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  • Difesa la verità di Dio e il suo popolo
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1974
w74 1/12 pp. 711-717

Difesa la verità di Dio e il suo popolo

Narrato da Victor V. Blackwell

Per oltre quarant’anni ho difeso la verità di Dio, ancor prima di divenire avvocato. Infatti, nel 1939, poco prima d’essere iscritto all’albo degli avvocati dello stato della Louisiana, andai dal giudice della città di Alexandria, nella Louisiana, per cercar di ottenere la scarcerazione di quattro Testimoni imprigionati per aver predicato la buona notizia. Quando feci sapere al giudice che volevo prendere accordi per la cauzione a favore dei quattro Testimoni che erano in prigione, egli si adirò, tirò fuori una pistola dalla sua scrivania e puntandomela contro, disse:

“Esca di qui! Se ne vada da Alexandria. La ucciderò se rivedrò qui in giro la sua faccia. Nessun testimone di Geova né alcuno che li rappresenta verrà in questa città a dire alcuna cosa contro la santa Chiesa Cattolica. Ora se ne vada!”

Con quell’episodio e ciò che seguì subito dopo diedi inizio a una vita in cui difesi legalmente la buona notizia. Ma il mio desiderio di difendere la verità di Dio risale ai giorni della mia infanzia. Nel 1908 la verità di Dio giunse per la prima volta a casa nostra nella Louisiana; allora avevo solo un anno. Qualcuno spedì a mio padre alcuni trattati biblici pubblicati dalla Società Torre di Guardia. “La mia mente e il mio cuore”, disse mio padre, “si commossero per le cose che leggevo”.

Non avevo ancora smesso di portare i “pannolini” quando cominciai a imparare a leggere servendomi di cubi con le lettere dell’alfabeto e chiedendo di continuo a mia madre: “Che cosa dice?” “Leggimelo”. Anche mio padre leggeva per me, specialmente la Bibbia e la letteratura della Società, e me la spiegava in termini semplici. Queste meravigliose verità misero radice in me sin dai primissimi anni della mia vita. Molto tempo prima di terminare la scuola superiore avevo letto i volumi intitolati “Studi sulle Scritture”, la Bibbia e tutto quello su cui potevo mettere mano per accrescere il mio intendimento della Bibbia.

DIFESA LA VERITÀ DI DIO A SCUOLA

In giovanissima età difendevo la verità di Dio a ogni occasione dinanzi a compagni di scuola e insegnanti. Avevo infinite opportunità, poiché insegnanti e compagni di scuola mi dicevano: “Il tuo papà predica che non c’è l’inferno!” Lo dicevano con un’espressione di scherno, istigata dai predicatori della cristianità. L’ecclesiastico della nostra comunità diceva alle persone che l’inferno era migliaia e migliaia di volte più caldo del fuoco naturale. Così avevo molte occasioni di difendere la verità della Bibbia spiegando che cos’è realmente l’“inferno”, cioè la comune tomba del genere umano.

Quando iniziai il primo anno di un corso universitario di biologia, il professore passò in giro foglietti di carta e chiese a ogni studente di scrivere se credeva nel racconto biblico della creazione o nell’evoluzione. La maggior parte dei 150 studenti indicò di credere nel racconto biblico. Alla fine del corso, il professore passò di nuovo in giro foglietti di carta per avere le risposte alla stessa domanda. Questa volta i risultati erano capovolti: Solo un piccolo numero, circa una dozzina, aveva ancora fede nella Bibbia. Il resto era stato vittima dell’evoluzione. Il professore si mostrò molto soddisfatto di aver distrutto la fede della maggior parte dei suoi studenti. Questa era l’atmosfera che regnava nell’università anche negli anni venti.

Difendendo la verità di Dio, un giorno chiesi al professore che spiegava l’evoluzione: “Professore, da dove venne questo organismo vivente unicellulare? Chi lo fece? E come spiega tutte le infinite varietà di vita?” Ma egli non seppe rispondere, e così mi rimproverò.

