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  • Ravvivato lo spirito di sacrificio

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  • Ravvivato lo spirito di sacrificio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
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  • SACRIFICARE CHE COSA?
  • NON È FACILE SACRIFICARSI
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
w70 1/1 pp. 9-15

Ravvivato lo spirito di sacrificio

“Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso”. — Luca 9:23, VR.

1. Che cosa disse Gesù Cristo, indicando che invitava altri a intraprendere una vita di sacrificio?

IL FONDATORE del cristianesimo una volta disse: “Se alcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda di giorno in giorno il suo palo di tortura e mi segua di continuo. Poiché chi vuol salvare la sua anima la perderà; ma chi perde la sua anima per amor mio la salverà. Realmente, che giova a un uomo se guadagna tutto il mondo ma perde se stesso o subisce danno? Poiché chiunque si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui quando arriverà nella sua gloria e in quella del Padre e dei santi angeli”. Ovviamente, Gesù Cristo invitò altri a una condotta di sacrificio quando disse le suddette parole, che sono scritte nella Sacra Bibbia in Luca 9:23-26.

2. Quali domande ci si potrebbe fare riguardo a tale invito?

2 Ma tale invito non è un po’ antiquato? Perché interessarsi oggi di una condotta di sacrificio quando nessuno si preoccupa molto di quelli che la seguono e questo mondo moderno ha tanto da offrire e per cui lavorare? Perché ‘rinnegare se stesso’ quando da ogni parte le persone fanno proprio il contrario, facendosi valere, ed esigendo sempre più libertà? Vogliono una maggior quantità delle buone cose di questo mondo e pensano d’avere il diritto di prenderle per forza se non con altri mezzi. Perché non cercare di ‘guadagnare tutto il mondo’ o almeno buona parte d’esso? È realmente vero che seguendo una condotta di sacrificio ‘per amor suo’ si può trarre tanto beneficio fino al punto di salvarsi la vita? La Bibbia e la recente storia dei veri cristiani provvedono alcune risposte molto incoraggianti. Anche la persona che si interessa solo leggermente di cose spirituali non può fare a meno d’interessarsi alle risposte a queste domande in vista della mancanza di onore, integrità e sacrificio nel mondo odierno.

3. Che specie di mondo abbandona colui che intraprende una condotta di sacrificio?

3 Ma questo mondo è proprio tanto cattivo? La sua linea di condotta è così cattiva che è tanto necessario evitarla? Sì, e non dovrebbe sorprendere alcuno che il mondo nel complesso diviene sempre più intemperante e materialistico. Questo stato di cose fu predetto da uno dei più fidati profeti, l’apostolo Paolo, e la sua profezia è scritta in II Timoteo 3:1-5: “Ma sappi questo, che negli ultimi giorni vi saranno tempi difficili. Poiché gli uomini saranno amanti di se stessi, amanti del denaro, millantatori, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, sleali, senza affezione naturale, non disposti a nessun accordo, calunniatori, senza padronanza di sé, fieri, senza amore per la bontà, traditori, testardi, gonfi d’orgoglio, amanti dei piaceri anziché amanti di Dio, aventi una forma di santa devozione ma mostrandosi falsi alla sua potenza; e da questi allontanati”. Tutt’intorno a noi vediamo ora chiaramente l’adempimento di questa profezia. Infatti, dire semplicemente che le persone divengono più intemperanti e materialiste è dir poco. In effetti si vede ovunque lo spirito della ribellione e dell’anarchia.

4. Chi si interessa di sacrificarsi, e come fu questo predetto?

4 Ma vi sono alcuni che s’interessano di manifestare lo spirito di sacrificio? Sì, i veri servitori di Geova se ne interessano. Anche questo fu predetto. Salmo 110:3 dice: “Il tuo popolo si offrirà volenterosamente nel giorno delle tue forze militari. Negli splendori della santità, dal seno dell’aurora, hai la tua compagnia di giovani proprio come le gocce di rugiada”.

5. Che cos’hanno essi per cui vale la pena di sacrificarsi?

5 Questi cristiani devono avere in mente qualche cosa per cui oggi vale la pena di sacrificarsi. È così. I veri cristiani sanno che il regno di Dio è stato stabilito nei cieli e domina da qualche tempo. Infatti, siamo molto avanti nel tempo della fine, e non rimane troppo tempo per questo vecchio sistema di cose. Quando Dio, per mezzo del suo re, Gesù Cristo, agirà per eliminare dalla terra coloro che non s’interessano di fare le cose nella Sua maniera sarà troppo tardi per entrare nel luogo di sicurezza di Dio. Gli avvenimenti mondiali in adempimento della profezia biblica danno la sicura indicazione che restano solo pochi anni a questa malvagia disposizione di cose. Come si potrebbe, quindi, trovare qualcosa per cui valga la pena fare sacrifici più che per il regno di Dio retto da Cristo, incoraggiando quelli che hanno amore per la giustizia a schierarsi ora fermamente per quel regno? Non si può trovare causa migliore!

