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  • Quello che sta facendo il clero

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  • Quello che sta facendo il clero
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
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  • SMINUISCONO LA BIBBIA
  • I DOVERI SOCIALI HANNO LA PRECEDENZA
  • INGERENZA NELLA POLITICA
  • VEDUTA CRISTIANA
  • PARTE DEL MONDO
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
w70 15/5 pp. 291-296

Quello che sta facendo il clero

UN RAGAZZINO prese in mano una Bibbia coperta di polvere che era in casa sua e chiese alla madre: “È questo il Libro di Dio?”

“Sì”, rispose la madre.

Allora il ragazzo disse: “Ma non faremmo meglio a riportarlo indietro, dato che non l’usiamo mai?”

Un’intestazione nella rivista This Week del 25 febbraio 1968 chiese: “Che cosa sta accadendo alla religione?” Essa commentava: “I protestanti accusano la loro religione d’esser ‘diretta come un’impresa commerciale’. I cattolici dicono che il controllo delle nascite è una cosa privata e rigettano l’infallibilità del papa. Le suore abbandonano i conventi per abitare in appartamenti del centro. I sacerdoti lasciano la chiesa per sposarsi in numero senza precedenti. Uno dei più noti vescovi episcopaliani della nazione è accusato di eresia. Gli insegnanti di religione annunciano che ‘Dio è morto’. . . . Oggi, caos, acrimonia e confusione sono apparentemente all’ordine del giorno”.

Perché tutto questo caos? Perché, nella grande maggioranza delle case che asseriscono d’essere cristiane, la Bibbia si copre di polvere? Perché le leggi di Dio sono così spesso ignorate e disprezzate? E perché oggi c’è tale crescente mancanza di rispetto per gli ecclesiastici?

SMINUISCONO LA BIBBIA

Gesù Cristo, i suoi apostoli e i cristiani del primo secolo ebbero tutti profondo rispetto per la parola di Dio contenuta nella Bibbia. Gesù disse in preghiera a Dio: “La tua parola è verità”. (Giov. 17:17) L’apostolo Paolo disse ai cristiani del suo giorno: “Quando riceveste la parola di Dio, che udiste da noi, l’accettaste non come la parola degli uomini, ma, quale veracemente è, come la parola di Dio”. — 1 Tess. 2:13.

Tuttavia, nel Journal di Providence del 30 settembre 1967 apparve il seguente articolo:

“Washington — (RNS) — Dopo aver analizzato, proposizione per proposizione, la preghiera del Signore riportata nel Vangelo di Matteo, il rev. Duncan Howlett, della Chiesa Unitariana di Tutti i Santi, disse che non sarebbe più stata usata nella sua chiesa.

“Il ministro disse alla congregazione che la preghiera è priva di reale significato, . . . Come esempio del suo ragionamento, il sig. Howlett disse che la proposizione ‘Sia santificato il tuo nome’ è uno ‘scherzo’ in un’èra in cui il nome di Dio non è ‘più sacro come lo è quello di Washington, Lincoln o Kennedy’”.

Né questo è un caso isolato. Sempre più ecclesiastici sminuiscono la Bibbia. Un giornale di New York portava l’intestazione: “Ecclesiastico critica l’insegnamento della Bibbia”. Esso osservava che l’ecclesiastico H. Smith di Londra aveva detto che l’insegnamento biblico per ragazzi “è uno spreco di tempo e può essere nocivo”. Tuttavia l’apostolo Paolo disse ai padri cristiani riguardo ai loro figli: “Continuate ad allevarli nella disciplina e nell’autorevole consiglio di Geova”. — Efes. 6:4.

Nello Star Weekly di Toronto, in prima pagina, era rappresentato l’ecclesiastico G. Goth che dichiarava: “I Dieci Comandamenti sono morti”. Il suo articolo dava l’impressione che Dio richieda oggi dalle persone l’ubbidienza alla legge mosaica, che essa sia irrilevante, e che le intere Scritture Ebraiche siano prive di valore. In nessun luogo spiegava, come lo spiega chiaramente la Bibbia, che la legge mosaica non è obbligatoria per i cristiani, ma che è piena di princìpi e modelli profetici di capitale importanza per loro. — Rom. 6:14; Ebr. 10:1.

