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  • Perché Gesù fece la parabola delle “dieci vergini”

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  • Perché Gesù fece la parabola delle “dieci vergini”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1975
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  • LO SCOPO DELLA PARABOLA
  • I MATRIMONI NEI TEMPI BIBLICI
  • PERCHÉ VIENE USATO IL SIMBOLISMO DELLE “VERGINI”
  • TEMPO PER ESSERE SVEGLI PIÙ DEL SOLITO
  • Il “segno” che è vicino
    Il millenario regno di Dio si è avvicinato
  • Illuminazione per il “termine del sistema di cose”
    Sicurezza mondiale sotto il “Principe della pace”
  • Rimarremo “vigilanti”?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (di facile lettura) 2015
  • Le vergini sagge e quelle stolte
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1990
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1975
w75 15/1 pp. 60-63

Perché Gesù fece la parabola delle “dieci vergini”

L’INSEGNANTE migliore è colui che, comunicando una certa nozione o un principio di vita, è in grado di illustrarlo in modo chiaro e semplice. Gesù diede il massimo esempio d’insegnante. Perciò, lo troviamo a insegnare principalmente mediante parabole, che sono illustrazioni profetiche in cui si servì di aspetti di vita vissuta o applicò princìpi. (Matt. 13:34, 35) Esse hanno un profondo significato.

Infatti, le illustrazioni, come quelle fatte da Gesù, sono in genere più utili per far capire un argomento, poiché (1) suscitano interesse e attenzione, (2) stimolano la facoltà di pensare, (3) stimolano i sentimenti e toccano il cuore, (4) aiutano a ricordare, e (5) preservano la verità, perché si basano sulla vita e sulle cose naturali, mentre le semplici parole possono cambiare di significato.

Pertanto, anche se Gesù insegnò sulla terra più di 1.900 anni fa, i suoi insegnamenti non sono antiquati, e possiamo capirli e afferrarne lo stesso significato che se fossero stati dichiarati nel nostro tempo. In realtà, molti di essi si applicano primariamente nel nostro giorno.

LO SCOPO DELLA PARABOLA

Una delle più pittoresche illustrazioni di Gesù fu quella delle “dieci vergini”. Anch’essa ha molto significato per noi, particolarmente in questo tempo. Quale ne fu lo scopo? Fu fatta per aiutare i cristiani, specialmente i cristiani d’oggi, a discernere la presenza di Cristo nel potere del Regno.

Gli apostoli di Gesù gli chiesero: “Quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?” (Matt. 24:3) Rispondendo, egli elencò molti avvenimenti, incluse parecchie illustrazioni, contenuti in Matteo capitoli 24 e 25. Tutte le cose da lui additate sono aspetti che costituiscono il grande segno della sua presenza, invisibile, nel potere del Regno.

La parabola di Gesù sulle “dieci vergini”, narrata in Matteo 25:1-12, non fu fatta solo affinché i discepoli in vita sulla terra al tempo della sua seconda venuta ne discernessero la presenza. Gesù pronunciò la parabola anche per mostrare loro il bisogno di vigilare, di stare svegli, per non mancare di scorgerla, come fecero i Farisei alla prima venuta di Gesù. La parabola fa anche notare le responsabilità e i doveri che i discepoli di Cristo avrebbero avuto durante la sua presenza come Re. (Sal. 110:3) Gesù volle che tutti quelli a cui Dio aveva dato la “chiamata celeste” rimanessero fedeli e conseguissero quella meravigliosa meta d’essere coeredi con lui nel Regno. — Ebr. 3:1; Rom. 8:17; Riv. 20:4, 6.

I MATRIMONI NEI TEMPI BIBLICI

Giacché la parabola delle “dieci vergini” include una festa nuziale, sarà utile considerare una breve descrizione delle usanze seguite quando si celebravano le nozze al tempo in cui Gesù pronunciò la parabola.

Mentre le nozze stesse non richiedevano apparentemente una cerimonia formale, ciò nondimeno in Israele vi era una celebrazione molto gioiosa in occasione delle nozze. Il giorno delle nozze, la sposa faceva di solito preparativi elaborati in casa sua. Si preparava per il matrimonio adornandosi con i suoi abiti, ornamenti e gioielli migliori. In quei tempi antichi il suo abbigliamento includeva un tipo di velo che copriva la testa e, in alcuni casi, arrivava ai piedi. (Ger. 2:32; Isa. 3:19, 23; 49:18) Questo copricapo simboleggiava la sottomissione della sposa allo sposo. — Gen. 24:65; 1 Cor. 11:5-10.

