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  • È una cosa seria
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
w69 15/3 pp. 187-191

È una cosa seria

“LE PICCOLE cose hanno grande importanza”. Queste parole, che sono il titolo di una popolare canzone americana, sono vere in molte situazioni. Le piccole cose spesso rivelano la condizione del cuore, per non dir nulla del fatto che frequentemente portano a grandi cose.

Si potrebbe dire che la verità contenuta nel titolo di questa canzone sia inclusa nel più importante principio dichiarato da Gesù Cristo, il Figlio di Dio: “Chi è fedele in ciò che è minimo è anche fedele nel molto, e chi è ingiusto in ciò che è minimo è anche ingiusto nel molto”. — Luca 16:10.

Gesù disse queste parole ai Giudei che erano sotto la legge di Mosè. Quella legge riguardava non solo le cose grandi della vita, come i Dieci Comandamenti, che proibivano l’idolatria e l’assassinio, ma anche cose apparentemente piccole. Per esempio, agli Israeliti non era permesso mangiare certe creature marine, certi mammiferi e certe creature alate. — Lev. 11:4-20.

Si sarebbe potuto ragionare: Che differenza c’è se un pesce ha le pinne e le scaglie finché è stato procurato onestamente e ha un buon sapore? O che differenza c’è se un mammifero rumina e ha l’unghia spartita? Queste erano cose apparentemente piccole, ma dovevano essere prese seriamente dagli Israeliti. Senza dubbio il Creatore e Legislatore d’Israele, Geova Dio, aveva dato queste leggi a quel tempo per più di una buona ragione, fra cui non certo la più piccola era quella di impedire che il suo popolo fraternizzasse indebitamente coi vicini pagani.

Che Gesù Cristo capisse l’importanza di prendere seriamente le cose apparentemente piccole si può vedere dai commenti che fece ai capi religiosi del suo giorno. Egli li biasimò perché pagavano la decima delle spezie, cose piccolissime, e tuttavia trascuravano le cose molto più importanti, come “la giustizia e la misericordia e la fedeltà”. Ma con questo rimprovero volle forse dire che se uno faceva le cose più importanti poteva ignorare le cose apparentemente piccole? Niente affatto! Poiché Gesù proseguì dicendo: “Queste cose” — giustizia, misericordia e fedeltà — “era doveroso fare, senza trascurare le altre”, le cose piccole, il pagamento della decima delle spezie come la menta e l’aneto. — Matt. 23:23.

Oggi è valido lo stesso principio. Il popolo di Dio deve fare cose più importanti: Studiare la Sua Parola e la letteratura che aiuta a capirla; frequentare i raduni cristiani, in particolare le adunanze della congregazione locale; predicare e insegnare la buona notizia del regno di Dio a ogni occasione, in tempo favorevole e in tempo sfavorevole, e produrre i frutti dello spirito santo di Dio, come amore, gioia, pace, longanimità e padronanza di sé. Senza dubbio queste sono le “cose più importanti” e dovrebbero venire prima per il cristiano. Ma pur avendo cura di queste cose il popolo di Geova non può ignorare le cose apparentemente piccole. Anche queste si devono prendere seriamente. — Gal. 5:22, 23; 2 Tim. 4:2; Ebr. 10:23-25.

Quali potrebbero essere? Fra loro vi è l’astenersi da ogni usanza che è direttamente o indirettamente condannata nelle Scritture perché ha origine nella falsa religione o fa parte del satanico sistema di cose, come la celebrazione di feste, politiche e religiose. Benché il celebrarle possa sembrare ad alcuni una cosa piccola, ciò non la rende meno importante agli occhi di Dio, e i maturi cristiani lo comprendono. Nessun fedele Israelita dei tempi antichi poteva essere costretto a violare la legge di Dio mangiando maiale nemmeno dietro pena di morte. E come Geova Dio aveva buone ragioni per proibire al suo popolo di quel tempo di mangiare certe cose, come il sangue, così oggi vi sono buone ragioni per cui il popolo di Geova dovrebbe astenersi dal celebrare feste mondane. — Giov. 18:36; 1 Cor. 2:12.

