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  • Che cosa intese dire il saggio?

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  • Che cosa intese dire il saggio?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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  • Dio dà al giusto e al malvagio
  • ‘Un tempo fissato per ogni cosa’
  • Rallegratevi di ciò che Dio provvede
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 1/8 pp. 473-476

Che cosa intese dire il saggio?

Dio dà al giusto e al malvagio

Riguardo a ciò che Dio dà al giusto e al malvagio, Ecclesiaste 2:26 dice: “Poiché all’uomo che dinanzi a lui è buono egli ha dato sapienza e conoscenza e allegrezza, ma al peccatore ha dato l’occupazione di raccogliere e adunare semplicemente per dare a chi è buono dinanzi al vero Dio”.

L’uomo buono, seguendo le norme date dal Creatore, diventa saggio e perspicace. È in grado di usare le sue risorse e capacità in armonia con la sapienza e la conoscenza, e ciò contribuisce alla sua felicità. Se non fosse per la sua relazione con Dio, non avrebbe questa sapienza, questa conoscenza e questa gioia genuine. Si può dire veramente che Geova Dio gli ha dato “sapienza e conoscenza e allegrezza”.

D’altra parte, il malvagio o peccatore non tiene conto dei consigli di Dio. Perciò, l’Altissimo lascia che attui le sue egoistiche macchinazioni e ne subisca le conseguenze. Il peccatore fatica e lotta, cercando di accumulare beni. Ma non è mai contento e soddisfatto, non avendo la sapienza e la conoscenza per gioire di tutto il suo lavoro. Non ha la felicità che deriva dall’usare i propri beni per aiutare chi è nel bisogno. (Atti 20:35) Inoltre, può conseguire i suoi fini con mezzi illegali e, col tempo, essere vittima delle sue proprie macchinazioni. Infine tutto ciò che il peccatore ha acquistato può finire nelle mani dell’uomo buono. È quanto accadde ai Cananei. Benché fossero un popolo moralmente depravato, per molti anni prosperarono. Ma poi, come Geova aveva decretato, le loro vigne, i loro ulivi, le loro case e i loro possedimenti divennero l’eredità degli Israeliti. — Deut. 6:10, 11.

‘Un tempo fissato per ogni cosa’

Il re Salomone notò che sulla terra le cose sono sempre soggette a cicli e cambiamenti. Come viene il tempo per una donna incinta di partorire, così arriva infine il tempo in cui vecchiaia o malattia pongono fine alla vita. Come c’è un tempo per nascere e un tempo per morire, così c’è anche ‘un tempo per piantare e sradicare, uccidere e sanare, abbattere ed edificare, piangere e ridere, stare zitti e parlare, amare e odiare, la guerra e la pace’. — Eccl. 3:1-8.

Spesso il tempo per fare tali cose arriva a causa di circostanze indipendenti dalla volontà dell’uomo. Per tale ragione, subito dopo aver considerato queste cose, Salomone proseguì facendo la domanda: “Che vantaggio c’è per chi opera in ciò a cui lavora duramente?” (Eccl. 3:9) Sì, considerando che nella vita accadono cose determinanti senza che ci si possa far nulla, sarebbe saggio cercare di ottenere la felicità solo con il duro lavoro? Poiché la vita è incerta, tutti gli sforzi e le fatiche che si fanno per conseguire qualche obiettivo materiale possono essere rapidamente ridotti a nulla. — Matt. 6:27.

Salomone continua: “Ho visto l’occupazione che Dio ha data ai figli del genere umano per occuparvisi”. (Eccl. 3:10) Egli poté dire di aver “visto” questo perché aveva fatto personalmente un esame approfondito delle occupazioni umane. In base alle sue acute osservazioni, a quale conclusione giunse Salomone circa le condizioni in cui l’uomo deve svolgere le sue attività? Leggiamo: “Ogni cosa [Dio] ha fatto bella a suo tempo”. — Eccl. 3:11.

In armonia con ciò, Salomone scrisse in Ecclesiaste 7:29: “Vedi, solo questo ho trovato, che il vero Dio fece il genere umano retto”. Questo avvenne in un momento appropriato del programma creativo di Dio, quando creò la prima creatura umana perfetta. A quest’uomo, Adamo, Dio diede una moglie, Eva, che era la quintessenza della bellezza femminile, molto più bella delle tre famose figlie di Giobbe. (Giob. 42:15) Con il matrimonio di Adamo ed Eva sullo sfondo della bellezza edenica, ebbe fine il sesto giorno creativo di Dio, nel qual tempo “Dio vide . . . tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono”. — Gen. 1:31.

