Abbiate una veduta equilibrata del tempo
“Mostraci proprio come contare in tal modo i nostri giorni affinché induciamo il cuore alla saggezza”. — Sal. 90:12.
1, 2. Qual è l’esperienza di tutti noi in quanto al passare del tempo?
LA VITA è un bene prezioso. Senza di essa nient’altro conta. (Matt. 6:25-27; 16:26) Ma anche nel nostro mondo moderno la durata della vita umana è breve e presto finisce. È come disse molto tempo fa lo scrittore del novantesimo salmo: “La durata della nostra vita è di settant’anni e per i più robusti di ottanta, ma il loro vanto è travaglio e miseria, perché passano presto e noi dileguiamo”. — Sal. 90:10, La Bibbia Concordata.
2 In molti paesi, a trent’anni si è considerati nel rigoglio della vita. Tuttavia, la brevità della vita umana significa che è già iniziato il ‘declino’ fisico, e le facoltà e funzioni del corpo cominciano a rallentare. Sì, come passano in fretta gli anni.
3. Perché le persone sono impazienti di realizzare i loro desideri?
3 Perciò, non è strano che noi uomini diamo tanta importanza al tempo. Non è strano nemmeno che, di tutte le creature viventi della terra, solo gli uomini si preoccupino intelligentemente del futuro, facendo progetti per esso, vivamente interessati a ciò che esso recherà. (Eccl. 3:11) Poiché hanno solo un dato tempo prima che la loro vita si concluda, le persone sono inclini a volere impazientemente vedere la realizzazione dei loro desideri.
4, 5. (a) Perché Geova Dio considera il tempo in modo diverso? (b) Perché quando Dio sceglie un tempo per fare qualcosa è meglio di quando lo scelgono gli uomini?
4 La situazione dell’uomo imperfetto è perciò molto diversa da quella del suo Creatore, la cui esistenza è eterna, senza tempo. Lo stesso scrittore del novantesimo salmo scrisse di Lui: “Prima che nascessero i monti e tu avessi creato la terra e l’universo, da un secolo all’altro tu sei, o Dio. . . . Poiché mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri”. — Sal. 90:2-4, Con.
5 Ma per questo Geova Dio è forse indifferente verso il tempo? No; né questo gli impedisce di interessarsi vivamente e attivamente del futuro e di ciò che accadrà. Tuttavia, essendo in grado di vedere le cose non dal punto di vista degli uomini imperfetti la cui vita è breve, ma dal punto di vista dell’eternità, Geova Dio non è mai spinto dall’ansietà di vedere una cosa realizzata prima che finisca il suo tempo. (Sal. 90:2; 2 Piet. 3:8) Egli è in grado di osservare l’intero corso del tempo e determinare quando agire e fare in modo che i suoi infallibili propositi si adempiano proprio nel tempo giusto, nel tempo migliore per tutti gli interessati, né troppo presto né troppo tardi.
6. Anche se Dio ha l’eternità a disposizione, gli impedisce questo di impegnarsi a fare una certa cosa in un tempo specificato?
6 Con la sua conoscenza del futuro e la sua onnipotenza, Dio è in grado di impegnarsi a seguire un particolare programma futuro, che a volte ha fatto conoscere agli uomini. Per esempio, disse ad Abramo (Abraamo): “Di sicuro sappi che il tuo seme diverrà residente forestiero in un paese non loro, e dovranno servirli, e questi certamente li affliggeranno per quattrocento anni”. (Gen. 15:13; Atti 7:6, 7) Avverando la profezia, al termine dei quattrocento anni Geova Dio liberò dalla schiavitù i discendenti di Abraamo, gli Israeliti, ed ebbe inizio il loro esodo dall’Egitto.
7. (a) In che modo il tempo fissato da Dio fu esatto in relazione all’esilio dei Giudei in Babilonia? (b) In relazione alla comparsa del Messia?
