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  • Giustizia per tutti: Come? Quando?

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  • Giustizia per tutti: Come? Quando?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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  • BISOGNA COMINCIARE DALL’ALTO
  • UNA LEGGE UGUALE PER TUTTI
  • CONDANNE GIUSTE
  • NUOVI METODI DI AMMINISTRARE LA GIUSTIZIA?
  • IL CAMBIAMENTO PROMESSO: LA GIUSTIZIA!
  • Geova, Fonte di vera giustizia e diritto
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
  • “Tutte le sue vie sono giustizia”
    Avviciniamoci a Geova
  • Imitate Geova: esercitate giustizia e diritto
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1998
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1989
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 1/8 pp. 453-457

Giustizia per tutti: Come? Quando?

CHI negherebbe che “giustizia per tutti” è un ottimo principio? Ma essendo realistici sappiamo che questo principio non è ancora applicato.

Nel corso dei secoli, uomini e donne sinceri hanno lottato per far diminuire l’ingiustizia e rafforzare la giustizia. Movimenti di riforma hanno alterato le strutture politiche. Le procedure legali e i sistemi dei tribunali sono stati riveduti e ristrutturati. Ma l’ingiustizia c’è ancora!

Questo porta a pensare che non ci sarà mai “giustizia per tutti”; alcuni diventano addirittura cinici o si preoccupano dell’ingiustizia soltanto quando ne sono toccati personalmente. Tuttavia, c’è motivo per essere ottimisti. Si può fare e si farà qualcosa perché ci sia giustizia per tutti. Ma come e quando? Possiamo capire meglio le risposte considerando alcune cause di ingiustizia e alcuni ostacoli alla giustizia. Noteremo pure com’è complesso il problema di ottenere piena giustizia.

BISOGNA COMINCIARE DALL’ALTO

Il noto giurista Marvin E. Frankel precisò:

“. . . non possiamo ignorare il peso che il comportamento dei capi della comunità ha nel determinare l’atteggiamento delle persone verso la legge e l’ordine. Viviamo in un’èra in cui l’onestà e l’integrità dei nostri più alti funzionari — non esclusi i giudici, ma non principalmente dei giudici — sono state messe seriamente in dubbio”.

È chiaro che la corruzione esistente tra capi di governo e responsabili dell’applicazione della legge è un grosso ostacolo alla completa giustizia. Come sarà mai possibile che sia resa giustizia a tutti quando quelli che hanno il dovere di amministrare la giustizia sono pronti a farsi corrompere o a mostrare favoritismo alle persone influenti? Molto tempo fa la Bibbia dichiarò correttamente: “Quando è al governo un malvagio, il popolo sospira. Mediante la giustizia il re rende stabile il paese, ma l’uomo in cerca di regali lo demolisce”. — Prov. 29:2, 4.

Se si vuole dunque che “giustizia per tutti” divenga una realtà, occorrono capi onesti e giusti.

UNA LEGGE UGUALE PER TUTTI

Un altro ostacolo alla giustizia è il fatto che, oggigiorno, che vi sia resa giustizia può dipendere da chi siete o da quanto possedete.

In alcuni luoghi la “giustizia” può dipendere dalla possibilità di valersi di avvocati costosi. È vero che a volte la corte fornisce avvocati d’ufficio per difendere chi non può permettersi di pagarli. Ma questi avvocati spesso sono oberati di lavoro o non sono disponibili per tutti i tipi di cause. Perciò, un gangster o un uomo d’affari disonesto che è in grado di pagarsi un’elaborata difesa specializzata può “comprare” ciò che passa per giustizia.

Un avvocato americano che diresse un gruppo di 175 legali incaricati della difesa di una persona fece questa osservazione rivelatrice:

“La prima cosa di cui ci si [deve] rendere conto è che la qualità della giustizia in questo paese è direttamente proporzionale al portafoglio. . . . Sono i poveri che vanno in prigione perché i poveri non possono ottenere giustizia in questo sistema giudiziario. La prima settimana che feci pratica di avvocato andai in tribunale a vedere un processo e vidi infliggere gravi condanne a quattro poveracci per gioco d’azzardo. Poi andai a un convegno di un’associazione [di avvocati], ed erano tutti seduti intorno alle macchine [per il gioco d’azzardo]”.

