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  • Abbiate fiducia nella rettitudine e nella giustizia di Dio

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  • Abbiate fiducia nella rettitudine e nella giustizia di Dio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1976
w76 15/11 pp. 696-701

Abbiate fiducia nella rettitudine e nella giustizia di Dio

1, 2. Perché alcuni conoscenti potrebbero non invitarvi a partecipare a qualche attività scorretta?

SUPPONETE che al lavoro, a scuola o nel quartiere, un gruppo di persone decida di andare a vedere un film immorale. Poi qualcuno fa il vostro nome, chiedendosi se forse volete andare con loro. Come pensate che risponderebbero quelli che vi conoscono? Direbbero: ‘Oh, è inutile invitare lui (o lei). È roba che non gli interessa; non è il suo genere’. Dovrebbero senz’altro pensarla così quando si tratta degli interessi e delle occupazioni di un cristiano. — 2 Tim. 2:19.

2 Che cosa indurrebbe questi conoscenti a reagire in tal modo? Conoscendo i vostri princìpi e avendo osservato come avete agito in passato, potrebbero dire con certezza come vi comportereste in questa situazione.

3. A motivo di che cosa possiamo essere sicuri che la condotta di Dio sarà sempre giusta e retta?

3 Se gli uomini dotati di spirito d’osservazione sono in grado di sapere quale condotta seguirà il cristiano, quanto più possiamo essere sicuri della condotta che Geova Dio terrà in certe situazioni. In Eden sorse una contesa morale circa la sovranità universale di Geova e la giustezza del modo in cui trattava gli uomini. Questa contesa doveva essere risolta. Le pagine della storia biblica riportano i passi progressivi che Geova ha fatti verso la finale soluzione di quella contesa. E questo stesso racconto ci provvede ampia ragione per avere fiducia che egli farà sempre ciò che è giusto e retto. Il racconto ci assicura pure che la condotta seguita da Geova sarà sempre nel durevole e migliore interesse degli uomini, oltre a essere giusta e retta.

4. Il fatto che Geova permise che l’umanità soffrisse dimostra forse che sia ingiusto e iniquo?

4 L’apostolo Paolo scrisse: “Poiché la creazione [l’umanità discesa da Adamo ed Eva] fu sottoposta alla futilità [essendo nata nel peccato e dovendo morire], non di propria volontà [noi uomini non possiamo fare nulla riguardo al peccato di Adamo che ha recato su di noi il peccato e l’imperfezione] ma per mezzo di colui [Dio] che la sottopose [permettendo ad Adamo d’avere figli], in base alla speranza che la creazione stessa sarà pure resa libera dalla schiavitù alla corruzione e avrà la gloriosa libertà dei figli di Dio”. (Rom. 8:20, 21) Sì, Dio non fu affatto ingiusto o iniquo permettendo agli uomini di nascere, benché dovessero subire dolori e avere problemi nella vita, poiché a suo tempo Dio pose dinanzi a loro anche l’opportunità di avere la vita perfetta nel paradiso per sempre.

5. Come siamo oggi particolarmente privilegiati rispetto alla “schiavitù alla corruzione” dell’umanità?

5 Oggi siamo particolarmente privilegiati, poiché siamo alle soglie del nuovo ordine di Dio in cui l’ubbidiente umanità ‘sarà resa libera dalla schiavitù alla corruzione’. L’adempimento della profezia biblica prova che dal 1914 siamo nella “generazione” che vedrà Dio annientare la malvagità sulla terra e stabilire un paradiso in ogni parte d’essa. Quindi i testimoni di Geova sono impegnati a proclamare la “buona notizia del regno”, che recherà agli uomini leali a Geova “la gloriosa libertà dei figli di Dio”. — Matt. 24:3-14, 21, 34.

PREDICAZIONE A TUTTI I POPOLI: COME?

