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  • Genesi, la base e il modello
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
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  • CADUTA NEL PECCATO E RISCATTO DI CRISTO
  • DA ABELE ALLA TORRE DI BABELE
  • ABRAAMO, ISACCO E GIACOBBE
  • GENESI STABILISCE IL MODELLO
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
w76 1/7 pp. 412-415

Genesi, la base e il modello

QUALE libro è paragonabile alla Bibbia? Essa è senza pari, sia che la consideriate come genere letterario, poetico o drammatico, come storia, come profezia o come guida per vivere saggiamente e giustamente. Consta di sessantasei “libri”, scritti da una quarantina di uomini in un periodo di circa sedici secoli.

Molto appropriatamente, il primo libro, Genesi, fornisce la base e stabilisce il modello per i libri successivi. Senza di esso non si potrebbe comprendere molto di ciò che si trova nel resto della Bibbia, poiché non solo gli scrittori successivi fanno pensare che conoscevano bene Genesi, ma prendono anche per scontato il fatto che è un libro storico, ciò che è in effetti. Per esempio, esso fornisce la base per gli elenchi genealogici contenuti nei libri di Primo Cronache, Matteo e Luca.

Genesi, e specialmente i capitoli da 1 a 11, è stato il bersaglio preferito di chi nega che Dio sia disposto a fare miracoli. Ma Genesi, e in particolare quegli undici capitoli, fornisce la base o il fondamento di ciò che segue nella Bibbia. Accusare questo libro d’essere fatto di miti è come cercare di immaginare un grattacielo di sessantacinque piani sospeso in aria, senza pianterreno o senza fondamento su cui poggiare.a

In origine, Genesi era solo la prima parte del Pentateuco (che significa “Cinque libri”), che include quelli che ora sono i primi cinque libri della Bibbia. Sia i Giudei che i primi cristiani accettarono Mosè come loro scrittore. Questi cinque libri, Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio furono chiamati Torah, o Legge, e nelle Scritture successive, questa Legge è attribuita ventisette volte a Mosè.

Logicamente, Genesi comincia narrando della creazione dell’universo. Degli scritti sacri delle maggiori religioni del mondo solo la Bibbia narra che Dio creò qualcosa dal nulla, e questo è uno dei significati della parola ebraica resa “creare”. Più volte, nel resto della Bibbia, Dio è raffigurato come Creatore dell’universo. Un esempio tipico è il capitolo 40 di Isaia, che ci incoraggia a rivolgerci a Dio con fede a motivo della sua grande potenza e sapienza manifesta nella creazione dei cieli stellati. Vedere anche Isaia 45:12, 18; Atti 14:15; 17:24; Rivelazione 10:6.

Successivamente, Genesi parla di sei “giorni”, o epoche, nelle quali il Creatore preparò la terra come dimora dell’uomo, e creò l’uomo e la donna.b Il sabato degli Israeliti si basa sul racconto di questi fatti: “Poiché in sei giorni Geova fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposava il settimo giorno”. (Eso. 20:11) In Ebrei, capitoli 3 e 4, i cristiani sono esortati a riposarsi dalle loro opere esercitando fede, come Dio si riposò dalle sue. Vedere anche Salmo 95:11.

Il capitolo 2 di Genesi fornisce ulteriori particolari sulla creazione dell’uomo e della donna da parte di Dio, e su come divennero “una sola carne”. Gesù Cristo citò questo capitolo definendo le norme cristiane relative al matrimonio e al divorzio. (Gen. 2:24; Matt. 19:4-6) E l’apostolo Paolo si basa su questo racconto per spiegare il principio dell’autorità fra i cristiani e particolarmente nella congregazione cristiana. L’uomo ha la precedenza, poiché ‘l’uomo fu formato per primo’. — 1 Tim. 2:13; 1 Cor. 11:7-9.

CADUTA NEL PECCATO E RISCATTO DI CRISTO

Il capitolo 3 di Genesi narra che Eva fu ingannata, che Adamo si unì a lei nella trasgressione e che furono condannati a morte. Paolo accenna a questo racconto avvertendo i cristiani degli stratagemmi di Satana e dando risalto alla posizione di sottomissione della donna: “Temo che in qualche modo, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, le vostre menti siano corrotte”. “Adamo non fu ingannato, ma la donna fu completamente ingannata”. — 2 Cor. 11:3; 1 Tim. 2:14.