Anche se la persona è condannata, la pena può essere determinata in parte dalla sua posizione economica o sociale. In alcuni casi di frodi per milioni di dollari perpetrate da funzionari, viene inflitta una condanna relativamente mite con la spiegazione che il delinquente è stato punito con la perdita del prestigio. Tuttavia un giornale disse in un articolo di fondo:

“Qualsiasi imputato influente può sostenere plausibilmente che l’essere esposti al disonore e al disprezzo del pubblico è un castigo sufficiente. In base a questo criterio, le pene più elevate sarebbero inflitte solo ai membri meno privilegiati della società, poiché non possono asserire d’aver perso il prestigio. È più facile proclamare ‘giustizia uguale’ per tutti che praticarla”.

Quindi, se si vuole che sia resa giustizia a tutti, dev’esserci una legge uguale per tutti indipendentemente dalla posizione o ricchezza di ciascuno. La Bibbia richiamò l’attenzione su questo importante principio, poiché la legge ebraica diceva: “Una stessa decisione giudiziaria dovrebbe esser valida per voi. Il residente forestiero dovrebbe essere come il nativo, perché io sono Geova vostro Dio”. — Lev. 24:22; 19:34; Num. 9:14; 15:16.

CONDANNE GIUSTE

Anche se la legge è chiara e si applica a tutti, può sempre esserci il problema di emanare sentenze giuste.

Il Post di New York del 5 maggio 1976 scriveva:

“Il procuratore generale Levi ha criticato il sistema della nazione per la condanna dei delinquenti, definendolo lento, incerto e ingiusto, e ha detto che ‘ha le caratteristiche di una lotteria’. . . . In un distretto giudiziario federale, il 71 per cento di tutti gli imputati condannati va in prigione mentre in un altro distretto solo il 16 per cento va in prigione se condannato per accuse simili, ha fatto rilevare”.

“È un problema far fronte a tali incongruenze. Forse avete udito la proposta che dovrebbe esserci una sentenza obbligatoria fissa per ciascun reato. Ad esempio, a chi ruba una macchina viene inflitta una multa o un certo periodo di reclusione; chi si rende colpevole di incendio doloso deve scontare un numero stabilito di anni di detenzione; eccetera. Pur apparendo semplice ed equo, un simile sistema giudiziario sarebbe realmente giusto? Per esempio, chi commette un reato per la prima volta ed è sinceramente pentito dovrebbe ricevere la stessa condanna di un incallito delinquente?

A una conferenza di criminologi e giudici tenuta a Berlino, il dott. Richard Sturm del Ministero della Giustizia della Germania Occidentale descrisse un tentativo di risolvere il problema. Si parlò di “prognosi sociale”, che consiste nell’analizzare le circostanze della vita e il passato dell’imputato, e condannarlo di conseguenza. Ma il dott. W. Buikhuisen dei Paesi Bassi si chiese se questo non equivaleva a “punire due volte alcuni trasgressori”. Il suo ragionamento era che se “hanno già sofferto per circostanze sfavorevoli, probabilmente saranno considerati pericolosi e riceveranno condanne più lunghe”.

La perplessità suscitata dal problema mette in evidenza che se si vuole giustizia per tutti, occorrono giudici saggi e giusti. Il sistema di diritto dato agli Israeliti e contenuto nella Bibbia ribadiva questo fatto. In esso Dio aveva stabilito: “Non devi pervertire la decisione giudiziaria del tuo povero nella sua controversia. Ti devi tenere lontano dalla parola falsa. . . . Non devi accettare regalo, poiché il regalo acceca gli uomini dalla vista chiara”. (Eso. 23:6-8) Dio disse ulteriormente: “Non dovete fare ingiustizia in giudizio. Non devi trattare il misero con parzialità, e non devi preferire la persona del grande. Dovresti giudicare il tuo congiunto con giustizia”. — Lev. 19:15; Deut. 1:15-17.

Cosa avrebbe aiutato quei giudici ebrei a non divenire ingiusti? Il reverenziale timore di Dio. Era stato detto loro: “Non per l’uomo giudicate ma per Geova; ed egli è con voi nella faccenda del giudizio. E ora il terrore di Geova venga su di voi. State attenti e agite, poiché presso Geova nostro Dio non c’è nessuna ingiustizia né parzialità né accettazione di regalo”. — 2 Cron. 19:6, 7.

