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  • w75 1/3 pp. 131-133
  • Le Nazioni Unite: Quanta forza hanno nel mondo?

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  • Le Nazioni Unite: Quanta forza hanno nel mondo?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1975
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  • COMINCIA IL DECLINO
  • UN FATTORE PRINCIPALE DEL DECLINO
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    Svegliatevi! 1972
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1975
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Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1975
w75 1/3 pp. 131-133

Le Nazioni Unite: Quanta forza hanno nel mondo?

NATA nel 1945, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha ora quasi trent’anni. Quanta forza ha oggi nel mondo? Dopo anni di apparente declino, attraversa ora un periodo di crescente vigore?

Secondo le indicazioni è così. I recenti avvenimenti indicano che questa organizzazione mondiale dovrà esercitare un ruolo molto significativo nei futuri affari mondiali. La profezia biblica addita la stessa direzione.

Si nutrirono luminose speranze quando nel 1945 le N.U. vennero all’esistenza alla Conferenza di San Francisco. “Il più importante convegno umano dall’Ultima Cena”, esclamò il Post di New York descrivendo la conferenza.

Il mondo era allora appena uscito dal più grande olocausto militare della storia umana, vividamente illuminato infine dalle devastatrici esplosioni delle bombe atomiche. La promessa che questa neonata organizzazione sarebbe stata lo strumento tramite cui tutte le nazioni avrebbero potuto unirsi negli interessi della pace e della sicurezza internazionale sembrò buona a chi era stanco della guerra. Ispirò visioni di una nuova èra di progresso e prosperità mediante una cooperazione internazionale senza parallelo nel passato.

Nei primi anni, le N.U. richiamarono l’attenzione del mondo. La formazione della Repubblica d’Israele, la disputa per il confine del Kashmir fra India e Pakistan, lo scoppio della guerra in Corea, l’incidente del Canale di Suez e simili avvenimenti tennero le N.U. sulla prima pagina dei giornali di tutto il mondo. Esse ottennero alcuni successi, tenendo sotto controllo parecchie situazioni potenzialmente esplosive essendo il mezzo per giungere a una tregua in alcuni casi e a una rapida cessazione dei conflitti in altri. Gli scintillanti edifici della loro sede centrale che sorgono sull’East River a Manhattan divennero una maggiore attrazione turistica.

COMINCIA IL DECLINO

Poi, negli anni sessanta, le N.U. cominciarono a scivolare in una relativa oscurità, perdendo la loro popolarità. Nel 1970 furono sarcasticamente definite da alcuni “Società dei dibattiti sull’East River”, “palco della propaganda” e “internazionale divano dello psichiatra” dove le nazioni andavano a esprimere le loro lamentele. Le gallerie dei visitatori erano in gran parte vuote. L’attenzione della stampa nei loro riguardi diminuì. Per qualche tempo le N.U. rischiarono il fallimento economico per mancanza d’appoggio da parte delle nazioni membri.

È vero che gli organismi delle N.U., come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Banca Mondiale, l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura e l’Organizzazione Educativa, Scientifica e Culturale delle Nazioni Unite, conseguivano tutti notevoli successi in remote parti della terra. Ma le N.U. dovevano essere primariamente uno strumento politico. Ed era nel campo della politica mondiale che appariva evidente la loro massima debolezza.

L’organizzazione, naturalmente, aveva insite in sé limitazioni e debolezze sin dalla sua formazione. Come dichiara il World Book Encyclopedia: “Le NU non sono un governo mondiale. Normalmente, possono solo fare studi e raccomandazioni”. Questo può dirsi particolarmente dell’Assemblea Generale, il principale corpo dell’organizzazione, che può redigere ed emanare risoluzioni, risoluzioni che però non sono vincolanti per i membri dell’organizzazione.

Il Consiglio di Sicurezza composto di quindici membri ha maggiore iniziativa e può prendere decisioni vincolanti. Comunque, ciascuno dei suoi cinque membri permanenti (Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna, Francia e Cina) ha il potere di veto.

L’attuale segretario generale delle N.U., Kurt Waldheim, riassunse il problema dicendo:

“Non dovete attendervi che le Nazioni Unite facciano miracoli. Siamo formati di nazioni sovrane. Possiamo solo fare ciò che le nazioni membri ci permettono di fare”.

L’unità è stata il fattore critico in qualsiasi decisiva azione compiuta dalla gigantesca organizzazione. E a un anno dalla loro formazione, l’unità delle Nazioni Unite era in gran parte solo nominale. La “guerra fredda” vide le nazioni comuniste opposte alle potenze occidentali.

