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  • Perché invecchiamo e moriamo

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  • Perché invecchiamo e moriamo
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
w69 15/6 pp. 357-359

Perché invecchiamo e moriamo

OGNI persona normale desidera la vita in buona salute. Noi cerchiamo sollievo dalla pena e dalla sofferenza che la malattia reca e desideriamo sfuggire in qualche modo all’effetto della vecchiaia che indebolisce il nostro corpo. Ci fa anche male vedere quelli che amiamo afflitti da queste cose. A causa di ciò molte persone chiedono: “Tutto questo fece parte del proposito originale di Dio? Quando Dio creò l’uomo, ebbe il proposito che l’uomo invecchiasse, e divenisse sordo o cieco? Volle che la pelle dell’uomo con l’età facesse le rughe, che il suo cuore si ammalasse e che i suoi altri organi smettessero di funzionare? In realtà, Dio fece l’uomo perché morisse?

No, Geova Dio non creò l’uomo per tale miserando futuro. La Bibbia ci narra che Geova provvide alla prima coppia umana un bel giardino come dimora, e la benedisse. Rivedendo la sua opera creativa, Dio giustamente la dichiarò ‘molto buona’. (Gen. 1:28, 31) Questo significa che Adamo ed Eva furono creati perfetti, senza difetto nella mente o nel corpo. (Deut. 32:4; Prov. 10:22) Avevano la prospettiva di vivere per sempre.

In modo interessante, gli scienziati moderni sanno che il corpo umano si rinnova di continuo sostituendo le proprie cellule. Ed essi dicono che, nelle condizioni giuste, è in grado di vivere per sempre. Il premio Nobel dott. Linus Pauling spiegò che i tessuti del corpo umano si sostituiscono e, in teoria, questo dovrebbe continuare per sempre. Il biochimico William Beck pure osservò: “Non posso vedere nessuna ragione per cui la morte, nella natura delle cose, debba essere inevitabile”. Tuttavia, nonostante che siano fatti in tal modo, gli uomini continuano a invecchiare e a morire. Perché? La Parola di Dio la Bibbia ci dà la risposta soddisfacente.

RISULTATI DELLA DISUBBIDIENZA

Quando Geova creò Adamo ed Eva, divennero la parte terrestre della grande famiglia di Dio, che già includeva un gran numero di creature spirituali nei cieli. Dio fu il Padre della coppia umana poiché aveva dato loro la vita. Il dono della vita era, comunque, condizionale; avrebbero cioè continuato ad averlo solo finché avessero osservato la condizione dell’amorevole ubbidienza al loro Padre celeste. L’ubbidienza alla legge è necessaria perché la pace e il buon ordine continuino, perciò dovettero riconoscere Dio come loro Supremo Governatore. Sapevano questo? Sì, perché Geova li sottopose a una prova che dava risalto alla serietà dell’ubbidienza. Disse ad Adamo: “D’ogni albero del giardino puoi mangiare a sazietà. Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, poiché nel giorno in cui ne mangerai positivamente morrai”. — Gen. 2:16, 17.

Questa prova dell’ubbidienza non era difficile. Non furono privati del cibo necessario, né furono messi alla prova oltre la loro capacità. Comunque, la loro ubbidienza avrebbe mostrato che apprezzavano la propria relazione con Dio. (1 Giov. 5:3) Benché alcune persone abbiano l’idea che il ‘frutto proibito’ avesse a che fare con la relazione sessuale fra l’uomo e la donna, questo non avvenne. Dio stesso aveva già detto loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi ed empite la terra”. (Gen. 1:28) Quando Dio comandò loro di non mangiare il frutto di un certo albero semplicemente volle dire che Dio scelse uno dei molti alberi da frutto dell’Eden e comandò alla coppia umana di non mangiarne il frutto.