La maggioranza degli ecclesiastici hanno così completamente degradato il dinamico, ispiratore messaggio della Bibbia che il redattore religioso del Tribune di Oakland disse: “Un recente studio rivela che . . . il giorno del sermone da 30 a 40 minuti è passato. Lo studio suggerì che i ministri limitassero i loro commenti a 10 minuti e a non più di 15”. In verità, alcuni suggeriscono perfino un limite più radicale. P. Berton del Canada, nel suo libro The Comfortable Pew, dichiarò: “Il tiepido pulpito fa dei suoi occupanti degli ipocriti . . . L’intero problema del sermone domenicale e la sua mancanza di convinzione preoccupa profondamente gli uomini convinti. Non c’è da meravigliarsi che alcuni, per la disperazione, abbiano suggerito una moratoria di tutta la predicazione . . . per un periodo di almeno un anno e probabilmente più lungo”.

La colpa di questa mancanza d’interesse in Dio e nella sua Parola si deve essenzialmente attribuire al clero. Hanno talmente confuso le persone che esse non sanno più a che cosa credere. Notate com’è mostrato questo nel libro A Church Without God, scritto dall’ecclesiastico E. Harrison:

“Werner Pelz, che intitolò un libro God Is No More [Dio non è più], è vicario della Chiesa d’Inghilterra; William H. Dubay, il quale asserisce che Cristo ‘tolse di mezzo la religione’, è sacerdote cattolico romano . . . Il padre Jackson, che dice: ‘Se c’è un Dio, non possiamo parlare di lui come di un essere supremo’, è un cappellano universitario; Thomas Altizer [Dio è morto], che scrisse The Gospel of Christian Atheism [Il vangelo dell’ateismo cristiano], è professore aggregato di studi biblici presso un’università americana; io sono del personale di una parrocchia anglicana di Toronto. Io asserisco d’essere cristiano e anglicano; tuttavia posso dire, con ogni serietà, che non c’è nessun Dio”.

Osservando quanto gli ecclesiastici della cristianità si sono allontanati dalle norme cristiane, lo scrittore Berton, ex membro della Chiesa Anglicana del Canada, dichiarò:

“È stato tutt’altro che dimenticato che il cristianesimo cominciò come religione rivoluzionaria i cui seguaci abbracciarono un codice di valori interamente diverso da quelli sostenuti da altri membri della società. Quegli originali valori sono ancora in conflitto con i valori della società contemporanea; eppure oggi la religione è divenuta una forza conservatrice come la forza con cui erano in conflitto gli originali cristiani”.

Sì, il clero della cristianità ha abbandonato il vero insegnamento e la vera pratica cristiani. Sono divenuti proprio ciò che Gesù e i cristiani del primo secolo smascherarono come operante contro la volontà di Dio. Sono come quelli di cui Gesù disse: “Avete reso la parola di Dio senza valore a causa della vostra tradizione. Ipocriti, Isaia profetizzò appropriatamente di voi, quando disse: ‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è molto lontano da me. Invano continuano ad adorarmi, perché insegnano comandi di uomini come dottrine’”. — Matt. 15:6-9.

I DOVERI SOCIALI HANNO LA PRECEDENZA

Oggi il clero dedica molto del suo tempo non all’insegnamento e allo studio della Bibbia, ma ad attività sociali. The Saturday Evening Post disse dell’ecclesiastico medio d’oggi:

“Egli, invece, è . . . organizzatore di comitati, presidente di circoli, e appiana piccole liti fra le brave signore dell’associazione dell’altare. Raccoglie fondi, costruisce, parla ai pranzi, partecipa e contribuisce a ogni meritorio progetto della comunità, ed è così incessantemente tirato e sospinto che deve letteralmente nascondersi se vuole trovare il tempo per lasciare che le sorgenti dello spirito siano alimentate con meditazione, preghiera e lo studio delle Scritture”.