Una sera mentre facevo una conversazione con un folto gruppo di studenti, smascherai la falsità di dottrine come quella dell’innata immortalità dell’anima umana, dell’eterno fuoco dell’inferno e della Trinità. Uno studente disse che avrebbe telefonato al suo predicatore di venire a “smascherarmi”. Gli dissi che l’ecclesiastico non sarebbe venuto. Egli telefonò ugualmente, ma il predicatore rifiutò di venire. Così ascoltarono con più rispetto mentre continuavo a parlar loro della Bibbia.

CONDIVISE PIÙ PIENAMENTE LE VERITÀ DI DIO

Preso il diploma universitario nel maggio 1929, accettai un posto di insegnante nella scuola superiore di Covington, nella Louisiana. Lì diedi testimonianza a studenti e insegnanti a ogni opportunità.

Comunque, giacché volevo servire Dio più pienamente, nel 1932 diedi le dimissioni da insegnante e intrapresi il ministero di pioniere o opera di predicazione in servizio continuo sotto la direttiva della Società Torre di Guardia. Fui invitato a parlare a tutti gli insegnanti prima di andarmene, e lasciai letteratura biblica a ognuno di loro.

Il 1º aprile 1932 mi sottoposi al battesimo in acqua per simboleggiare la mia dedicazione a Geova, e mio padre mi battezzò nelle limpide acque di un fiume vicino a casa nostra. Quello stesso mese un altro Testimone e io partimmo per Minde, nella Louisiana, la mia prima assegnazione di predicatore della Parola di Dio in servizio continuo. La grande depressione finanziaria non si era attenuata, e il denaro scarseggiava. Per cui lasciavamo molta letteratura biblica alle persone, dando Bibbie e libri in cambio di galline, anatre, oche, uova, grano e altri generi alimentari.

Una volta quando avevamo molto bisogno, una sorella cristiana il cui marito era morto lasciando un po’ di denaro invitò me e un altro ministro pioniere a casa sua. Ella porse a ciascuno di noi 600 dollari (350.000 lire)! In quei giorni quello era un mucchio di denaro quasi per chiunque. Per un pioniere era una fortuna! Con ciò riuscimmo a mettere le nostre auto in buone condizioni, acquistare abiti nuovi, comprare da mangiare e provvedere ad altre necessità.

In seguito andai con un gruppo di pionieri nella zona rurale del delta del Mississippi. Nel novembre del 1933 sposai una sorella pioniera. Insieme percorremmo molte contee, distribuendo grandi quantità di letteratura biblica. Giacché grazie a un trattatino biblico mio padre, mia madre e io ponemmo un solido fondamento di verità biblica, mi son sempre sforzato in tutto il mio ministero di lasciare un trattatino o qualche pezzo di letteratura a ogni porta dove non c’era nessuno in casa e a ogni persona a cui dò testimonianza se tale persona non accetta altra letteratura.

Visitammo le grandi piantagioni di cotone. Ma alcuni proprietari e amministratori non volevano che alcuno visitasse i lavoratori. A volte ci minacciarono di picchiarci o ucciderci se visitavamo i lavoratori. Così un giorno un altro Testimone e io, percorrendo in auto una strada polverosa vicino a una piantagione, vedemmo sopraggiungere dietro a noi un’auto a grande velocità. Pensando che fosse l’amministratore di una piantagione, accelerammo nel tentativo di tornare sulla strada principale, andando così forte che quasi perdemmo l’auto inseguitrice in una nuvola di polvere.

Ma l’altra auto non smise di inseguirci finché non ci ebbe sorpassato, e allora il conducente ci fece segno di fermarci. Ci fermammo per vedere a che cosa era dovuto “il grande inseguimento in automobile”. “Avete saltato la mia casa”, spiegò il nostro inseguitore. “Così ho pensato che il solo modo per ottenere un po’ di quella letteratura era di inseguirvi!” Gli demmo a nostra volta spiegazioni e poi gli lasciammo una gran quantità di letteratura biblica.

