‘Ci raccomandiamo come ministri di Dio’
Narrato da Finda, Felisa e Ines Carvajalino
SIAMO tre di nove figli nati a devoti genitori cattolici romani nella città di Ocaña, nella Colombia settentrionale. Nel 1969, quando avevo solo undici anni, io, Finda, ebbi a scuola la seguente esperienza:
La mia insegnante, una monaca, che ci insegnava con una grossa Bibbia illustrata, un giorno ci sorprese. Rivelò d’essere afflitta della vita che conduceva nel convento. Ci consigliò anche di non entrarvi quando ne avessimo avuto l’età. Con nostra sorpresa, espresse la propria convinzione che la religione cattolica non era quella vera ma disse che ‘quando si fosse avvicinata la fine del mondo, sarebbero venute persone a insegnare la vera religione’. Allora non mi rendevo conto che qualche giorno sarei stata considerata fra quelle persone e avrei avuto in tal modo l’opportunità di ‘raccomandarmi’ io pure come servitrice di Dio. — 2 Cor. 6:4.
Nel 1929 la nostra famiglia si trasferì nel villaggio di Aracataca nella vicina provincia di Magdalena. Mentre vi abitavamo la nostra debole fiducia nella religione cattolica ricevette un altro colpo. Uno dei sacerdoti della parrocchia si rese conto che da qualche tempo non andavamo a confessarci e volle saperne la ragione. Avendogli detto che non vi eravamo andate per evitare il contatto con uno degli altri sacerdoti, egli riconobbe che quest’ultimo era colpevole di cattiva condotta. Ci diede dunque permesso di prendere in futuro la Comunione senza esserci prima confessate. Noi ragionammo: ‘O la confessione è senza valore o la Comunione non ha valore’.
Mentre abitavamo ad Aracataca, i nostri fratelli più giovani morirono di malaria entro un periodo di due anni. Nostro padre pure morì in quel tempo. Questo lasciò Antonio, nostro fratello maggiore, a capo della famiglia. In quel periodo era stato indottrinato nel comunismo, e divenne un membro militante del partito comunista. Quando la sua vita fu minacciata da gelosi membri rivali, lo pregammo di trasferire la famiglia nella grande città costiera di Barranquilla. Egli fece questo nel 1946.
TROVATE DALLA VERITÀ DI DIO
Nel 1948 venne alla nostra porta un missionario dei cristiani testimoni di Geova, James Webster. Parlò con nostro fratello e gli lasciò l’opuscolo “I mansueti erediteranno la terra”. Leggendolo, vi trovammo informazioni circa un meraviglioso futuro che fino ad allora ci era stato sconosciuto.
Mesi dopo, in seguito al nostro trasferimento, un altro missionario della Torre di Guardia, Olaf Olson, venne a casa nostra. Benché Antonio non fosse più un comunista attivo, si atteneva ancora alla dottrina comunista. Avendo questo Testimone parlato della Teocrazia, Antonio pensò che ciò che realmente voleva dire fosse comunismo. Udimmo abbastanza della conversazione per capire che il missionario non parlava di comunismo.
Dopo che questo Testimone aveva fatto con nostro fratello parecchie discussioni, decidemmo che era tempo di farci conoscere. La volta seguente che egli fece la visita, uscimmo dunque dalla stanza interna dove lavoravamo da sarte e gli dicemmo: “Guardi, Señor, che nostro fratello parla di comunismo, ma noi non siamo d’accordo con lui. Avendo letto le pubblicazioni che ha lasciate, troviamo che parlano di Dio e del suo regno. Comprendiamo che sarà Dio a risolvere i problemi e non i governi politici”. Allora il Testimone Olson ci diede una Bibbia e ci offrì un gratuito studio in cui avremmo potuto esaminarla nella nostra casa con la pubblicazione per lo studio biblico “La verità vi farà liberi”.