Le Scritture Greche Cristiane mostrano che, in seguito alla caduta dell’uomo nel peccato e nella morte, Dio fu spinto a mostrare la sua immeritata benignità provvedendo il riscatto. “Poiché se per il fallo di un uomo molti son morti”, il gratuito dono di Dio mediante il “solo uomo Gesù Cristo [è abbondato] assai di più a molti”. Ciò smentisce l’insegnamento dell’evoluzione, che nega la caduta dell’uomo nel peccato. Solo in base al racconto di Genesi ha senso che Gesù dicesse d’essere venuto “per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti”, o che Giovanni Battista salutasse Gesù chiamandolo “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Sì, “come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi”. — Rom. 5:15; Matt. 20:28; Giov. 1:29; 1 Cor. 15:22.

DA ABELE ALLA TORRE DI BABELE

Il capitolo 4 di Genesi narra il primo omicidio, l’uccisione di Abele da parte di suo fratello Caino. Avvertendoci di non odiare i nostri fratelli, l’apostolo Giovanni accenna a quell’avvenimento: “Dobbiamo avere amore gli uni per gli altri; non come Caino, che ebbe origine dal malvagio e scannò il suo fratello” perché “le sue opere erano malvage, ma quelle del suo fratello erano giuste”. (1 Giov. 3:11, 12) Il quinto capitolo dice che Enoc camminò con Dio. Sia Paolo che Giuda fanno riferimento alla giusta condotta di Enoc. — Ebr. 11:5; Giuda 14, 15.

La vita di Noè e il diluvio a cui egli e la sua famiglia sopravvissero sono narrati nei capitoli da 6 a 9 di Genesi. Profeti come Isaia menzionano il diluvio e Noè. Anche Gesù predisse che, come al tempo del Diluvio un mondo di persone indifferenti perì, così sarebbe accaduto al termine di questo sistema di cose. (Isa. 54:9; Matt. 24:37-39) Anche Paolo e Pietro menzionano Noè e il diluvio. (Ebr. 11:7; 1 Piet. 3:20; 2 Piet. 2:5) Il capitolo 10 di Genesi ci fornisce “l’elenco delle nazioni”. L’archeologo W. F. Albright dichiarò che questo “è tuttora un documento straordinariamente accurato”. Genesi capitolo 11 descrive l’origine di Babele, o Babilonia, e come Dio confuse le lingue dell’umanità.

ABRAAMO, ISACCO E GIACOBBE

Nei restanti capitoli, da 12 a 50, troviamo la storia particolareggiata dei tre patriarchi della nazione d’Israele. Essi sono menzionati ripetutamente nel resto della Bibbia. Infatti, il nome di Abraamo ricorre in ventisei libri successivi, e sia Stefano, il primo martire cristiano, che Paolo parlano estesamente del suo soggiorno come residente forestiero (nonché di quello di Isacco e Giacobbe). (Atti 7:2-16; Ebr. 11:8-22) In Galati 3:16, 29 apprendiamo che Gesù Cristo e i membri associati a lui nel suo corpo sono il seme spirituale di Abraamo. Pertanto è richiamata l’attenzione sull’adempimento della promessa che Dio aveva fatta ad Abraamo, quasi duemila anni prima, secondo la quale ‘tutte le nazioni della terra si sarebbero certamente benedette per mezzo del suo seme’. (Gen. 22:17, 18; vedere Genesi 3:15). Veramente, il racconto che Genesi fa della promessa abraamica costituisce la base per capire molto di ciò che segue nella Bibbia.