6. Perché interessarsi d’apprendere il punto di vista biblico?

6 C’è dunque vero bisogno di ravvivare lo spirito di sacrificio. La buona notizia concernente quel regno dev’essere predicata, e ci vogliono fedeli, zelanti servitori di Dio per far questo. Comprendendo che cosa implica il sacrificarsi saremo aiutati a proseguire in una condotta fedele. Il sacrificare se stessi non è affatto semplice formalismo. Vogliamo entrare nel suo vero spirito.

SACRIFICARE CHE COSA?

7. Che cosa è incluso e che cosa non è incluso nel sacrificarsi?

7 Il sacrificio di cui parliamo non riguarda il sacrificio di qualcun altro o di qualcosa che appartiene a qualcun altro. Parliamo di sacrificare se stessi. Un folle dittatore è disposto a sacrificare la vita di migliaia di persone per conseguire i suoi egoistici fini, convinto spesso che la sua causa sia giusta. Coloro che causano disordini nei cosiddetti paesi “liberi”, distruggendo proprietà e vite, sono colpevoli della medesima cosa. La stessa cosa può dirsi degli anarchici e dei rivoluzionari. Ma il vero sacrificio cristiano riguarda se stessi, non implicando od obbligando indebitamente altri.

8. (a) Quali sono alcune cose a cui è chiaro che si dovrebbe rinunciare? (b) Perché non dovrebbe essere difficile rinunciarvi?

8 Il sacrificio ha a che fare con la rinuncia alle cose. Ha a che fare fino a un certo punto con la rinuncia a cose di natura materiale che costituiscono un’attrazione per la carne e che impediscono il completo e inostacolato servizio a Geova. Alcune di queste attrazioni materiali o desideri carnali possono indurre ad abbandonarsi alla carne peccaminosa o decaduta, qualche cosa che è direttamente condannata nella Parola di Dio o contro cui siamo vigorosamente consigliati. L’eccesso nel mangiare o nel bere rientrerebbe in questa categoria. Il gioco d’azzardo, o l’essere strettamente in relazione con disposizioni per il gioco d’azzardo, è un’altra di queste cose. La stretta associazione con persone del sesso opposto quando non si è liberi di farlo o il far questo in maniera indebita è un’altra ancora. La rinuncia a cose a cui non abbiamo diritto è qualcosa di cui possiamo facilmente vedere il bisogno. Inoltre, di solito sono nocive alla salute fisica o mentale. L’astensione da tali cose non è di solito troppo difficile ed è realmente essenziale per divenire cristiani.

9. Quali sono alcune cose a cui potrebbe non essere facile rinunciare o dedicare meno tempo?

9 Ma che dire dei piaceri che costituiscono semplicemente la vita “normale”? Non è del tutto appropriato vivere come altre brave persone del vicinato o del paese? Dopo tutto, la Bibbia ci promette un paradiso terrestre in cui potremo provare piacere nel fare le cose che gli uomini normali gradirebbero naturalmente fare. Che c’è di male nell’avere una casa abbastanza grande da essere confortevole, nel dedicare un po’ di tempo a un istruttivo passatempo, nel guardare i migliori programmi televisivi e nel tenersi vigorosi e sani per mezzo di cose come nuoto, andare in barca, sciare e viaggiare? Godremo indubbiamente queste cose nel nuovo ordine di Dio dopo Armaghedon, perché dunque non godere ora queste cose pure e salutari?

10. Se queste cose non sono sbagliate in se stesse, quale pericolo potrebbero comportare?

10 Queste cose non sono in se stesse sbagliate. Sono in relazione con ciò che è meglio, anziché con ciò che è permesso. Godute debitamente, possono essere molto utili. Si tratta semplicemente di vedere le cose sotto il giusto aspetto. Si tratta di fare il miglior uso possibile del tempo che rimane. Bisogna essere in grado di valutare o stimare le cose per giudicare o decidere ciò che è veramente meritorio e più utile, e specialmente qual è l’attività meritoria in questo giorno. Che cosa fu meritorio nel giorno di Noè? Matteo 24:38, 39 dice: “Poiché come in quei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, gli uomini prendevano moglie e le donne andavano a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca; e non si avvidero di niente finché venne il diluvio e li spazzò via tutti”. Gesù non disse che tutta la loro attività fosse in se stessa sbagliata. Solo che avrebbero dovuto ascoltare ciò che Dio aveva da dir loro per mezzo di Noè, il Suo “predicatore di giustizia”. Queste “normali” cose della vita non avrebbero dovuto riempire la loro vita escludendo la volontà di Dio per quel giorno. Similmente, Geova ha qualche cosa di molto più importante per noi oggi da fare che immischiarsi eccessivamente nelle normali occupazioni del mondo. La rinuncia a tali cose è probabilmente una delle maggiori prove in quanto al sacrificarsi. 1 Cor. 7:29-31.