6. Quali domande potrebbero sorgere riguardo alle parole di Gesù in Marco 13:10?

6 Gesù disse: “In tutte le nazioni si deve prima predicare la buona notizia”. (Mar. 13:10) Nonostante gli strenui sforzi dei testimoni di Geova, pare ci siano ancora centinaia di milioni di persone che non hanno ricevuto una testimonianza personale. Anche nei paesi dove i Testimoni predicano, ci sono alcuni che non hanno ricevuto il messaggio. E milioni di altri abitano in luoghi dove ci sono pochi Testimoni, se pure ce ne sono. È possibile che il vitale messaggio del Regno raggiungerà tutti in tempo? In tal caso, come? Dobbiamo ‘lasciare che Dio se ne occupi’, o vi siamo in qualche modo coinvolti? Quale sarà il giudizio di Dio?

7. Perché possiamo confidare che Marco 13:10 si adempirà?

7 Se l’opera di predicazione fosse dagli uomini, questo potrebbe essere un motivo di preoccupazione. L’impresa apparirebbe troppo grande in considerazione delle barriere politiche che ora ritardano l’opera di predicazione in alcuni paesi, oltre al fatto che in seguito all’“esplosione demografica” ogni anno ci sono altri milioni di persone che non hanno udito il messaggio. Ma, felicemente, Colui che determina fino a che punto si deve dare testimonianza alle nazioni non è un uomo o un gruppo di uomini; è Geova Dio! Ciò che farà sarà in piena armonia con ciò che è, un Dio saggio, giusto, amorevole e compassionevole. Perché possiamo esserne sicuri?

8. Come considera Geova il fatto che gli uomini ottengano la vita eterna?

8 Geova mandò suo Figlio sulla terra quale “riscatto corrispondente per tutti”. (1 Tim. 2:6; Giov. 3:16) Dio ci assicura che non desidera che alcuno perda la vita a causa della disubbidienza. Come dice II Pietro 3:9: “Geova non è lento riguardo alla sua promessa, . . . ma è paziente verso di voi perché non desidera che alcuno sia distrutto ma desidera che tutti pervengano al pentimento”. Poiché “vuole che tutti gli uomini si salvino e arrivino alla conoscenza della verità”, il Creatore ha dato agli uomini il tempo di udire in merito alla salvezza e di pentirsi. (1 Tim. 2:4, versione di Salvatore Garofalo) Che Geova abbia fatto proclamare dai suoi Testimoni la “buona notizia” in oltre 200 paesi e isole del mare è una prova che si interessa delle persone; Geova vuole che siano ubbidienti e ottengano la benedizione della vita eterna. — Rom. 6:23; Ebr. 5:9; confrontare Isaia 55:6, 7; Malachia 3:7.

9. (a) Com’è possibile che l’opera di predicazione si possa ancora fare in proporzioni maggiori? (b) Quali esempi lo confermano?

9 Non sappiamo fino a che punto si dovrà ancora fare l’opera di testimonianza. Non dobbiamo trascurare che Geova è responsabile di quest’opera e la fa sorvegliare dagli angeli in cielo. (Riv. 14:6, 7) Guardate ciò che accadde in un solo giorno dell’anno 33 E.V.! (Atti 2:37-42) Nei tempi moderni, pensate a ciò che è avvenuto nell’Unione Sovietica. Non molti anni fa poteva sembrare impossibile immaginare che la “buona notizia” sarebbe stata predicata in tutto quel paese comunista. Ma ora è predicata perfino nella remota Siberia. In The Kremlin’s Human Dilemma, Maurice Hindus scrive dei testimoni di Geova:

“Non c’è modo di fermarli. Annientati in un posto, saltano fuori in un altro, ora nella Russia Europea, ora in Siberia. . . . Sembrano così indistruttibili quanto la polizia sovietica che è decisa a farli sparire dalla scena sovietica”. — Pag. 304.

E in molti paesi le Sale del Regno sono gremite al punto da sbalordire quelli che partecipavano all’opera di predicazione prima del 1965. Sì, Geova fa predicare il suo messaggio.

10. Riguardo a questa predicazione, noi su che cosa dovremmo concentrarci?

10 Poiché siamo sicuri che il nostro onnipotente e giusto Dio deciderà quando la predicazione sarà stata compiuta nella misura che egli si propone, possiamo concentrarci con mente sincera su quello che noi dobbiamo fare. Egli non ha detto a noi di determinare quando la predicazione sarà stata fatta nella misura sufficiente, ma ci ha detto di continuare a dichiarare la buona notizia. Sono in gioco delle vite. Questa considerazione, oltre al fatto che sappiamo che Dio ci ha dato il comando di predicare, dovrebbe spronarci all’azione!

