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  • Il nostro ricordo di quelli che son morti

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  • Il nostro ricordo di quelli che son morti
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
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  • ORIGINE E DISTRUZIONE DELLA MORTE
  • IL RICORDO DI DIO E LA RISURREZIONE
  • CONSIDERAZIONE DI DIO PER I MORTI
  • I FALSI INSEGNAMENTI PRIVANO DEL CONFORTO
  • Che ne è dei nostri cari morti?
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2006
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
w73 15/1 pp. 35-38

Il nostro ricordo di quelli che son morti

È DIO A PRENDERE I NOSTRI CARI?

CHE COSA DICE LA STESSA PAROLA DI DIO?

LA MORTE non è naturale per gli uomini, in quanto l’uomo non fu creato per morire. Il suo Creatore non ebbe il proposito che la subisse. Perciò la morte causa cordoglio per la grave perdita sentita dai sopravvissuti parenti e amici. Ricordiamo i nostri cari, la loro personalità, il loro calore, il loro amore e le loro speranze, e questo ci rattrista.

Quando una persona è morta, subiamo noi una perdita permanente? Dovrebbe la tristezza causata dalla morte esser causa di profondo dolore e disperazione? Le Scritture rispondono a quelli che credono in Dio “affinché non vi rattristiate come fanno anche gli altri che non hanno speranza”. Perché? Perché Dio ha preso un amorevole provvedimento che ci dà grande conforto. — 1 Tess. 4:13, 14; 2 Cor. 1:3, 4.

Or dunque, possiamo appropriatamente dire che Dio “prese” colui che morì? No, poiché la morte è chiamata nella Bibbia una “nemica”, e Dio non coopera con i nemici del genere umano. Al contrario, egli promette di distruggere la morte e anche tutti gli altri nemici dell’uomo. — 1 Cor. 15:26.

ORIGINE E DISTRUZIONE DELLA MORTE

Come venne la morte? A motivo della disubbidienza dell’uomo verso Dio, a cui il Diavolo pose mano per causarla. Adamo si ribellò contro Dio. Perciò “per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato”. — Rom. 5:12; Gen. 2:17; 3:19.

È naturale essere ansiosi per la condizione di quelli che son morti. Ora, dove sono? potete chiedere. La Bibbia dice che sono nello Sceol o Ades. Queste due parole, rispettivamente nelle Scritture Ebraiche e Greche significano la stessa cosa: la comune tomba del genere umano. Quelli che sono nello Sceol (Ades) sono in realtà morti, non soffrono. “Non sono consci di nulla”. “Non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol”, dicono le Scritture. (Eccl. 9:5, 10; Gen. 42:38) Gesù stesso vi fu per parti di tre giorni. L’apostolo Pietro disse che Gesù era stato nello Sceol, ma non fu dimenticato da Dio, poiché Dio lo risuscitò. — Atti 2:31, 32.

Gesù paragonò la condizione del suo amico Lazzaro nella morte all’inconsapevolezza del sonno. Disse ai suoi discepoli: “Vado a svegliarlo dal sonno”. Non avendo i suoi discepoli compreso, “Gesù disse loro apertamente: ‘Lazzaro è morto’”. Non c’è nessun racconto secondo cui Lazzaro descrivesse alcuna esperienza avuta nei quattro giorni ch’era stato in condizione di morte. — Giov. 11:11-14.

La promessa distruzione della morte mediante il sacrificio di riscatto di Gesù Cristo offre speranza a tutti noi che abbiamo perduto persone care. Certo, ci vuole più che la distruzione della morte per aiutare quelli che son deceduti. Si richiede anche che sian riportati alla vita. Il sacrificio di Cristo, essendo “per tutti”, deve in qualche modo recare beneficio a miliardi di morti umani. (1 Tim. 2:5, 6) Questo avverrà. Dio promette di distruggere non solo la morte, ma anche lo Sceol–Ades, la comune tomba!