7 In seguito, Dio predisse un periodo di desolazione di settant’anni per Giuda, e allo scadere di quel periodo i Giudei furono liberati, proprio al tempo fissato. (Ger. 25:8-11; Dan. 9:2) Similmente, fu predetto che il Messia doveva comparire 483 anni (sessantanove “settimane” di anni) dopo che era stato emanato l’ordine di riedificare le mura di Gerusalemme, e al tempo fissato, terminato quel periodo nell’anno 29 E.V., Gesù Cristo fu battezzato e unto come Messia promesso. — Dan. 9:24-27.
8. Ci è possibile sapere quando si adempirà un certo aspetto del proposito di Dio se egli non ne ha annunciato il tempo preciso?
8 Così, quando Geova Dio rende noto che qualche aspetto del suo proposito divino si adempirà in un certo tempo, i suoi fedeli servitori possono confidare senza riserve che il tempo reso noto è esatto. Ma quando non lo ha annunciato, essi sono nell’impossibilità di determinare il tempo della realizzazione di tale proposito. Questo vale per il tempo in cui inizierà la “grande tribolazione” predetta dal Figlio di Dio, un tempo di giudizio divino che prepara la strada per l’inizio del dominio millenario del Regno, che recherà indicibili benedizioni a questa terra e ai suoi abitanti. — Matt. 24:21, 22; Riv. 7:14-17.
COSE NASCOSTE E COSE RIVELATE
9. Cosa mostra la Parola di Dio detta per mezzo di Mosè in Deuteronomio 29:29 circa l’intendimento dei Suoi propositi?
9 Dobbiamo pensare sia strano che Dio tenga per sé certa conoscenza in questo modo? Al tempo in cui gli Israeliti stavano per entrare nella Terra Promessa, il profeta Mosè scrisse queste parole ispirate in Deuteronomio 29:29: “Le cose nascoste appartengono a Geova nostro Dio, ma le cose rivelate appartengono a noi e ai nostri figli a tempo indefinito, affinché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge”. Sì, Geova Dio ci rivela tutto quello che abbiamo realmente bisogno di conoscere per servirlo fedelmente, e di cui abbiamo bisogno per sostenerci nella nostra speranza e convinzione. Ma se è meglio per l’adempimento del suo proposito, egli può anche nascondere qualcosa ai suoi servitori senza danneggiarli o privarli di alcuna cosa.
10. (a) Le parole che Gesù disse poco prima di ascendere al cielo cosa rivelano in quanto a conoscere certi tempi o date? (b) Quando alcuni dei primi discepoli fecero un errore sul calcolo del tempo degli avvenimenti, che cosa scrisse loro l’apostolo Paolo?
10 Anche il più grande Mosè, Cristo Gesù, poco prima di ascendere al cielo disse ai discepoli: “Non appartiene a voi d’acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posti nella propria autorità”. Disse queste parole rispondendo alla loro domanda su quando avrebbe ristabilito il regno, qualcosa che senz’altro desideravano ardentemente vedere. Quindi proseguì dicendo: “Ma riceverete [cosa? Non conoscenza dei ‘tempi e delle stagioni che il Padre ha posti nella propria autorità’, ma] potenza quando lo spirito santo sarà arrivato su di voi”. (Atti 1:6-8; 3:20-23) Dio avrebbe dato loro il potere di compiere l’opera e il servizio loro assegnati in armonia con la sua volontà rivelata a loro riguardo. Vi erano però alcune cose che non sapevano e, in seguito, alcuni discepoli furono inclini a trarre conclusioni affrettate riguardo a certi avvenimenti promessi, cercando in effetti di farli accadere prima. (Confrontare 2 Tessalonicesi 2:1-5) Ma tutto quello che avevano realmente bisogno di sapere per avere forte fede e convinzione, per farsi coraggio e per agire saggiamente, Dio glielo provvide.