Nell’agosto del 1948 cominciammo a studiare la Parola di Dio. Compresa la necessità d’aiutare altri a conoscere la verità di Dio, uscimmo quattro mesi dopo nel ministero di casa in casa. All’inizio dell’anno seguente ci dedicammo a Geova e fummo battezzate in acqua con nostro fratello, Antonio, e la nostra sorella maggiore, Eusebia. Raccomandandoci quali ministri di Dio, non possiamo fare a meno di pensare alle molte volte che da quel tempo abbiamo fatto ad altri ansiosi d’apprendere la verità della Parola di Dio la stessa offerta di un gratuito studio biblico a domicilio.
Poiché i primi missionari Testimoni avevano appena cominciato a predicare a Barranquilla nel 1946, non eravamo in molti associati lì in quei giorni con la congregazione dei cristiani testimoni di Geova. Ma come crebbe la congregazione! Alla fine del 1951 c’erano due congregazioni.
Col passar del tempo, ci dedicavamo sempre più all’opera di predicazione e impiegavamo sempre meno tempo nel nostro lavoro secolare. Non passò molto tempo che avevamo venduto parte dei nostri arredi domestici, comprese tre nostre macchine da cucire.
PRIMA ASSEGNAZIONE COME PREDICATRICI IN SERVIZIO CONTINUO
All’inizio del 1953, James Webster, che in quel tempo era incaricato della filiale della Società Torre di Guardia in Colombia, dispose di fare un viaggio in una piccola città interna di Montería, nella provincia di Córdoba. Nostro fratello, che allora era nell’opera di predicazione continua, si offrì di andare con lui. Tornato alcuni giorni dopo il servitore di filiale, sapemmo che Antonio era rimasto a Montería, dove ricevette in seguito la nomina a speciale ministro in servizio continuo.
Tornate che fummo a Barranquilla, il fratello Webster ci parlò per vedere se ci sarebbe piaciuto tornare con lui come predicatrici della Parola di Dio in servizio continuo. Siccome avevamo avuto da qualche tempo il desiderio di intraprendere il ministero continuo, la nostra risposta fu un unanime Sì. Egli ci caricò dunque tutti, compresi nostra madre, la nostra sorella maggiore e un nostro nipote, Tomás Dangond, sulla vettura familiare della Società Torre di Guardia, e ci dirigemmo verso Montería. Un mese dopo che vi eravamo arrivate, la nostra anziana madre morì, e cinque mesi più tardi noi tre fummo nominate speciali predicatrici della Parola di Dio in servizio continuo.
Sebbene Montería non fosse una città grande, era un centro commerciale. Trascorrevamo dunque considerevole tempo parlando della Parola di Dio nelle vie e nel luogo di mercato. (Si paragoni Atti 17:16, 17) Dopo aver fatto un’animata discussione nel luogo di mercato con un noto avvocato, la stampa locale pubblicò quanto segue: “Sono arrivate a Montería alcune signorine abilmente istruite nell’uso della Bibbia le quali, perciò, sono un pericolo per la religione cattolica. Richiamiamo su ciò l’attenzione delle autorità civili ed ecclesiastiche perché pongano fine a tale propaganda”.
Ma noi continuammo a insegnare le verità della Bibbia a Montería e dintorni, trattenendoci con le persone interessate. A volte dormivamo sul pavimento e, una volta ogni tanto, anche per terra. Cominciando presto ogni mattina, andavamo a tutte le case lungo la strada mentre camminavamo. Le persone ci chiedevano dove saremmo state. Così, in un occasione, tornate da una piacevole giornata di predicazione, ci sorprendemmo trovando un gruppo di non meno di quaranta persone che ci attendevano. Antonio trasse dunque profitto dell’uditorio già pronto e pronunciò un discorso pubblico sulla Bibbia.
L’opera del Regno andò avanti rapidamente in Montería. Alla fine di un solo anno, c’era una congregazione di venti Testimoni, compreso un ministro locale in servizio continuo. La zona che lì ci assegnarono fa ora parte di tre circoscrizioni, così la verità di Dio ha continuato ad essere eccellentemente accolta nella provincia di Córdoba.