Ciò significa la distruzione dei cimiteri. Come potrà farsi questo? Vuotandoli dei morti, che son tenuti inesorabilmente nella tomba. Dio promette: “Li redimerò dalla mano dello Sceol; li ricupererò dalla morte. Dove sono i tuoi pungiglioni o Morte? Dov’è la tua distruttività, o Sceol?” (Osea 13:14; 1 Cor. 15:55) L’apostolo Giovanni, descrivendo la sua visione, disse: “Il mare diede i morti ch’erano in esso, e la morte e l’Ades diedero i morti ch’erano in essi, e furon giudicati individualmente secondo le loro opere. E la morte e l’Ades furono scagliati nel lago di fuoco”. — Riv. 20:13, 14.

IL RICORDO DI DIO E LA RISURREZIONE

Questo significa la risurrezione dai morti per i nostri cari. Quale benedizione! Quale meravigliosa speranza e conforto! Ciò si farà per mezzo del ricordo e del potere di Dio. Giobbe pregò che Dio lo nascondesse nello Sceol e che dopo un limite di tempo si ricordasse di lui. (Giob. 14:13) In tal modo rivelò che egli considerava i morti da risuscitare come non dimenticati e scomparsi per sempre. Senza dubbio con questa comprensione il malfattore messo a morte accanto a Gesù chiese d’essere ricordato quando Gesù sarebbe venuto nel suo regno. — Luca 23:42.

Ora, mentre noi possiamo esserci rattristati per la morte di alcuni, pensate quanto maggiormente dev’essersi rattristato Dio per il pietoso stato della razza umana nel peccato e nella morte per quasi 6.000 anni. (Lam. 3:33; Ezec. 18:32) E quanto più egli ama e considera quelli che son morti è provato dal fatto che ne ricorda tutti i particolari e dalla durevole qualità del ricordo che ne preserva. Se nemmeno un passero è dimenticato dinanzi a Dio, o cade a terra senza che lo noti, per certo egli ricorda completamente gli uomini che risusciterà. — Matt. 10:29, 30; Luca 12:6, 7.

Per noi, quelli che son morti divengono gradualmente un fievole ricordo, ma non presso Dio. Ciò nondimeno, per molti anni possiamo ricordarne abbastanza la personalità da richiamare alla memoria com’erano e da desiderar di rivederli. Quanto più può far questo Dio, che ama il genere umano tanto che diede il suo unigenito Figlio al fine di provvedere loro una risurrezione. (Giov. 3:16) Dio ricorda tutto, e può far tornare a vivere su questa terra la persona, la stessa personalità, in maniera reale e tangibile. Giacché Dio, se lo desidera, può conoscere tutti i tratti della personalità di un bambino prima ancora che nasca — e la Bibbia narra casi nei quali Egli fece ciò — quanto sarà facile a Dio ricostruire il modello di vita di un tale individuo dopo che ha vissuto e manifestato tali tratti. — Gen. 16:11, 12; 25:23.

Gesù Cristo dimostrò di avere questa capacità di far tornare una persona dai morti con tutte le sue caratteristiche — con la sua completa identità — quando chiamò Lazzaro dal sepolcro. Le cellule cerebrali di Lazzaro si erano allora per certo decomposte, infatti il suo stesso corpo era giunto a uno stato di corruzione. Sua sorella Marta disse: “Signore, ormai deve puzzare, poiché è morto da quattro giorni”. Ci voleva dunque una ricostruzione della personalità e del corpo di Lazzaro per ridestarlo. — Giov. 11:39-44.

CONSIDERAZIONE DI DIO PER I MORTI

Non pensate dunque mai che Dio non abbia considerazione. Per certo egli non mostrò mancanza di considerazione per il genere umano quando mandò il suo unigenito Figlio a soffrire per mano di uomini ribelli e a morire come riscatto. Né Dio è ingiusto, così che i benefici del riscatto siano solo per alcuni, per lo più sprecati. Altrimenti non avrebbe ispirato il suo apostolo a scrivere: “Poiché come per mezzo della disubbidienza d’un solo uomo molti furono costituiti peccatori, similmente anche per mezzo dell’ubbidienza di una sola persona molti saranno costituiti giusti. . . . come il peccato regnò con la morte, similmente anche l’immeritata benignità regnasse per mezzo della giustizia in vista della vita eterna per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore”. — Rom. 5:19-21.