Nel 1939 mia moglie mi divenne infedele. Nonostante la implorassi di continuare a vivere con me e servire Geova, ella ottenne il divorzio e sposò un uomo che seguiva le vie di questo mondo empio. Continuai il servizio di Geova. Un anno dopo che mia moglie mi aveva lasciato, e mentre ero impegnato nel ministero di campo nella città di Mandeville, nella Louisiana, incontrai una brava ragazza che, col tempo, divenne la mia consorte cristiana.

DIBATTITI CON GLI ECCLESIASTICI

Nell’estate del 1932, a Cottonvalley, nella Louisiana, un ecclesiastico mi sfidò a un pubblico dibattito. Sempre desideroso di difendere la verità di Dio, accettai e feci stampare molti biglietti d’invito annunciando il dibattito che si sarebbe tenuto in un teatro. Quando il tipografo seppe che avrei tenuto il dibattito con il predicatore, non mi fece pagare le spese di stampa. Sommergemmo la zona di volantini. Questo fece infuriare il predicatore.

Ebbene, giunse la sera del dibattito. Il predicatore non si vedeva. Ma si presentarono i suoi rappresentanti, due uomini robusti, che vennero dietro le quinte a “prendermi”. Ma il proprietario del teatro disse loro di andarsene altrimenti li avrebbe fatti arrestare. Infine, il predicatore si presentò. Era pallido e rifiutò di venire sul palco. Secondo il programma il predicatore doveva sostenere le asserzioni (1) che l’uomo ha un’anima immortale, (2) che l’inferno è un luogo di tortura eterna e cosciente e (3) che i capi religiosi della cristianità rappresentano Dio e Cristo. Dato che l’ecclesiastico rifiutò di parlare su questi argomenti, il presidente mi invitò a cominciare.

Dissi prima ciò che insegnava il clero e quindi presi la Bibbia e smascherai questi falsi insegnamenti. Nel frattempo il predicatore si sentiva molto a disagio, mordendosi le unghie e strappandosi i capelli e percorrendo su e giù a grandi passi il corridoio. Dopo un’ora, il predicatore venne sul palco. Dopo aver detto una lunga preghiera con falsa aria di santità, invitò un uomo a venire sul palco con un grande sacco. Presolo, il predicatore ne rovesciò fuori il contenuto. Era una grande quantità di letteratura biblica che avevamo lasciata alla gente del luogo. Allora l’ecclesiastico la calpestò, infuriato e pieno d’ira. Infine, contrariato, disse: “Me ne vado da questo posto!” Un gran numero di persone rimase, e io risposi alle loro numerose domande bibliche.

Anche nel 1940, vicino a Covington, nella Louisiana, un predicatore pentecostale mi invitò a un dibattito. Questo ecclesiastico, comunque, mandò a chiamare un giovane predicatore molto istruito. Quando fui presentato a questo giovane ecclesiastico, egli disse con fare presuntuoso: “Mi risulta che lei è un uomo istruito. Ebbene, quando avrò finito con lei, l’avrò messa in tanti pasticci che non ne uscirà mai”.

Ma la situazione fu capovolta, e fu lui a trovarsi nei pasticci. Come il predicatore di Cottonvalley, non volle parlare per primo com’era stato stabilito. Quando ebbi terminato il mio discorso di un’ora a difesa della verità di Dio, egli non era in condizione di parlare, ‘essendo nel tormento’, come il ricco della parabola di Gesù. (Luca 16:23, 24) Quando in effetti il predicatore si alzò, inveì contro l’uditorio, senza fare nessun sincero sforzo di rispondere ad alcuno dei soggetti che io avevo menzionati e quindi si mise a sedere. Erano presenti più di mille persone e udiamo ancora le ripercussioni di quel dibattito quando parliamo alla gente di quella zona.