11. Che cosa ci vuole per mantenere l’equilibrio in queste cose?

11 Bisogna essere in grado di vedere nella sua vera luce ciò a cui si rinuncia ora in paragone con la ricompensa da ottenere. Ci fa rammentare Esaù. Egli non fu un buon giudice dei valori. Fu disposto a rinunciare al suo inestimabile diritto di primogenito per un po’ di minestra. (Gen. 25:29-34) Gesù non ebbe un luogo dove posare il capo ma si attenne a una condotta di integrità e sacrificio per ottenere la ricompensa che gli era stata promessa. Ebbe la giusta veduta e un buon senso dei valori. Anche l’apostolo Paolo ebbe la corretta veduta. In Filippesi 3:8 scrisse: “Infatti, per questo in realtà pure considero ogni cosa esser perdita a motivo dell’eccellente valore della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore. A motivo di lui ho accettato la perdita di tutte le cose e le considero come tanti rifiuti, affinché guadagni Cristo”.

12. (a) Qual è un’altra cosa a cui dovrà rinunciare chi accetta il cristianesimo? (b) Come ci prepara l’apostolo Paolo così che possiamo avere la giusta veduta?

12 C’è un’altra ragione per cui la vita del cristiano è una vita di sacrificio. Riguarda la veduta che quelli del mondo avranno di noi quando ci identificheremo col popolo di Geova. Ognuno gradisce che si pensi bene di lui. A chi piace essere disprezzato, specialmente quando questo avviene ingiustamente? Ma chi si distingue come servitore di Dio non accrescerà in questo modo la sua importanza nel mondo. È qualche cosa che dovrà sacrificare. L’essere disprezzati non è facile da sopportare; come descrive I Corinti 4:13, “siamo divenuti come il rifiuto del mondo, lo scarto di ogni cosa, fino ad ora”. Notate come Paolo descrive la specie di persona che accetterà normalmente la verità e come il mondo nel complesso considera quelli che sono servitori di Geova: “Poiché voi vedete la vostra chiamata, fratelli, che non furono chiamati molti saggi secondo la carne, non molti potenti, non molti di nobile nascita; ma Dio scelse le cose stolte del mondo, per svergognare gli uomini saggi; e Dio scelse le cose deboli del mondo, per svergognare le forti; e Dio scelse le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, le cose che non sono, per ridurre a nulla le cose che sono, onde nessuna carne si vanti dinanzi a Dio. Ma è dovuto a lui che voi siate uniti a Cristo Gesù, che è divenuto per noi sapienza di Dio, e giustizia e santificazione e liberazione mediante riscatto; perché sia com’è scritto: ‘Chi si vanta, si vanti in Geova’”. — 1 Cor. 1:26-31.

NON È FACILE SACRIFICARSI

13. (a) Alcuni trovano difficile cambiare? (b) Qual è la veduta migliore?

13 Alcuni trovano difficile fare il cambiamento che li renderà diversi dal mondo. Pensano che sia un sacrificio troppo grande. Non dev’essere così. Piuttosto, cogliete l’occasione di mostrare chiaramente perché siete diversi. Queste sono opportunità, non ostacoli! Quelli che sono giovani e vanno ancora a scuola avranno molte eccellenti occasioni di difendere ciò che sanno esser giusto e dare a questo riguardo un’efficace testimonianza. Forse dovrete rinunciare a mode, manie, ricevimenti, popolarità o università. Così facendo darete un buon esempio ad alcuni che potrebbero avere inclinazione per la giustizia. Madri e donne di casa potrebbero non essere pienamente approvate nel vicinato, ma questa non è la cosa importante. La cosa importante è di difendere senza compromessi la verità indipendentemente da ciò che altri possono pensare o dire. Si può dire la medesima cosa di padri e mariti nel luogo del loro lavoro secolare.