Perché Dio non esercita dunque la sua potenza ora, per ridestare quelli che son morti? Anche qui è dimostrata la sua amorevole benignità. Poiché egli non li riconduce a subire di nuovo le terribili afflizioni che opprimono il genere umano, con il quotidiano pericolo della morte. Piuttosto, si propone di ristabilirli quando il giusto regno del suo messianico re Gesù Cristo sarà in vigore su tutta la terra. Quindi l’ambiente sarà ideale per la vera vita nella felicità. Come devono attendere quel tempo Geova e il suo Figlio con un’aspettazione anche più grande della nostra! — Atti 17:31; 24:15.

I FALSI INSEGNAMENTI PRIVANO DEL CONFORTO

Dati gli amorevoli provvedimenti di Dio sia per i vivi che per quelli che sono morti, come è blasfemo che gli ecclesiastici asseriscano che Dio tormenti le persone morte in un purgatorio o in un “inferno di fuoco”. E com’è crudele e spietato che questi uomini facciano collette di denaro fra i parenti e gli orbati di persone care con la pretesa d’aiutare le anime in uno di questi luoghi immaginari.

Un esempio di mancanza di considerazione per quelli che han perduto persone care è un opuscolo edito dalla Lega Francescana della Messa, emesso dalla Comunità dei Frati di S. Francesco nella città di New York. Esso incoraggia il lettore a “iscrivervi ora alla Lega della Messa per i Vivi”. “Non dipendete troppo da quelli che vi lasciate dietro perché vi assistano, quando siete caduti nelle mani del Signore nel giudizio”, dice l’opuscolo: “‘Lontano dagli occhi, lontano dalla mente’, sarà la sorte della maggioranza di noi”.

Quindi l’opuscolo sollecita l’iscrizione di parenti e amici “defunti” a una Lega della Messa, e “la solita offerta per l’appartenenza” è “per i vivi, $5,00 [L. 2.925]. Questa appartenenza dura in perpetuo dopo la vita; per i deceduti, $2,00 [L. 1.170]”. “I vostri cari defunti possono trovarsi a soffrire in Purgatorio per causa vostra”, dice l’opuscolo. Viene fatta la citazione di un libro apocrifo, che non fa parte delle Scritture ispirate: “‘È un pensiero santo e salutare pregare per i morti, affinché siano sciolti dai peccati’ (2 Macc. xii, 46)”.

Comunque, si può notare che Giuda Maccabeo, citato nel testo, non pregava per le anime che soffrissero in un supposto purgatorio, ma riguardo alla loro speranza della risurrezione dai morti, come il contesto mostra. (Versetti 43, 44) E nel versetto 45 si dice che quelli che eran morti non si trovavano nel purgatorio o in qualche stato cosciente, ma si erano “addormentati”.

Il clero, insegnando in maniera falsa circa lo stato dei morti e approfittando del cordoglio delle persone per la morte di persone care, ha preso denaro influendo sui timori e sui sentimenti d’impotenza dei sopravvissuti. Perciò essi sono in effetti colpevoli di estorsione. Mentono rappresentando Dio in modo errato e privando i vivi della speranza e del conforto che danno le Scritture.

Secondo la sicura promessa di Dio, i vivi possono nutrire con piena certezza la speranza che i loro cari morti torneranno per avere una piena opportunità di vita. Quindi, sotto il dominio del regno di Cristo che il malfattore accanto a Gesù attese, potranno provare se amano e osservano le istruzioni di Dio.

Conformemente, che dovremmo fare noi vivi in questo tempo per essere in vita ad accoglierli al loro ritorno dai morti e davvero esser loro d’aiuto? Noi dovremmo studiare ora la Parola di Dio la Bibbia al fine di ubbidire pienamente ai giusti princìpi ch’essa contiene. Ciò facendo, potremo sopravvivere alla distruzione di questo attuale sistema di cose, distruzione che tutte le evidenze indicano è assai vicina. (Matt. 24:7-14, 34; Sof. 2:3) Come sarà eccellente accogliere i morti che torneranno in vita e partecipare all’opera che sarà compiuta per aiutare questi risuscitati ad acquistare una maggiore conoscenza di Dio, che li conduca alla vita eterna! — Giov. 17:3.

[Immagine a pagina 37]

Vi è una solida base per credere che i morti torneranno a vivere?

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