Bada a te stesso e al tuo insegnamento
“Presta costante attenzione a te stesso e al tuo insegnamento. Attieniti a queste cose, poiché facendo questo salverai te stesso e quelli che ti ascoltano”. — 1 Tim. 4:16.
1. (a) Chi creò la parola, e per che cosa fu usata? (b) Il primo uomo come usò il dono di poter comunicare?
POCHE parole soltanto dopo l’inizio del suo racconto, la Bibbia dice che Dio parlò. Emanò istruzioni creative. Diede un nome alle sue opere. Diede alle sue creazioni del lavoro da fare e stabilì limiti entro cui operare. (Gen. 1:1-25) In poche frasi leggiamo che Geova creò l’uomo e sua moglie. Dio diede ad Adamo istruzioni riguardo “all’albero della conoscenza del bene e del male”. (Gen. 2:16, 17) Adamo parlò; Eva ripeté in seguito le istruzioni. “Ora Geova Dio formava dalla terra ogni bestia selvaggia . . . e ogni creatura volatile . . . e le conduceva all’uomo”, e l’uomo parlò: “L’uomo dava dunque i nomi a tutti gli animali domestici e alle creature volatili dei cieli e a ogni bestia selvaggia del campo”. (Gen. 2:19, 20) Quando Geova recò all’uomo la prima donna, egli disse: “Questa è finalmente osso delle mie ossa e carne della mia carne. Questa sarà chiamata Donna, perché dall’uomo questa è stata tratta”. (Gen. 2:23) E da allora in poi col passare degli anni le persone hanno parlato.
2. La lingua è utile all’uomo? In quali modi?
2 La comunicazione fra le creature umane è stata essenziale all’uomo in tutti questi anni. Essa promuove la cultura. È necessaria nell’insegnamento. Col linguaggio l’uomo può stabilire contatti mentali con i suoi simili. Per mezzo del linguaggio facciamo sapere quello che pensiamo e l’usiamo come strumento per determinare ciò che l’altra persona ha in mente. La capacità di comunicare per mezzo della lingua parlata aumenta con la crescita dell’individuo. Si dice perfino che i bambini acquistino la capacità di pronunciare più chiaramente le parole se mangiano cibo più solido ed esercitano i muscoli della lingua. L’apostolo Paolo, esperto nell’uso delle parole, disse: “Quando ero bambino, parlavo da bambino”. (1 Cor. 13:11) In genere all’uomo piace parlare, e molti parlano per il semplice piacere che ne deriva. Non sarebbe possibile nella propria breve durata di vita esaminare tutte le parole degli uomini che sono state scritte e preservate fino a questo tempo. Ma col tempo, l’esame e l’uso divenite più capaci d’usare le parole, e, come in qualsiasi altra attività, l’accresciuta capacità reca maggiore soddisfazione e piacere.
3. (a) Che cosa rende possibile il parlare? (b) Come possiamo usare in modo utile la nostra capacità di parlare?
3 Geova, il magistrale progettatore e fattore dell’uomo, è colui che vi diede le cose essenziali per parlare: le labbra, la lingua e la gola, sostenute dal corpo come tavola di risonanza che poteva produrre una ricca, piacevole comunicazione per recare edificanti informazioni ad altri e rendere anche lode a Dio. “La lingua nonché la facoltà di parlare furono il diretto dono di Dio”, disse Noah Webster. Il profeta Isaia scrisse molto tempo fa: “Il Signore Geova stesso mi ha dato la lingua degli ammaestrati, affinché io sappia rispondere con una parola allo stanco”. (Isa. 50:4) Lo scrittore di Salmo 71:8, 15, 23, 24 addita uno degli utili usi di questo meraviglioso mezzo: “La mia bocca è piena della tua lode”; “la mia propria bocca narrerà la tua giustizia”; “le mie labbra grideranno di gioia quando sarò incline a innalzarti melodie”; “inoltre, la mia propria lingua, tutto il giorno, esprimerà sottovoce la tua giustizia”.
4. (a) Possiamo usare la parola nel modo che Paolo esortò Timoteo a usarla? (b) Quale effetto possono avere le parole?