I capitoli da 11 a 19 di Genesi narrano avvenimenti della famiglia di Lot e di Sodoma e Gomorra. Gesù avvertì di non essere come la moglie di Lot, che perse la vita perché disubbidì guardando indietro, verso la città condannata di Sodoma, e predisse che come fu ai giorni di Lot, così sarebbe accaduto ai giorni del Figlio dell’uomo. (Luca 17:28-32) Confermando Genesi, sia Pietro che Giuda fecero commenti sulla depravazione di Sodoma, e anche Gesù la citò come una città malvagia, ma definì anche più biasimevoli le città che respinsero il suo messaggio del Regno. — Luca 10:12; 2 Piet. 2:6; Giuda 7.

Isacco, figlio di Abraamo, fu fedele e ubbidiente, come suo padre, e così pure si comportò Giacobbe, figlio di Isacco. Giacobbe apprezzò veramente le cose sacre, come ad esempio mostrando di voler ottenere il diritto di primogenito e lottando tutta la notte con un angelo per ottenere una benedizione, fatti a cui si fa riferimento anche in Osea 12:3. Sul letto di morte Giacobbe pronunciò una straordinaria profezia relativa ai suoi figli. (Gen. 49:1-28) Ma siamo avvertiti di non essere come Esaù, fratello di Giacobbe, che non apprezzò le cose sacre. — Ebr. 12:16; Gen. 25:34.

Dei dodici figli di Giacobbe, si distinsero Giuda e Giuseppe. Giuda “mostrò d’essere superiore fra i suoi fratelli”. (1 Cron. 5:2) Da Giuda, doveva venire Silo il Messia e, in effetti, Gesù Cristo nacque in quella tribù. Gesù è definito “il Leone che è della tribù di Giuda”. — Riv. 5:5; Gen. 49:10.

I capitoli da 37 a 50 di Genesi mostrano che Giuseppe fu irreprensibile in ogni cosa. Benché venduto schiavo, si mantenne integro verso il suo Dio Geova. Come risultato, fu benedetto fino al punto di divenire il primo ministro della potenza mondiale d’Egitto e di salvare il suo popolo, oltre alla famiglia di suo padre. — Atti 7:9-14.

GENESI STABILISCE IL MODELLO

Il libro di Genesi ci fornisce davvero la base per gran parte di ciò che è scritto nel resto della Bibbia. Non solo, ma stabilisce anche il modello per il resto della Parola di Dio, quale rivelazione della sua volontà e del suo proposito per l’umanità. Genesi stabilisce anche il modello biblico perché dice la verità riguardo alla natura umana, si distingue per la sua franchezza e rivela gli attributi o le qualità di Dio.

Genesi 1:26-28 fa conoscere il proposito di Geova Dio riguardo alla terra e all’uomo: che l’uomo fosse fecondo, empisse la terra, la soggiogasse ed esercitasse il dominio sulle altre creature. La preghiera modello del Padre Nostro e la profezia di Rivelazione 21:4 — che non ci sarà più morte, né dolore, né grido, né pena — ci assicurano che un giorno la volontà e il proposito di Dio relativi alla terra e all’uomo si adempiranno completamente. Genesi 3:15 dichiara la prima profezia messianica, che il seme spirituale della donna, vale a dire il Cristo, avrebbe ferito la testa del serpente, Satana il Diavolo, e a questo si fa riferimento in Romani 16:20. Genesi 22:15-18 rivela la parte che ebbe Abraamo in relazione a quel seme, come si è notato sopra.

Relativamente alla natura umana, il libro di Genesi narra pure come Satana arrivò ad Adamo per mezzo di Eva, ingannando prima lei. Nello stesso modo, uomini senza scrupoli si servono di donne per prendere al laccio le loro vittime, come fecero i Filistei che si servirono di Delila per prendere in trappola Sansone. (Giud. 16:4-21) Dio disse che Adamo avrebbe dominato sua moglie. E nel corso dei secoli tanti uomini hanno seguìto Adamo e come hanno dominato ingiustamente le loro mogli! E quanto si addice alla decaduta natura umana la gelosia omicida di Caino nei riguardi di Abele, e quella dei fratelli di Giuseppe, perché il padre Giacobbe lo aveva favorito.

