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  • Ci fu dato uno scopo nella vita

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  • Ci fu dato uno scopo nella vita
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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  • L’IMPORTANZA DELLE COSE SPIRITUALI
  • LA NOSTRA VITA FAMILIARE
  • CI È POSTA DAVANTI UNA MÈTA
  • HA INIZIO LA MIA CARRIERA
  • NUOVI TERRITORI
  • DATO AD ALTRI UNO SCOPO NELLA VITA
  • La nostra ricca eredità spirituale
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
  • Una rara eredità cristiana
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
  • I nostri genitori ci hanno insegnato ad amare Dio
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1999
  • Ho seguito le orme dei miei genitori
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 1/9 pp. 520-524

Ci fu dato uno scopo nella vita

Narrato da Russell Cantwell

HO NOTATO che oggi pochi giovani sanno bene cosa vogliono dalla vita. Non hanno in mente nessuna particolare carriera, né hanno alcun obiettivo da conseguire. Sono grato ai miei genitori che per me non fu così.

I miei genitori sono ancora vivi, anche se papà ha novantanove anni e la mamma ha passato l’ottantina. Fra tutt’e due hanno dedicato più di novant’anni all’“opera di pioniere”, come i Testimoni di Geova chiamano l’attività di predicazione della Bibbia in servizio continuo.

Fu verso il 1908 che mamma e papà cominciarono a studiare seriamente la Bibbia. Uno dei miei primi ricordi è d’aver visto il Fotodramma della Creazione, una rappresentazione della storia della Bibbia con diapositive e pellicola cinematografica. Lo vidi nella piccola scuola di campagna dell’Arkansas dove papà insegnava. A quell’epoca devo aver avuto tre anni.

Nel 1924, quando avevo quattro anni, papà trasferì la famiglia nel Tennessee orientale. Lì cominciò a parlare immediatamente della sua fede in Dio ai vicini. La famiglia Kamer era interessata, e furono organizzate adunanze bibliche settimanali.

Un altro dei miei primi ricordi è quello delle visite dei “pellegrini”, come si chiamavano allora i rappresentanti viaggianti dei Testimoni di Geova. Noi tre ragazzi cedevamo i letti alle nostre sorelle e dormivamo sul pavimento affinché il visitatore dormisse nella camera delle nostre sorelle. La gentile attenzione e l’incoraggiamento di questi uomini nei riguardi di noi ragazzi lasciarono un’impronta sana e duratura.

L’IMPORTANZA DELLE COSE SPIRITUALI

Con l’insegnamento che ci diedero, oltre che con il loro esempio, mamma e papà impressero indelebilmente sulle nostre giovani menti l’importanza dello studio biblico e dell’associazione cristiana. Un’esperienza che ricordo chiaramente lo illustra bene; a quell’epoca avevo solo sei o sette anni.

Era una domenica mattina e, mentre andavamo a piedi a casa dei Kamer per il regolare studio della Bibbia, incontrammo tre auto cariche di parenti. Sebbene papà non li vedesse da parecchi anni, invece di tornare a casa li invitò a venire con noi allo studio o ad andare a casa ad aspettarci. Credo che se anche l’intero gruppo se ne fosse andato adirato, papà non si sarebbe minimamente turbato, perché sentiva vivamente verso la sua famiglia e verso la famiglia Kamer l’obbligo spirituale di condurre quello studio biblico.

Papà ci insegnò anche a parlare ad altri delle cose che imparavamo in merito al regno di Dio. Fin dove arriva la mia memoria, ricordo che ci conduceva con sé quando visitava le persone nelle loro case. Nel 1927 papà decise che ero abbastanza grande per andare alle porte da solo.

LA NOSTRA VITA FAMILIARE

È vero che al podere c’era da lavorare sodo ed eravamo anche occupati nelle attività cristiane. Ma nello stesso tempo papà ci provvedeva lo svago. Ci insegnò a nuotare. E la famiglia faceva picnic insieme, si riuniva con altri e questo provvedeva sana ricreazione e associazione.

Un’altra cosa che contribuì all’unità della nostra famiglia fu il fatto che mamma e papà cooperavano e avevano sempre tempo per noi. Sono sicuro che a volte non erano dello stesso parere, ma non discutevano mai di fronte a noi né si contraddicevano. In questo modo imparammo a rispettare l’autorità dei genitori.

A scuola eravamo spesso derisi dai ragazzi di altre religioni. Per esempio, ci affibbiavano dei nomignoli perché non credevamo che Dio tormenti le persone in un inferno di fuoco. Ma mamma e papà si prendevano il tempo di aiutarci a preparare con la Bibbia le risposte da dare a scuola. Questo ci rafforzò, convincendoci che avevamo la verità della Parola di Dio e imparammo a provar piacere nel fatto che eravamo diversi, com’era accaduto ai servitori di Dio nel passato.