‘CI RACCOMANDIAMO QUALI MINISTRI DI DIO . . . IN PRIGIONE’
L’esperienza che avemmo nella nostra seconda assegnazione come ministri in servizio continuo ci rammenta le parole dell’apostolo Paolo: “Ci raccomandiamo quali ministri di Dio . . . in prigioni”. (2 Cor. 6:4, 5) Quell’assegnazione ci portò in un maggiore centro petrolifero, la città con porto fluviale di Barrancabermeja. Lì c’era già una predicatrice della Parola di Dio in servizio continuo, ma aveva bisogno d’aiuto. Poco prima che noi vi andassimo, Barrancabermeja fu dichiarata “territorio di missione cattolica”. Ciò significava che era proibito ad altri gruppi religiosi farvi opera di proselitismo.
Due giorni dopo il nostro arrivo, accompagnavamo la Testimone locale nell’opera di predicazione quando tutt’e quattro fummo prese dagli agenti di pubblica sicurezza. In seguito sapemmo che alcuni evangelici erano andati dal vescovo cattolico con La Torre di Guardia e Svegliatevi! informandolo che erano le Testimoni a distribuire queste riviste. Così il vescovo aveva dato ordine di arrestarci. Dopo aver arrestato noi, la polizia trasse in arresto nostro fratello e nostro nipote e confiscò la nostra letteratura biblica, venti scatoloni.
Essendoci rifiutati di pagare un’ammenda di 200 pesos ciascuno, ci condannarono a tre mesi di carcere. Presto ci trovammo in una grande camerata col pavimento di cemento in cui era una dozzina d’altre donne ivi detenute per terribili delitti, compreso l’assassinio. Ciò nondimeno, anche fra quelle donne peccaminose c’erano alcune che sembravano ansiose di conoscere la Bibbia. Fummo liete di spiegare loro le verità di Dio, usando una piccola Bibbia che avevamo cercato di tenere con noi. Quando venne il tempo di metterci a letto per la notte, alcune ci lasciarono usare i loro materassi di paglia per dormire, mentre esse dormirono sul pavimento di cemento nudo. Quindi, appena il silenzio fu completo, dalla fogna uscirono grossi ratti bianchi.
Il giorno dopo nostro fratello cercò di ottenere udienza dal sindaco militare e lo convinse che era una terribile ignominia per la sua amministrazione far rinchiudere quattro donne cristiane in quelle deplorevoli condizioni. Egli chiese che le nostre condanne si aggiungessero alla sua e a quella di nostro nipote. Per quanto fosse strano, la richiesta fu accolta. Così dopo aver trascorso circa ventiquattro ore in quel luogo abominevole, fummo rilasciate ma rimanemmo in libertà vigilata. Allorché stavamo per andar via, due detenute, che avevano ascoltato con piacere il messaggio del Regno, ci abbracciarono e ci chiesero di dar loro la nostra piccola Bibbia, che fummo liete di dar loro.
In seguito all’interessamento di James Webster e di un nostro cugino che allora era avvocato a Bogotá, capitale della nazione, nostro fratello e nostro nipote furono rilasciati dal carcere una settimana dopo a condizione che lasciassimo la città. Benché l’ufficio del Presidente della Repubblica avesse ordinato il loro rilascio e anche la restituzione della letteratura biblica confiscata, un sacerdote non si mostrò disposto a conformarsi alla richiesta. Così avvenne che era stato a guardia dei venti scatoloni di Bibbie e letteratura biblica nella sagrestia della cattedrale. Egli pretendeva 200 pesos per la restituzione della letteratura. Comunque, informato della pretesa del sacerdote, l’ufficio del sindaco, già risentito per la pressione esercitata dal Governo, ordinò a un gruppo di soldati di andare alla cattedrale e di prendere la letteratura, se necessario, con la forza. Il sacerdote fu quindi un po’ più ossequiente. Il giorno dopo quando le autorità misero noi e le nostre cose su un paio di autobus diretti a Bucaramanga, la letteratura era dunque con noi.