4 Oltre 500 anni dopo Paolo mise in risalto il giusto impiego del nostro strumento per parlare: “Non esca dalla vostra bocca nessuna parola corrotta, qualsiasi parola che sia buona per edificare secondo il bisogno, onde impartisca ciò che è favorevole agli uditori”. (Efes. 4:29) In II Timoteo 2:2, 24 Paolo parla a Timoteo e ora a noi: “E le cose che hai udite da me col sostegno di molti testimoni, queste cose affidale a uomini fedeli, che a loro volta, siano adeguatamente qualificati per insegnare ad altri. . . . lo schiavo del Signore non ha bisogno di contendere, ma ha bisogno d’esser gentile verso tutti, qualificato per insegnare”. Il vostro linguaggio è il vostro strumento per insegnare. Le parole possono avere di per se stesse poco significato, ma raggruppate insieme, e dette con sentimento, possono essere amare, severe, dure, fredde, meschine, oppure possono essere benevole, tenere, amorevoli, benigne e gentili.
BISOGNO DI CONOSCERE SUFFICIENTI PAROLE
5. (a) Che cosa indica di solito l’esitare o l’incespicare nelle parole? (b) Significa questo che vi sia scarsità di parole? (c) Perché l’uomo dovrebbe parlare?
5 Avete nel vostro vocabolario sufficienti parole per insegnare ad altri in modo gentile? Vi accontentate semplicemente di comunicare, di cavarvela anziché provare il piacere di far lavorare le parole per voi? William Armstrong scrisse in Study Is Hard Work, pagina 39: “Pigrizia mentale e vocabolario limitato si fanno solitamente compagnia nello stesso cervello”. Con alcune centinaia di parole ve la potete cavare, ma con alcune migliaia renderete più animata, viva e soddisfacente la vostra opera di ammaestrare altri in maniera gentile. Se leggendo vi accorgete di esitare e di incespicare, o se cercate le parole quando parlate, ciò è probabilmente dovuto alla limitata conoscenza di parole. Si può porre rimedio a ciò interessandosi maggiormente degli strumenti che usiamo ogni giorno e facendo uno sforzo per capirli meglio. Salomone, famoso per la sua sapienza, fece tale sforzo, come notiamo in Ecclesiaste 12:10: “Il congregatore cercò di trovare le parole dilettevoli e lo scritto delle parole di verità”. Esaminate quante parole vi sono nella vostra lingua e riscontrerete di poterne aggiungere molte al vostro vocabolario; per esempio, la lingua italiana ha qualche centinaio di migliaia di parole. Perché non presentare pienamente la vostra idea quando c’è una così vasta scelta di parole che attendono solo di essere usate? Questo non significa che dobbiamo essere dizionari ambulanti, ma dobbiamo piuttosto seguire il buon esempio degli scrittori biblici che scrissero in linguaggio semplice e facile a capirsi, eppure con convinzione e significato. Né c’è scarsità di sapienza. Paolo esclamò: “O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio!” (Rom. 11:33, 34) Notate fino a che punto progredì Cristo Gesù sotto questo magistrale insegnante, come rivelò ulteriormente Paolo, dicendo: “Attentamente occultati in [Cristo] son tutti i tesori della sapienza e della conoscenza”. (Col. 2:3) Con tale illimitato deposito di sapienza e gli immensi mezzi d’espressione disponibili, l’uomo dovrebbe parlare. Dovrebbe comunicare.
6. Quando le parole recano felicità?
6 Il fare le cose, sia che si tratti di costruire una casa, cucire un vestito, piantare il granturco, o suonare uno strumento musicale, reca un senso di soddisfazione e contentezza. Avviene la stessa cosa quando spiegate a qualcuno il regno di Dio. Quando le vostre parole mettono l’idea nella mente dell’altra persona ed essa afferra l’idea, voi siete felici, e la Bibbia dice che lo sareste stati: “L’uomo ha allegrezza nella risposta della sua bocca, e la parola a tempo giusto è tanto buona!” (Prov. 15:23) Geova dà l’esempio perfetto nell’ottenere risultati con le sue parole: “Così sarà la mia parola che esce dalla mia bocca. Essa non tornerà a me senza risultati, ma per certo farà ciò di cui mi son dilettato, e avrà sicuro successo in ciò per cui l’ho mandata”. — Isa. 55:11.
7. (a) Quando dovremmo smettere di arricchire il nostro vocabolario? (b) Spiegate che cosa fece Gesù nel sermone del monte.