Anni prima, uno zio, a cui non piaceva la religione di papà, gli disse: “I ragazzi hanno già abbastanza difficoltà a crescere senza che tu gli inculchi quella religione”. Anni dopo, quando andammo a visitare questo zio, egli disse piangendo a papà: “Newt, vorrei che i miei figli fossero come i tuoi”. Tuttavia, quando papà gli rammentò la sua precedente osservazione, e che era la nostra educazione biblica a renderci diversi, a mio zio questo non piacque per nulla. Proibì a papà perfino di menzionare Dio o la Bibbia in casa sua!

CI È POSTA DAVANTI UNA MÈTA

Papà desiderava dedicare più tempo all’opera di testimonianza, e così nel 1929 ci trasferimmo a West Plains, nel Missouri. In quel luogo fummo in grado di provvedere stanze a due proclamatori del Regno in servizio continuo. Vedendo l’esempio di questi Testimoni la nostra famiglia cominciò a pensare all’opera di pioniere.

A causa della grande depressione tornammo nel podere del Tennessee, ma non rinunciammo all’idea di fare i pionieri. Nel 1931 un pellegrino che si chiamava Louis Larson aiutò papà a calcolare come poteva provvedere finanziariamente alla famiglia pur compiendo l’opera di pioniere.

Eravamo ancora sei figli a casa, e tre di noi frequentavano la scuola. Si tenne una riunione di famiglia, e dopo una considerazione devota convenimmo di vendere il podere e confidare che Geova avrebbe provveduto. Si decise che noi tre più giovani avremmo continuato la scuola, mentre i più grandi avrebbero fatto i pionieri.

La fede e la fiducia dei miei genitori in Geova esercitò una forte influenza nella mia vita. Quella sera, in preghiera a Geova, promisi che avrei fatto la sua volontà come i miei genitori e che avrei camminato nelle orme di Cristo. Che emozione essere battezzato da papà qualche tempo dopo per simboleggiare la mia dedicazione a Geova!

Il podere fu messo in vendita ma, a causa della depressione, fu venduto per la metà del prezzo chiesto in origine. Poi, a causa di un incidente e di una grave malattia di famiglia, papà spese tutto quello che aveva, e rimanemmo al verde. Ma egli disse che c’era solo una cosa da fare e cioè continuare l’opera di testimonianza in servizio continuo. Questa determinazione e ferma risoluzione, insieme alla costante devozione di mamma e papà, rafforzarono il mio desiderio di servire Geova.

HA INIZIO LA MIA CARRIERA

Nel 1934 ci trasferimmo in un territorio del Tennessee occidentale. Lì decisi di troncare gli studi e intraprendere l’opera di testimonianza in servizio continuo. Papà approvò, purché la mia intenzione non fosse solo quella di lasciare la scuola ma di fare del servizio di pioniere la mia carriera. Così a quattordici anni intrapresi la mia carriera dando testimonianza nelle fattorie nei pressi di Waverly, nel Tennessee.

È vero che durante la grande depressione degli anni trenta ci furono difficoltà. A volte mangiavamo le stesse cose per parecchi giorni desiderando qualcosa di più. Ma papà ci fece notare che avevamo rinunciato a guadagnare denaro e che non avevamo mai saltato un pasto, eppure quasi ogni giorno famiglie si fermavano alla nostra porta chiedendo qualcosa da mangiare per i bambini che piangevano dalla fame, e queste famiglie cercavano di lavorare per far denaro.

Nelle zone dove facemmo i pionieri in tutti gli Stati Uniti meridionali, di rado c’erano altri Testimoni nelle vicinanze. Quindi la nostra stretta associazione familiare ci protesse dal cercare la compagnia di increduli. (1 Cor. 15:33; 2 Cor. 6:14) E risparmiavamo per mesi per fare un viaggio di oltre 150 chilometri e incontrarci con altri giovani Testimoni, per ballare la quadriglia o stare in piacevole compagnia, ad esempio facendo un’escursione sulle Smoky Mountains.

NUOVI TERRITORI

Al congresso di Columbus, nell’Ohio, tenuto nel 1937 sentimmo il nome di papà all’altoparlante, insieme a 200 altri scelti per iniziare la nuova opera di pioniere speciale. Papà accettò immediatamente questo nuovo privilegio di servizio, e tutta la nostra famiglia fu allora invitata a partecipare. Fummo mandati a New Haven, nel Connecticut.

Una legge dello stato del Connecticut dava al capo della polizia la facoltà di censurare l’opera religiosa di porta in porta nella sua comunità, e di conseguenza i Testimoni di Geova erano arrestati in tutto lo stato. Nel maggio 1938 fui arrestato insieme a papà e al mio fratello minore, Jesse, mentre andavamo alle case a parlare alle persone della Bibbia. Sebbene centinaia di nostri fratelli e sorelle cristiani fossero stati arrestati in varie occasioni, la Watch Tower Society decise di servirsi del nostro caso per provare la validità della legge dello stato. La causa fu infine portata davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti, dove Geova ci diede la vittoria.

