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  • L’apostolo Pietro ‘rafforza i suoi fratelli’

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  • L’apostolo Pietro ‘rafforza i suoi fratelli’
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 15/5 pp. 316-318

L’apostolo Pietro ‘rafforza i suoi fratelli’

OGGI in più di quaranta paesi l’attività cristiana dei Testimoni di Geova è limitata in vari modi. Sempre più essi sono “addolorati da varie prove”, prove della loro fede. — 1 Piet. 1:6, 7.

In alcuni paesi, come dietro la Cortina di Ferro, e anche in Africa e in Oriente, questa persecuzione è veramente crudele e depravata, quasi indescrivibile. Per tutti i cristiani, ma particolarmente per quelli che subiscono tali prove, la prima lettera ispirata dell’apostolo Pietro è di grande conforto. Scrivendo questa lettera egli fece indubbiamente ciò che gli aveva detto Gesù: “Rafforza i tuoi fratelli”. — Luca 22:32.

Indubbiamente fu Pietro stesso a scrivere questa lettera. Lo scrittore dice di chiamarsi Pietro, d’essere un “anziano” e testimone delle sofferenze del Cristo. Fin dai primi tempi l’autenticità di questa lettera è stata riconosciuta.

Quando scrisse Pietro questa lettera? Dall’evidenza interna e dai fatti storici, è ragionevole dedurre che la scrisse fra il 62 e il 64 E.V. La scrisse evidentemente quando i cristiani soffrivano molto, ma prima delle persecuzioni neroniane del 66 E.V.

Da dove la scrisse Pietro? In I Pietro 5:13 leggiamo: “Colei che è in Babilonia, eletta come voi, vi manda i suoi saluti, come pure Marco, mio figlio”. Vi è ogni ragione di ritenere che Pietro si riferisca lì alla letterale città di Babilonia, come nella sua introduzione si riferisce alle letterali province dell’Impero Romano: “Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai residenti temporanei dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadocia, in Asia e in Bitinia”. (1 Piet. 1:1) Secondo Giuseppe Flavio, storico Giudeo del primo secolo E.V., Babilonia sull’Eufrate era a quel tempo un’importante colonia giudaica e quindi sarebbe stato del tutto naturale che Pietro viaggiasse verso oriente per visitare i Giudei che vi si trovavano per predicare loro, così come l’apostolo Paolo viaggiò in Occidente per predicare ai Gentili. — Gal. 2:7.

Nel tentativo di porre Pietro a Roma alcuni asseriscono che con “Babilonia” Pietro intendesse Roma. Ma se Pietro fosse stato realmente a Roma, non vi sarebbe stata alcuna ragione per nascondere il fatto che era lì chiamando Roma “Babilonia”.a

A chi scrisse Pietro in quelle province romane? Sembra scrivesse questa lettera sia ai cristiani giudei che a quelli gentili. (1 Piet. 2:9, 10; 4:3-5) Dalle espressioni di Pietro e dal suo riferimento in II Pietro 3:15, 16, è evidente che era a conoscenza delle lettere di Paolo. Nella sua lettera fa frequenti riferimenti alle Scritture Ebraiche.

Da quello che Pietro scrive è pure chiaro che coloro a cui scriveva subivano molta persecuzione e potevano aspettarsene ancora. Per rafforzare i suoi fratelli, in questa lettera Pietro indica l’eccellente esempio dato da Gesù, i buoni risultati avuti sopportando la persecuzione e il premio finale di tale perseveranza.

CONSIGLI, CONFORTO, INCORAGGIAMENTO

Pietro comincia parlando della gloriosa speranza che hanno i cristiani unti per la quale si rallegrano, anche “essendo al presente per poco tempo, se necessario, addolorati da varie prove, onde la provata qualità della vostra fede . . . sia trovata causa di lode e gloria e onore alla rivelazione di Gesù Cristo”. “Cingete dunque le vostre menti per l’attività”. — 1 Piet. 1:6, 7, 13.