Perché l’albero fu chiamato “l’albero della conoscenza del bene e del male”? Perché, in seguito al comando di Dio, il suo frutto simboleggiò la conoscenza, anche a parte gli espressi comandi di Dio, di ciò che è “bene” e di ciò che è “male” per loro. Prendere di questo frutto significava dunque per la coppia umana voltare le spalle al loro Padre celeste e rigettarne la guida divina e la perfetta volontà. Benché semplice, la prova implicava molto. Implicava che l’uomo dipendesse dal suo Creatore e che riconoscesse da parte sua l’autorità divina. Ricordate, inoltre, che Gesù Cristo applicò agli uomini imperfetti la regola che “chi è fedele in ciò che è minimo è anche fedele nel molto, e chi è ingiusto in ciò che è minimo è anche ingiusto nel molto”. (Luca 16:10) Quanto più si applicava questo alle creature perfette!

Perché Eva infranse la legge di Dio e mangiò del frutto? L’idea non ebbe origine da lei ma le fu presentata da una creatura spirituale che si servì di un basso serpente per parlare. Quella creatura spirituale, identificata nella Bibbia come Satana il Diavolo, è chiamata perciò “l’originale serpente”. (Riv. 12:9) La creatura invisibile che parlò per mezzo del serpente negò apertamente la verità del comando di Dio che Eva aveva citato. Egli rappresentò il frutto dell’albero come dotato della proprietà di farla essere simile a Dio, decidendo da se stessa ciò che era “bene” e ciò che era “male”. Eva cominciò quindi a considerare il frutto molto desiderabile e disubbidì a Dio mangiandone. Adamo, suo marito e capo, scoperto ciò che ella aveva fatto, non si oppose alla sua condotta ma la seguì insieme a lei. — Gen. 3:1-6; Giac. 1:14, 15; 1 Cor. 11:3.

Con questo atto illegale essi divennero colpevoli di peccato, e recarono dunque su se stessi la pena del peccato. (1 Giov. 3:4) Considerando la giustezza della decisione di Dio non dovremmo commettere l’errore di giudicare la serietà di ciò che Adamo ed Eva fecero secondo il modo in cui molte persone considerano le cose nel nostro tempo. Oggi la disubbidienza ai genitori è comune, e spesso rimane impunita. Anche il furto è comune, e molti pensano che, se ciò che si ruba è piccolo, il furto non abbia molta importanza. La ribellione e il parlare contro l’autorità sono oggi similmente frequenti. Ma questo non rende giuste tali cose! Molti frutti fradici che oggi vediamo nella forma di crescente delinquenza e delitti sono da attribuire al fatto che i genitori e altri che hanno autorità non correggono le cose dall’inizio. — Prov. 13:24; Eccl. 8:11.

Dio non avrebbe incoraggiato la cattiva condotta mancando di mettere in vigore la sua propria legge. Con la loro disubbidienza Adamo ed Eva mostrarono grande mancanza di amore verso Colui che aveva provveduto così misericordiosamente per loro. Furono colpevoli di furto, perché presero ciò che il loro Creatore aveva detto non apparteneva loro. Peggio ancora, si unirono al nemico di Dio e, con le loro azioni, chiamarono Dio bugiardo. Geova fu obbligato verso se stesso e verso tutta la sua famiglia universale a sostenere la legge. Questo egli fece. Come risultato del suo deliberato peccato la rea coppia fu cacciata dall’Eden perché morisse. — Gen. 3:22-24.

L’effetto che il peccato ebbe su di loro si potrebbe illustrare con ciò che accade a un pezzo di macchina eccellente quando non è usato dovutamente, secondo le istruzioni del costruttore. La macchina perderà efficienza e, col passare del tempo, si guasterà. Similmente, non avendo tenuto conto delle istruzioni del loro Fattore, Adamo ed Eva persero di conseguenza la propria perfezione. La loro mente e il loro corpo cominciarono a guastarsi, e alla fine cessarono di funzionare nella morte. Questo è ciò che significò per loro la disubbidienza e la rimozione dal favore di Dio. (Gen. 3:16-19) Dopo che Adamo ebbe usato la grande vitalità del suo corpo una volta perfetto, morì all’età di 930 anni. Questo accadde entro il simbolico “giorno” di mille anni stabilito da Dio. — Gen. 5:5; 2 Piet. 3:8.

