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  • w70 15/2 pp. 127-128
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  • Domande dai lettori (2)
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
w70 15/2 pp. 127-128

Domande dai lettori

● Il consiglio di Gesù in Matteo 6:7 contro le preghiere lunghe e prolisse come si applica alle preghiere private e pubbliche, in considerazione di alcune lunghe preghiere riportate nella Bibbia? — M. F., U.S.A.

Nel Sermone del Monte Gesù condannò gli ipocriti religiosi che amavano “pregare stando in piedi nelle sinagoghe . . . per essere visti dagli uomini”. (Matt. 6:5) Il loro motivo era cattivo. Le loro preghiere non erano sincere, umili espressioni. Cristo dunque consigliò: “Nel pregare, non dire ripetutamente le stesse cose, come fanno le persone delle nazioni, poiché esse immaginano d’essere ascoltate per il loro uso di molte parole”. Oppure, “pensano che Dio le udrà a causa delle loro lunghe preghiere”. — Matt. 6:7; Today’s English Version.

Al tempo che Gesù venne sulla terra gli ipocriti capi religiosi del giudaismo avevano stabilito ogni attitudine e gesto nella preghiera, e avevano formule di preghiere fisse che venivano ripetute. Fra loro la preghiera pubblica era degenerata in un’opera di autogiustificazione mediante cui si poteva ottenere merito e mostrare devozione. Tali capi potevano fare impressione ad alcuni uomini creduli, ma non facevano impressione a Dio. Un più grave giudizio attendeva quegli ipocriti con le loro “lunghe preghiere”. — Luca 20:47.

È vero che alcune corrette preghiere delle Scritture furono considerevolmente lunghe. Com’è indicato nella Bibbia, la preghiera di Salomone all’inaugurazione del tempio poté richiedere quasi dieci minuti per esser detta. (1 Re 8:23-53; 2 Cron. 6:14-42) Il racconto che fa Giovanni di una preghiera che Gesù disse l’ultima notte trascorsa coi suoi discepoli include ventisei versetti. (Giov. 17:1-26; si noti anche Neemia 9:5-38). Queste preghiere furono speciali preghiere pubbliche, dette in occasioni uniche. Dio udì e approvò quella di Salomone, e certo approvò quella di Gesù. (2 Cron. 7:12; Giov. 11:42) E siamo grati che queste lunghe preghiere siano riportate nelle Scritture.

Dagli esempi di accettevoli preghiere contenute nella Bibbia possiamo vedere che ciò che Gesù criticava non era particolarmente la lunghezza delle preghiere, ma l’ingiusto motivo che spingeva a dire lunghe, prolisse, appariscenti preghiere. Quindi, allorché Salomone, Gesù e altri uomini che avevano spiritualità ed equilibrio dissero lunghe preghiere spinti da un buon motivo e con sincerità, Geova non le disapprovò.

Non c’è nessun bisogno né autorizzazione scritturale a stabilire regole sulla lunghezza delle preghiere pubbliche o private; possono variare.

Talvolta speciali prove, problemi o situazioni possono rendere appropriata una lunga preghiera, particolarmente in privato. Nel giardino di Getsemani Gesù pregò molto. E poco prima di scegliere i dodici apostoli “rimase l’intera notte in preghiera”. — Luca 6:12; 22:41-45.

D’altra parte, la Bibbia è piena di eccellenti preghiere che furono molto brevi, solo relative alla cosa immediata. (Neem. 2:4; 1 Re 18:36, 37; 2 Re 6:17, 18; Giov. 11:41, 42; Atti 1:24, 25) Mentre nei suddetti casi si potevano includere altre cose, sarebbero state appropriate in quel momento? Evidentemente coloro che pregavano pensarono di no. E rammentiamo la brevità della preghiera modello che Gesù provvide. — Matt. 6:9-15.

Evidentemente si devono prendere in considerazione le circostanze. Benché Gesù sapesse che non era fuori luogo pregare tutta la notte, pregò egli molto a lungo prima di dar da mangiare ai quattromila? La Bibbia dice: “Presi i sette pani, rese le grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli per servirli”. (Mar. 8:6) Similmente oggi alle adunanze di congregazione, si dovrebbero considerare le circostanze. Per esempio, alla celebrazione del Pasto Serale del Signore si dicono quattro preghiere separate. Se queste fossero tutte molto lunghe, l’ordinata disposizione per l’uso della sala e il discorso stesso potrebbero inutilmente essere turbati. Ci vogliono equilibrio e buon giudizio.

In ultima analisi, però, il punto significativo che dovremmo imparare dai commenti di Gesù riguardo alle preghiere dei capi religiosi è l’importanza del giusto motivo e pensiero. Il cristiano che prega deve accertarsi che non allunghi la sua preghiera per far pensare agli uditori che è più “spirituale”. Né dovremmo usare un linguaggio fiorito per fare impressione. La preghiera al nostro amorevole Padre celeste è un meraviglioso privilegio, di cui dovremmo valerci regolarmente e con sincerità e umiltà. (Luca 18:13, 14) Se la consideriamo sotto questa luce, la lunghezza e il soggetto delle nostre preghiere, pubbliche o private, saranno adatti all’occasione e al bisogno.

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