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  • ‘Il Signore sia con lo spirito che mostrate’

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  • ‘Il Signore sia con lo spirito che mostrate’
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
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  • LO “SPIRITO” DI UNA CONGREGAZIONE
  • PER SALVARE LO SPIRITO DELLA CONGREGAZIONE
  • CONGREGAZIONE CRISTIANA PRIMITIVA, MODELLO PER IL NOSTRO GIORNO
  • SORVEGLIANTI UMILI E AMOREVOLI
  • LO SPIRITO MANIFESTATO DA ALTRI
  • EDIFICHIAMO I COMPAGNI DI ADORAZIONE
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
w77 1/12 pp. 720-724

‘Il Signore sia con lo spirito che mostrate’

“Il Signore sia con lo spirito che tu mostri. La sua immeritata benignità sia con voi”. — 2 Tim. 4:22.

1, 2. Come si potrebbe definire lo spirito di una persona? Illustratelo con esempi scritturali. (Filem. 25)

OGNUNO di noi ha un certo spirito. Cioè ha una particolare disposizione, inclinazione o forza che lo spinge ad agire. Quindi, non sorprende che spesso alcuni siano ben noti per il motivo che li spinge a parlare e ad agire.

2 Le Sacre Scritture menzionano le qualità che spinsero certuni ad agire. Facciamo qualche esempio: Mosè, profeta di Geova Dio, è definito “il più mansueto di tutti gli uomini che erano sulla superficie della terra”. (Num. 12:3) Abigail, che divenne infine moglie di Davide re d’Israele, era “buona per discrezione”. — 1 Sam. 25:3, 39.

3. (a) Perché i cristiani devono avere uno spirito eccellente? (b) Che cosa desiderava Paolo riguardo allo spirito di Timoteo?

3 I veri cristiani hanno rivestito la “nuova personalità” e perciò dovrebbero avere uno spirito eccellente. Dopo tutto, si sono rivestiti di amore, compassione, benignità, modestia di mente, mitezza e longanimità, qualità che li spingono ad agire. Essi coltivano e dimostrano i frutti dello spirito di Dio: amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza e padronanza di sé. (Gal. 5:22, 23; Efes. 4:20-24; Col. 3:9-14) Certo, nella congregazione cristiana lo spirito che ognuno mostra è importante, poiché l’apostolo Paolo, scrivendo al suo collaboratore Timoteo, si espresse in questo modo: “Il Signore sia con lo spirito che tu mostri. La sua immeritata benignità sia con voi”. (2 Tim. 4:22) Paolo desiderava che Dio, mediante il Signore Gesù Cristo, approvasse la forza che animava Timoteo, forza che lo spingeva a operare.

LO “SPIRITO” DI UNA CONGREGAZIONE

4. (a) Ha la congregazione uno spirito? (b) A questo riguardo, come dovrebbe essere?

4 Come una persona manifesta un particolare spirito, così un’intera congregazione del popolo di Dio ha un certo spirito. Con tutta probabilità, se uno è osservatore noterà gli effetti di questa forza che opera nella mente e nel cuore dei suoi componenti, producendo forse uno spirito di cordialità e amore, o di tranquillità e pace, o di zelo ed entusiasmo. Naturalmente, lo spirito potrebbe esser tale da produrre effetti negativi. Ma che benedizione quando è uno spirito eccellente! L’apostolo Paolo desiderava ovviamente che la congregazione manifestasse un simile spirito. Alla congregazione cristiana della città di Filippi egli scrisse: “L’immeritata benignità del Signore Gesù Cristo sia con lo spirito che voi mostrate”. (Filip. 4:23) L’apostolo si espresse allo stesso modo scrivendo ai cristiani della Galazia. — Gal. 6:18.

5. Quali caratteristiche può avere l’eccellente spirito di una congregazione?

5 Sei un testimone di Geova? In tal caso, qual è lo spirito della congregazione che frequenti? Può essere uno spirito eccellente. Forse la congregazione è molto sensibile ai consigli delle Scritture. Inoltre, può avere uno spirito amorevole, cordiale, ospitale e di cooperazione. Coloro che si associano alla congregazione possono avere una mente molto spirituale. In tal caso, ‘l’immeritata benignità del Signore Gesù Cristo è con lo spirito che mostrate’. — Filem. 25.