CELEBRAZIONI DI GENETLIACI

Vogliamo stare al passo ed essere in armonia coi fedeli uomini di Dio o coi pagani? Secondo l’Encyclopædia of Religion and Ethics di Hastings, le celebrazioni dei genetliaci risalgono ai tempi antichi e in particolare erano tenute in gran conto e osservate quelle di preminenti e importanti pagani. Ci fu mai persona più preminente e importante su questa terra di Gesù Cristo, il Figlio di Dio? Tuttavia Dio non ritenne opportuno far mettere per iscritto la data esatta della nascita di Gesù, né la Bibbia riferisce che gli apostoli di Gesù celebrassero il suo genetliaco. Il Signore Gesù stesso comandò di commemorare la sua morte, non la sua nascita. — 1 Cor. 11:20, 23-26.

Le sole celebrazioni di genetliaci menzionate nella Bibbia sono quelle di due governanti pagani e ciascuno di questi avvenimenti fu macchiato da un’esecuzione. Quello di Faraone fu contrassegnato dall’esecuzione del capo dei suoi panettieri, e quello del re Erode dall’esecuzione di Giovanni Battista. (Gen. 40:20-22; Mar. 6:21-29) Prendendo lo spunto da questi fatti, i primi cristiani si rifiutarono di celebrare i genetliaci. Pertanto Augustus Neander, noto storico, dice in The History of the Christian Religion and Church During the Three First Centuries: “La nozione della festa del genetliaco era lungi dalle idee dei cristiani di questo periodo in generale”. E la Catholic Encyclopedia (Edizione del 1911) attribuisce a Origene queste parole: “Di tutti i santi delle Scritture non è riferito che nessuno tenesse una festa o desse un grande banchetto nel suo genetliaco. Solo i peccatori facevano grandi festeggiamenti il giorno che erano nati in questo mondo”.

Da questi fatti possiamo stabilire qual è la volontà di Dio al riguardo, per cui che cosa dovremmo fare personalmente? Dovremmo mostrare che ci preoccupiamo di conformarci alla volontà di Dio rifiutando di partecipare in qualsiasi modo alle celebrazioni di genetliaci, sia del nostro che di quelli di nostri amici o parenti o di qualche persona preminente. Se vogliamo piacere a Dio, dobbiamo imparare a essere fedeli in tutte le cose. Per illustrare il principio in un altro modo, la fedeltà nel vincolo matrimoniale obbliga ciascuno non solo nelle grandi cose, ma anche nelle cose apparentemente piccole.

La veracità del principio dichiarato da Gesù circa la fedeltà nelle piccole cose che porta alla fedeltà nelle grandi cose è attestata dall’esperienza dei tre compagni ebrei di Daniele nell’antica Babilonia. Di fronte al problema di mangiare cibi proibiti dalla legge di Mosè, avrebbero potuto cercare di scusarsi dicendo che erano prigionieri in un paese straniero e quindi non avevano scelta al riguardo. Ma che benedizione ricevettero per aver preso seriamente anche quelle che avrebbero potuto sembrare cose piccole! Insieme a Daniele, mostrarono d’essere più sani e più saggi di tutti gli altri prigionieri che continuavano a mangiare i cibi prelibati del re, alcuni dei quali molto probabilmente erano stati offerti agli idoli di Babilonia. La fedeltà in queste “piccole cose” senza dubbio li rafforzò così che quando si trovarono di fronte alla più grande prova di inchinarsi all’immagine che il re aveva eretta sulla pianura di Dura, poterono mantenersi coraggiosi, saldi e intrepidi. — Dan. 1:3-21; 3:1-30.

