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  • Domande dai lettori
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
w78 1/4 pp. 31-32

Domande dai lettori

● Mio marito non è credente e mi ha confessato d’avere un’altra donna. È sufficiente la sua ammissione per ottenere un divorzio scritturale?

In certi casi se il coniuge non credente del cristiano confessa di aver commesso immoralità, questo sarebbe un motivo scritturale di divorzio, che, a sua volta, renderebbe il cristiano innocente libero di risposarsi qualora lo volesse. La legge che Geova Dio diede all’antica nazione d’Israele prevedeva il divorzio per vari motivi. (Deut. 24:1, 2) Adulterio, omosessualità e bestialità erano motivi per porre fine a un matrimonio; il colpevole doveva essere giustiziato. (Deut. 22:22-24; Lev. 18:22, 23) Tuttavia, la Legge stabiliva questa importante condizione: “Per bocca di due testimoni o di tre testimoni il morituro dovrebbe esser messo a morte. Non sarà messo a morte per bocca di un solo testimone”. (Deut. 17:6; 19:15; Num. 35:30) Poiché Geova “ama giustizia e rettitudine”, richiedeva che tali questioni fossero decise in base alle prove, alle testimonianze, non a semplici sospetti. (Sal. 33:5) Questo, naturalmente, riguardava l’applicazione della pena di morte, non l’azione di divorzio.

La Legge considerava un’altra situazione che pure illustra l’importanza delle prove. Che cosa doveva fare un uomo se sospettava che sua moglie avesse commesso adulterio ma essa lo negava e non c’erano testimoni? La legge di Dio indicava che si poteva fare un certo passo, ma era un passo drastico che poteva avere conseguenze durature sulla moglie se era colpevole o sul marito se essa era innocente. Essa poteva essere portata davanti al sacerdote e costretta a sottoporsi alla procedura prescritta che richiedeva di bere dell’acqua speciale. Se era colpevole, subiva la punizione divina in quanto le sarebbe ‘caduta la coscia’; sembra che questo volesse dire che le sue parti genitali si sarebbero atrofizzate e avrebbe perso la facoltà di concepire. (Num. 5:12-31) Evidentemente in tali casi la moglie adultera, pur ricevendo questa straordinaria punizione da Dio, poiché negava la colpa e non c’erano i due testimoni richiesti, non veniva giustiziata.

Qual è oggi la situazione nella congregazione cristiana? È possibile ottenere valide testimonianze dei motivi che consentono il divorzio scritturale?

Gesù stesso disse che per i suoi seguaci il solo motivo di divorzio che avrebbe reso l’individuo libero di risposarsi era che il coniuge commettesse porneia, grave immoralità sessuale. (Matt. 19:9) Se una moglie cristiana semplicemente sospetta che il marito sia colpevole di adulterio ha un motivo sufficiente per ottenere il divorzio? No, perché le Scritture Greche Cristiane enunciano il principio che una questione dev’essere stabilita in base a due o tre testimoni, come richiede un ragionevole senso di giustizia. (Giov. 8:17, 18; 1 Tim. 5:19; Ebr. 10:28) Quindi, se una moglie semplicemente sospetta che il marito sia adultero, ma egli lo nega e non ci sono testimoni per confermarlo, essa non ha un motivo sufficiente per stabilire presso la congregazione cristiana il proprio diritto di divorziare da lui ed essere in tal modo libera di risposarsi.

In alcuni casi, però, il coniuge non credente confessa la sua immoralità. Un marito, per esempio, potrebbe addirittura vantarsene con la moglie per schernirla e ferirla. Essa potrebbe scegliere di passar sopra alla sua caparbietà. Ma che dire se ritiene di non potere o di non dovere passarvi sopra? La sua confessione è una prova sufficiente?

In questa situazione non è che egli si dichiari innocente o neghi fermamente d’essere colpevole di adulterio. Piuttosto, lo ammette davanti a lei, sebbene per non perdere la reputazione possa non essere disposto a confessarlo in tribunale o davanti ad altri. Cosa può fare la moglie?

Poiché essa fa parte della pura congregazione cristiana, dovrebbe comprendere l’importanza di agire nel modo giusto affinché, dopo aver divorziato da lui, se in seguito si risposa non ci sia dubbio che mantiene ‘il letto matrimoniale senza contaminazione’. (Ebr. 13:4) A tal fine potrebbe dare agli anziani che rappresentano la congregazione una lettera in cui spiega la sua situazione, dicendo che il marito non credente le ha confessato d’aver commesso immoralità. E potrebbe dire che secondo Matteo 19:9 desidera divorziare legalmente da lui, e così porre fine al matrimonio sia scritturalmente che legalmente.

Gli anziani considererebbero se c’è qualche nota ragione per pensare che il coniuge incredulo non sia stato immorale. Se no, potrebbero accettare la sua dichiarazione scritta.

‘Ma’, dirà qualcuno, ‘non potrebbe essa presentare una dichiarazione ingannevole, falsa, affermando che il marito ha confessato d’aver commesso immoralità quando in effetti egli non l’ha mai detto?’ In effetti, chiunque provasse a fare una cosa del genere si renderebbe colpevole di un grave inganno. Una volta Davide pregò: “Tu hai esaminato il mio cuore, hai fatto ispezione di notte, m’hai raffinato; scoprirai che non ho tramato”. (Sal. 17:3) Viceversa, Geova sa bene quando qualcuno trama e si accerterà che non abbia successo per sempre. Quindi, se una donna cristiana dichiara per iscritto che suo marito ha ammesso di aver commesso immoralità, Geova conosce i fatti. La Bibbia dice: “Non vi è creazione che non sia manifesta alla sua vista, ma tutte le cose sono nude e apertamente esposte agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto”. — Ebr. 4:13; Prov. 5:21; Ger. 16:17.

Se dunque non c’è ragione di dubitare della dichiarazione della moglie, gli anziani della congregazione possono lasciare la cosa fra lei e Geova. In tal caso essa dovrebbe assumersi dinanzi a Dio la responsabilità di dichiarare che suo marito ha veramente commesso immoralità, ciò che sarebbe il motivo scritturale per porre fine al matrimonio anche se il divorzio legale fosse ottenuto per qualche altro motivo.

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