Facendo ulteriore luce sulla decaduta natura umana, Genesi parla delle debolezze dei servitori di Dio: Noè si ubriaca; Ruben, primogenito di Giacobbe, ‘profana il giaciglio di suo padre’ avendo relazione con una concubina di Giacobbe; la sanguinaria crudeltà di Simeone e Levi, due altri figli di Giacobbe, che uccisero i maschi di un’intera tribù perché uno di essi aveva violato la loro sorella. Tra parentesi, si noti che questa franchezza di Genesi confuta le asserzioni dei critici secondo cui i primi scrittori attribuivano ai loro personaggi buone qualità immaginarie! — Gen. 49:3-7.

In particolare, il libro di Genesi stabilisce il modello per i successivi libri della Bibbia rivelandoci le incomparabili qualità di Geova e come egli ricompensa quelli che lo servono e si comportano rettamente. Narrando che creò tutte le cose visibili e invisibili attesta senz’altro l’amore del Creatore come Datore della vita, la sua infinita sapienza e la sua onnipotente possanza. Dando ad Adamo il mandato di empire la terra, soggiogarla e dominare sulla creazione animale della terra, Dio diede un’altra prova di amore verso Adamo e la sua futura progenie. Proibendo il frutto di un certo albero, Geova richiamò l’attenzione sulla sua sapienza e giustizia. Solo superando tale prova di ubbidienza Adamo poteva mostrar di apprezzare tutte le Sue benedizioni.

Quando Adamo ed Eva si ribellarono, entrò in gioco la giustizia di Dio e per mostrarsi coerente dovette condannarli a morte. Tuttavia, lasciandoli vivere fuori del Giardino d’Eden, Dio mostrò misericordia alla loro progenie che non era ancora nata, dandole un’opportunità di ottenere la vita.

Quando la terra si corruppe, perché gli angelici figli di Dio erano scesi sulla terra e avevano sposato le figlie degli uomini, Dio manifestò potenza, purificando la terra per mezzo del Diluvio. Ma di nuovo, per misericordia, risparmiò Noè e la sua famiglia e le specie rappresentative di tutti gli animali. La giustizia di Dio è evidente anche nel fatto che, dopo il Diluvio, decretò la sentenza di morte per gli omicidi. Dando un’altra dimostrazione di misericordia, Dio provvide per Lot e per le sue figlie quando distrusse Sodoma e Gomorra.

Le qualità divine di giustizia, sapienza e amore sono rese manifeste anche nel modo in cui Dio trattò i patriarchi. Leggiamo che Abraamo, e in seguito Isacco, morirono ‘vecchi e soddisfatti’. (Gen. 25:8; 35:29) Che vita soddisfacente condusse Giacobbe con i suoi grandi greggi e la sua famiglia numerosa, e Giuseppe come fu largamente ricompensato da Geova Dio per aver mantenuto l’integrità!

Non c’è dubbio, il libro di Genesi provvede la base per gran parte di ciò ch’è scritto nei successivi sessantacinque libri della Bibbia. Stabilisce pure un modello per essi essendo una rivelazione della volontà e del proposito di Dio per l’umanità.

Del libro di Genesi, come del resto delle Sacre Scritture, si può dire veracemente che è “[ispirato] da Dio e utile per insegnare, per rimproverare, per correggere, per disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona”. — 2 Tim. 3:16, 17.

[Note in calce]

a Per rispondere alle solite obiezioni mosse a ciò che dicono i capitoli da 1 a 11 di Genesi, si veda L’uomo è venuto per mezzo dell’evoluzione o per mezzo della creazione? e È la Bibbia realmente la Parola di Dio?

b Un illustre geologo d’America, Wallace Pratt, ha dichiarato: “Se come geologo fossi chiamato a spiegare in breve le nostre idee moderne sull’origine della terra e sullo sviluppo della vita su di essa a un popolo semplice e dedito alla pastorizia, come le tribù a cui fu diretto il Libro di Genesi, difficilmente saprei fare di meglio che seguire piuttosto da vicino gran parte del linguaggio del primo capitolo di Genesi”. Commentando i sei “giorni”, egli ha chiesto: “Non ci è forse assicurato che presso il Creatore, ‘un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno’?” — The Lamp, autunno del 1971, Vol. 53, N. 3.

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