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  • w78 15/8 pp. 10-12
  • Dalla sesta alla nona felicità

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  • Dalla sesta alla nona felicità
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
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  • “I PACIFICI” DIVENTANO FIGLI DI DIO
  • PERSEGUITATI, MA FELICI
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1978
w78 15/8 pp. 10-12

Il sermone del monte

Dalla sesta alla nona felicità

GESÙ enunciò la sesta ‘felicità’ del suo sermone del monte con le seguenti parole: “Felici i puri di cuore, poiché vedranno Dio”. — Matt. 5:8.

“I puri di cuore” sono persone interiormente pure. Tale purezza riguarda gli affetti, i desideri, l’apprezzamento e i motivi. È in netto contrasto con la semplice purezza esteriore o cerimoniale. (Matt. 23:25-28; Mar. 7:3, 4) Anziché dare risalto alle esteriori manifestazioni di devozione, le Scritture incoraggiano a manifestare “amore da un cuore puro e da una buona coscienza e dalla fede senza ipocrisia”. — 1 Tim. 1:5.

I puri di cuore sono felici specialmente perché “vedranno Dio”. Questo non significa necessariamente vedere in senso letterale con gli occhi umani, perché ‘nessun uomo può vedere Dio e vivere’. (Eso. 33:20; Giov. 1:18; 1 Giov. 4:12) Ma al presente gli adoratori che sono sulla terra e che hanno il giusto motivo possono ‘vedere Dio’ in altri modi. Per esempio, osservare Dio che agisce a nostro favore a motivo della nostra integrità è un modo di ‘guardare Dio’. (Giob. 19:26; 42:5) Le visite al tempio di Gerusalemme per l’adorazione sono definite un andare “a vedere la faccia di Geova”, o un presentarsi a lui. — Eso. 34:24; Deut. 31:11; Isa. 1:12.

La parola greca usata da Matteo per ‘vedere’ significa anche “vedere con la mente, percepire, conoscere”. Riflettendo perfettamente la personalità di Dio, Gesù poté dire: “Chi ha visto me ha visto anche il Padre”. (Giov. 14:7-9) I puri di cuore che accettarono Gesù come Messia e lo ascoltarono ottennero profondo intendimento della personalità di Dio. Esercitando fede nel sacrificio espiatorio di Gesù ottennero il perdono dei peccati e una relazione con Dio e poterono rendere dinanzi al suo trono un’adorazione approvata. (Efes. 1:7) I cristiani unti dallo spirito vedranno Dio in questo senso nel modo più completo quando andranno in cielo, poiché vedranno effettivamente Dio e Cristo. — 1 Giov. 3:2; 2 Cor. 1:21, 22.

Ad ogni modo, l’opportunità di vedere Dio mediante l’accurata conoscenza e la vera adorazione è solo per i puri di cuore. Le Scritture mostrano che chi pratica il peccato non ha visto né conosciuto Dio e suo Figlio. “Chi fa il male non ha visto Dio”. — 1 Giov. 3:6; 3 Giov. 11; Sal. 24:3, 4.

“I PACIFICI” DIVENTANO FIGLI DI DIO

Dichiarando la settima felicità del sermone del monte, Gesù disse: “Felici i pacifici, poiché saranno chiamati ‘figli di Dio’”. — Matt. 5:9.

“I pacifici” si vedono da ciò che evitano e da ciò che praticano. I pacifici non sono aggressivi o bellicosi; né rendono male per male quando subiscono un torto. (Rom. 12:14-21) Ma la loro disposizione ha anche un aspetto positivo.

La parola greca resa pacifici significa “quelli che fanno la pace”. Non solo si comportano pacificamente, ma si fanno in quattro pur di portare la pace e l’armonia fra chi è in lite. Si rifiutano di partecipare a qualsiasi cosa contribuisca a ‘separare quelli che son familiari l’uno con l’altro’ o di condonarla. (Prov. 16:28; 17:9) Con la parola e con l’esempio incoraggiano lo spirito pacifico sia dentro che fuori della congregazione cristiana. — Rom. 14:19; Ebr. 12:14.

I pacifici sono felici, “poiché saranno chiamati ‘figli di Dio’”. Essi hanno un’intima relazione con Dio come suoi figli. Ma per mantenere questa relazione devono imitare le qualità della personalità di Dio, tra cui la pace. (2 Cor. 13:11; Filip. 4:9; 1 Tess. 5:23; Ebr. 13:20; Giac. 3:17) Chi continua poco amorevolmente a essere nemico del suo simile “non ha origine da Dio”. — 1 Giov. 3:10.