14. Che cosa accade ad alcuni riguardo all’abnegazione?

14 Alcuni, infatti, riscontrano che non solo è difficile ma impossibile fare il cambiamento. Studieranno con un testimone di Geova per un bel po’ di tempo e poi smetteranno. Riconoscono che questa è indubbiamente la verità, ma vedono quale abnegazione è necessaria e pensano di non poterla avere. Altri hanno fatto perfino i passi della dedicazione e del battesimo, servendo fedelmente per qualche tempo, e poi si sono allontanati. Ci vuole fedeltà in questa condotta di sacrificio se si vuole avanzare verso la maturità. L’apostolo Paolo perse uno dei suoi compagni di viaggio in questo modo. “Poiché Dema mi ha abbandonato, perché ha amato il presente sistema di cose”. (2 Tim. 4:10) Fu una vergogna che questo accadesse quando veniva fatto un così eccellente progresso!

15. Chi si allontana dalla condotta di sacrificio è scusabile?

15 Ma di chi è realmente la colpa quando si abbandona la condotta cristiana di sacrificio per tornare alla condotta mondana dell’intemperanza? Non è certo di Dio. Egli non ha permesso che le tentazioni divenissero troppo grandi così che la caduta fosse inevitabile. Al contrario, I Corinti 10:13 indica: “Nessuna tentazione vi ha colti eccetto ciò che è comune agli uomini. Ma Dio è fedele, ed egli non lascerà che siate tentati oltre ciò che potete sopportare, e con la tentazione farà anche la via d’uscita onde la possiate sopportare”. Geova aiuta, non ostacola. Non c’è dubbio che molte cose tentano ad abbandonare una condotta di sacrificio per tornare nel mondo materialistico. Ma non è colpa di Dio quando ciò accade.

16. (a) Quando si dovrebbe cominciare ad addestrare all’abnegazione? (b) Come la pensano alcuni genitori a questo riguardo, ma qual è la migliore veduta?

16 A che età si dovrebbe cominciare una condotta di abnegazione? Prima si comincia, meglio è. L’infanzia è il tempo migliore. I genitori che tengono occupati i figli con lavori meritori, in casa o intorno ad essa, ottengono i migliori risultati. Dovrebbe essere lavoro significativo che contribuisca alla disposizione familiare, e così si impara ad assumere responsabilità. Alcuni genitori pensano che siccome durante la loro infanzia dovettero lavorare strenuamente ed ebbero pochissimo faranno in modo che le cose vadano diversamente per i loro figli. Dicono che i loro figli non saranno privati di tante cose come lo furono loro. Nella loro infanzia portarono abiti logori, avevano poco o nulla per svagarsi o giocare, e cibo molto semplice insieme a lunghe ore di duro lavoro. Ma ricordate che non è necessario cambiare tutto ciò per recare beneficio a vostro figlio. Provvedetegli il necessario per vestirsi, siate ragionevoli nella ricreazione, dategli cibo sano, ma perché eliminare il lavoro? Troppo tempo libero non va affatto bene per un bambino. Gli provvederà scarso addestramento e scarsa preparazione per una vita vigorosa di sacrificio e produttiva attività come servitore di Geova quando diverrà uomo. Non è facile perdere un’abitudine che ha profonde radici, e la pigrizia può per certo divenire un’abitudine. E il risultato? “La medesima brama del pigro lo metterà a morte, poiché le sue mani han rifiutato di lavorare”. — Prov. 21:25.

17. (a) Molti genitori che nell’infanzia condussero una vita frugale come la pensano ora riguardo ad essa? (b) Quale potrebbe benissimo essere la cosa migliore che un genitore trasmette a suo figlio?

17 In effetti molti genitori che nell’età dello sviluppo dovettero lavorare strenuamente e fare a meno di alcune cose sono di solito molto ansiosi di dirlo ora. Questo avviene perché ora sanno che ciò fu in gran parte per il loro bene e sono lieti di aver avuto questo genere di addestramento e preparazione. Proverbi 22:6 incoraggia: “Addestra il ragazzo secondo la via per lui; pure quando sarà invecchiato non se ne dipartirà”. Una delle cose più preziose che i vostri figli e le vostre figlie erediteranno da voi è la disciplina in una condotta di sacrificio. E ricordate che il vostro esempio farà capire il punto delle istruzioni verbali che impartite.

18. (a) Dio di che cosa avvertì gli Israeliti? (b) Che cosa possiamo apprendere da ciò?