In maniera simile, il libro The Comfortable Pew osserva: “Le catene della vita parrocchiale gli rendono difficile staccarsene ed essere qualunque altra cosa, giacché dedica tanto del suo tempo a tenere in equilibrio la tazza del tè e a fare inoffensive conversazioni con le persone del luogo . . . Il predominio della vita parrocchiale, con la sua atmosfera da circolo sociale, significa che la chiesa è strettamente legata alla gerarchia secolare e sociale della comunità”.

INGERENZA NELLA POLITICA

Una delle principali ragioni per cui la stima per il clero è in diminuzione è la loro ingerenza nella politica e nelle guerre di questo mondo. Sempre più persone comprendono quanto è incoerente che gli ecclesiastici sostengano ambo le parti, specialmente nei combattimenti militari. A questo riguardo World-Telegram and Sun di New York riferì l’11 marzo 1966:

“I rappresentanti di tre fedi religiose hanno cercato ieri di convincere un gruppo di studenti di Brooklyn che il comando biblico di non uccidere non si applicasse alla guerra nel Vietnam.

“In generale, il tentativo non ha avuto successo. L’uditorio . . . se ne è andato con la sensazione, come disse uno studente, che gli oratori ‘ci ingannassero’”.

Gli ecclesiastici implicati erano cattolici, ebrei e protestanti. Nel tentativo di giustificare la partecipazione alla guerra, uno di essi disse: “Si deve uccidere con cuore puro”.

In un sondaggio condotto fra ecclesiastici che prestavano servizio come cappellani militari, si scoprì che le loro vedute non differivano in nessuna maniera da quelle di altri militari per quanto riguarda la moralità della moderna guerra. Come nota lo scrittore Berton: “Nessuno riteneva che il singolo soldato avesse più responsabilità nella cosa salvo che di servire il suo paese. Questa idea è molto simile a quella che costituì il nocciolo della difesa di Adolph Eichmann durante il suo processo in Israele”.

Bertrand Russell disse che in Inghilterra “la Chiesa Anglicana ha sostenuto ogni veduta del Governo comprese quelle concernenti la guerra e l’uccisione”. Egli notò che la chiesa era effettivamente divenuta una forza per stabilire la “resistenza alla protesta di coscienza”.

Della chiesa cattolica, il Times di New York del 29 dicembre 1966 riferì:

“Tradizionalmente i cattolici sostengono gli sforzi bellici della nazione e lasciano alle autorità politiche la responsabilità morale per la condotta delle guerre. . . .

“In passato le locali gerarchie cattoliche hanno quasi sempre sostenuto le guerre delle loro nazioni, benedicendo le truppe e recitando preghiere per la vittoria, mentre un altro gruppo di vescovi dall’altra parte pregava pubblicamente per il risultato opposto. E mentre avveniva questo, di solito il Vaticano manteneva una cauta neutralità e invocava la prossima fine delle ostilità. . . .

“La contraddizione fra lo spirito cristiano e la condotta della guerra, spesso oscurata da sottigliezze teologiche, appare sempre più chiara a molti, mentre le armi diventano più brutali”.

Al funerale di un soldato ucciso in azione, il pastore di una chiesa luterana a Des Moines, nello Iowa, U.S.A., celebrò il servizio. Il Register del 10 febbraio 1968 narrò: “Il rev. Martin Haerther, pastore della chiesa ha detto . . . che sapeva che era volontà di Dio”. L’ecclesiastico aggiunse: “Quando un soldato muore facendo il suo dovere in una guerra giusta non solo è una morte gloriosa al servizio del paese ma è una fine benedetta per lui . . . sono sicuro che gli angeli erano lì a portare la sua anima in cielo e ora vive in pace”.