PER SALVARE LO SPIRITO DELLA CONGREGAZIONE

6. Quale condizione sconveniente era tollerata nella congregazione di Corinto?

6 Tale eccellente spirito è una cosa da custodire. L’importanza di salvaguardare lo spirito di una congregazione fu messa in evidenza nell’antica Corinto. L’apostolo Paolo apprese che tra i cristiani di quella città era tollerata l’immoralità sessuale, “fornicazione tale che non è neppure fra le nazioni, che un certo uomo ha la moglie del proprio padre”. — 1 Cor. 5:1.

7, 8. Perché, secondo Paolo, si doveva disassociare il Corinzio immorale?

7 I sorveglianti di quella congregazione non avevano espulso questa persona, ma Paolo li esortò a consegnare “tale uomo a Satana per la distruzione della carne”. Dovevano cacciarlo dalla congregazione cristiana perché se ne andasse nel mondo governato da Satana il Diavolo e su cui incombe la distruzione. (1 Giov. 5:19) Perché compiere questa azione? Come disse Paolo, “acciocché lo spirito sia salvato nel giorno del Signore”, Gesù Cristo. — 1 Cor. 5:3-5.

8 Quest’uomo doveva essere disassociato se si voleva salvare lo “spirito”, o spiritualità, della congregazione, spirito basato sulla Parola di Dio. Altrimenti, ‘un po’ di lievito avrebbe fatto fermentare l’intera massa’, cioè un’influenza spiritualmente corruttrice avrebbe permeato la congregazione e Geova avrebbe stroncato tale congregazione. Oggi è altrettanto importante salvare lo spirito della congregazione basato sull’ispirata Parola di Geova. — 1 Cor. 5:6.

CONGREGAZIONE CRISTIANA PRIMITIVA, MODELLO PER IL NOSTRO GIORNO

9. Quale spirito manifestarono le congregazioni del primo secolo in generale?

9 Sì, gli anziani delle congregazioni del primo secolo dovettero vigilare spiritualmente affinché ‘lo spirito fosse salvato’. Si ammette che a volte sorgevano problemi. Tuttavia, non esiste uno spirito più caloroso, amorevole e che rispecchi vero interesse reciproco di quello manifestato dalle prime congregazioni cristiane in generale. Gesù Cristo aveva dichiarato: “Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi”. (Giov. 13:35) Tale amore era manifestato di continuo. Per esempio, parlando di Gaio, suo compagno di adorazione, l’apostolo Giovanni lo chiamò “il diletto, che io veramente amo”. — 3 Giov. 1.

10. Che tipo di relazione ebbero gli apostoli con i compagni di fede?

10 Gli apostoli lavoravano con i fratelli e le sorelle di fede, senza incuter loro soggezione. Non davano aspri comandi. Piuttosto, questi uomini facevano appello al cuore dei loro compagni di fede. Appropriatamente, i conservi cristiani erano chiamati “fratelli”, “diletti” e “partecipi . . . dell’immeritata benignità”. (Filip. 1:7; 4:8; 1 Piet. 4:12; 1 Giov. 4:1) Questo amorevole atteggiamento si basava sul profondo interesse per il benessere spirituale degli altri, coeredi della vita. — Giac. 2:5; 1 Piet. 3:7.

SORVEGLIANTI UMILI E AMOREVOLI

11. Come descrivereste i sentimenti dell’apostolo Paolo verso i fratelli e le sorelle spirituali? (1 Tess. 2:7)

11 L’amore e la reciproca considerazione che regnavano nelle congregazioni del primo secolo rispecchiavano le qualità interiori che avevano i primi cristiani individualmente. Prendete ad esempio il sorvegliante viaggiante Paolo. Il suo cuore si era “allargato” per abbracciare affettuosamente i compagni di fede di Corinto. (2 Cor. 6:11-13) Inoltre, aveva un cuore pieno d’amore per i fratelli e le sorelle spirituali di tutti gli altri luoghi. Non è strano che lo assalisse ogni giorno “l’ansietà per tutte le congregazioni”! — 2 Cor. 11:28.