18 Non è difficile tornare ad essere intemperanti. Dio sapeva che l’uomo imperfetto aveva una naturale inclinazione verso il basso. Così, per proteggere il suo popolo, gli Israeliti, li preavvertì di ciò che poteva far loro l’abbondanza di cose materiali nel “paese dove scorre latte e miele”. Dopo le avversità del viaggio di quarant’anni nel deserto fu loro detto: “Quando hai mangiato e ti sei saziato, devi pure benedire Geova tuo Dio per il buon paese ch’egli ti ha dato. Guardati di non dimenticare Geova tuo Dio in modo da non osservare i suoi comandamenti e le sue decisioni giudiziarie e i suoi statuti che oggi ti comando; per tema che tu mangi e in realtà ti sazi, ed edifichi buone case e in realtà vi dimori, e la tua mandra e il tuo gregge aumentino, e argento e oro ti aumentino, e tutto ciò che è tuo aumenti; e il tuo cuore in realtà s’innalzi e tu in realtà dimentichi Geova tuo Dio, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, fuori della casa degli schiavi”. (Deut. 8:10-14) Sì, quelli che divengono materialmente ricchi possono dimenticare Dio con facilità. Possono cominciare a confidare in se stessi invece che in Geova e trovarsi a poco a poco fuori della verità. Questa è una cosa che Gesù ebbe in mente quando disse: “Veramente vi dico che sarà difficile a un ricco entrare nel regno dei cieli. Ancora vi dico: È più facile ad un cammello passare per la cruna di un ago che a un ricco entrare nel regno di Dio”. (Matt. 19:23, 24) È necessario stare molto attenti nell’acquisto di ricchezze materiali se si vuole continuare a servire fedelmente Geova. Il possedimento di molte ricchezze materiali non contribuisce in genere allo sviluppo di un buono spirito cristiano di sacrificio, proprio come Dio disse agli Israeliti.

19. Qual è il buon equilibrio rispetto ai possedimenti materiali?

19 C’è solo una data quantità di tempo e di energia. L’uso di queste due cose preziose per accumulare o amministrare possedimenti materiali non fa altro che escludere le cose spirituali. Non solo si impiegano tempo ed energia per le cose materiali, ma durante questo tempo la mente è occupata in modo non profittevole. La spiritualità viene edificata solo quando la mente è occupata nelle cose spirituali. L’avere meno beni di questo mondo, mentre si ha nel contempo ciò che occorre, può essere in molti modi una benedizione. (Prov. 30:8) Di solito questo consente di dedicare una maggior quantità del nostro tempo, delle nostre energie e dei nostri pensieri agli interessi del Regno.

20, 21. Se è stata suggerita maggiore flessibilità nelle disposizioni per il servizio, che cosa indica questo e che cosa non indica?

20 Ma in anni recenti non ha la Società raccomandato maggiore flessibilità nei nostri programmi di servizio nella congregazione e in altre cose di servizio, dicendo che le congregazioni non devono cercare di stabilire rigide regole e disposizioni per i proclamatori, ma, piuttosto, che i fratelli possono impegnarsi nel servizio quando decidano personalmente che sia meglio per loro? Non è stato reso chiaro, per esempio, che si possono fare visite ulteriori o tenere studi biblici a domicilio la domenica mattina anziché attenersi fermamente al programma di compiere anzitutto l’opera di casa in casa la domenica mattina? Non indica tutto questo che non dobbiamo costringerci ad andare in servizio quando non ci sentiamo e che l’opera di predicazione e insegnamento sarà fatta in qualche modo senza che noi dobbiamo sforzarci così strenuamente?

21 Esaminando la cosa attentamente, vedremo che è stato suggerito non di infiacchire le mani, ma, piuttosto, di disporre le cose in modo che il singolo proclamatore possa effettivamente fare di più, se personalmente lo desidera. Consente d’avere più iniziativa nel servizio di Geova, e Paolo dice: “Poiché sapete che da Geova riceverete la dovuta ricompensa dell’eredità”. (Col. 3:23, 24) Molti servitori di Dio, afferrando lo spirito dei suggerimenti, hanno accresciuto notevolmente sia il tempo che dedicano al servizio di campo che la loro efficacia. Pertanto, vediamo che abbiamo ancora bisogno di sforzarci come dedicati cristiani in una condotta di sacrificio; anzi, il bisogno è in effetti maggiore.

22. Che cosa concludiamo rispetto alla questione del sacrificarsi?

22 La condotta di sacrificio non è facile. Richiede strenuo lavoro e vigilanza. Ma comprendendo chi è a invitarci a questa condotta e le ricompense che ci attendono, conveniamo che ne vale veramente la pena. Avendone la giusta veduta e comprendendone il bisogno, coloro che evitano oggi il sentiero dell’intemperanza accresceranno le loro benedizioni.

[Immagine a pagina 13]

L’infanzia è il tempo migliore per cominciare una condotta di abnegazione. Ai figli si dovrebbero affidare compiti meritori nella casa

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