11. Conoscevano i discepoli la data esatta della distruzione di Gerusalemme, o che cosa?
11 Questo è quanto avvenne riguardo alla distruzione di Gerusalemme nel primo secolo della nostra Èra Volgare. Cristo Gesù rivelò ai suoi discepoli le condizioni che avrebbero preceduto e condotto alla distruzione di quella infedele città, centro dell’adorazione giudaica di quel tempo. Vedendo le condizioni che formavano quel “segno”, i discepoli avrebbero ‘saputo che la desolazione di Gerusalemme’ si era avvicinata. (Luca 21:10-20) Egli disse loro che “questa generazione non passerà finché tutte queste cose non siano avvenute”. (Mar. 13:30) Era dunque una cosa di immediato interesse per loro, qualcosa per la loro generazione. Ma non fu detto loro il tempo esatto in cui sarebbe accaduto.
12. (a) Senza conoscere la data, come poterono i cristiani a Gerusalemme fuggire dalla città prima che fosse distrutta? (b) Quale prova ebbero quelli che si ritirarono non appena Gerusalemme non fu più assediata?
12 Giunse il tempo in cui videro l’aspetto del segno relativo all’accerchiamento di Gerusalemme da parte degli eserciti romani accampati. Le successive circostanze (il temporaneo e inaspettato ritiro delle forze romane) permisero loro di fuggire dalla città condannata e di cercare rifugio nelle regioni montuose. Non sapevano ancora quando avrebbe avuto luogo l’effettiva distruzione. In realtà, trascorsero circa quattro anni dal tempo della loro fuga alla desolazione di Gerusalemme. Sarebbe stato facile a quel tempo allentare la vigilanza o supporre di avere interpretato erroneamente il segno e, come risultato, non attenersi scrupolosamente all’avvertimento di Gesù: “Quelli che sono in mezzo ad essa si ritirino, e quelli che sono nei luoghi di campagna non entrino in essa”. — Luca 21:20, 21.
13. (a) Quale profezia di Gesù inerente al tempo si adempì effettivamente con la distruzione di Gerusalemme? (b) L’avvertimento relativo al tempo, pur non indicando una data precisa, fu utile ai cristiani?
13 Una cosa è certa: La loro generazione vide effettivamente accadere ciò di cui li aveva avvertiti il Figlio di Dio. Quelli che avevano prestato attenzione, che erano rimasti vigilanti, riuscirono a sfuggire alla disastrosa calamità che si abbatté su Gerusalemme. Ma la storia mostra che centinaia di migliaia di altre persone non scamparono. In effetti, non compresero il significato delle condizioni prevalenti e l’urgenza del giorno in cui vivevano. Quando infine Roma rimandò i suoi eserciti e nel 70 E.V. fece scattare la sua trappola militare su Gerusalemme, la città, gremita di migliaia di visitatori venuti per assistere alla festa di Pasqua di quell’anno, rimase intrappolata. Centinaia di migliaia d’essi e di residenti locali morirono nel giro di soli cinque mesi. Non avevano prestato fede all’avvertimento divino dato per mezzo del Figlio di Dio; non avevano ‘compreso il tempo nel quale erano stati ispezionati’. — Luca 19:41-44.
14, 15. Quale prova abbiamo che l’avvertimento dato allora da Gesù ai discepoli si adempie nel nostro tempo in tutto il mondo?
14 Sono passati diciannove secoli da quel tempo memorabile. Tuttavia il nostro tempo è assai più critico. Scrivendo verso la fine del primo secolo e quindi decenni dopo la distruzione di Gerusalemme, l’apostolo Giovanni descrisse le stesse cose che Gesù aveva incluse nel “segno” dato ai discepoli nella profezia comprendente la desolazione di Gerusalemme. Ma la Rivelazione, che Giovanni ricevette da Gesù, riguardava cose future, che dovevano ancora avvenire. (Riv. 1:1) E ciò che Giovanni scrisse mostra che il “segno” dato da Gesù avrebbe assunto un aspetto mondiale, e guerre, carestie, alto costo dei viveri ed epidemie avrebbero colpito grandi settori della popolazione in molte parti della terra. (Riv. 6:3-8) Quindi accenna alla “grande tribolazione” attraverso cui una “grande folla” di servitori di Dio, di ogni nazione, tribù e lingua, sarebbe passata sana e salva. (Riv. 7:9-15) Anche quella tribolazione faceva parte delle cose che dovevano ancora avere luogo.