EFFETTO SULLA PROGENIE

Ma, siccome oggi non disubbidiamo a quella legge dell’Eden, perché noi pure ci ammaliamo e moriamo? Per questa ragione: Tutta la progenie di Adamo nacque dopo la sua disubbidienza e dopo che era stato espulso dalla famiglia di Dio. La sua progenie ereditò dunque da lui il peccato e la morte. Tutti gli uomini ereditano l’imperfezione, perché tutti vengono da Adamo ed Eva. Come ci dice il libro biblico di Giobbe: “Chi può produrre qualcuno puro da qualcuno impuro? Non c’è nessuno”. (Giob. 14:4) Anche in Romani 5:12 la Bibbia spiega: “Per mezzo di un solo uomo [Adamo] il peccato entrò nel mondo, e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini”. Proprio come un perfetto pezzo di macchina non può essere prodotto da una forma imperfetta, così Adamo nella sua imperfezione non poté produrre figli perfetti, liberi dal peccato. — Sal. 51:5.

L’effetto che il peccato di Adamo ed Eva ebbe sulla loro progenie può paragonarsi a ciò che spesso accade quando persone che non tengono conto della legge di Dio e vivono in maniera immorale generano figli. Tali persone possono prendere malattie degli organi sessuali che Dio diede loro per generare figli. I figli di tali genitori “impuri” possono nascere fisicamente o mentalmente danneggiati a causa del peccato dei loro genitori. Anche i nostri primogenitori divennero dunque “impuri”, imperfetti, soggetti a infermità e infine alla morte. Poterono tramandare alla loro progenie solo ciò che essi stessi avevano: l’imperfezione, l’infermità e la morte. Per questo tutti invecchiamo e moriamo, e per questo facciamo così facilmente ciò che è sbagliato.

Comunque, una cosa è fare sbagli senza intenzione a causa del peccato ereditato, ma una cosa interamente diversa praticare deliberatamente ciò che si sa è sbagliato. (1 Giov. 5:16) Se la persona è veramente pentita degli sbagli che ha fatti a causa delle debolezze ereditate, può attendersi il misericordioso perdono da Dio. (Prov. 28:13) Ma deve stare attenta che, una volta conosciuto ciò che è giusto, non scelga deliberatamente di seguire una condotta contraria alla volontà di Dio. Far questo significherebbe perdere il favore di Dio e la vita stessa. — Deut. 30:15-20; Ebr. 10:26, 27.

Felicemente, Geova ha preso l’amorevole provvedimento di salvare i pentiti dai cattivi effetti del peccato ereditato e della morte. Questa grande liberazione verrà per mezzo del sacrificio di riscatto di Gesù Cristo. Circa questo provvedimento la Bibbia dice: “Dio mandò il suo unigenito Figlio nel mondo affinché ottenessimo la vita per mezzo di lui”. (1 Giov. 4:9) Nel tempo da Dio stabilito, sotto il dominio reale del suo Figlio, l’ereditata imperfezione umana sarà dunque gradualmente eliminata, e il genere umano non subirà più gli effetti del peccato di Adamo. Infatti, anche la morte che ereditammo da Adamo non avrà più potere su di noi! (Riv. 21:3, 4; 1 Cor. 15:26) Voi potete essere uno di quelli che riceveranno tali benedizioni. Come? Approfittando dei provvedimenti che Geova ha presi e mostrando il vostro amore verso di lui con l’osservanza dei suoi comandamenti. — Ger. 7:23; Eccl. 12:13.

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