Nel giorno di Gesù i Giudei credevano d’essere figli di Dio perché erano Sue creature umane. (Isa. 64:8) Ma Gesù mostrò che non era così, benché fossero il seme naturale di Abraamo. (Giov. 8:39, 41) Infatti, a certuni Gesù dichiarò: “Voi siete dal padre vostro il Diavolo”. (Giov. 8:44) Poiché tutta l’umanità ha ereditato il peccato da Adamo che fu creato come terreno “figlio di Dio”, non si diviene automaticamente figli di Dio. — Rom. 3:23; 5:12; Luca 3:38.

Solo i pacifici che accettarono Gesù come Messia e portatore dei peccati ricevettero ‘l’autorità di divenire figli di Dio, perché esercitarono fede nel suo nome’. (Giov. 1:12; Isa. 53:12; 1 Piet. 2:24) La “grande folla” di pacifiche “altre pecore” dell’eccellente Pastore Gesù Cristo lo avranno come “Padre eterno” durante il regno millenario, ma alla fine d’esso le consegnerà al suo Padre celeste perché divengano progenie di Dio. — Riv. 7:9-17; Giov. 10:14-16; Isa. 9:6; 1 Cor. 15:27, 28.

PERSEGUITATI, MA FELICI

Pronunciando l’ottava felicità di questa serie, Gesù dichiarò: “Felici quelli che sono stati perseguitati a causa della giustizia, poiché a loro appartiene il regno dei cieli”. (Matt. 5:10) Ampliando questa felicità, ne pronunciò una nona: “Felici voi, quando vi biasimeranno e vi perseguiteranno per amor mio e mentendo diranno contro di voi ogni sorta di malvagità. Rallegratevi e saltate per la gioia, poiché la vostra ricompensa è grande nei cieli; giacché in questo modo perseguitarono i profeti prima di voi”. — Matt. 5:11, 12; confronta Luca 6:22, 23.

“Quelli che sono stati perseguitati” sono cristiani che hanno subìto biasimi, calunnie e ostracismo “a causa della giustizia”, o “a causa del Figlio dell’uomo”. Soffrono perché adorano Geova e portano il nome di Gesù Cristo e ne seguono attentamente le orme. — 1 Piet. 2:19-21.

In questo caso la ragione della loro allegrezza è la stessa indicata nella prima felicità, cioè: “A loro appartiene il regno dei cieli”. (Confronta Matteo 5:3). I cristiani sanno che, sebbene possano essere biasimati, espulsi dalle loro comunità e in certi casi perfino messi a morte, vale senz’altro la pena di sopportare tutto ciò per la “gioia” di governare con Cristo nel celeste regno di Dio o di ottenere la vita umana perfetta come suoi sudditi terreni. — Matt. 25:21, 23; Ebr. 12:2; Riv. 21:1-5.

Questa ‘ricompensa nei cieli’ (cioè da Dio) non è una paga guadagnata con il lavoro. Le peccaminose creature umane non potrebbero mai guadagnarsi il favore di Dio e obbligarlo a benedirle. (Gal. 2:16; Giac. 2:10) La ricompensa delle benedizioni del regno è un “indescrivibile dono gratuito”, un segno della benevolenza e della generosità di Dio. (2 Cor. 9:15; Giac. 1:16-18) È una ricompensa data ai cristiani che hanno sopportato fedelmente biasimi, persecuzioni e malvage menzogne dette contro di loro perché sono incrollabilmente devoti a Dio.

Gesù fece anche un contrasto con queste due ultime felicità, dicendo: “Guai quando tutti gli uomini parleranno bene di voi, poiché queste son le cose che i loro antenati fecero ai falsi profeti”. (Luca 6:26) Anziché proclamare la verità di Dio, i “falsi profeti” dell’antico Israele dichiaravano quello che il popolo voleva udire; e il popolo lo aveva “amato così”. (Ger. 5:31) Ma tale popolarità non è mai stata un segno del favore di Dio. L’approvazione di Geova Dio è solo su quelli le cui parole e azioni sono in armonia con la sua Parola. (Sal. 15:1, 2) Questi, tuttavia, possono attendersi la persecuzione, poiché Gesù disse: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. — Giov. 15:20.

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