NUOVI METODI DI AMMINISTRARE LA GIUSTIZIA?

Nel corso degli anni in vari paesi i sistemi giudiziari hanno subìto molti cambiamenti. Questi cambiamenti sono stati fatti spesso in base a qualche nuova teoria o filosofia sulla giustizia.

Per esempio, dal secolo scorso si è cercato di fare molto per la riabilitazione dei delinquenti, cercando di aiutarli a emendarsi anziché infliggere per principio una punizione. Questa filosofia tendeva anche a incoraggiare condanne più miti.

Sebbene in teoria fosse senz’altro lodevole, che effetto ha avuto questo in pratica? Alan Dershowitz, professore di diritto e coordinatore di una commissione d’inchiesta sulla condanna dei delinquenti, ha detto:

“La riabilitazione non ha proprio funzionato. Un recente sondaggio di oltre 200 studi sulla riabilitazione ha portato alla scoraggiante conclusione che abbiamo ‘pochissime ragioni’ per credere che la recidività [la ripetizione periodica di un reato] si possa ridurre con alcuna delle tecniche di riabilitazione attualmente impiegate”.

Il più delle volte il metodo liberale, “umanitario”, ha fatto tornare liberi dei delinquenti abituali. In Thinking About Crime James Q. Wilson, professore di economia politica ad Harvard, conclude: “I malvagi esistono. È tutto inutile tranne che tenerli separati dagli innocenti. . . . Abbiamo scherzato con i malvagi, ci siamo fatti gioco degli innocenti e abbiamo incoraggiato i calcolatori. La giustizia ne soffre, e anche tutti noi”. È proprio vero, poiché ora molti hanno perso la speranza che ci sia mai giustizia per tutti gli uomini.

Tra coloro che si sforzano ancora di migliorare il sistema giudiziario, molti stanno cambiando il loro punto di vista. Alcuni sostengono ora che “La punizione scoraggia la criminalità”, come diceva il titolo di un articolo. Il prof. Isaac Ehrlich dell’Università di Chicago ha recentemente ultimato uno studio secondo cui “essenzialmente, la certezza e la severità della punizione frenano le persone”. E si può sperare che se si agirà in base a questo punto di vista il pubblico avrà qualche ragione di pensare che nelle aule dei tribunali sarà fatta un po’ di giustizia.

Un altro aspetto a cui si fa sempre più attenzione è quello del risarcimento o del compenso. Lo Star di Toronto (22 luglio 1976) scriveva:

“Il trasgressore della legge dovrebbe risarcire direttamente la vittima del danno o della perdita causata, ha detto ieri la Commissione per la Riforma del Codice in un documento provvisorio. . . . ‘Si è scelto di considerare prima i soggetti del risarcimento e del compenso perché sono mezzi che permettono di rivolgere più attenzione alla vittima del reato, ribadendo la responsabilità del trasgressore e dello stato di riparare il danno arrecato nella più estesa misura possibile’”.

Questo giornale canadese riferiva anche gli esperimenti fatti a Edmonton nei quali i trasgressori avevano dovuto “pagare le multe lavorando invece di andare in prigione”.

Ma, in realtà, tutto questo è forse un nuovo metodo di amministrare la giustizia? No, poiché la legge data da Dio all’antico Israele prevedeva la restituzione e il risarcimento. L’uomo che rubava un toro, per esempio, doveva dare un compenso doppio, o anche maggiore, secondo il caso. Se non poteva, doveva servire come lavoratore salariato finché non avesse pagato alla vittima quanto le doveva. (Eso. 22:1-9) Era richiesto un compenso anche per calunnia, lesioni e danni alla proprietà. (Eso. 21:35, 36; Deut. 22:13-19) È evidente che questa giusta disposizione proteggeva e risarciva la vittima, insegnava una vigorosa lezione al trasgressore della legge e non faceva gravare sulla comunità il costoso peso del mantenimento delle prigioni.

Ma per quanto oggi si apprezzi la sapienza con cui Dio provvedeva all’amministrazione della giustizia in Israele, qualcuno penserà che quei tempi sono passati. Penserà che nei nostri tempi difficili nessuno può fare in modo che sia resa giustizia a tutti.

