Domande dai lettori
● Che cosa significano le parole di Paolo in I Corinti 7:29: “Quelli che hanno moglie siano come se non l’avessero”?
L’ammonizione ispirata dell’apostolo Paolo fa parte di una considerazione che raccomanda lo stato da non coniugati come il migliore, per la ragione che permette ai cristiani di mostrare “costante assiduità verso il Signore senza distrazione”. (1 Cor. 7:32-35) Il consiglio che i mariti siano ‘come se non avessero moglie’ deve perciò mettersi in relazione col servizio a Geova Dio con piena devozione.
Molte persone sposate si comportano come se il loro matrimonio fosse la sola cosa importante nella vita. Si preoccupano tanto di piacere al proprio coniuge che le cose spirituali, se non sono completamente ignorate, sono almeno trascurate. Il marito cristiano, però, comprende che la sua relazione con Dio deve avere il primo posto nella sua vita. Egli deve vivere per Geova con tutto il cuore. (Rom. 14:8) Il suo amore verso Dio non dev’essere meno esclusivo di quello delle persone che non sono coniugate. Senza tener conto di ciò che può accadere, non dovrebbe permettere che il suo matrimonio interferisse nel suo giusto servizio a Dio quale devoto discepolo del Signore Gesù Cristo. Questo sarebbe in armonia con le parole di Gesù: “Se alcuno viene a me e non odia [ama in minor grado] suo padre e la madre e la moglie e i figli e i fratelli e le sorelle, sì, e la sua stessa anima, non può essere mio discepolo”. — Luca 14:26; si paragoni Matteo 10:37.
Non si dovrebbe capire che il consiglio di Paolo significhi che i mariti cristiani devono trascurare la moglie, trattarla come se non esistesse. Al contrario, ai cristiani efesini Paolo diede istruzione: “I mariti devono amare le loro mogli come i propri corpi. Chi ama la moglie ama se stesso, poiché nessun uomo odiò mai la propria carne; ma la nutre e ne ha tenera cura”. (Efes. 5:28, 29) Quindi il marito cristiano non dovrebbe trascurare le sue responsabilità coniugali. In ogni tempo, comunque, dovrebbe seguire il consiglio di Paolo edificando tutta la sua vita intorno alla propria relazione con Dio. Non dovrebbe fare del suo matrimonio tutta la sua vita, ma dovrebbe comportarsi in modo che, fin dove è possibile, il suo matrimonio contribuisca alla sua relazione con Dio.
L’ammonizione data dall’apostolo Paolo dovrebbe anche essere considerata alla luce della speranza che nutrivano tutti quelli ai quali scriveva. Le persone alle quali si rivolgeva (mariti, mogli e anche persone non sposate) erano cristiani unti con lo spirito che avevano dinanzi a sé la prospettiva d’essere uniti al Signore Gesù Cristo nei cieli dopo la loro morte e risurrezione. Pertanto, tutti i vincoli e i legami terreni, inclusi i vincoli coniugali, sarebbero giunti da ultimo a una completa fine, per non essere più ripresi. Nessuna tristezza, gioia o possedimento terreno li avrebbe accompagnati in cielo. Poiché avrebbero dovuto lasciare ogni cosa di natura terrena, non avrebbero dovuto permettere che tali cose assumessero nella loro vita un’indebita importanza.
E poi, anche durante il tempo della loro vita sulla terra, le cose non sarebbero rimaste necessariamente le stesse. Come l’apostolo Paolo indicò: “La scena di questo mondo cambia”. Quindi non era saggio che i cristiani divenissero indebitamente attaccati a relazioni e possedimenti che non erano permanenti. Se avessero fatto questo, la perdita di moglie, amico oppure possedimenti materiali avrebbe potuto farli scoraggiare fino a rinunciare alla loro preziosa relazione con Dio. — 1 Cor. 7:30, 31.
Oggi i servitori di Geova Dio che sperano di ottenere la vita sulla terra pure possono trarre beneficio dall’ispirata ammonizione di Paolo. Anche nel loro caso, possedimenti e relazioni terrene non sono permanenti. Il tempo e gli avvenimenti imprevisti capitano a tutti, privandoli a volte di possedimenti, amici e coniuge. In quanto ai possedimenti materiali, nessuno dovrebbe attendersi che Geova li preservi attraverso la “grande tribolazione”. Geova ha promesso di preservare la vita, non i possedimenti materiali. Quindi la cosa di massima importanza nella vita di ogni cristiano dovrebbe essere non il matrimonio, i possedimenti o qualsiasi altra cosa terrena, ma la sua buona relazione con Dio. La nostra vita dipende dal mantenere tale relazione.