15 Questa “rivelazione di Gesù Cristo” dimostra perciò che la profezia di Gesù sulla “grande tribolazione”, narrata in Matteo 24, Marco 13 e Luca 21, non si riferiva solo al primo secolo. Essa mostra che la tribolazione subìta da Gerusalemme fu solo un adempimento in piccole proporzioni di quella profezia e che il suo maggiore adempimento in proporzioni mondiali farà apparire la tribolazione di Gerusalemme davvero piccola al confronto. Così sicuramente come la generazione vivente nel primo secolo che udì l’avvertimento di Gesù fu la generazione che vide adempiersi le sue parole, altrettanto sicuramente questa generazione — la generazione che vede il maggiore adempimento del suo “segno” che identifica gli ultimi giorni di questo sistema di cose — sarà la generazione che vedrà la tribolazione mondiale avvenire. — Matt. 24:34.
16. Dal momento che non conosciamo il giorno e nemmeno l’anno dell’inizio della “grande tribolazione”, c’è ragione d’essere indifferenti?
16 Cosa ci ha dunque rivelato Dio a questo riguardo? Egli non ci ha certo lasciati senza guida. Mediante profezie come quelle appena considerate egli ci permette di sapere dove siamo nel corso del tempo. L’adempimento della sua parola profetica ci convince che Dio non sonnecchia né è lento e, come disse l’apostolo Pietro riguardo a quelli che si comportano malvagiamente, “il giudizio dei tempi antichi non procede lentamente e la loro distruzione non sonnecchia”. (2 Piet. 2:3) Abbiamo ampie informazioni e prove per cui possiamo avere fiducia che viviamo nel “tempo della fine” per quanto riguarda l’attuale ingiusto sistema di cose. Ma, oltre a ciò, vi sono cose che Dio non ci ha rivelate. Una di queste cose è il tempo in cui inizierà la “grande tribolazione” prefigurata dalla tribolazione che si abbatté su Gerusalemme, tribolazione che abbraccerà l’intero globo.
FATTORI RELATIVI AL TEMPO CHE DIO NON HA RIVELATI
17. Sappiamo d’essere alla fine di seimila anni di storia umana, ma che relazione ha questo con il giorno di riposo di Dio?
17 Ci sono delle ragioni se non lo possiamo conoscere. Anzitutto, anche se la cronologia biblica indica chiaramente che siamo giunti al termine di seimila anni dal tempo della creazione del primo uomo Adamo, non ci dice quanto tempo dopo quell’avvenimento si concluse il sesto giorno creativo ed ebbe inizio il settimo periodo o “giorno” creativo, il grande giorno di riposo di Dio. Genesi capitolo due, versetto tre, dice che Geova benedisse e rese sacro quel “giorno”, e perciò sembra ragionevole pensare che prima che esso finisca il malvagio vecchio ordine sarà stato eliminato e sarà stato stabilito il giusto nuovo ordine di Dio per mezzo del regno millenario del Figlio di Dio. C’è pertanto ragione di credere che il periodo millenario costituirà la parte conclusiva di quel grande giorno di riposo e riporterà la terra e i suoi abitanti a uno stato di perfezione. Ciò darebbe a Dio la possibilità di dire di quel settimo giorno e dei suoi risultati — come disse degli altri giorni creativi — che “era buono”. — Gen. 1:4, 10, 12, 18, 21, 25, 31.
18, 19. (a) Cosa avvenne dopo la creazione di Adamo, prima che cominciasse il giorno di riposo di Dio? (b) Alla sua creazione, in che modo Adamo fu molto diverso da un neonato?
18 Ma quel grande giorno di riposo non cominciò immediatamente dopo la creazione di Adamo. Ebbero luogo altri avvenimenti dopo la creazione di Adamo ma prima della fine del sesto giorno creativo. Uno di essi è di grande importanza per tutti noi. Si tratta della creazione della prima donna, Eva. Senza di lei nessuno di noi sarebbe vivo, poiché, come dichiara l’apostolo Paolo in I Corinti 11:12, “come la donna è dall’uomo, così pure l’uomo è per mezzo della donna”, in quanto abbiamo bisogno tutti di una madre umana per nascere.