I NOSTRI CINQUE ANNI A BUCARAMANGA
A causa della violenza politica comune nella zona e del fatto che la nostra opera era per loro nuova, gli abitanti di Bucaramanga mostravano timore quando cominciammo a parlar loro. Ma una volta compresa la natura della nostra opera, che avevamo un messaggio di speranza basato sulla Parola di Dio, l’accoglienza fu assai più piacevole. Quelli che avevano ascoltato dicevano ai loro parenti e amici che eravamo ministri di Dio che spiegavamo la Bibbia. Così la parola si divulgava. In tal modo presto tenevamo molti studi biblici a domicilio.
Affittammo una grande stanza al primo piano di un vecchio albergo al centro della città, e vi stemmo per cinque anni lì a Bucaramanga. Cominciammo ad avervi anche le adunanze della congregazione cristiana. Non passò molto tempo che dovemmo chiedere una stanza adiacente per abitarvi, così che avremmo potuto usare quella grande esclusivamente per le adunanze. In speciali occasioni riempivamo entrambe le stanze e avevamo alcuni seduti perfino sulle scale.
Verso l’anno 1955, io, Finda, trovai nell’opera di predicazione di porta in porta una donna la quale mi disse che, quali evangelici, essi sapevano tutto della Bibbia. Ciò nondimeno, mi invitò a entrare e ascoltò mentre le leggevo parecchi testi che mostravano come il Paradiso sarà presto restaurato qui sulla terra. (Riv. 21:3, 4; Luca 23:43) Ella si chiese come ciò fosse possibile giacché l’unica speranza che conosceva era la vita in cielo. Comunque, presto si convinse e disse che desiderava farmi parlare a suo marito.
Accadde che il marito era un predicatore evangelico. Sin dall’inizio egli mi disse che avrebbe parlato con me se avessi usato solo la Bibbia. Accettai. Mi fece domande su molti soggetti alle quali risposi con testi biblici. Mentre stavo per andarmene mi disse: “Señorita, vorrei conoscere quello che conosce lei”. Gli offrii uno studio biblico per l’intera famiglia, il che egli accettò. Dopo due sole settimane si dimise da ministro evangelico. La famiglia cominciò ad associarsi con i veri ministri di Dio e presto condividevano queste verità della Bibbia con altri. Egli dichiarava queste verità agli evangelici e poi diceva: “Vorrei che voi faceste quello che ho fatto io: abbandonare una religione che non insegna la verità”.
Mentre predicavamo le verità bibliche a Bucaramanga, Antonio trovò una vedova anziana che era scoraggiata. In seguito ella confessò che era stata sul punto di avvelenarsi quando nostro fratello la visitò. Antonio passò la visita a due di noi affinché le facessimo lo studio. Un giorno ella ci mostrò una stanza piena di idoli. Poiché ne aveva tanti, pensava d’essere ben protetta dai ladri. Studiammo un capitolo del libro “Sia Dio riconosciuto verace” intitolato “L’uso delle immagini nell’adorazione”. Quando tornammo per lo studio successivo, si era disfatta di tutte le sue immagini eccetto una grande, che fece a pezzi subito dopo. Non passò molto tempo che fu battezzata e si raccomandava quale proclamatrice della Parola e del regno di Dio facendo il servizio continuo. Ora, ancora nella continua opera di predicazione, e benché più che settantenne, ella, invece d’essere scoraggiata, si nota per la sua splendida speranza e per il suo smagliante sorriso.
Nel 1958 nostro fratello, Antonio, morì di cancro e nostro nipote, Tomás Dangond, divenne il ministro che presiedeva. L’anno dopo la sorveglianza della congregazione fu affidata ai Testimoni locali, e noi ricevemmo una nuova assegnazione. Oggi ci rallegriamo sapendo che a Bucaramanga fioriscono cinque congregazioni.
ABBIAMO CONTRIBUITO ALL’ESPANSIONE A BOGOTÁ
La nostra nuova assegnazione ci portò a Bogotá. Molte volte, mentre predicavamo qui di casa in casa la Parola di Dio, eravamo costrette a fuggire dinanzi a turbe istigate da sacerdoti cattolici. Ma lasciata la scena della difficoltà e ripresa la nostra attività in un altro quartiere, continuavamo ad esser piene di gioia. (Si paragoni Atti 13:50-52) Da una sola congregazione nel 1959, l’opera ha fatto progresso tanto che nel tempo attuale ci sono qui ventitré congregazioni.