Nel paradiso d’Eden Dio pose dinanzi ai genitori terreni dell’umanità la prospettiva di vivere felici nella perfezione “a tempo indefinito”. Egli pose dinanzi a loro un futuro eterno a condizione che continuassero a ubbidirgli senza difetto. Pertanto egli ‘pose il tempo indefinito nel cuore del genere umano’. (Eccl. 3:11; Gen. 2:16–3:3) Quando, istigata da Satana il Diavolo, questa prima coppia umana cominciò a cercare essa stessa molti piani disubbidendo al Creatore, allora, in un tempo molto cruciale, Dio fece una cosa “bella”, poiché promise di produrre un seme che avrebbe schiacciato la testa del grande Serpente rivendicando Dio e benedicendo tutta l’umanità. (Gen. 3:15) Questo seme sarebbe stato prodotto in un imprecisato futuro. Quindi, d’allora in poi, gli uomini e le donne che esercitarono fede nella promessa di Dio guardarono con viva aspettativa il futuro, aspettando la venuta del seme promesso e i benefici che avrebbero ricevuto da quel seme. Così Dio pose dinanzi a loro un luminoso futuro, qualcosa per cui vivere, non importa quanto fosse lontano quel futuro.

Dopo aver conservato in vita Noè e la sua famiglia durante il diluvio universale, Dio pose dinanzi all’umanità un giusto futuro, adornando il suo patto di pace con un bell’arcobaleno. Compiendo da allora in poi i suoi significativi atti al tempo opportuno, Dio fece il suo amorevole patto con Abraamo per la benedizione di tutte le famiglie e le nazioni della terra per mezzo del suo seme. Così fu confermata la promessa edenica del seme della “donna” di Dio.

Al tempo fissato, nella linea di discendenza da Abraamo al seme promesso, sorse Davide, re d’Israele in Gerusalemme. Restringendo ulteriormente la linea di discendenza che portava al Seme promesso, Dio fece una cosa “bella” stringendo col fedele Davide un patto per un regno eterno nella linea della sua famiglia. Mediante la speciale scelta di Dio, il giovane figlio di Davide, Salomone, divenne il suo immediato successore e costruì il tempio di Geova a Gerusalemme. Durante il suo pacifico regno, “Giuda e Israele continuarono a dimorare in sicurtà, ognuno sotto la sua propria vite e sotto il suo proprio fico, da Dan a Beer-Seba”. (1 Re 4:25) A ragione Salomone poté scrivere: “Ecco, la cosa migliore che io stesso ho vista, che è bella, è che uno mangi e beva e veda il bene per tutto il suo duro lavoro a cui lavora duramente sotto il sole per il numero dei giorni della sua vita che il vero Dio gli ha data, poiché questa è la sua porzione”. — Eccl. 5:18.

Considerando le cose ‘belle’ che Dio ha fatte al tempo giusto per ciascuna, possiamo capire come sono veraci le ulteriori parole di Salomone riguardo a Geova Dio: “Perfino il tempo indefinito ha posto nel . . . cuore [dei figli del genere umano], affinché il genere umano non trovi mai l’opera che il vero Dio ha fatta dall’inizio alla fine”. (Eccl. 3:11) A tempo debito Dio mandò il più grande Salomone, il principale componente del Seme promesso, Gesù Cristo. Dio impiegò questo Messia anche per mettere nel cuore dei figli del genere umano “perfino il tempo indefinito”. Questo Figlio di Dio proclamò il regno messianico che dev’essere più glorioso di quello di Salomone, sotto il quale i figli ubbidienti del genere umano avrebbero potuto ottenere la vita a tempo indefinito, sì, la vita eterna. Questa sarà una delle più belle opere di Dio. La vita eterna non diverrà noiosa, poiché questo regno di salvezza darà inizio a innumerevoli ère di tempo durante le quali l’umanità redenta troverà, senza mai esaurirle, le ulteriori opere che Dio farà. Ma possiamo essere sicuri che ognuna di queste opere non ancora rivelate sarà “bella a suo tempo”. Quale meraviglioso futuro è riservato al genere umano!