19 Quanto tempo trascorse dalla creazione dell’uomo a quella della donna? La Bibbia non lo rivela. Poté essere un tempo relativamente breve. Alla creazione Adamo non era un bambino o un adolescente, ma un uomo fatto, del tutto maturo, sia sul piano fisico che mentale. Non dovette strisciare prima di imparare a camminare, né emettere suoni indistinti prima di saper parlare. Fu creato con queste facoltà e poteva comunicare con il suo Creatore celeste e mettersi al lavoro per coltivare e aver cura del giardino dove abitava. Poteva comprendere le istruzioni divine e anche il divieto concernente l’albero proibito della conoscenza del bene e del male. (Gen. 2:15-17) Sotto questi aspetti, dunque, avrebbe potuto ricevere una moglie in qualsiasi tempo.
20. Tuttavia, sotto quali aspetti Adamo, alla sua creazione, si poté paragonare a un neonato?
20 Questo è vero, eppure sotto certi aspetti Adamo, alla sua creazione, fu come un neonato. Perché? Perché, sebbene fosse completamente adulto, il giorno in cui fu creato era sempre il primo giorno della sua vita. Tutto quello che vedeva — ogni albero, fiore, pianta, ogni corso d’acqua, lago, fiume, ogni creatura del mondo dei volatili, degli animali e dei pesci — egli la vedeva per la prima volta. Questo valeva per tutto ciò che faceva. Quando camminò fece il primo passo; e così anche correre, arrampicarsi, toccare, odorare, gustare, mangiare, erano tutte esperienze nuovissime per lui. Che enorme curiosità dovette provare mentre esaminava l’affascinante opera di Geova Dio e imparava a conoscere la sua dimora paradisiaca! Quanto tempo gli sarebbe stato concesso per soddisfare tale curiosità prima di assumere l’ulteriore responsabilità di capofamiglia?
21, 22. A motivo di quali fattori è possibile che Adamo stesse in Eden per un bel po’ di tempo prima della creazione di Eva?
21 Non sembra che quella dimora edenica consistesse di un piccolo appezzamento di terreno. Entro i suoi confini c’erano tutte le varietà di alberi, in base al secondo capitolo di Genesi. E c’era “un fiume che usciva dall’Eden per adacquare il giardino”, un fiume abbastanza grande da dividersi e dare origine a quattro grandi fiumi, alcuni dei quali esistono ancora. (Gen. 2:8-10) Adamo avrebbe impiegato tempo a esplorare tutto questo per conoscere la zona che aveva ricevuto l’incarico di sorvegliare e coltivare.
22 “Ma”, potrebbe chiedere qualcuno, “non sarebbe stato piacevole se avesse potuto fare subito tutte queste nuove esperienze insieme a una compagna, una moglie, imparando così insieme a lei?” Sì, ma non sarebbe stato più appropriato che acquistasse prima notevole esperienza e conoscenza? Quindi, una volta che avesse avuto una compagna, sarebbe stato in grado di rispondere alle sue domande e di darle spiegazioni; in tal modo ella avrebbe avuto più rispetto per lui quale capo a motivo della conoscenza che aveva. (Efes. 5:22, 23) Il diretto avvertimento che Dio diede ad Adamo sulle conseguenze che avrebbe avute se avesse disubbidito mangiando dell’albero proibito pose Adamo nella posizione di profeta di Dio verso la compagna che Egli avrebbe in seguito creata per l’uomo. — Gen. 2:16, 17.
23, 24. Rispetto al tempo, cosa indica il fatto che Adamo diede un nome a tutti gli animali?