12, 13. (a) Con quale spirito Paolo ammonì gli anziani di Efeso? (b) Come reagirono gli anziani di Efeso quando Paolo disse loro addio?

12 Fu Paolo arrogante, prepotente, così da signoreggiare sugli altri adoratori di Geova? No di certo! Per esempio, ammonendo gli anziani cristiani di Efeso non li rimproverò né fece richieste autoritarie. Li supplicò in base all’amore. Quei sorveglianti sapevano che l’apostolo era nel vero quando diceva: “Tenete presente che per tre anni, notte e giorno, non ho cessato di ammonire ciascuno con lagrime”. (Atti 20:18, 19, 31) Che anziano sincero e umile! E questo è lo spirito che il suo Signore si aspettava manifestasse, poiché Gesù Cristo aveva detto: “Voi sapete che i governanti delle nazioni le signoreggiano e che i grandi esercitano autorità sopra di esse. Non sarà così fra voi; ma chi vorrà divenire grande fra voi dovrà essere vostro ministro, e chi vorrà esser primo fra voi dovrà essere vostro schiavo”. — Matt. 20:25-27.

13 Ora pensate ai sorveglianti di Efeso. Erano freddi, distaccati? No davvero! Non è questo il quadro che ne vien fatto nella Parola di Dio. Del momento in cui Paolo stava per dir loro addio a Mileto ci è detto: “S’inginocchiò con tutti loro e pregò. In realtà, tutti piansero parecchio, e gettatisi al collo di Paolo, lo baciarono teneramente, perché provavano specialmente pena per la parola ch’egli aveva detta, che non avrebbero più visto la sua faccia”. (Atti 20:36-38) Solo persone amorevoli e umili avrebbero agito così. Certo, ‘il Signore fu con lo spirito che essi mostrarono’.

LO SPIRITO MANIFESTATO DA ALTRI

14. Quale particolare caratteristica manifestò Lidia?

14 Ma che dire di altri che erano associati alla congregazione cristiana primitiva? L’eccellente spirito manifestato da molti di loro, come rivelano le Scritture, costituisce un ottimo esempio per i cristiani d’oggi. Per esempio, tra i primi che accettarono il cristianesimo in Europa ci furono Lidia e la sua casa, abitanti a Filippi. Lidia accettò la buona notizia predicata da Paolo, fu battezzata e manifestò immediatamente sentimenti di ospitalità. “Se mi avete giudicata fedele a Geova”, ella disse, “entrate nella mia casa e restate”. Infatti, il compagno di viaggio di Paolo, Luca, scrisse: “E ci fece andare”. (Atti 16:11-15) Forse fu grazie all’ospitalità di Lidia, almeno in parte, che in seguito l’apostolo disse ai cristiani di Filippi: “Ringrazio il mio Dio tutte le volte che mi ricordo di voi . . . a causa del contributo che avete reso alla buona notizia dal primo giorno fino a questo momento”. (Filip. 1:3-5) Sì, ‘il Signore fu con lo spirito mostrato’ da quei Filippesi, inclusa la fedele Lidia.

15-17. (a) Perché Aquila e Priscilla furono in grado di ‘spiegare più correttamente la via di Dio’ ad Apollo? (b) Come si può dire che il Signore era con lo spirito mostrato da Aquila e Priscilla?

15 L’Ebreo Aquila e sua moglie Priscilla pure ebbero un eccellente spirito. Banditi da Roma col decreto dell’imperatore Claudio contro gli Ebrei (nel 50 E.V.), andarono ad abitare a Corinto. Alcuni mesi dopo, vi arrivò l’apostolo Paolo e fu ricevuto in casa loro. Infatti, tutt’e tre fabbricarono tende insieme. Senz’altro, Aquila e Priscilla aiutarono l’apostolo anche a edificare la nuova congregazione di Corinto. — Atti 18:1-11.