7 Naturalmente, questo significa lavoro e studio. Alcuni risponderanno: “Sono troppo vecchio per imparare”, oppure: “Sono troppo occupato per studiare”. Una rivista sulla stampa diceva: “Di un gruppo dei 400 più famosi statisti, pittori, combattenti, poeti e scrittori, il 35 per cento delle loro massime opere fu compiuto fra i 60 e i 70 anni; il 23 per cento fra i 70 e gli 80; e l’8 per cento oltre gli 80”. (Printing Impressions, luglio 1966, pagina 74) Oltre 300 anni fa, Shakespeare scrisse: “Alcuni uomini sembra non invecchino mai; sempre attivi nel pensiero, sempre pronti ad adottare nuove idee, non si possono mai accusare di vecchiume . . . Avranno sempre il meglio di ciò che è e sono i primi a trovare il meglio di ciò che sarà”. O, come disse Tryon Edwards: “L’età non dipende dagli anni, ma dal temperamento e dalla salute: alcuni uomini nascono vecchi, e alcuni non invecchiano mai”. (The New Dictionary of Thoughts di Tryon Edwards, pagg. 13, 15) È triste vedere un vecchio che ha percorso la difficile strada della vita e che, per mancanza d’opportunità, non ha acquistato sapienza. Sì, ma è ancora più triste vedere un vecchio con l’opportunità di acquistare sapienza che dice: “Sono troppo vecchio per imparare”. La Bibbia è piena di racconti di fedeli uomini e donne che continuarono a imparare finché vissero. Voi avete anche maggior ragione di progredire di giorno in giorno; avete la prospettiva della vita eterna. Non imparate le verità del regno di Dio né arricchite il vostro vocabolario in un giorno. Ci vuole tempo, ma notate ciò che potete fare con alcune parole e buon intendimento della Parola di Geova. Il sermone del monte pronunciato da Gesù nel 31 E.V. sui bei colli della Galilea è un buon esempio; tre capitoli 5–7 di Matteo, dal quinto al settimo, contenenti centosette versetti. Un vocabolario di seicentoventuno diverse parole (secondo un calcolo effettivo nell’originale Traduzione del Nuovo Mondo) è usato da Gesù per presentare idee che sono ancora note o udite dal mondo del genere umano. Dopo che Gesù ebbe pronunciato questo sermone, riferisce la Bibbia, “avvenne che le folle erano stupite del suo modo d’insegnare; poiché insegnava loro come una persona che ha autorità, e non come i loro scribi”. (Matt. 7:28, 29) Uomini non cristiani l’hanno riconosciuto come uno straordinario capolavoro di comunicazione. (Mahatma Gandhi; si veda La Torre di Guardia del 1959, pagina 200). Nei quindici minuti che potete impiegare per leggere questo sermone nella vostra Bibbia, Gesù vi dice molte cose che sono così utili da significare vita per voi. Noterete che questo eccezionale discorso comunica idee, non solo parole. Comunica pensieri.
8. (a) Descrivete i problemi del comunicare al giorno d’oggi. (b) Quale generale mancanza si riscontra dappertutto?
8 Malgrado lo strumento attentamente progettato per formare e produrre parole che Dio edificò nell’uomo, malgrado l’esistenza del vasto numero di parole, espressioni e suoni per trasmettere le idee, uno dei grandi problemi dell’uomo è quello di comunicare. Questa difficoltà si riscontra ovunque. L’industria deplora la mancanza di comunicazione fra direzione e dipendente, la mancanza da parte dei reparti di trasmettere indispensabili informazioni agli altri reparti dipendenti. I capi delle organizzazioni religiose non seguono l’esempio di Mosè o di Gesù nel parlare al popolo. Di solito il linguaggio dei capi politici ha più di una faccia o significato; per quanto riguarda le persone, non possono dunque additare un’idea logica in cui confidare. Il sistema commerciale col suo insistente modo di effettuare le vendite, le sue idee che permeano tutto, e la sua mira di creare desideri e bisogni, presenta un quadro molto confuso così che non si può credere alle sue parole o dire che sia la verità. Vi sono altre barriere che ostacolano le idee. Gli scienziati parlano e scrivono, ma solo altri scienziati capiscono il loro linguaggio. I più istruiti parlano in modo incomprensibile per quelli che hanno frequentato per meno anni la scuola o l’università. Quelli che esercitano la professione medica comunicano con altri della stessa professione. Se un paziente vuole sapere di più intorno alla sua malattia, dovrà continuare a chiedere e spesse volte non riesce a sapere come stanno esattamente le cose. Mariti e mogli hanno lo stesso problema: “Semplicemente non parliamo”. La maggioranza dei genitori hanno difficoltà a trattare le cose coi figli. Infatti, una grande moltitudine di giovani hanno e parlano un linguaggio loro proprio, un linguaggio che i genitori fanno fatica a capire. Perché la gente non parla? Perché gli uomini che hanno idee con cui potrebbero aiutare altri stanno zitti?
