani avrebbero mai pensato di fare una legge tale che, pur essendo del tutto inapplicabile da parte dell’uomo, proibisce i cattivi pensieri e va alla radice di tanti problemi del genere umano? Fa di ciascun uomo il proprio guardiano morale, per così dire, mettendolo in guardia contro questa fondamentale egoistica tendenza.

Quanto sia radicata la concupiscenza nella natura umana, cioè nella decaduta, peccaminosa natura umana, si può vedere dal fatto che il bambino sembra avere concupiscenza istintiva. Qualunque cosa desiderabile veda, vuole immediatamente afferrarla. Dev’essere addestrato, disciplinato, per capire che c’è una tal cosa come la proprietà privata. Gli si deve insegnare a rispettare i diritti e i possedimenti altrui. — Prov. 22:15.

L’apostolo Paolo avvertì che ‘la concupiscenza è idolatria’. In che modo si può dire che concupendo i possedimenti altrui si diventa idolatri? In quanto si fa un idolo di sé. La persona è come coloro il cui “dio è il loro ventre”. Fa delle sue egoistiche brame la cosa principale della sua vita. — Col. 3:5; Filip. 3:19.

In questi giorni è evidente che la concupiscenza è divenuta sfrenata in paesi quali gli Stati Uniti, come si può vedere dai saccheggi avvenuti in relazione ai disordini verificatisi dopo l’assassinio del dott. King. Si riferisce così che a Washington, nel Distretto di Columbia, i disordini furono contrassegnati da una “spaventevole atmosfera carnevalesca” mentre gai saccheggiatori “entravano e uscivano dalle vetrine frantumate dei negozi portando via il loro bottino chiaramente dinanzi alla legge”. Uno dei saccheggiatori disse: “Ehi, prendiamo ciò che vogliamo”. Non è che questi saccheggi potevano definirsi esclusivamente opera di persone bisognose, poiché un esame dei saccheggiatori di Detroit l’anno scorso mostrò che, di 115 arrestati dalla polizia, 105 avevano un buon lavoro e automobili ultimo modello. Né i saccheggi potevano definirsi esclusivamente una protesta razziale, perché fra i partecipanti c’erano dei bianchi, e anche negozi appartenenti a negri furono saccheggiati.

Poiché l’inclinazione del cuore dell’uomo è quella di concupire sin dalla sua giovinezza, come possiamo guardarcene? Anzitutto, rammentando di continuo che ogni concupiscenza reca dispiacere al nostro Fattore, Geova Dio, e fa incorrere nella sua ira. Il timore di dispiacergli ci aiuterà a evitare ciò ch’è male. — Gen. 8:21; Prov. 8:13.

In secondo luogo, saremo aiutati a guardarci dalla concupiscenza prendendo a cuore il consiglio scritturale: “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”, e: “Come volete che gli uomini facciano a voi, fate lo stesso a loro”. Non vorreste che un altro concupisse il vostro coniuge, o alcuno dei vostri possedimenti, non è vero? Non concupite dunque quelli di lui o di lei. La concupiscenza vi crea difficoltà col vostro simile, come notò anche il discepolo Giacomo: “Da dove vengono le guerre e da dove vengono le lotte fra voi? . . . Voi desiderate, eppure non avete. Voi continuate ad assassinare e a concupire”. Sì, la concupiscenza vi rende nemico di colui i cui possedimenti concupite, e alcuni hanno pagato a caro prezzo questa inimicizia. — Mar. 12:31; Luca 6:31; Giac. 4:1, 2.

Inoltre, imparando la lezione di accontentarci saremo aiutati a guardarci dalla concupiscenza. Saggiamente la Bibbia consiglia che la santa devozione insieme alla contentezza è un grande guadagno, e che, avendo cibo e alloggio, di queste cose dovremmo essere contenti. Comprendendo il semplice fatto che maggiori possedimenti sono accompagnati da ulteriori pesi e da un maggior timore di perdita, siamo notevolmente aiutati ad accontentarci. — Eccl. 5:11, 12; 1 Tim. 6:6-8.

L’apostolo Paolo diede un buon esempio per tutti i cristiani a questo riguardo. Egli scrisse di non avere concupito in nessun tempo i possedimenti altrui. Invece, si sacrificò per i suoi simili. Senza dubbio una ragione per cui poté far questo era che aveva imparato ad essere contento in qualsiasi stato si trovasse. Felici sono tutti quelli che cercano di imitarlo in questo! — Filip. 4:12; 1 Tess. 2:5-12.

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