Oltre a ciò, prendendo una ferma determinazione diedero una grande testimonianza a Geova Dio; e questo è avvenuto anche nei tempi moderni. Pertanto l’Annuario dei Testimoni di Geova del 1968 (inglese) narra la seguente esperienza nel suo rapporto sul Brasile: “Una madre parlò di mandare il suo piccolo figlio all’asilo, ma prima spiegò particolareggiatamente alcune delle cose che potevano sorgere e che non sono approvate dalla Parola di Dio. Visitò pure la maestra e spiegò la veduta scritturale su queste cose. Un giorno, quando andò a prendere il suo ragazzino, la maestra la chiamò e le disse che ammirava moltissimo il bambino, poiché aveva sostenuto le sue credenze. Un bambino aveva portato a scuola una torta per celebrare il suo compleanno, e alla maestra erano state dette le ragioni bibliche per cui i testimoni di Geova non celebrano i genetliaci, così si chiese che cosa avrebbe fatto il bambino. Quando gli altri bambini cantarono la canzone del genetliaco, il piccolo fanciullo rimase seduto in silenzio. Quando la torta fu tagliata e gliene fu offerta una fetta rifiutò cortesemente e mangiò le cose che aveva con sé. La madre fu specialmente fiera dell’intendimento di suo figlio, poiché disse: ‘Le torte gli piacciono molto’”. Tale fedeltà in quelle che ad alcuni possono sembrare cose piccole, il prenderle seriamente, può aiutare ad essere fedeli a Dio di fronte a più difficili prove della fede.

CELEBRAZIONI RELIGIOSE

Vi sono altre usanze pure comuni fra le nazioni. Alcune di esse sono fondamentalmente religiose. Qual è l’attitudine dei fedeli cristiani verso di esse? Delle usanze religiose delle nazioni che lo circondavano, Geova Dio comandò al suo popolo dei tempi antichi: “Non imparate affatto la via delle nazioni”. — Ger. 10:2.

Oggi si riconosce in genere che il Natale ha fondamenti pagani. L’albero di Natale, il ceppo di Natale, il vischio e anche la data del 25 dicembre son tutti, come si ammette, di origine pagana. E lo stesso può dirsi delle uova di Pasqua e del coniglio di Pasqua.a La celebrazione del Natale e della Pasqua sono perciò proibite dalle parole dell’apostolo Paolo: “Voi non potete bere il calice di Geova e il calice dei demoni; non potete partecipare alla ‘tavola di Geova’ e alla tavola dei demoni”. “‘Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi’, dice Geova, ‘e cessate di toccare la cosa impura’; ‘e io vi accoglierò’”. — 1 Cor. 10:21; 2 Cor. 6:17.

I saggi genitori cristiani non lasceranno che il sentimentalismo li faccia compromettere riguardo alle feste di Pasqua e di Natale. I genitori cristiani dovrebbero avvertire i loro figli in tenera età riguardo al laccio di conformarsi al mondo, di voler essere come chiunque altro, di temere d’essere diversi a causa dei princìpi biblici. I cristiani sono ammoniti di non conformarsi a questo sistema di cose ma d’essere trasformati rinnovando la loro mente. (Rom. 12:2) I fanciulli allevati nel modo dovuto saranno lieti d’essere diversi, che il mondo sia perplesso riguardo a loro. (1 Piet. 4:3, 4) Si dovrebbe insegnar loro a vedere queste celebrazioni per quello che sono: di origine pagana, disonorevoli per Dio, contrassegnate da ipocrisia e sfruttamento commerciale. Quindi avranno la tendenza a commiserare quelli che praticano tali cose anziché invidiarli! Nello stesso tempo i genitori devono badare a non fare compromessi, a non mandare cartoline di saluti o a non mettere decorazioni natalizie nelle loro case solo per essere considerati ‘ragionevoli’ o ‘brava gente’.

In particolare qualsiasi cristiano che svolge un’attività commerciale per conto proprio deve badare di non lasciare che il timore della perdita finanziaria lo induca a decorare il luogo dove svolge la sua attività commerciale con ornamenti di feste pagane e a tenere in negozio merci di feste pagane, tutte cose in diretta relazione con la falsa religione. Qualunque dedicato testimone di Geova che per profitto o per qualsiasi altro motivo faccia compromesso in queste cose si rende colpevole di apostasia. E, come rende chiaro la Bibbia, tali persone che tornano a ‘mangiare alla tavola dei demoni’ non possono continuare a mangiare alla “tavola di Geova”.