Questo ecclesiastico menzionò una guerra “giusta”. L’opuscolo The Church and War, pubblicato dal Consiglio Nazionale degli Uomini Cattolici negli Stati Uniti, commenta ciò. Facendo la recensione dell’opuscolo, lo scrittore Louis Cassels della United Press International, osservò che “il corso principale della tradizione cristiana è rappresentato dalla dottrina della guerra ‘giusta’, espressa nel V secolo d.C. dal grande Sant’Agostino”. Quali erano le regole di Agostino per la guerra ‘giusta’? (1) Si dovrebbe combattere solo per necessità; (2) il suo unico legittimo obiettivo è di conseguire una giusta e stabile pace il più rapidamente possibile; (3) si dovrebbe combattere con misericordia, evitando ogni inutile brutalità e limitando al minimo l’uso della violenza.

Riferendo in merito alla pubblicazione di questo opuscolo, Cassels mise in risalto: “Nella seconda guerra mondiale, comunque, entrambe le parti abbandonarono ogni pretesa di forza ‘minima’ a favore della guerra ad oltranza, ‘totale’. Ogni parte lanciò bombe sulle città dell’altra, e milioni di civili, compresi donne, bambini e anziani furono uccisi, mutilati o lasciati senza tetto”.

Eppure in tutto quel tempo il clero di ambo le parti considerò la guerra una guerra “giusta”. Gli ecclesiastici della stessa religione pregarono per la vittoria da ciascuna delle parti opposte!

VEDUTA CRISTIANA

È la guerra che mette “fratelli” della stessa religione “cristiana” gli uni contro gli altri realmente una guerra “giusta”? Secondo la definizione di chi? Di Agostino? Ma in fatto di condotta e dottrina cristiana è Agostino un’autorità più grande di Gesù Cristo, o degli apostoli, o della scritta Parola di Dio, la Bibbia?

Gesù disse a quelli che avrebbero asserito d’essere cristiani: “Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi”. (Giov. 13:35) L’apostolo Paolo disse ai cristiani: “[Parlate] tutti concordemente, e . . . non [abbiate] fra voi divisioni, . . . Esiste diviso il Cristo?” (1 Cor. 1:10, 13) Potrebbe esserci alcuna divisione più grande di quella che si verifica quando membri della stessa religione si uccidono gli uni gli altri?

Alcuni ecclesiastici ammettono che non c’è assolutamente nessun fondamento nel cristianesimo primitivo per il sostegno che essi hanno dato alle guerre di questo mondo. L’ecclesiastico I. Evans, ex editore di Blackfriars, periodico inglese, ammise che tale spargimento di sangue era incompatibile con l’“intrinseca tradizione cristiana di porgere l’altra guancia”. Il Register-Guard di Eugene del 22 gennaio 1967 riferì: “Fino al 313 d.C., disse Evans, i cristiani non presero parte alle guerre dell’Impero Romano. Con l’Editto di Milano nel 313 d.C. l’imperatore Costantino diede al gruppo di minoranza dei cristiani pieni diritti e obblighi quali cittadini romani. Questo, disse Evans, fu l’inizio della teoria della guerra giusta”. In seguito, Agostino l’elaborò.

Notate le fonti della teoria della guerra “giusta”. Proviene non da Dio, né da Gesù Cristo, né dagli apostoli, né dai cristiani del primo secolo. Invece, ebbe origine da uomini politici ed ecclesiastici che nel quarto secolo della nostra Èra Volgare erano già divenuti apostati.

Durante la seconda guerra mondiale la stragrande maggioranza del clero di tutte le principali religioni della Germania accettarono le vedute non scritturali di Costantino e Agostino. Sostennero la macchina bellica di Hitler. Tuttavia dopo la seconda guerra mondiale durante i processi dei capi politici e militari nazisti a Norimberga essi furono trovati colpevoli per aver eseguito gli ordini omicidi di Hitler. Il clero, comunque, fu altrettanto colpevole, giacché incoraggiò i suoi seguaci a ubbidire agli ordini di Hitler per l’assassinio in massa. D’altra parte, i testimoni di Geova sostennero la vera veduta cristiana e rifiutarono unitamente di mettere in atto i sanguinosi disegni dei nazisti. Andarono nei campi di concentramento piuttosto che violare la norma cristiana di neutralità in guerra, sapendo che “dobbiamo ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. — Atti 5:29.