Lo sposo, che similmente indossava i suoi abiti migliori, lasciava di sera la sua casa per andare alla casa dei genitori della sposa, accompagnato dai suoi amici. Di lì partiva il corteo diretto alla casa dello sposo o alla casa di suo padre, accompagnato da musicisti o cantori e di solito da persone che portavano lampade.

Lungo il tragitto, il corteo suscitava grande interesse. Alcuni vi si univano, particolarmente fanciulle che portavano lampade, illuminando il cammino e rendendo più pittoresca la celebrazione. (Ger. 7:34; 16:9; Isa. 62:5) Giacché non c’era fretta, lo sposo poteva trascorrere molto tempo a casa sua e, per di più, poteva esserci qualche ritardo prima che il corteo partisse dalla casa della sposa, così che si faceva molto tardi, e alcuni di quelli che aspettavano lungo la via potevano farsi prendere dal sonno e addormentarsi. I canti e le esultanze si udivano a notevole distanza, e quelli che erano desti, sentendoli, gridavano: ‘Ecco lo sposo!’ I compagni erano pronti a salutare lo sposo, e gli invitati alla cena di nozze entravano in casa con lui. Una volta che lo sposo e il suo seguito erano entrati in casa e avevano chiuso la porta, era troppo tardi perché gli invitati ritardatari potessero entrare. — Gen. 29:22; Matt. 22:1-3, 8.

Mentre consideriamo la parabola, vediamo come l’illustrazione corrispondeva al modo di vivere di quel tempo. La narrazione di Matteo 25:1-12 dice:

“Il regno dei cieli diverrà allora simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, andarono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque erano discrete. Poiché le stolte presero le loro lampade ma non presero con sé l’olio, invece le discrete presero l’olio nei loro ricettacoli, con le loro lampade. Mentre lo sposo ritardava, tutte sonnecchiarono e si addormentarono. Proprio nel mezzo della notte sorse un grido: ‘Ecco lo sposo! Uscitegli incontro’. Allora tutte quelle vergini si alzarono e misero in ordine le loro lampade. Le stolte dissero alle discrete: ‘Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade stanno per estinguersi’. Le discrete risposero con le parole: ‘Forse non ce n’è abbastanza per noi e per voi. Andate invece da quelli che lo vendono e compratevene’. Mentre andavano a comprarne, arrivò lo sposo, e le vergini che erano pronte entrarono con lui alla festa nuziale; e la porta fu chiusa. Più tardi venne anche il resto delle vergini, dicendo: ‘Signore, signore, aprici!’ Rispondendo, egli disse: ‘Vi dico la verità: Non vi conosco’”.

PERCHÉ VIENE USATO IL SIMBOLISMO DELLE “VERGINI”

Narrando questa parabola, Gesù non menzionò la sposa. Perché? Perché voleva dare risalto a certi aspetti delle responsabilità dei suoi unti “fratelli” generati dallo spirito mentre erano ancora sulla terra e prima che si unissero effettivamente a lui nei cieli mediante la risurrezione. Egli non voleva provocare confusione nell’intendimento dell’applicazione della parabola. Perciò in questa illustrazione si limitò a raffigurarli non come una “sposa”, ma come “dieci vergini”.

Mentre sono sulla terra gli unti sono considerati come “promessi in matrimonio” a Cristo, come caste vergini. (2 Cor. 11:2, 3) I pochi rimanenti di questa classe sulla terra sono ora “invitati al pasto serale del matrimonio dell’Agnello”. (Riv. 19:9) L’effettivo matrimonio avviene in cielo. Essi non hanno ancora ottenuto l’eredità celeste. La classe della “sposa” è scelta di fra le “dieci vergini”. Come indica la parabola, non tutte si mostrano discrete. Alcune sono stolte. Il termine “sposa” è applicato ai coeredi di Cristo come congregazione e come corpo celeste che sarà infine costituito da 144.000 persone. Come singoli, siano essi maschi o femmine, sono chiamati in vari modi: “figli di Dio”, “fratelli” di Cristo e “vergini”. — 1 Giov. 3:2; Matt. 25:40; Riv. 14:1, 4; Gal. 3:28.

In che modo sono “vergini”? La Bibbia lo spiega. Dei 144.000, che son visti stare con l’Agnello di Dio sullo spirituale monte Sion, essa dice: “Questi son quelli che non si contaminarono con donne [come la meretrice religiosa Babilonia la Grande e le sue figlie]; infatti, sono vergini. Questi son quelli che continuano a seguire l’Agnello ovunque vada”. (Riv. 14:4; 17:3-5) Dopo essere stati generati dallo spirito, con la speranza di regnare con Cristo nei cieli, essi non commettono “adulterio” spirituale con questo mondo. Perciò, questi cristiani non si contaminano con il sistema religioso e politico di questo mondo. Non si immischiano né si intromettono in alcun modo nella politica o nelle attività dei governi umani. — 2 Tim. 2:3, 4.

