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  • Considerate gli ostacoli come una sfida

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  • Considerate gli ostacoli come una sfida
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
w73 15/7 pp. 419-420

Considerate gli ostacoli come una sfida

C’È UN vecchio proverbio che dice: “Il cattivo scrittore incolpa la sua penna”. E tale proverbio contiene molta verità. Che cosa farà probabilmente un uomo quando non ottiene i risultati che egli stesso o altri si attendevano da lui? Non si dovranno additare gli ostacoli che l’hanno fatto fallire, incolpando per così dire la sua penna?

È vero che certi ostacoli possono aver influito sul suo fallimento, ma sono stati essi l’unico fattore, o vi ha contribuito la sua attitudine mentale? Si è dato per vinto troppo facilmente? Si è scoraggiato troppo presto? Non si è sforzato abbastanza strenuamente? Ha mancato di iniziativa? Può darsi. Può darsi.

Quanto possono essere grandi questi ostacoli, e tuttavia essere superati? Per fare un’illustrazione, nel 1969 la compagnia dell’Opera del Metropolitan di New York inaugurò la stagione con la rappresentazione dell’“Aida”. Fu definita “magnifica” e una “dimostrazione di ciò che significa il professionismo”. Ma cosa ci fu di particolarmente rimarchevole nell’avvenimento? Il direttore d’orchestra. Due giorni prima della rappresentazione era scivolato sul ghiaccio fratturandosi il braccio destro. Sostenne la sfida dirigendo l’intera opera solo con il braccio sinistro, avendo il destro ingessato. Superò l’ostacolo? Certissimamente!

Non c’è dubbio che la cecità è un serio ostacolo, tuttavia alcuni ciechi superano anche questo svantaggio. Se si fosse ritirato o fosse stato l’ultimo della classe, si sarebbe potuto giustificare lo studente di legge nato cieco. Ma non lui. Di 970 studenti che si diplomarono, egli fu il primo del corso.

E che dire dell’agricoltore della Carolina del Nord la cui vista è così debole che può a malapena distinguere il giorno dalla notte? Fa i lavori della fattoria dopo mezzanotte perché allora c’è quiete. Ha una fattoria di oltre 100 ettari e dice che “i rumori e la punta delle mie dita sono i miei occhi. . . . Il mio solo problema è che chi mi aiuta cerca a volte di fare un lavoro quando so di poterlo fare meglio”. È in grado di condurre quarantacinque bovini da un pascolo all’altro, di alimentarli e far loro iniezioni e riesce perfino a castrare i tori. “Riesco a caricare i bovini con più rapidità e facilità perché mi conoscono”, osservò.

Alcuni altri ostacoli che le persone hanno sormontato sono la mancanza di un’istruzione formale, la povertà e il pregiudizio razziale. Mentre alcuni si sono scoraggiati di fronte a questi ostacoli, altri li hanno considerati come sfide, che hanno affrontato e superato con successo.

Ora, può darsi che tali ostacoli o tali sfide non vi si presentino mai, ma nelle attuali condizioni del mondo incontrerete altre difficoltà. Ad esempio, un ostacolo che v’impedisce di dare il meglio di voi stessi può essere l’incomprensione o il conflitto tra personalità. Questo può avvenire tra familiari, fra un datore di lavoro e un dipendente, o tra conservi cristiani. In una simile situazione, che cosa dovreste fare? Mettere il broncio, commiserarvi o provare risentimento e così impedirvi di dare il meglio di voi stessi? Perché non la considerate una sfida? Cercate di trovare un’occasione adatta per menzionare il soggetto e venire a un accordo con l’altra persona. Ma se non riuscite a chiarire la situazione, imparate a ignorarla. Divenite, per così dire, insensibili.

O soffrite perché altri non mostrano apprezzamento verso quello che fate? Forse il vostro coniuge o i vostri genitori o i vostri figli non esprimono apprezzamento per quello che fate. Benché le espressioni di apprezzamento siano un vero stimolo, un incentivo a fare del nostro meglio, tuttavia possiamo fare del nostro meglio anche senza di esse. Molti profeti dell’antichità, come Geremia ed Ezechiele, ricevettero poche espressioni di lode, se non nessuna, dai loro contemporanei, eppure furono notevoli servitori di Dio. Dalle lettere dell’apostolo Paolo vediamo che a volte soffrì per la mancanza di apprezzamento da parte di alcuni, ma che eccellente esempio di zelo diede nel ministero cristiano! (2 Cor. 10:10-12; 11:5, 6) Abbiate amor proprio e siate fieri del vostro lavoro. Rammentate pure che, come accadde ai suoi fedeli servitori nel passato, così anche nel nostro giorno Dio vede e apprezza i vostri sforzi.

L’accettazione del vero cristianesimo in particolare è una cosa che richiede di sostenere la sfida presentata dagli ostacoli. In Africa ci sono ostacoli come poligamia, forte lealtà alla tribù e adorazione del juju. Benché alla maggioranza degli Africani sembri che rinunciare a queste pratiche sia un ostacolo insormontabile, eppure in quel continente letteralmente centinaia di migliaia di persone hanno considerato semplicemente queste cose come sfide e le hanno sormontate per divenire cristiani testimoni di Geova. E come ne sono lieti!

In altri paesi tra le sfide che quelli che vogliono divenire discepoli di Gesù Cristo devono affrontare vi sono l’alcolismo, il vizio della droga, il gioco d’azzardo e varie forme d’immoralità sessuale. Anche in tal caso, molte migliaia di persone hanno superato questi ostacoli per divenire cristiani testimoni di Geova Dio. — 1 Cor. 6:9-11.

Chi ha abbracciato il vero cristianesimo continua ad avere ostacoli che deve considerare come sfide. Uno di essi è l’opposizione e l’indifferenza che s’incontrano nel ministero cristiano. Tale opposizione rende più difficile il ministero, ma è una valida scusa per rallentare o smettere? Non se si considerano i molti eccellenti esempi dati nella Bibbia di persone che continuano a servire Dio nonostante tali ostacoli! — Ebr. 12:2, 3.

Un cristiano può aver ‘deciso nel suo cuore’ di impegnarsi nel ministero di campo la mattina dopo o di assistere quella sera a un’adunanza di congregazione. Ma poi all’improvviso il tempo diventa cattivo, o egli soffre di una leggera indisposizione fisica, entrambe scuse apparentemente plausibili per non mantenere la sua decisione. Ma seguire la via più facile equivale a perdere una benedizione. Infatti, chi supera l’ostacolo imprevisto può essere certo che riceverà ulteriori benedizioni, se non altro perché maggiore è lo sforzo compiuto maggiore è la soddisfazione che si prova nel risultato.

In realtà, gli ostacoli non sono cose di fronte a cui arrendersi, ma sfide da accettare e superare!

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