11. (a) Quale lezione possiamo imparare dalle parole di Geova in Ezechiele 33:7-9? (b) Quale preoccupazione dovremmo avere riguardo alla predicazione, a somiglianza di Paolo?

11 Possiamo imparare una lezione da ciò che Geova Dio disse della responsabilità di Ezechiele riguardo a un’imminente distruzione:

“Ti ho fatto sentinella alla casa d’Israele, e tu devi udire dalla mia bocca la parola e dare loro l’avvertimento da parte mia. Quando dico a qualcuno malvagio: ‘O malvagio, positivamente morrai!’ ma tu in effetti non parli per avvertire il malvagio dalla sua via, egli stesso morrà come malvagio nel suo proprio errore, ma io richiederò il suo sangue dalla tua propria mano. Ma riguardo a te, nel caso che tu effettivamente avverti qualcuno malvagio perché si volga dalla sua via ma egli effettivamente non si volge dalla sua via, egli stesso morrà nel suo proprio errore, mentre tu stesso per certo libererai la tua propria anima”. — Ezec. 33:7-9.

Geova pronunciò queste parole prima della distruzione di Gerusalemme nel 607 a.E.V. Ma esse sono significative anche per i cristiani d’oggi i quali hanno un messaggio che avverte e invita le persone a ‘volgersi dai loro peccati e praticare il diritto e la giustizia’. (Ezec. 33:14) Il nostro interesse dovrebbe essere simile a quello dell’apostolo Paolo:

“Paolo si occupava intensamente della parola, testimoniando ai Giudei per provare che Gesù è il Cristo. Ma opponendosi essi e parlando ingiuriosamente, scosse le sue vesti e disse loro: ‘Il vostro sangue ricada sulle vostre proprie teste. Io ne sono puro’”. — Atti 18:5, 6.

Avendo a disposizione tante prove che il termine di questo sistema di cose malvagio è vicino, anche noi dovremmo ‘occuparci intensamente della parola, testimoniando’. Così facendo, potremo essere ‘puri del sangue di tutti gli uomini’, e attendere che Dio decida quando l’opera di predicazione sarà stata compiuta a sua soddisfazione. — Atti 20:26.

QUALE SARÀ IL SUO GIUDIZIO?

12, 13. (a) C’è ragione di preoccuparsi in merito al giudizio di Geova al termine del sistema di cose? (b) Come questo è confermato da ciò che leggiamo in Ezechiele 33:17?

12 In relazione con il problema della misura in cui la buona notizia del Regno dev’essere ancora predicata, certuni sono in ansia per il giudizio di Geova al termine del sistema di cose. Sono alquanto preoccupati pensando se il giudizio di Geova sarà retto e giusto.

13 Ma c’è realmente alcuna ragione di preoccuparsi, dal momento che Geova sarà responsabile del risultato? Tempo fa il profeta Isaia scrisse di Geova Dio: “Con chi si consultò egli perché alcuno gli facesse comprendere, o chi gli insegna nel sentiero del diritto, o gli insegna conoscenza, o gli fa conoscere la medesima via del reale intendimento?” (Isa. 40:14) Non è forse vero che nessun uomo ha mai avuto bisogno d’insegnare a Dio la rettitudine e la giustizia? Quando alcuni Israeliti dissero: “La via di Geova non è propriamente giusta”, di chi era la colpa? Non di Geova, ma di quegli uomini imperfetti con la loro veduta imperfetta di ciò che è giusto. Infatti Ezechiele scrisse: “In quanto a loro, è la loro via che non è propriamente giusta”. (Ezec. 33:17) Possiamo avere l’assoluta fiducia che al termine del sistema di cose il giudizio di Geova sarà giusto, retto, amorevole e misericordioso.