COME DARE CONSIGLI
9, 10. (a) Molti come considerano il dare consigli? (b) È questo punto di vista raccomandato nella Bibbia? Che cosa dice?
9 Un altro aspetto dello stesso problema è che le creature umane sono sempre ansiose che qualcun altro dia consigli a coloro che sono bisognosi di aiuto per migliorare o per avvertirli dei pericoli che stanno loro dinanzi. Questo avviene dappertutto. I coniugi chiedono ai consulenti, i genitori affidano i figli ad altri perché li istruiscano, l’industria assume mediatori per comunicare, e i governanti mandano ambasciatori.
10 Perfino i ministri cristiani si asterranno dal dare il consiglio necessario o dal dire poche parole con cui aiutare altri per evitare di mettersi in difficoltà. Possono dire: “È responsabilità del sorvegliante occuparsi di tali cose”. In Galati 6:1 la Bibbia incoraggia: “Fratelli, anche se un uomo fa qualche passo falso prima che se ne renda conto, voi che siete spiritualmente qualificati cercate di ristabilire tale uomo con uno spirito di mitezza, badando a te stesso, perché anche tu non sia tentato”. Coloro che sono spiritualmente qualificati includono più che i sorveglianti delle congregazioni. Se vedeste un cartello per la strada: “Pericolo—Ponte rotto”, mettereste in dubbio la capacità di chi ha scritto il cartello, o apprezzereste l’avvertimento che potrebbe salvarvi la vita? Comprendendo ciò che Dio richiede in merito a un principio che regola la condotta cristiana, certo si deve avvertire il proprio fratello se ci si accorge che il fratello cammina in una direzione che lo porterà a violare quel principio. Se un fratello ha bisogno di ricevere conforto o incoraggiamento, quasi tutti sono in grado di prestare questo genere d’aiuto. In I Tessalonicesi 5:11 Paolo esorta: “Perciò continuate a confortarvi gli uni gli altri e ad edificarvi gli uni gli altri, come infatti state facendo”.
ACCRESCIAMO LA CAPACITÀ DI COMUNICARE
11. Come la Bibbia provvede assistenza per migliorare la nostra capacità di comunicare?
11 Come si può accrescere la capacità di comunicare? Come migliorate gli strumenti della comunicazione, il vostro vocabolario? Dove si può ricevere fidato aiuto e accurata assistenza? Anzitutto, la Bibbia è la nostra migliore guida a questo riguardo perché non solo essa impiega un linguaggio comprensibile ma i suoi punti sono chiari e le idee sono fidate. Giacché Geova Dio ne è l’autore, certo egli ha protetto le sue ispirate informazioni nonché controllato l’uso di appropriate parole ed espressioni. Perciò la quotidiana lettura della Bibbia ci preparerà presto ad usare gli stessi vigorosi descrittivi mezzi di comunicazione. Tuttavia non si tratta solo di accrescere la forza delle parole o la scelta delle parole; si deve amare la verità della Parola di Dio per dare edificanti informazioni che guidano la vita. Molte persone hanno un’eccellente scelta di parole, ma possono permettere che la loro lingua divenga sfrenata, nuocendo ad altri. Il contrasto è bene espresso per noi in Proverbi 12:18: “C’è chi parla spensieratamente come coi colpi di una spada, ma la lingua dei saggi è salute”. È dunque necessario imparare dalla Parola di verità di Dio ciò che egli richiede dalle sue creature.