Mentre lavoravo nel 1961 a Bogotá, io, Inéz, trovai una giovane sposata che rispose favorevolmente. Fu iniziato uno studio. Mentre eravamo nel mezzo dello studio, entrò inaspettatamente la madre. Voleva sapere perché la figlia non le aveva detto che studiava la Bibbia. Sapendo che la madre era una tale devota cattolica, la figlia rispose che aveva avuto timore di dirglielo. La madre mi fece varie domande, col risultato che ella pure chiese uno studio.
Dopo aver studiato alcune volte, la madre espresse il desiderio d’invitare una vicina a studiare con noi. Ella chiamò la vicina per telefono. “Desidero condividere con te qualche cosa”, diceva nella conversazione. “Sto gustando un piatto squisito ma non lo voglio mangiare da sola. Vorrei che tu venissi affinché tu pure possa mangiare dallo stesso piatto”.
La vicina, che aveva allora quasi settant’anni, venne. Avendo studiato alcune volte, invitò una sorella più anziana e il figlio ad assistere con noi. Non passò molto tempo che altri tre assistevano. Tutt’e sette sono ora battezzati e servono Geova.
‘COME POVERE MA RENDENDO RICCHI MOLTI’
Potremmo raccontare molte esperienze simili. Ci sono state fonte di gioia e ci hanno spronate a continuare a raccomandarci quali ministri di Dio. Crediamo che, come l’apostolo Paolo, possiamo dire: “In ogni modo ci raccomandiamo quali ministri di Dio . . . come poveri ma rendendo ricchi molti, come non avendo nulla eppure possedendo ogni cosa”. — 2 Cor. 6:4, 10.
Parlando di cose materiali, siamo povere. Abbiamo confidato che Geova ci avrebbe provveduto le cose materiali necessarie. (Matt. 6:33) Per mezzo della sua organizzazione egli ha avuto buona cura di noi. Con la nostra sorella maggiore, Eusebia, che è stata predicatrice della Parola di Dio in servizio continuo dal 1958, abitiamo ora qui a Bogotá dietro la Sala del Regno dell’Unità Sud.
Per quanto possiamo esser povere di cose materiali, siamo davvero ricche in senso spirituale. E per mezzo della nostra opera di condividere la verità della Parola di Dio con altri, possiamo veracemente dire che abbiamo fatto ricchi altri. Da che ci trasferimmo a Bucaramanga nel 1954, è stata un’indicibile gioia essere impiegate da Geova per aiutare 210 persone a dedicare la loro vita a lui e a simboleggiarne la dedicazione col battesimo in acqua. Quanti altri abbiamo aiutato in modo indiretto, non lo sappiamo. Ci vantiamo, non in noi stesse, ma piuttosto in Geova. — 1 Cor. 1:31.
Consideriamo una gioia studiare la Bibbia con le persone che si mostrano ansiose di divenire servitori di Geova. Proviamo per loro amore e caloroso affetto. Ci divengono cari figli diletti. Quindi, nonostante che abbiamo ritenuto opportuno seguire il consiglio dell’apostolo Paolo di rimanere nubili per dedicarci al servizio del Signore “senza distrazione”, per certo non siamo state senza famiglia. (1 Cor. 7:34, 35) Al contrario, ci sono stati aggiunti spirituali padri e madri, fratelli e sorelle, e figli, cioè quelli “che odono la parola di Dio e la mettono in pratica”, tutto perché ci siamo raccomandate quali ministri di Dio. — Luca 8:21; Mar. 10:29, 30.
“Felice è l’uomo che non ha camminato nel consiglio dei malvagi, e non è stato nella via dei peccatori, e non si è seduto sul posto degli schernitori. Ma il suo diletto è nella legge di Geova, e lègge sottovoce nella sua legge giorno e notte”. — Sal. 1:1, 2.