Sebbene Hitler sia stato da lungo tempo screditato, e il sostegno datogli dagli ecclesiastici sia stato smascherato, oggi alcuni del clero difendono ancora la sua memoria. Nell’edizione del 12 maggio 1968 de La Vanguardia Española di Barcellona, in Spagna, un’intestazione dichiarava: “Riti funebri per l’eterno riposo di Hitler”. L’articolo che seguiva diceva:

“Nella Chiesa di San Martìn in Via Desengaño, è stata tenuta ieri una messa per l’eterno riposo dell’anima di Hitler. Nelle cartoline commemorative distribuite durante il servizio era precisamente dichiarato che la messa era offerta per l’eterno riposo di Adolf Hitler e di tutti i caduti in difesa della cristianità e della Civiltà occidentale”.

PARTE DEL MONDO

Con la loro ingerenza nella politica e nelle guerre di questo mondo il clero ne è divenuto parte. Si aggiungano a ciò il fatto che giustificano la “nuova moralità” e i loro tentativi di dare nuova forma alla dottrina e alla pratica perché si conformino a ciò che è popolare anziché a ciò che è giusto.

Quando una studentessa del secondo anno del Barnard College fu recentemente minacciata d’espulsione dalla scuola per aver infranto i regolamenti vivendo col suo ragazzo in un appartamento fuori della città universitaria, due ecclesiastici testimoniarono a suo favore. Il Daily News di New York dichiarò in un’intestazione in prima pagina: “Ecclesiastici sostengono Linda al processo d’amore”. Il giornale diceva:

“Un ministro, un rabbino, e un professore di filosofia hanno parlato a suo favore . . . asserendo che il college non ha il diritto legale di regolare le questioni private degli studenti. . . . Il rev. William Starr, consigliere protestante dell’Università della Columbia, definì ‘ridicole’ le regole sugli alloggi. . . .

“Starr fu seguìto al banco dei testimoni dal rabbino A. Bruce Goldman, consigliere ebreo dell’Università della Columbia. Lodando Linda per ciò che disse erano il suo coraggio e la sua convinzione, Goldman disse che l’udienza metteva alla ‘prova i diritti civili e individuali’”.

Similmente, la rivista Time del 10 maggio 1968 riferì: “Dovrebbe il cristianesimo permettere la poligamia? In certe condizioni, sì, sostiene un missionario cattolico in Africa. . . . La sua raccomandazione: ‘Se la poligamia e l’usanza stabilita in un luogo, prendeteli così nella chiesa, coi figli e tutto’”.

Ma il vero cristianesimo condona la fornicazione e l’adulterio? No, esso sostiene alte norme morali. (1 Cor. 6:9, 10) Come possono dunque gli ecclesiastici chiamarsi cristiani e tuttavia promuovere idee così contrarie al cristianesimo? Ciò che promuovono non può essere la vera religione approvata da Dio.

Il clero fa veramente parte di questo mondo. Ne applicano i metodi, le tattiche, le dottrine e la morale. Tuttavia la Parola di Dio avverte: “Non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia con Dio? Chi perciò vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. — Giac. 4:4.

La Bibbia esorta forse le persone sincere a cercar di riformare le religioni e gli ecclesiastici che rifiutano di conformarsi alle norme di Dio? No. La Parola di Dio invece esorta: “Uscite di mezzo a loro e separatevi”. — 2 Cor. 6:17.

Perché tale separazione è urgente? Perché, fra brevissimo tempo, Dio eseguirà i suoi giudizi contro tutte le religioni e i capi religiosi che violano le sue leggi e inducono altri a fare altrettanto. Tutti avranno presto fine, insieme a coloro che li seguono. Per questo motivo la Parola di Dio avverte riguardo alla falsa religione: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe. Poiché i suoi peccati si sono ammassati fino al cielo, e Dio s’è rammentato dei suoi atti d’ingiustizia”. — Riv. 18:4.

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