Quindi fummo trasferiti come pionieri speciali a Staten Island, nella città di New York, dove avemmo il privilegio di lavorare con coloro che prestavano servizio alla stazione radio WBBR della Watch Tower Society. In gennaio del 1939 fummo poi invitati ad andare ad aiutare una congregazione organizzata da poco a Mount Vernon (New York), dove furono pure assegnati Milton Henschel, Lyman Swingle e altri componenti della famiglia Betel. Immaginate la nostra sorpresa il mese dopo quando i miei due fratelli e io fummo invitati a lavorare nello stabilimento tipografico della Società per alcune settimane. In effetti, prestammo servizio lì per oltre sei anni. In seguito a un avvenimento la sera dell’8 settembre 1943, ricevetti un altro incarico.

Fu allora che Evie Sullivan mi presentò Gladys nell’atrio della Betel e mi chiese se potevo accompagnare lei e la sua compagna pioniera al loro alloggio a qualche isolato di distanza. La loro auto aveva urgente bisogno di riparazioni, così quella sera impiegai parecchie ore a ripararla mentre le ragazze sedute sul marciapiede raccontavano le esperienze avute nell’opera di testimonianza. Questo mi diede ampia opportunità di osservare il loro eccellente spirito di devozione a Geova.

Nella primavera del 1944 Gladys frequentò la terza classe della Scuola di Galaad mentre io ero ancora alla Betel, e l’anno dopo ci sposammo e io mi unii a Gladys nel servizio di pioniere. Nel 1950 fui invitato a prestare servizio nella circoscrizione come rappresentante viaggiante della Watch Tower Society. Il 30 gennaio 1956 nacque nostra figlia Darla Lynn, ma fu disposto amorevolmente che continuassimo l’opera nella circoscrizione.

DATO AD ALTRI UNO SCOPO NELLA VITA

In preghiera chiedemmo a Geova di aiutarci ad allevare nostra figlia come i nostri genitori avevano allevato noi, mettendo sempre prima gli interessi del Regno, pur mantenendo l’equilibrio e non trascurando le responsabilità familiari. Conducevo lo studio familiare tutte le settimane, e Gladys dedicava alcuni minuti tutti i giorni ad ammaestrare nostra figlia intorno alla Parola di Dio e, man mano che cresceva, dedicava periodi di tempo più lunghi.

Come da un giorno all’altro, giunse per Darla il tempo di andare a scuola. Avevamo sempre parlato apertamente e francamente anche di argomenti intimi, così che man mano che cresceva era sempre facile conversare e così evitammo il cosiddetto “divario delle generazioni”. Gli attenti consigli riguardo alle compagnie le impedirono di frequentare cattivi compagni che potevano portarla a compiere azioni errate. Inoltre, eravamo felici che volesse parlare alle sue compagne di scuola del regno di Dio. Iniziò il suo primo studio biblico con una compagna della terza classe a Chino, in California. Come risultato, quando la studentessa ebbe sedici anni, si dedicò a Geova.

Nel giugno 1972, mentre eravamo a San Francisco, in California, ricevemmo per posta una lettera. Con nostra sorpresa, era stata scritta da nostra figlia che viveva con noi. Voleva esprimere la sua gratitudine, ma temeva di non poter dire di persona tutto quello che voleva.

“Voglio ringraziarvi”, diceva la lettera, “per avermi allevata in questo modo. Avete sempre messo Geova al primo posto nella nostra vita. Avete sempre fatto in modo che il vostro ‘Sì significasse Sì e il vostro No, No’. . . . Desidero ringraziarvi per tutto l’amore e la benignità che mi mostrate. Perché ascoltate quando ho qualcosa da dire, perché comprendete i miei sentimenti, perché siete pazienti con i miei capricci e le mie emozioni. . . . Vi ringrazio tanto del meraviglioso esempio che date così che posso veramente ‘seguire voi come voi seguite Cristo’”.

Quella lettera ci rincorò e ringraziamo Geova per avere potuto dare a nostra figlia lo stesso scopo che i miei genitori diedero a me, di mettere al primo posto nella vita il servizio di Geova. Nostra figlia e la sua compagna prestano ora servizio come pioniere con la congregazione di Henderson, nella Carolina del Nord. Furono elettrizzate, come anche noi, quando diciassette persone con cui conducevano studi biblici assisterono la scorsa primavera al Pasto Serale del Signore.

Compio il servizio continuo da quarantatré anni. Al presente sono istruttore di una Scuola di Ministero del Regno, centro di addestramento per anziani cristiani. Uno dei miei fratelli compie l’opera di circoscrizione negli Stati Uniti e l’altro presta servizio come coordinatore di filiale nella Repubblica Dominicana, nei Caraibi. Ed entrambi i miei genitori sono ancora pionieri!

La nostra esperienza personale ci spinge vigorosamente a incoraggiare i giovani a prefiggersi lo scopo dell’opera di testimonianza in servizio continuo, sì, a fare del servizio di Geova Dio la loro carriera. E ai genitori dico: I vostri figli non serviranno Geova automaticamente. Dovete dare loro questo scopo nella vita. In tal caso, posso assicurarvi che ve ne saranno grati per sempre.

[Immagine a pagina 522]

Mia moglie e io studiamo insieme

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