Per rafforzare i suoi fratelli Pietro dice inoltre che soffrire ingiustamente a motivo di coscienza “è cosa grata presso Dio”. Infatti, i cristiani furono chiamati a questa condotta, avendo Gesù stesso dato l’esempio onde i suoi discepoli seguissero attentamente le sue orme. Sì, “se soffriste per amore della giustizia, felici voi”, e questo fa venire in mente le parole di Gesù nel Sermone del Monte. (Matt. 5:10) Partecipando ora alle sofferenze del Cristo essi saranno in grado di rallegrarsi alla rivelazione della sua gloria. Ma Pietro ammonisce ripetutamente di non soffrire per aver fatto il male. — 1 Piet. 2:19-23; 3:13, 14, 16, 17; 4:2, 12, 15.

Oltre a rafforzare i suoi fratelli perché sopportassero la persecuzione Pietro parlò molto dell’eccellente condotta: “Allontanate ogni malizia morale e ogni inganno e ipocrisia e invidie e ogni sorta di maldicenza”. “[Continuate] ad astenervi dai desideri carnali, che son quelli che causano un conflitto contro l’anima’. “Siate come liberi, eppure mantenendo la vostra libertà non come un manto per malizia morale, ma come schiavi di Dio”. Molto utili in questo senso sono le sue ulteriori parole: “Chi vuole amare la vita e vedere buoni giorni, trattenga la sua lingua da ciò che è male e le labbra dal parlar con inganno, ma si allontani da ciò ch’è male e faccia ciò ch’è bene, cerchi la pace e la persegua”. — 1 Piet. 2:1, 11, 16; 3:10, 11.

In questa lettera Pietro mette pure in risalto l’importanza della sottomissione. I cristiani dovrebbero sottomettersi “a ogni creazione umana”, a re, a governatori. I servitori devono essere sottomessi ai loro padroni. La moglie dev’essere sottomessa al marito, anche se questi non è credente. I giovani devono essere sottomessi agli anziani. Sì, “voi tutti cingetevi di modestia di mente”. — 1 Piet. 2:13-18; 3:1-5; 5:5.

Oltre a dare questi consigli a vari gruppi di cristiani, Pietro si rivolge particolarmente agli anziani. A loro scrive: “Pascete il gregge di Dio affidato alla vostra cura, non per forza, ma volontariamente; né per amore di guadagno disonesto, ma premurosamente, né come signoreggiando su quelli che sono l’eredità di Dio, ma divenendo esempi del gregge”. Che profonda comprensione dell’imperfetta natura umana rivela questo consiglio, e com’è lontano dal seguirlo il clero della cristianità! — 1 Piet. 5:2, 3.

Ci sono altri due argomenti che Pietro menziona ripetutamente. Uno di questi è il fraterno amore cristiano: “Amatevi di cuore gli uni gli altri intensamente”. Sì, i cristiani devono ‘mostrare i medesimi sentimenti, esercitare amore fraterno, essere teneramente affezionati, di mente umile, non rendendo ingiuria per ingiuria . . . ma, al contrario, conferendo una benedizione’. Sì, “soprattutto abbiate intenso amore gli uni per gli altri, perché l’amore copre una moltitudine di peccati”. — 1 Piet. 1:22; 3:8, 9; 4:7-9.

L’altra cosa che Pietro mette ripetutamente in risalto è di essere testimoni sia con la propria condotta che con le proprie parole. I cristiani sono stati chiamati dalle tenebre per mostrare le eccellenze di Dio. L’eccellente condotta delle mogli cristiane può guadagnare i mariti increduli. E in ogni tempo i cristiani devono essere ‘sempre pronti a fare una difesa dinanzi a chiunque chieda loro ragione della speranza che hanno, ma con mitezza e profondo rispetto’. — 1 Piet. 2:9, 12; 3:1, 2; 3:15.

Nella sua prima lettera Pietro si mostrò veramente ubbidiente al comando di Gesù di rafforzare i suoi fratelli!

[Nota in calce]

a In quanto alla questione se Pietro fu mai a Roma, vedi La Torre di Guardia del 1973, pagine 220-223.

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