23 La sola informazione che in effetti la Bibbia ci fornisce è che, prima di creare Eva, Dio conduceva all’uomo tutte le creature che aveva formate e “l’uomo dava dunque i nomi a tutti gli animali domestici e alle creature volatili dei cieli e a ogni bestia selvaggia del campo, ma per l’uomo non si trovava un aiuto come suo complemento”. (Gen. 2:18-20) Ci vogliono solo poche parole per descriverlo; ma quanto tempo richiese in effetti?
24 La brevità del racconto di Genesi non deve certo farci pensare che Dio si limitasse a radunare tutti gli animali e gli uccelli in un grande gruppo, facendoli poi sfilare davanti ad Adamo mentre egli dava loro in fretta un nome, ad uno ad uno. È vero che poté doversi occupare solo delle specie fondamentali di famiglie invece che di tutte le varietà di creature che sono venute da quelle specie di famiglie. Ma anche così, non si deve escludere questa possibilità: il fatto che Dio ‘condusse’ queste creature ad Adamo può significare che Adamo le studiò abbastanza da vicino per qualche tempo, osservandone le caratteristiche abitudini e costituzione, per poi scegliere un nome specialmente adatto a ciascuna. Questo poté richiedere una considerevole quantità di tempo. E possiamo notare che, allorché Adamo vide finalmente la moglie appena creata, le sue prime parole furono: “Questa è finalmente osso delle mie ossa e carne della mia carne”. (Gen. 2:23) Anche questo potrebbe indicare che ricevette la sua deliziosa compagna umana dopo aver aspettato per un certo tempo.
25. A quale conclusione possiamo pervenire circa il tempo intercorso tra l’inizio della storia umana e la creazione di Eva, nonché riguardo al ‘riposo’ di Dio?
25 Cosa significa questo? Semplicemente che tali fattori, e le possibilità che consentono, ci impediscono di dire in modo positivo quanto tempo trascorse dalla creazione di Adamo a quella della prima donna. Non sappiamo se fu un tempo breve, come un mese, o alcuni mesi, un anno o anche più. Ma qualunque sia il tempo intercorso si dovrebbe sottrarre dal tempo trascorso dalla creazione di Adamo per sapere a che punto siamo del settimo “giorno” di Dio, il suo grande giorno di riposo. Quindi, che siano passati seimila anni dall’inizio dell’esistenza umana è una cosa. E tutt’altra cosa che siano passati seimila anni del settimo “giorno” creativo di Dio. E a questo riguardo non sappiamo a che punto siamo nel corso del tempo.
26, 27. In considerazione di ciò che abbiamo esaminato, dovremmo disinteressarci della cronologia?
26 Ma questo non significa che la cronologia non sia importante. È naturale che ce ne interessiamo, poiché Dio ha ritenuto opportuno farne parte integrante della sua Parola ispirata. Dei profeti dell’antichità, l’apostolo Pietro dice che “essi continuarono a investigare quale particolare stagione o quale sorta di stagione lo spirito che era in loro indicasse . . . quando rendeva anticipatamente testimonianza delle sofferenze per Cristo e delle glorie che le avrebbero seguite”. — 1 Piet. 1:10, 11.
27 Oggi desideriamo giustamente sapere in quale “stagione” ci troviamo e Dio ci provvede le informazioni necessarie. I profeti di Dio dell’antichità ebbero fede assoluta che tutto quanto Dio aveva detto si sarebbe certamente adempiuto. Sebbene non conosciamo certi particolari o fattori relativi al tempo, possiamo e dobbiamo avere la stessa ferma fede nell’immutabilità del proposito di Dio. Il Figlio di Dio ci ha fornito una vigorosa ragione per essere vigilanti e scorgere l’adempimento di quel proposito, come mostra il seguente articolo.
[Riquadro/Immagini a pagina 17]
LE PROMESSE DI GEOVA SI AVVERANO ESATTAMENTE AL TEMPO DA LUI FISSATO
Il Messia apparve esattamente al tempo predetto
Al termine di 70 anni, Geova fece liberare gli Israeliti da Babilonia perché restaurassero il paese di Giuda
Al tempo giusto, dopo 400 anni di afflizione, gli Israeliti furono liberati dall’Egitto