La posizione di questi cristiani “vergini” fu chiaramente delineata dall’apostolo Paolo quando scrisse: “In quanto a noi, la nostra cittadinanza esiste nei cieli, dal qual luogo pure aspettiamo premurosamente il salvatore, il Signore Gesù Cristo, che rimodellerà il nostro corpo umiliato onde sia conforme al suo corpo glorioso secondo l’operazione della potenza che egli ha, di sottoporsi ogni cosa”. (Filip. 3:20, 21) Questi cristiani sono amici delle persone, facendo visite a domicilio per recare loro la buona notizia del Regno. Ma non sono amici del mondo, cioè del sistema di cose di questo mondo. La Bibbia rimprovera severamente i cristiani professanti che sarebbero stati amici del mondo, dicendo: “Adultere, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia con Dio? Chi perciò vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. — Giac. 4:4; 1:27.

Quelli che ricevono la “chiamata celeste” da Dio devono dunque ‘rendere sicura la loro chiamata ed elezione’. (2 Piet. 1:10, 11) Essi desiderano ricevere il sigillo della finale approvazione di Dio prima che Dio ordini ai “quattro venti” di distruggere questo sistema di cose. (Riv. 7:1-8) Ciò richiede fedele devozione da parte loro, che siano “modellati secondo l’immagine del . . . Figlio” di Dio. (Rom. 8:29) Pertanto, essi sono simili alla vergine fidanzata in Israele, desiderosa di mantenersi pura e incontaminata. Ora, mentre sono sulla terra, si sottopongono all’autorità di Colui a cui sono promessi in matrimonio, in vista d’essere glorificati come sua “sposa” in cielo. (Col. 1:18) Nell’antico Israele la vergine fidanzata che commetteva fornicazione con un altro uomo era considerata adultera e messa a morte. (Deut. 22:23, 24) Similmente, gli infedeli perderebbero la speranza della vita celeste riservata a queste “vergini” fidanzate. — Riv. 21:7, 8.

TEMPO PER ESSERE SVEGLI PIÙ DEL SOLITO

Perciò, in questo tempo critico, è necessario essere insolitamente svegli, desti. L’apostolo Paolo dice loro: “Ora circa i tempi e le stagioni, fratelli, non avete bisogno che vi si scriva nulla. Poiché voi stessi sapete benissimo che il giorno di Geova viene esattamente come un ladro di notte. Quando diranno: ‘Pace e sicurezza!’ allora un’improvvisa distruzione sarà istantaneamente su di loro come il dolore di afflizione a donna incinta; e non sfuggiranno affatto. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno venga su di voi come su dei ladri, poiché siete tutti figli della luce e figli del giorno. Noi non apparteniamo né alla notte né alle tenebre. Non continuiamo dunque a dormire come fanno gli altri, ma stiamo svegli”. — 1 Tess. 5:1-6.

Perciò sarebbe disastroso, particolarmente in questo tempo, se uno qualsiasi di essi fosse spiritualmente addormentato, indifferente o negligente. Se seguissero le pratiche del mondo, o si infiacchissero nella predicazione del Regno, potrebbero trovarsi nella situazione di uno “schiavo malvagio”. Gesù disse che, se costui cominciasse a dire nel suo cuore: “‘Il mio signore ritarda’, e cominciasse a battere i suoi compagni di schiavitù e mangiasse e bevesse con gli ubriaconi inveterati, il signore di quello schiavo verrà in un giorno che non s’aspetta . . . e lo punirà con la massima severità e gli assegnerà la sua parte con gli ipocriti”. (Matt. 24:48-51) Ora non è tempo di associarsi con “ubriaconi” spirituali. Se qualcuna di queste “vergini” fidanzate a Cristo vive o parla ora come fanno quelli che sostengono i falsi sistemi religiosi di “Babilonia la Grande”, l’impero mondiale della falsa religione, mostra di ubriacarsi insieme a questo sistema paragonabile a una meretrice e riceverà “parte delle sue piaghe”. — Riv. 17:1, 2, 6; 18:4.

Vediamo dunque che la parabola di Gesù sulle “dieci vergini” costituisce un vigoroso avvertimento. Ma questa parabola ha un ulteriore significato. In che modo la parabola provvede una forte guida all’odierno popolo di Dio? Che cosa significano le “lampade”, l’“olio”, e altri simbolismi? Tali cose saranno considerate nel prossimo numero di questa rivista.

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