Dobbiamo ricordare che la composizione delle N.U. nel 1945 era molto diversa da quella attuale. Gli originali membri dello statuto erano allora cinquantuno. Di essi, ventidue erano nell’emisfero occidentale (inclusi gli Stati Uniti e il Canada), un’altra dozzina erano dell’Europa occidentale e del Commonwealth Britannico delle Nazioni. Tra il resto, v’era solo un piccolo gruppo di paesi comunisti e di paesi neutrali.

Pertanto, i membri delle N.U. erano per la maggior parte alleati degli Stati Uniti, e per molti anni il modo in cui votarono gli Stati Uniti fu il modo in cui votò la maggioranza. Questa preponderanza di potere delle nazioni occidentali mise il blocco comunista, e l’Unione Sovietica, che ne era a capo, in una posizione sgradevole. Questa fu una delle ragioni principali per cui nei primi due decenni di esistenza delle N.U. l’Unione Sovietica usò più di cento volte il suo potere di veto contro le misure del Consiglio di Sicurezza. Negli anni sessanta la situazione aveva subìto un drammatico cambiamento. Le luminose speranze si erano affievolite, indebolite.

UN FATTORE PRINCIPALE DEL DECLINO

Nei primi cinque anni di vita dell’organizzazione, furono ammessi solo nove nuovi membri, per cui il totale dei membri salì a 60. Ma nel 1960 i membri erano 99. Oggi sono 135. La stragrande maggioranza dei nuovi membri sono paesi dell’Asia e dell’Africa (dove le colonie degli imperi di un tempo hanno costantemente ottenuto l’indipendenza, spesso con l’aiuto delle N.U.) Questa diversa composizione fu un principale fattore che fece perdere alle N.U. la loro importanza nel mondo. Perché?

Da un lato, questa espansione rese l’organizzazione veramente mondiale. Nello stesso tempo, comunque, l’influenza occidentale diminuì costantemente. Lo zelo e l’entusiasmo per l’organizzazione diminuirono, in particolar modo negli Stati Uniti.

Una maggiore causa di disillusione riguardava il voto nell’Assemblea Generale. Ivi uno qualsiasi degli ora numerosi piccoli paesi, alcuni dei quali hanno una popolazione inferiore a un milione di abitanti, aveva un potere di voto uguale a quello di nazioni grandi come Inghilterra, Brasile, Stati Uniti o Unione Sovietica. Questo era spesso deludente per le “superpotenze”.

Nello scorso decennio gli stati afroasiatici hanno ottenuto la maggioranza alle N.U. (più di 70 dei 135 membri). Questo contribuì senz’altro notevolmente al successo degli sforzi ventennali per ammettere come membro la Cina comunista, con la sua enorme popolazione di circa 800.000.000 di persone. Il fatto che nel 1971 divenne membro permanente del Consiglio di Sicurezza al posto della Cina Nazionalista pure contribuì a mutare radicalmente l’aspetto delle N.U. È chiaro che le cose non sarebbero mai più state come durante l’infanzia dell’organizzazione mondiale.

Nonostante l’espansione, agli occhi del mondo non c’era nessun notevole segno di rinnovato vigore delle N.U. Il cosiddetto “Terzo Mondo”, costituito dalle nazioni più povere e “in via di sviluppo”, era venuto a trovarsi nella straordinaria posizione di far approvare risoluzioni mediante l’Assemblea Generale nonostante l’opposizione delle “superpotenze”. Ma le nazioni del “Terzo Mondo” non avevano i mezzi per dare forza a queste risoluzioni. Il generale stato di frustrazione continuò e la gigantesca organizzazione si contorse, gemé e strepitò, ma in linea generale non poté coordinare le sue forze per un’azione decisiva.

Pertanto, come disse un articolo di fondo della rivista Life nel 1970: “L’interesse nazionale è ancora il comune denominatore della politica internazionale, e il vero potere risiede dove ha sempre risieduto: nei governi e nelle forze militari delle grandi potenze”.

Perché c’è dunque ragione di credere che le Nazioni Unite stiano ora riacquistando potere? Quali fattori vi contribuiscono? Che parte avrà ancora questa organizzazione mondiale nel futuro di tutto il genere umano?

[Cartina a pagina 133]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

L’area terrestre colorata rappresenta membri o territori delle N.U. e territori in amministrazione fiduciaria di membri delle N.U. Le poche aree in bianco rappresentano nazioni che non sono membri.

Quando le N.U. salirono a 135 nazioni membri, l’organizzazione divenne realmente mondiale. Per questo le N.U. sono notevolmente cambiate da un’organizzazione composta soprattutto di nazioni occidentali a un’organizzazione in cui gli stati afro-asiatici sono la maggioranza

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