Rallegratevi di ciò che Dio provvede

Qual è dunque la via opportuna da seguire? Salomone raccomanda di trarre gioia salutare dalla vita, di vedere il bene dal duro lavoro, invece di cercare vanamente di cambiare ciò che Dio ha provveduto. Leggiamo le sue ulteriori parole: “Ho conosciuto che per loro non c’è nulla di meglio che rallegrarsi e fare il bene durante la vita; e anche che ogni uomo mangi e in realtà beva e veda il bene per tutto il suo duro lavoro. È il dono di Dio. Ho conosciuto che ogni cosa che il vero Dio fa, sarà a tempo indefinito. Non c’è nulla da aggiungervi e non c’è nulla da sottrarvi; ma il vero Dio stesso l’ha fatta, affinché gli uomini abbiano timore a motivo di lui”. — Eccl. 3:12-14; 5:18.

Gli affari umani, inclusi la nascita e la morte, si svolgono entro una struttura che l’uomo non può cambiare. Essa sussisterà finché servirà al proposito di Dio. È dunque evidentemente in riferimento al fatto che c’è “un tempo per ogni affare sotto i cieli” che Salomone disse: “Ho conosciuto che ogni cosa che il vero Dio fa, sarà a tempo indefinito”. (Eccl. 3:14) L’uomo non può proprio fare nulla riguardo allo stato di cose che esiste sulla terra o perché Dio lo permette o perché Dio lo stabilisce. Il potente re Nabucodonosor, per esempio, fu costretto ad ammettere: “Tutti gli abitanti della terra sono considerati semplicemente come nulla, ed egli fa secondo la sua propria volontà fra l’esercito dei cieli e gli abitanti della terra. E non esiste nessuno che possa fermare la sua mano o che gli possa dire: ‘Che cosa hai fatto?’” (Dan. 4:35) Nessuno sforzo compiuto per aggiungere o sottrarre riuscirà, poiché il generale andamento della vita sulla terra continuerà secondo il permesso e il proposito di Dio. Il fatto che l’intera portata dell’opera di Dio in questo campo non possa essere umanamente compresa dovrebbe riempire l’uomo di reverenziale timore.

Nello stesso tempo, la storia umana mostra che gli avvenimenti sulla terra includono cicli di nascita e morte, guerra e pace, riso e pianto, ecc., che si ripetono. Questi cicli che si ripetono collegano passato, presente e futuro. Quindi, Salomone poté dire: “Ciò che è accaduto, era stato di già, e ciò che deve avvenire si è già verificato”. Le sue successive parole, tuttavia, non sono comprese altrettanto facilmente. Salomone dichiarò: “Il vero Dio stesso continua a cercare ciò che si persegue”. (Eccl. 3:15) Questo può riferirsi al fatto che i giusti sono spesso perseguiti, perseguitati, dai malvagi. Dio ‘cerca’ il bene dei suoi servitori e, poiché ha sotto il suo pieno controllo passato, presente e futuro, può fare in modo che gli errori dei malvagi persecutori ricadano sulla loro testa e può rendere giustizia ai giusti. O potrebbe voler dire che, anche se i cicli continuano a ripetersi e pare non vi sia nulla di realmente nuovo, possiamo essere sicuri che Dio attua ciò nondimeno il suo buon proposito. Quindi sebbene certe circostanze siano indipendenti dalla volontà dell’uomo, l’Altissimo può sempre far andare le cose nei migliori interessi dei suoi ubbidienti servitori.

Questo è confortante, poiché in questo mondo imperfetto non ci si deve attendere che l’uomo faccia giustizia in ciascun caso. Salomone descrisse la situazione in modo appropriato: “Ho visto inoltre sotto il sole il luogo del diritto dove era malvagità e il luogo della giustizia dove era malvagità”. (Eccl. 3:16) Ci si attende a ragione che in tribunale sia fatta giustizia. Ma possono prevalere corruzione e parzialità, per cui è impossibile a molti ottenere ciò che spetta loro giustamente. Come potranno essere corrette tutte queste ingiustizie? Salomone risponde: “Il vero Dio giudicherà sia il giusto che il malvagio, poiché lì c’è un tempo per ogni faccenda e riguardo a ogni opera”. (Eccl. 3:17) Quindi invece di turbarsi per quello che accade nel mondo, il saggio confida pazientemente in Dio, che al tempo da Lui fissato agirà per l’eterno bene del Suo popolo fedele. — 1 Sam. 26:7-10; Sal. 37:12, 13.

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