IL CAMBIAMENTO PROMESSO: LA GIUSTIZIA!

Per quanto gli attuali problemi della giustizia siano complessi e penosi, c’è motivo di sperare. Avete notato che molti ostacoli alla giustizia si potrebbero sormontare se fossero seguiti i consigli di Dio contenuti nella Bibbia? Lo stesso Dio che diede questi consigli promette che ci sarà giustizia per tutti, e presto.

Questa benedizione non dipende da un nostro cambiamento dei sistemi governativi e giudiziari esistenti perché seguano la legge dell’antico Israele. È vero che possiamo fare la nostra parte perché vi sia più giustizia essendo persone giuste e oneste. Questo è appropriato, poiché il Creatore esorta a ‘esercitare il diritto e amare la benignità ed esser modesti nel camminare col nostro Dio’. (Mic. 6:8) Ma la vera ragione per cui presto sarà fatta piena giustizia in tutta la terra è che Dio stesso interverrà.

Nel precedente articolo abbiamo considerato la parabola di Gesù contenuta nel capitolo 18 di Luca che ribadisce la necessità di essere costanti nella preghiera a Dio, il quale farà “giustizia ai suoi eletti che gridano a lui giorno e notte”. Ma tali preghiere non si riferiscono solo alla giustizia. Gesù esortava i suoi seguaci a pregare per la fine completa dell’intero sistema di cose malvagio, di cui aveva parlato nel capitolo precedente. (Luca 17:20-30) Questo drastico cambiamento in meglio sarà portato dal governo del celeste regno di Dio il quale distruggerà i corrotti governi umani con la loro lunga storia di ingiustizie. E i particolari della profezia di Gesù insieme agli avvenimenti storici del nostro tempo sono la prova che la nostra generazione è quella che vedrà il cambiamento radicale e il passaggio al dominio del cielo. (Dan. 2:44; Matt. 24:3-14) Tuttavia, perché dovremmo pensare che questo significherà giustizia per tutti?

Anzitutto, perché la giustizia sarà amministrata dall’alto verso il basso. Ci è assicurato che il capo di quel governo ‘lo stabilirà fermamente e lo sosterrà mediante il diritto e mediante la giustizia’. (Isa. 9:6, 7) Che dire degli altri che eserciteranno l’autorità? Isaia 32:1, descrivendoli, indica che “governeranno come principi per lo stesso diritto”. Come avveniva nell’antico Israele, sotto il dominio del Regno ci sarà una sola legge o un solo sistema di decisioni giudiziarie per tutti.

Il trattamento ingiusto sarà ancora comune come oggi? Isaia 26:9 mostra perché la risposta è no, dicendo: “Quando ci sono da [Geova] giudizi per la terra, gli abitanti del paese produttivo per certo imparano la giustizia”.

‘Bene’, penserà qualcuno, ‘ma che dire di quelli che si rifiutano?’ Infatti, come disse il prof. Wilson, “i malvagi esistono”. Dio, che è “il Giudice di tutta la terra”, promette di fare in modo che solo chi è disposto a imparare e a praticare il diritto e la giustizia sarà lasciato in vita. — Gen. 18:25; Isa. 26:10; Sal. 37:9-11.

Recentemente due medici che stanno studiando la “personalità del delinquente” hanno detto:

“Per stroncare la criminalità, . . . ciò che occorre non sono tanto alloggi migliori o una terapia convenzionale, ma la ‘conversione’ del trasgressore a un modo di vivere interamente nuovo e una rigorosa educazione morale. . . . La riabilitazione, hanno concluso, richiede . . . ‘l’annullamento totale della personalità del delinquente . . .’”

Questo è esattamente ciò che dovranno fare gli ex malfattori, al fine d’essere idonei per vivere nel nuovo ordine di Dio, cioè rivestire “la nuova personalità . . . creata secondo la volontà di Dio in vera giustizia e lealtà”. (Efes. 4:24) E questo farà parte senz’altro del programma educativo che sarà attuato sotto il dominio del regno di Dio affinché tutti quelli che lo desiderano possano seguire le sue giuste norme di vita. (Isa. 2:3, 4) Allora ci sarà davvero giustizia per tutti!

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