16 Quando Paolo salpò per la Siria nel 52 E.V., Aquila e Priscilla lo accompagnarono fino a Efeso. Lì questa coppia di sposi offrì la propria casa come luogo di raduno della congregazione. A Efeso, Aquila e Priscilla ebbero anche il privilegio di ‘spiegare più correttamente la via di Dio’ ad Apollo. (Atti 18:18-26; 1 Cor. 16:8, 19) Essi furono in grado di impartire tale istruzione perché avevano un buon intendimento della Parola e della volontà di Dio.

17 Nel periodo in cui l’apostolo Paolo scrisse ai cristiani di Roma, verso il 56 E.V., Aquila e Priscilla erano tornati a Roma. Lì avevano nuovamente offerto la propria casa per tenervi riunioni cristiane. Paolo li salutò chiamandoli suoi “compagni d’opera in Cristo Gesù, che han rischiato il proprio collo per la mia anima, ai quali non solo io ma anche tutte le congregazioni delle nazioni rendono grazie”. (Rom. 16:3-5) In qualche occasione, Aquila e Priscilla avevano messo a repentaglio la propria vita per Paolo. Poco prima di subire il martirio verso il 65 E.V., Paolo, per mezzo di Timoteo, mandò saluti a questa brava coppia di sposi, che allora risiedevano a Efeso. Aquila e Priscilla erano cristiani già da diversi anni e ancora ‘il Signore era con lo spirito che essi mostravano’. — 1 Tim. 1:3; 2 Tim. 4:19, 22.

18. Che tipo di persona fu Gaio, amico dell’apostolo Giovanni?

18 Verso la fine del primo secolo E.V. l’anziano apostolo Giovanni indirizzò la sua terza lettera divinamente ispirata a un compagno di fede di nome Gaio. L’apostolo amava questo ottimo cristiano. Gaio ‘camminava nella verità’ e altri avevano ‘reso testimonianza al suo amore dinanzi alla congregazione’. Giovanni sapeva che Gaio era un uomo ospitale e amorevole. — 3 Giov. 1-8.

19. Perché dobbiamo dire che il Signore non era con lo spirito mostrato da Diotrefe?

19 Ma che contrasto tra Gaio e un certo Diotrefe! Giovanni disse: “Ho scritto qualche cosa alla congregazione, ma Diotrefe, che desidera avere il primo posto fra loro, non riceve nulla da noi con rispetto. Perciò, se vengo, ricorderò le opere che continua a fare, chiacchierando di noi con parole malvage. E, non essendo contento di queste cose, nemmeno riceve i fratelli con rispetto, e quelli che vogliono riceverli cerca d’impedirli e di cacciarli dalla congregazione”. (3 Giov. 9, 10) Il Signore non era certo con lo spirito mostrato da Diotrefe.

20. Le prime congregazioni cristiane erano formate da molte persone di che specie?

20 Qua e là poteva comparire una persona come Diotrefe. Ma le congregazioni di quel tempo erano formate di molti cristiani fedeli e spiritualmente forti. Sì, c’erano persone amorevoli e ospitali, come Lidia e Gaio. C’erano persone come Aquila e Priscilla, che avevano un ottimo intendimento spirituale ed erano disposte a offrire la propria casa per le adunanze della congregazione. Indubbiamente, ‘il Signore era con lo spirito mostrato da tali persone’. Oggi quale persona che ama Dio non vorrebbe essere come loro?

EDIFICHIAMO I COMPAGNI DI ADORAZIONE

21, 22. (a) Perché gli anziani cristiani d’oggi dovrebbero interessarsi profondamente dello spirito delle congregazioni con le quali prestano servizio? (b) Quali domande potrebbe farsi un sorvegliante riguardo alla congregazione che serve?

21 Come abbiamo già detto, l’apostolo Paolo mostrò di interessarsi dello spirito della congregazione di Corinto. Inoltre, espresse la speranza che ‘il Signore Gesù Cristo fosse con lo spirito mostrato’ dalle congregazioni e dai singoli individui. (1 Cor. 5:1-5; Gal. 6:18; Filip. 4:23; 2 Tim. 4:22; Filem. 25) Allo stesso modo, il glorificato Gesù Cristo si interessò dello spirito manifestato dalle sette congregazioni menzionate in Rivelazione. (Riv. capp. 2, 3) Perciò, gli anziani cristiani d’oggi dovrebbero interessarsi profondamente dello spirito mostrato dalle congregazioni con le quali prestano servizio.