12. Perché è essenziale capire ciò che Geova richiede per migliorare il nostro parlare?
12 Per trasmettere informazioni ad altri bisogna pensare prima di parlare. Non si può pensare a una cosa se non si hanno parole per formulare idee. E non daremo informazioni utili e istruttive se non abbiamo pensieri. Notate come la sapienza di Dio, il pensare e il parlare sono collegati insieme in Proverbi 5:1, 2: “Figlio mio, oh presta attenzione alla mia sapienza. Porgi orecchio al mio discernimento, in modo da custodire le capacità di pensare; e le tue proprie labbra salvaguardino la stessa conoscenza”. Ignorando questa buona istruzione saremo come l’uomo descritto in Proverbi 29:20: “Hai guardato un uomo frettoloso con le sue parole? C’è più speranza per qualche stupido che per lui”. La meta da tenere presente non è dunque solo quella di cercar d’acquistare un’utile conoscenza di parole, ma piuttosto di imparare tutto quello che possiamo intorno ai propositi di Geova; e, mentre cerchiamo i tesori di verità, di arricchire il nostro vocabolario con parole o espressioni di cui avremo bisogno per dire la verità ad altri in varie circostanze. Questo è il punto indicato da Paolo: “Presta costante attenzione a te stesso e al tuo insegnamento”. (1 Tim. 4:16) Mosè fu un uomo ben istruito nella casa di Faraone. (Ebr. 11:23-28); tuttavia questo medesimo Mosè si preoccupò di poter comunicare chiaramente e disse a Geova: “Scusami, Geova, ma io non sono un oratore dalla parola facile, né da ieri né da prima né da che hai parlato al tuo servitore, poiché sono lento di bocca e lento di lingua”. (Eso. 4:10) Fu Geova che additò a Mosè la fonte dell’edificante capacità di parlare, Colui che “ha costituito la bocca per l’uomo”. — Eso. 4:11.
13. (a) Quale strumento descritto dalle Scritture dà un buon esempio nell’essenziale comunicazione? (b) In quali modi?
13 Lo “schiavo fedele e discreto” fu costituito da Cristo Gesù per nutrire la casa dei domestici, e fino a questo giorno prende la direttiva nell’insegnare la verità. Questo corpo di fedeli schiavi dà un eccellente esempio nell’usare efficacemente molte lingue in molti Paesi per far conoscere la buona notizia del regno di Dio. La lingua usata nelle pubblicazioni scritte sotto la sorveglianza di questo “schiavo” è chiara, comprensibile e presenta pensieri che volgono di continuo il popolo alla Parola di Dio. I programmi delle adunanze nelle congregazioni in ogni parte della terra sono preparati da questo ‘schiavo discreto’ per edificare la fede, e questo per mezzo dell’accresciuta conoscenza di Dio. (Rom. 10:14) C’è una rassicurante dignità e un fortificante spirito nell’intrepida difesa dei princìpi della Parola di Geova da parte di questo fedele “schiavo”. Mettendo la sapienza di Dio al di sopra della conoscenza degli uomini, questo fedele “schiavo” è l’unico che dia cibo spirituale alla casa dei domestici, e continua ad avere la ricca benedizione di Geova. — Mal. 3:10.
ACCRESCIAMO I NOSTRI MEZZI
14. In che modo seguendo il consiglio di Proverbi 13:20 siamo aiutati a migliorare il nostro insegnamento?
14 Un altro modo per badare al nostro insegnamento e accrescere i nostri mezzi di comunicazione è quello raccomandato in Proverbi 13:20: “Chi cammina con le persone sagge diverrà saggio”. Questo richiede più che studio, come scrisse Paolo in Efesini 5:15: “Guardate dunque accortamente che il modo in cui camminate non sia da persone non sagge ma da saggi”, però dovete riconoscere che “non appartiene all’uomo che cammina nemmeno di dirigere il suo passo”. (Ger. 10:23) Il racconto biblico riferisce che “in tutta la Giudea e la Galilea e la Samaria la congregazione entrò in un periodo di pace, essendo edificata; e mentre camminava nel timore di Geova e nel conforto dello spirito santo, si moltiplicava”. (Atti 9:31) Noè camminò con Dio. (Gen. 6:9) Gesù diede l’esempio nel modo di camminare. (1 Giov. 2:6) Camminare con una persona vuol dire dunque essere in unità con essa, fare le cose insieme, con lo stesso pensiero sulla cosa. Paolo lo mostra in Efesini 2:1-3; lì egli dice fra l’altro: “Un tempo camminaste secondo il sistema di cose di questo mondo . . . noi tutti ci comportammo un tempo in armonia con i desideri della nostra carne, facendo le cose che volevano la carne e i pensieri”. Così avviene fra il popolo di Dio, si aiutano a vicenda, arrivano a pensare alla stessa maniera sui princìpi biblici permettendo che la Parola di Dio, il suo spirito e il suo popolo maturo edifichino. Salmo 119:63 spiega l’attitudine di un saggio servitore di Dio: “Sono compagno di tutti quelli che in effetti ti temono, e di quelli che osservano i tuoi ordini”.