DIFESA LEGALMENTE LA BUONA NOTIZIA

Nell’ottobre del 1939, mentre facevo il pioniere ad Andalusia, nell’Alabama, ricevetti dalla Società un telegramma che in sostanza diceva: “Va subito ad Alexandria, nella Louisiana. Quattro pionieri in prigione. Fratelli locali incapaci d’ottenerne la liberazione. Fa il possibile per questi fratelli”.

Partii immediatamente in auto da Andalusia. Altri Testimoni erano andati praticamente da tutti gli avvocati di Alexandria, ma nessuno voleva occuparsi della causa. Uno dei più importanti avvocati della Louisiana rifiutò. Alla domanda se avrebbe difeso questi uomini qualora fossero stati accusati di stupro, omicidio o rapina, disse di sì. Ma non avrebbe accettato di difendere i cristiani testimoni di Geova.

Non essendo stato ancora abilitato a esercitare l’avvocatura nello stato della Louisiana, non potei fare quanto volevo. Il mio primo pensiero fu di pagare la cauzione e far mettere in libertà i Testimoni. Così andai dal giudice della città, Gus A. Voltz, che tirò fuori la pistola e mi ordinò di uscire dal suo ufficio, come ho già menzionato. Allora andai dal procuratore distrettuale, che espresse il suo rammarico per il fatto che i Testimoni erano in prigione ma disse che non c’era nulla da fare. C’era ostilità contro i Testimoni, spiegò, per cui se avevo a cuore la mia reputazione di avvocato (non mi chiese se ero avvocato), avrei lasciato la città. Ma rimasi, poiché i miei fratelli cristiani erano ora in prigione da diverse settimane, ed erano in gioco il nome e la reputazione di Geova.

Telefonai a un avvocato di New Orleans, Herman L. Midlo, che venne ad Alexandria, e dopo i debiti procedimenti i quattro Testimoni furono scarcerati. Il signor Midlo e io andammo quindi a pranzo al ristorante. Quando uscimmo, ci attendeva la polizia. Arrestarono il signor Midlo e lo portarono in prigione. Ne informai il procuratore distrettuale, che telefonò al giudice della città e gli disse che faceva meglio a far uscire di prigione l’avvocato. Allora il signor Midlo fu scarcerato.

Al principio del 1942 fui abilitato a esercitare l’avvocatura nello stato della Louisiana. Fui allora in una posizione migliore per assistere legalmente i miei fratelli cristiani.

Gli arresti per la predicazione della verità biblica ad Alexandria continuarono. Ogni volta che mi presentavo lì in tribunale, questo giudice ripeteva la sua minaccia di uccidermi. Ma non mi sarei lasciato intimorire. Giacché gli arresti erano oggetto di estesa pubblicità, ogni volta l’aula del tribunale era gremita. Durante la guerra c’era ad Alexandria una grande organizzazione militare, e una volta scorsi tra i presenti al processo alcuni militari decorati. Così, quando mi alzai per discutere la causa, dissi:

“Noto che oggi in tribunale ci sono alcuni giovani che hanno combattuto in guerra. Per che cosa hanno combattuto? È stato detto a loro e a noi che combattono per le libertà che tutti gli Americani hanno tanto a cuore: Parola, stampa e adorazione, essendo la libertà di adorare Dio secondo i dettami della propria coscienza la più preziosa di tutte queste libertà. E qui vediamo che la città di Alexandria priva i cittadini americani proprio di queste cose”.

Il giudice ‘bolliva’ di rabbia, ma i militari e altri apparivano molto compiaciuti.