22 Essendo nominato dallo spirito santo per ‘pascere il gregge di Dio’, il sorvegliante dovrebbe conoscere l’aspetto di quel gregge. (1 Piet. 5:2; Atti 20:28; confronta Proverbi 27:23). Potrebbe giustamente chiedersi: I fratelli e le sorelle della congregazione sono veramente felici? (Sal. 128:1) Indica il loro viso che servono Geova con “gioia di cuore”? (Deut. 28:45-47) Frequentano regolarmente le adunanze cristiane della congregazione? (Ebr. 10:24, 25) Studiano privatamente la Bibbia in casa? (Gios. 1:7, 8) Sono questi compagni di adorazione realmente “sani nella fede”? (Tito 2:2) Apprezzano vivamente le cose spirituali? (Sal. 27:4) È evidente che hanno a cuore la propria relazione con Geova Dio e desiderano veramente lodarlo? — Sal. 9:1, 2.

23. Che cosa devono fare gli anziani per ‘predicare la parola’?

23 Un onesto esame potrebbe rivelare che si deve coltivare maggiormente la spiritualità nella congregazione. Il podio in tanti casi serve molto bene allo scopo. Il sorvegliante Timoteo dovette affrontare alcuni nella congregazione che ‘combattevano per delle parole’ e che non erano “favorevolmente disposti” verso la verità. (2 Tim. 2:14, 23-25) La loro presenza avrebbe causato un “tempo difficoltoso” alla congregazione. Quindi Timoteo doveva ‘predicare la parola’, non la sapienza umana, ma la “parola” non adulterata di Dio. (2 Tim. 4:1, 2; confronta I Corinti 2:1-5). Allo stesso modo, per il bene spirituale delle congregazioni d’oggi, gli anziani devono ‘predicare la parola’, basando i propri commenti sulla Bibbia, sia pubblicamente dal podio che in privato nelle conversazioni.

24, 25. (a) A che scopo gli anziani possono visitare i compagni di fede nelle loro case? (b) C’è una ragione scritturale per cui gli anziani dovrebbero pregare a favore di altri adoratori di Geova?

24 Un altro modo per edificare spiritualmente i compagni di fede è quello di visitarli nelle loro case. Gesù Cristo fece questo, cercando di aiutare le persone in senso spirituale. (Luca 7:36-50; 19:1-27) Similmente, l’apostolo Giovanni desiderava visitate Gaio e altri per parlare loro a faccia a faccia di soggetti spirituali. — 2 Giov. 1, 12; 3 Giov. 1, 13, 14.

25 Spronati dall’amore cristiano, gli anziani del giorno attuale vorranno visitare i compagni di fede nelle loro case. Lo scopo non è quello di ‘controllarli’, ma di dare aiuto e incoraggiamento spirituale. Inoltre, i sorveglianti fanno bene a menzionare in preghiera le sorelle e i fratelli cristiani. È interessante ciò che il profeta Samuele disse agli Israeliti: “È impensabile, da parte mia, peccare contro Geova cessando di pregare a vostro favore”. (1 Sam. 12:20, 23) Anche l’apostolo Paolo diede un ottimo esempio ai sorveglianti, pregando a favore degli altri adoratori di Geova. — 1 Tess. 1:1, 2; 2 Tim. 1:1-4; Filem. 4.

26. Se volete che il Signore sia con il vostro spirito, cosa dovete fare?

26 Nelle congregazioni del popolo di Dio ci sarà uno spirito eccellente e gioioso se i loro componenti pregheranno gli uni per gli altri. Per giunta, prevarrà uno spirito buono se i sorveglianti cristiani pasceranno amorevolmente il “gregge”. (Filip. 2:19, 20; 1 Piet. 5:1-4) Veramente, ‘il Signore può essere con lo spirito che mostrate’, ma ciò richiede qualcosa di specifico da voi individualmente. Dovete afferrare bene la Parola di Dio, per essere pienamente accetti a Geova.

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