Può esservi anche la tentazione di partecipare a festeggiamenti perché mirano a fare appello alla carne decaduta. La musica e le decorazioni natalizie e quelle associate alla Pasqua possono far leva sui sentimenti. E i ricevimenti, con l’abbondanza di cibo, bevande e balli, fanno appello alla carne indipendentemente dall’occasione. Ma nessun cristiano dimentichi che scegliere di seguire la direttiva della legge del peccato significa morte, poiché quelli “che sono in armonia con la carne non possono piacere a Dio”. — Rom. 8:8.

Le feste e le celebrazioni di S. Valentino si devono considerare nello stesso modo. A causa dei suoi legami la festa di S. Valentino è una cosa da evitare. Prende nome da uno o più “santi” cattolici romani, “santi” resi tali dagli uomini e non da Dio, e le pratiche che sono in relazione con essa sono di origine pagana. Pertanto ci è detto riguardo alla sua origine: “Pratica dell’antica Roma alla festa dei Lupercali, nel mese di febbraio, quando, fra le altre cerimonie, i nomi delle giovani donne erano messi in una scatola, da cui erano presi da giovani uomini a caso. I pastori della chiesa primitiva, riscontrando che era impossibile sradicare questa cerimonia pagana, ne cambiarono la forma”.b L’effettivo scopo della festa era di assicurare fecondità alle persone, ai greggi e ai campi.

Non v’è certo nulla di male nel trascorrere insieme come famiglia piacevoli e salutari occasioni, nel fare doni e mandare saluti ai propri amici per far loro sapere che li amate. Ma dovrebbe essere evidente che non si mostra nessun vero amore ad altri facendo queste cose in modo da incoraggiarli a praticare usanze che sapete esser pagane. Né tale condotta piace a Dio, e i veri cristiani vogliono effettivamente piacergli!

ALTRE CELEBRAZIONI

Naturalmente, non vi sono soltanto le celebrazioni religiose. Alcune si tengono in onore delle nazioni e dei loro eroi. I testimoni di Geova come le considerano? Essi non si intromettono in ciò che altri possono voler fare, ma sono ben consapevoli che Gesù Cristo disse che i suoi veri seguaci “non sono parte del mondo”. (Giov. 17:16) Sanno pure che la Bibbia dice che, quando la persona si macchia partecipando alle attività del mondo, la sua adorazione non è pura e accettevole a Dio. (Giac. 1:27) Perché?

Poiché, come mostro Gesù, “il governante del mondo” non è Geova Dio, ma Satana il Diavolo, il nemico di Dio. (Giov. 14:30) Il Diavolo è colui che offrì a Gesù tutti i regni del mondo in cambio della sua adorazione, e sino a questo giorno continua a esercitare un forte dominio sulle nazioni. (Matt. 4:8-10) Le condizioni odierne sulla terra confermano questo fatto scritturale. I testimoni di Geova credono a ciò che dice la Bibbia, e per questa ragione evitano di partecipare alle feste che tendono a glorificare qualsiasi parte del vecchio sistema di cose. Sanno che presto il regno di Dio farà sparire tutti i regni di questo mondo, ed esso stesso durerà per sempre. (Dan. 2:44) Anch’essi vogliono durare per sempre, e così ripongono tutta la loro fiducia nel provvedimento di Dio per benedire l’ubbidiente genere umano.

Non possiamo evitarlo. Se vogliamo piacere a Geova Dio, se siamo decisi ad amarlo con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima, con tutta la nostra mente e con tutta la nostra forza, non possiamo considerare innocui i festeggiamenti di questo sistema di cose. Dobbiamo comprendere che evitarli è una cosa seria. I fedeli primi cristiani rifiutarono di cedere minimamente compiendo atti che sapevano di idolatria, neppure per salvarsi la vita. Coloro che vogliono piacere a Geova devono oggi seguire il loro esempio. In tutte queste cose i cristiani tengono a mente il principio: “Chi è fedele in ciò che è minimo è anche fedele nel molto, e chi è ingiusto in ciò che è minimo è anche ingiusto nel molto”. — Luca 16:10.

[Note in calce]

a Alexander Hislop in The Two Babylons presenta numerose prove dell’origine pagana sia del Natale che della Pasqua.

b The American Cyclopædia, Vol. 16, pag. 244 (1883).

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