14. A quale tempo si riferisce l’illustrazione delle pecore e dei capri?

14 Un’illustrazione di Gesù ci fornisce alcune informazioni su quel giudizio. Gli apostoli avevano domandato a Cristo quale sarebbe stato ‘il segno della sua presenza e del termine del sistema di cose’. (Matt. 24:3) L’ultima parte della sua risposta fu la parabola delle pecore e dei capri. (Matt. 25:31-46) Questa illustrazione si riferisce al tempo attuale, perché nel 1914 E.V. cominciò la sua “presenza” nel potere del Regno in cielo; allora ‘il Figlio dell’uomo arrivò nella sua gloria e si sedette sul suo glorioso trono’. (Matt. 25:31; Dan. 7:13, 14) Che essa si applichi al periodo che va dall’inizio della sua “presenza” alla distruzione del sistema di cose è pure confermato dal fatto che Gesù disse che i suoi fratelli spirituali, il rimanente dei 144.000, sarebbero stati maltrattati e imprigionati; questo è qualcosa che accade loro adesso, non qualcosa che avverrà nel Nuovo Ordine. — Riv. 12:17.

15. Perché possiamo concludere che questo è un tempo di giudizio?

15 Nell’illustrazione Gesù disse che durante questo periodo, “tutte le nazioni saranno radunate dinanzi a lui [come Re insediato sul trono], ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri”. (Matt. 25:32) Questa non è una temporanea soluzione del problema, ma implica giudizi decisivi emanati da colui che Geova ha costituito per “giudicare i vivi e i morti”. (2 Tim. 4:1; Giov. 5:26, 27) Allora possiamo concludere che durante questo periodo gli atteggiamenti e le azioni di alcuni saranno tali da far loro meritare la distruzione eterna? Benché alcuni esitino a trarre tale ferma conclusione, notate ciò che disse Gesù di quelli che ora mostrano d’essere “capri”: “Andatevene da me, voi che siete stati maledetti, nel fuoco eterno preparato per il Diavolo e per i suoi angeli”. (Matt. 25:41, 46; 2 Tess. 1:6-9) Questo è dunque un tempo in cui è in gioco la vita eterna di tali persone; è un tempo di giudizio.

16, 17. (a) Perché gli uomini non sono in grado di emanare giudizi circa i “capri”? (b) Che cosa dobbiamo fare in merito a tali cose?

16 Osservate però che Gesù non lasciò agli uomini il compito di determinare chi sono le “pecore” e chi sono i “capri”. Questo è un bene! Poiché se noi uomini avessimo la responsabilità di giudicare, come potremmo valutare giustamente fattori quali ad esempio: Che opportunità ha avuto una persona di udire e accettare la buona notizia? Il suo passato genetico, familiare e religioso ha influito sul modo in cui l’ha accolta? Qual è la condizione del suo cuore? Ama la giustizia? Se si tratta di un bambino o di uno mentalmente ritardato, che peso dovrebbe avere sulla cosa la responsabilità familiare o della comunità? — 1 Cor. 7:14; Deut. 30:19.

17 Indubbiamente, nessuno di noi è qualificato per valutare questi fattori e princìpi essenziali, e forse molti altri. Non potremmo pervenire a giudizi ‘perfetti, giusti e retti’. (Deut. 32:4) Quindi, perché dovrebbe alcuno di noi cercare inutilmente di decidere chi sopravvivrà e chi no? Se diciamo: ‘Penso che questa gente che è in questa situazione siano “capri” e periranno in eterno, ma quelli che sono nell’altra categoria vivranno’, non ci erigiamo a giudici? (Giac. 4:12) Anziché cercar di decidere se una certa persona, famiglia o gruppo di persone corrispondano o no alla descrizione dei “capri”, possiamo accontentarci di lasciare la cosa nelle mani del “Giudice di tutta la terra”. — Gen. 18:25.

18. (a) Si limita Dio ad applicare una rigida giustizia? (b) Perché possiamo essere sicuri che i suoi giudizi saranno giusti e retti?