I Testimoni continuarono ad essere maltrattati per mano di questo giudice fin verso il 1953. Quindi avemmo l’ultima causa. Di nuovo il giudice trovò colpevoli i Testimoni. Ci fu il ricorso in appello. Un Testimone, Marion Goudeau, che conosceva il giudice, andò nel suo ufficio per firmare la richiesta di cauzione. Fu allora che il giudice gli confidò:

“Signor Goudeau, per tredici anni ho combattuto i testimoni di Geova, avvertendoli, minacciandoli e imprigionandoli, inutilmente. Continuano semplicemente a tornare ad Alexandria. Non posso tollerare un’altra causa con loro. Non posso più sopportarlo”.

Questo giudice non dovette ‘tollerarli’ o “sopportarlo” più perché morì non molto tempo dopo.

Dal 1953 i Testimoni non hanno avuto quasi nessuna difficoltà nella predicazione della buona notizia ad Alexandria. Uno dei momenti più emozionanti della mia carriera di ministro fu nell’estate del 1970, mentre sedevo con una moltitudine di oltre 9.000 persone nel Rapides Coliseum di Alexandria durante l’assemblea di distretto dei testimoni di Geova, per ricevere istruzione biblica.

MOLTI PRIVILEGI

Ho davvero avuto molte benedizioni nel corso degli anni. Ad esempio, ho avuto per molti anni il privilegio di prestare servizio come sorvegliante nella congregazione cristiana. Ho anche prestato servizio alla sede centrale della Società di Brooklyn e in seguito come uno dei primi istruttori della Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad. Mia moglie e io aspettavamo il primo bambino, e così nel 1943 tornai al ministero di pioniere e all’attività legale.

Il nostro matrimonio fu benedetto con tre figli, Dinah, Nathan e Martha. Nel 1955, Nathan, il nostro unico maschio, di dieci anni, morì di poliomielite. Dall’età di cinque o sei anni aveva servito Geova, amando la Bibbia, le adunanze di congregazione e partecipando al ministero di campo. Non dimenticherò mai che qualche domenica mattina, quando ero così stanco per aver lavorato duramente tutta la settimana e desideravo stare a letto, veniva nella camera da letto e mi scuoteva, dicendo: “Alzati, papà. Non lasciare che quel vecchio Diavolo ti faccia stare a letto. Dobbiamo uscire nel servizio del Regno”. Così a volte il suo giovanile vigore e zelo mi spingevano a compiere l’opera di predicazione del regno. La speranza biblica della risurrezione ci ha meravigliosamente aiutati a sopportare la perdita.

Negli anni quaranta ci furono tante cause contro i Testimoni nella Louisiana che attraversai lo stato da nord a sud e da est a ovest, disponendo per la loro scarcerazione dietro cauzione, quindi rappresentandoli quando si discutevano le loro cause in tribunale. Ero spesso in viaggio giorno e notte. Ci vorrebbero volumi per descrivere le cause, ma ecco un esempio:

Una domenica, a Oakdale, nella Louisiana, nove Testimoni furono arrestati e messi in prigione. Mi telefonarono e il lunedì mattina ero lì. Prima andai alla prigione. La porta della prigione era stata lasciata aperta, con la speranza, seppi in seguito, che i detenuti scappassero; quindi avrebbero potuto accusarli d’evasione. Ma i Testimoni rimasero.

Al processo il pubblico ministero citò un’anziana signora come teste contro i Testimoni. Ella aveva preso un libro da un Testimone che era andato a casa sua. La polizia l’aveva confiscato. Quando si presentò al banco dei testimoni in tribunale, il pubblico ministero le mostrò il libro e le chiese come l’aveva ottenuto. Ella disse che l’aveva preso da un Testimone.

“Quanto ha pagato il libro?” tuonò il pubblico ministero.

“Nemmeno un centesimo”, ella rispose. “Vede, dissi loro che ero troppo povera per dare la contribuzione del libro, ma lo desideravo, così me lo diedero”.

Il procuratore e il giudice della città rimasero senza parola! Tuttavia, malgrado mancassero completamente le prove che i Testimoni stessero vendendo, il giudice della città li condannò a trenta giorni di prigione. Si ricorse in appello e le condanne furono annullate.