15. Come spiega Paolo il progresso del cristiano?
15 Perveniamo dunque alla conclusione scritturale che non si fa tutto questo progresso con la propria forza; no, si è plasmati da Dio, come mostra Paolo in II Corinti 3:5, 6: “Non che da noi stessi siamo adeguatamente qualificati a riconoscere alcuna cosa come emanante da noi, ma il nostro essere adeguatamente qualificati emana da Dio, che in realtà ci ha resi adeguatamente qualificati per esser ministri d’un nuovo patto”.
ASSOCIAZIONE CON ALTRI
16. Additate ulteriori benefici di camminare con coloro che rispettano i princìpi biblici.
16 L’associazione con coloro che sono guidati dai princìpi biblici è una cosa preziosa. Con tali persone ci si può realmente sentire a proprio agio. È vero che anche queste persone fanno errori e cose sbagliate, ma potete parlar loro in base all’insegnamento biblico ed esse ascolteranno. In questo giorno di gente superba, è una benedizione associarsi al genere di persone che accettano la correzione dalle Scritture e che reagiscono con una genuina pronta risposta: “Mi dispiace, ti prego di non tenerne conto”. Queste sono persone davvero sagge.
17. (a) La crescita nella capacità di esprimersi è rapida? (b) In quale particolare modo dovremmo badare di assicurare la crescita? Illustrate.
17 A poco a poco cresciamo sotto ogni aspetto, e questo può dirsi della maggiore conoscenza nonché dei mezzi per farne uso. È qui che devi badare a te stesso. Bada alle piccole cose, alle piccole opportunità; queste assicurano il graduale progresso e accrescono l’incoraggiante progresso col passar degli anni. Quando hai il privilegio di fare un discorso dal podio nella congregazione, metti in ordine i tuoi pensieri così che siano capiti? Cerchi parole poco usate per poterle usare nel modo giusto e pronunciare correttamente? Quando leggi il riassunto allo studio Torre di Guardia, ti accerti di saper pronunciare tutte le parole senza incespicare? Quando vai di casa in casa, fai troppo affidamento sull’idea che noi sappiamo di più intorno alla Bibbia di quelli che visitiamo, così che riduci o elimini la preparazione? Voi, genitori, rinunciate a crescere un po’ ogni giorno insieme ai vostri figli, lasciando che siano addestrati dalla televisione, perché voi non vi sentite di comunicare? È come imparare un’altra lingua; se fate un piccolo sforzo ogni giorno, arricchendo di una parola o due il vostro vocabolario e quindi usando queste parole, non passerà molto prima che ne conosciate alcune centinaia e possiate parlare quella lingua. Mentre continuate a imparare espressioni e parole, il vostro discorso diverrà più vivido, pieno di significato, espressivo e molto utile per altri. Siate pazienti e rallegratevi per ogni piccolo progresso. Ricordate, col tempo e col regolare addestramento, i bambini che non sanno parlare diventano adulti in grado di parlare.
18. (a) Dove possiamo trovare il vero riflesso di noi stessi? (b) Quale cautela si deve esercitare?
18 Bada a te stesso guardando nello specchio che Geova ha provveduto per studiare se stessi, “la legge perfetta che appartiene alla libertà”. (Giac. 1:25) Sii giusto con te stesso, non esigendo tanto da spingerti all’esasperazione ed essere continuamente esausto. Il consiglio scritturale è di usare la Parola di Dio come uno specchio, non facendo come alcuni che si servono di altri individui come misura per tutto quello che fanno. L’unico che seguiamo è Cristo Gesù ed egli disse che il suo carico era leggero. (Matt. 11:30) Se fai del tuo meglio, non ti preoccupare di ciò che gli altri dicono o fanno. D’altra parte, non sarebbe saggio avere l’apatica attitudine che tanti hanno verso il progredire in conoscenza e il migliorare la propria capacità. Per molti, il progresso è lavoro. In questo mondo moderno, il lavoro non suscita sempre interesse. Per mantenere il giusto equilibrio a questo riguardo occorre ulteriore investigazione, ciò che faremo nel prossimo articolo.