18 I giudizi di Dio non consistono nella semplice applicazione di una giustizia rigida e insensibile. Egli manifesta anche misericordia, compassione e amore. Come disse il salmista Davide: “Non ci ha fatto nemmeno secondo i nostri peccati; né secondo i nostri errori ha recato su di noi ciò che meritiamo”. (Sal. 103:10) In effetti il solo salario che gli uomini imperfetti e peccatori meritano è la morte. (Rom. 6:23) Tuttavia, mosso dalla misericordia e dalla compassione Geova si è proposto che il messaggio della salvezza sia estesamente divulgato affinché gli uomini ottengano la vita. Egli lo vuole. (Ezec. 33:11; Isa. 55:6, 7) Se fino a questo punto la misericordia, l’amore e la compassione di Dio sono stati manifestati così coerentemente e noi ce ne siamo valsi, non possiamo essere assolutamente certi che saranno manifestati anche nel giudizio al termine del sistema di cose? Sì, i superstiti avranno perfettamente ragione di proclamare: “Geova Dio, Onnipotente, veraci e giuste sono le tue decisioni giudiziarie”. — Riv. 16:5-7; 19:1, 2.

CHI SARÀ RISUSCITATO?

19, 20. Che cosa insegna la Bibbia su una risurrezione futura?

19 Abbiamo visto che ci sono buone ragioni per confidare nella rettitudine e nella giustizia di Dio in quanto alla predicazione della “buona notizia del regno” e al suo giudizio al termine del sistema di cose. Abbiamo altrettante ragioni di confidare in ciò che Geova farà per quanto riguarda la risurrezione.

20 Nella sua Parola ci assicura che “vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti”. (Atti 24:15) Secondo la testimonianza delle Scritture, tutti quelli che sono morti e sono andati nello Sceol o Ades, la comune tomba del morto genere umano, saranno destati. (Riv. 20:13) Quindi milioni e milioni di persone che sono morte in passato avranno l’opportunità nel Nuovo Ordine di seguire le giuste vie di Geova e di ottenere la vita eterna. Ma la Bibbia mostra pure che non tutti saranno risuscitati. Come abbiamo visto, questo accadrà perché alcuni hanno peccato contro lo spirito santo e sono stati giudicati da Geova meritevoli di distruzione eterna, essendo assegnati alla Geenna. — Mar. 3:28, 29; Ebr. 6:4-6; Matt. 23:33.

21. Siamo in grado di sapere chi sarà destato dai morti e chi non lo sarà? Perché?

21 Alcuni si sono chiesti: ‘Quel mio parente sarà risuscitato? O che dire di questo conoscente, o di quel particolare governante che perseguitò i veri cristiani?’ Potrebbero sorgere domande simili. Tuttavia, è alcuno di noi in grado di giungere a conclusioni precise? Se la Bibbia stessa non dice specificamente che alla morte una certa persona andò nell’Ades o che è stata riservata alla distruzione eterna, non possiamo proprio dire in modo dogmatico ciò che accadrà. Non conosciamo tutti i fatti sulla vita di quell’individuo. Inoltre, possiamo leggergli il cuore? No. Ma Geova conosce tutti i fatti e può leggere i cuori. Leggiamo: “Io, Geova, scruto il cuore, . . . per dare a ciascuno secondo le sue vie, secondo il frutto delle sue azioni”. (Ger. 17:9, 10; 1 Sam. 16:7) Quindi anziché cercar di determinare noi stessi chi sarà e chi non sarà risuscitato, abbiamo buone ragioni per confidare che Geova e Gesù faranno ciò che è giusto e retto. — Giov. 5:30; Rom. 9:14.

FIDUCIA NELLE DISPOSIZIONI DI DIO

22. Fornisce la Bibbia tutti i particolari su quello che Dio provvederà ai risuscitati?

22 La Bibbia non dà tutti i particolari sulla risurrezione. Per esempio non dice con chi o dove vivranno i risuscitati. È dunque saggio da parte nostra non fare congetture su tali argomenti, forse turbando noi stessi e altri. Piuttosto, avendo fiducia in Dio, possiamo semplicemente aspettare e vedere ciò che accadrà.

23. (a) Quale domanda sulla risurrezione fecero i capi religiosi giudei a Gesù? (b) A chi si applica la risposta di Gesù?