Col tempo, cominciai ad andare nel Mississippi, nell’Alabama, nel Tennessee, in Florida e nel Texas per difendere i testimoni di Geova in tribunale. Alla fine presi parte a processi dei Testimoni, sia direttamente che come avvocato, in quasi tutti gli stati degli U.S.A.

Ad esempio, dietro richiesta di G. C. Clark, un avvocato del Mississippi e testimone di Geova, andai ad assisterlo. Alcune nostre sorelle cristiane impegnate nell’opera di predicazione in servizio continuo furono arrestate a Brookhaven, nel Mississippi, e trattate in modo molto vergognoso. Il pregiudizio era così forte che Clark era convinto che non saremmo mai riusciti ad avere un processo imparziale, per cui avremmo fatto cadere la causa “sollevando eccezioni”. Ogni volta che il pubblico ministero apriva la bocca, Clark sollevava un’eccezione. Quando fu stanco di sollevare eccezioni, mi disse di prendere il suo posto. E così feci. Fra tutt’e due dobbiamo aver sollevato non meno di cinquanta eccezioni. Il pubblico ministero si lamentò con il giudice che non poteva discutere la causa per via delle nostre eccezioni. Il giudice gli rammentò che avevamo il diritto di sollevare eccezioni, sia che fossero buone o cattive. Infine, del tutto disgustato, il pubblico ministero disse: “Quando il procuratore distrettuale non può discutere la causa, è tempo di lasciar perdere. Me ne vado da questo posto di matti!” E così fece. Il giudice respinse allora le accuse.

Dopo la morte del fratello Clark, viaggiai in lungo e in largo nel Mississippi rappresentando i miei fratelli cristiani. In ogni causa, cercavo non solo di difendere il diritto dei Testimoni di predicare, ma, ogni volta che era possibile, di dare un’efficace testimonianza riguardo al regno di Dio.

Nel 1963 mi fu affidata una causa insolita. Per due anni ai figli dei testimoni di Geova era stato impedito di frequentare le scuole pubbliche di Pinetop, nell’Arizona, nonché in altri luoghi di quello stato, a causa del loro coscienzioso rifiuto di rendere omaggio allo stato come richiedeva la legge dell’Arizona durante il canto dell’inno nazionale. Gli sforzi di far riammettere i fanciulli furono vani. La causa doveva esser discussa nel luglio del 1963, alla Corte Distrettuale Federale di Phoenix. L’aula era gremita. Dopo che erano state presentate tutte le prove, diedi inizio al mio dibattito con queste parole:

“Se oggi Francis Scott Key (che scrisse l’inno nazionale, The Star-Spangled Banner) fosse qui, arrossirebbe di vergogna vedendo quell’emblema, la bandiera americana, che egli considerò simbolo di libertà e della quale scrisse nello Star-Spangled Banner, usata ora come una mazza per percuotere piccoli bambini e costringerli a violare le loro più profonde convinzioni cristiane”.

Col tempo il tribunale emanò il suo decreto secondo cui tale espulsione di fanciulli dalle scuole pubbliche era illegale e incostituzionale e secondo cui i fanciulli dovevano essere riammessi.

Dal primo incarico che ricevetti nell’ottobre del 1939 per difendere legalmente la buona notizia fino all’ora presente, pregai e ho continuato a pregare in ogni causa per avere l’aiuto e la forza di Geova riconoscendo che io non sono altro che polvere. Ora settantenne, ripenso con gioioso rendimento di grazie alla mia carriera durante la quale ho difeso la verità di Dio. Con gioia anche più grande guardo avanti al giorno imminente in cui, sotto il dominio del Regno sull’intera terra, potrò unirmi a incalcolabili milioni di miei fratelli per ubbidire al nobile invito di Salmo 150:6: “Ogni cosa che respira, lodi Iah. Lodate Iah!”

[Immagine di Victor V. Blackwell a pagina 711]

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