23 La Bibbia, però, fa alcuni commenti sul soggetto del matrimonio. Una volta alcuni capi religiosi giudei, che non sapevano nulla della risurrezione alla vita in cielo, fecero una domanda su una donna ebrea sotto la legge mosaica che aveva avuto sette mariti. Chiesero di chi sarebbe stata moglie nella risurrezione. Gesù rispose:

“I figli di questo sistema di cose si sposano e sono dati in matrimonio, ma quelli che sono stati considerati degni di guadagnare quel sistema di cose e la risurrezione dai morti non si sposano e non sono dati in matrimonio. Infatti, non possono neanche più morire, poiché sono come gli angeli, e son figli di Dio essendo figli della risurrezione. Ma che i morti siano destati lo ha rivelato anche Mosè nel racconto del rovo, quando chiama Geova ‘l’Iddio di Abraamo e l’Iddio d’Isacco e l’Iddio di Giacobbe’. Egli non è l’Iddio dei morti, ma dei viventi, poiché per lui sono tutti viventi”. — Luca 20:34-38; Matt. 22:29-32.

Parlava Gesù della risurrezione celeste? No, Gesù non lasciò in sospeso la loro domanda sulla risurrezione terrena; diede la risposta. Parlò della risurrezione alla vita sulla terra, come quella che riceveranno Abraamo, Isacco e Giacobbe. Tali fedeli non riceveranno l’immortalità, ma saranno come gli angeli. In che modo? In quanto gli angeli sono mortali, ma rimanendo leali a Geova non morranno mai. Essendo essi ricompensati con il diritto alla vita eterna, la loro vita non potrà essere tolta loro da nessun altro senza l’autorizzazione di Dio. La vita senza fine sulla terra è una benedizione che solo Geova può dare, ed egli la darà e la preserverà!

24. Perché sarebbero state incluse nella Bibbia le informazioni riguardo all’effetto della morte sul vincolo coniugale?

24 Rispondendo in questo modo Gesù indicò che la morte scioglie il vincolo coniugale, fatto in seguito confermato da Paolo. (Rom. 7:3; 1 Cor. 7:39) Se dunque il marito di una donna muore, deve ella sentirsi obbligata a rimanere senza marito o senza un padre per i suoi figli? No. E come lo sappiamo? Lo sappiamo perché Geova incluse benignamente queste informazioni nella Bibbia. Anche se non cercava di darci tutti i particolari sulle disposizioni familiari che saranno in vigore nel Nuovo Ordine, ci aiutava in questo modo a eliminare un eventuale problema per i cristiani che sono ancora in questo sistema di cose. Il fatto che egli mostri tale comprensione e compassione non accresce forse la nostra fiducia che qualsiasi disposizione prenderà per noi nel Nuovo Ordine rispecchierà pure il suo amore, la sua compassione e la sua sapienza?

25. Perché siamo felici di servire Geova?

25 Satana pretende che gli uomini servano Geova solo per ciò che possono egoisticamente ricavarne. Ma i veri cristiani non servono Dio soprattutto per le benedizioni che ricevono ora o per ciò che si attendono di ricevere nel Nuovo Ordine. Lo servono mossi da amore sincero e per il privilegio di santificare il suo nome; e sono felici di servire Geova ora e per sempre a motivo di ciò che egli è. È il nostro Creatore a cui siamo grati della vita. (Sal. 100:3-5) Egli è anche un Dio meritevole della nostra adorazione per le qualità che ha e le vie che segue: “Un Dio di fedeltà, presso cui non è ingiustizia; egli è giusto e retto”. — Deut. 32:4.

26. Conoscendo Geova e Gesù, quale veduta abbiamo del futuro?

26 Geova non ci deluderà mai. I suoi giusti atti ci spingeranno a essere sempre grati che è il nostro Dio. E il dominio millenario di suo Figlio, che è “il riflesso della sua gloria e l’esatta rappresentazione del suo stesso essere”, sarà contrassegnato dalla stessa giustizia e rettitudine. (Ebr. 1:3) La Bibbia descrive il suo dominio in questi termini: “Dell’abbondanza del dominio principesco e della pace non ci sarà fine, sul trono di Davide e sul suo regno per stabilirlo fermamente e per sostenerlo mediante il diritto e mediante la giustizia, sin da ora e a tempo indefinito. Il medesimo zelo di Geova degli eserciti farà questo”. (Isa. 9:7; 11:2-5) Con piena fiducia possiamo attendere tali benedizioni da Geova Dio e da suo Figlio.

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