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  • Una visita ai luoghi biblici
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1979
w79 1/5 pp. 3-11

Una visita ai luoghi biblici

LA MATTINA del 12 giugno 1978, due giovani arabi accompagnavano una decina di noi norvegesi diretti a Betleem. Mentre aspettavamo alla fermata dell’autobus in un sobborgo di Gerusalemme, c’è stato un tremendo “bang”! Sembrava una bomba. Sul viso dei giovani arabi apparve preoccupazione, poi sollievo vedendo un grosso camion inclinarsi sul lato della strada: era scoppiato uno dei grossi pneumatici.

“Se fosse stata una bomba”, disse uno dei giovani, “saremmo nei guai”. Ci spiegò che tutti gli arabi che si trovano nelle vicinanze di un’esplosione vengono arrestati, e a volte detenuti per qualche tempo. Ecco una constatazione diretta della tensione esistente in Israele. Eppure, contrariamente ai timori espressi da alcuni all’inizio dell’anno scorso, coloro che ci sono stati sono unanimi nel dire che il paese è abbastanza sicuro per i turisti.

Noi norvegesi facevamo parte di un tour organizzato dai testimoni di Geova. Dall’inizio della primavera scorsa Testimoni sono giunti in Israele da ogni parte del mondo: 2.400 dalla Francia, 1.500 dalla Germania, 1.200 dai Paesi Bassi, 750 dagli Stati Uniti, 280 dall’Italia, e così via. In luglio ne erano già venuti 9.000, e per la fine di ottobre se ne aspettavano ben 15.000.

Molti durante il tour portavano distintivi d’identificazione, e i pullman avevano sul parabrezza la scritta: VISITA DEI TESTIMONI DI GEOVA AI LUOGHI BIBLICI. Un’ebrea californiana, di ritorno da un viaggio in Israele, ha detto sorpresa a una parente “Ovunque andassimo incontravamo voi Testimoni. Non avevo idea che Israele vi interessasse tanto”. Si chiedeva il perché.

SCOPO DELLA VISITA

La ragione principale è che i testimoni di Geova credono che la Bibbia è la Parola di Dio e perciò desiderano saperne il più possibile. Poiché in Israele ebbero luogo la maggior parte degli avvenimenti biblici, quel paese ci interessa. È molto importante conoscere bene i luoghi di cui si legge. Per esempio:

Supponiamo che leggiate nel giornale un fatto notevole accaduto vicino al luogo dove siete cresciuti, e che in relazione alla notizia sia menzionato un particolare punto di riferimento, come una collina, un edificio, un fiume, ecc. Non leggereste l’accaduto con maggior interesse e cognizione di causa che se non foste mai stati in quel luogo? Sì, perché potete ricordarvi l’ambiente. Con gli occhi della mente vedete la configurazione del paesaggio: l’altezza della collina, l’ampiezza del fiume e altre caratteristiche geografiche che vi rendono vivo l’avvenimento.

Certo conoscere il paese aiuta a capire meglio i personaggi della Bibbia e gli avvenimenti che li riguardano.

TESTIMONI MODERNI

Ma non ci interessano solo gli antichi servitori di Geova. Durante un’adunanza speciale per i Testimoni stranieri tenuta nella Sala del Regno di Haifa, ci è stato detto che in Israele ci sono oggi cinque congregazioni di testimoni di Geova di cui fanno parte circa 260 predicatori del Regno. Ci è stato spiegato che ci sono congregazioni a Betleem e Ramallah, di cui fanno parte principalmente Testimoni di lingua araba. Nelle due congregazioni di Tel Aviv sono quasi tutti ebrei. Ma dei 75 Testimoni di Haifa, metà sono ebrei e l’altra metà arabi.

Per settimane questi Testimoni locali si son dati da fare organizzando adunanze speciali, alle quali avere uno scambio d’incoraggiamento spirituale coi visitatori. Inoltre l’11 giugno, mentre il nostro gruppo di norvegesi visitava Betleem, un Testimone locale ci ha accompagnati alla bella Sala del Regno appena costruita. Qui lui e un altro Testimone hanno risposto alle nostre molte domande.

Ci hanno detto che a Gerusalemme, 8 chilometri più a nord, ci sono solo quattro Testimoni e a Ebron, 24 chilometri più a sud, non ce n’è nessuno. “I 25 proclamatori del Regno di Betleem hanno un enorme territorio da lavorare”. Il giorno seguente alcuni del nostro gruppo si sono uniti ai Testimoni di Betleem per andare a predicare di porta in porta a Gerusalemme. Altri di noi, con due Testimoni locali come guida, hanno preso un autobus arabo alla fermata vicino al nostro albergo a Gerusalemme per fare ritorno a Betleem.

A SUD DI GERUSALEMME

Pochi minuti dopo eccoci a Betleem. Per noi questa località è ricca di significato. Gesù Cristo nacque qui, e in uno dei campi nelle vicinanze gli angeli apparvero ai pastori per annunciarne la nascita.1 Il terreno è collinoso, più di quanto immaginassimo, e sembra piuttosto arido e secco. È una sorpresa constatare che Betleem ha la stessa altitudine di Gerusalemme. La campagna circostante ricorda molti altri avvenimenti biblici.

Giacobbe si trovava in questa regione quando l’amata moglie Rachele morì dando alla luce Beniamino.2 Era il paese di Boaz e Naomi. E qui giunse Rut la moabita, dopo aver attraversato l’accidentato deserto a est, e andò a spigolare nei campi di Boaz.3 Sempre qui il giovane pastore Davide crebbe e pascolò le pecore di suo padre, ed evidentemente vi abitarono anche i suoi famosi nipoti Gioab e Abisai.4

Con una macchina a nolo ci siamo poi diretti a sud verso Ebron. Ebron si trova a 914 metri sul livello del mare, cioè 137 metri più in alto di Gerusalemme e Betleem. Verso sud il paesaggio comincia a cambiare. Ha un aspetto più fertile. La zona di Ebron è famosa da tempo per le sue messi; dalla vicina valle di Escol gli esploratori israeliti portarono a Mosè l’enorme grappolo d’uva che dovette esser portato da due uomini.5 E anche oggi è evidente che questa terra è fertile.

Camminando per le antiche viuzze di Ebron, ci sentivamo trasportati indietro nel tempo. Ebron è una delle più antiche città del mondo ancora abitate. Presso l’antica Ebron, nella caverna di Macpela, furono sepolti Abraamo, Sara, Isacco, Rebecca, Giacobbe e Lea.6 Abbiamo visitato il presunto sepolcro; ora sulla caverna sorge una moschea musulmana. Evidentemente Abraamo risiedette principalmente presso Mamre, dove un tempo crescevano grossi alberi.7 Qui s’intrattenne con gli angeli prima della distruzione di Sodoma e Gomorra.8 Da un’altura nei pressi di Ebron, egli guardò 1.220 metri più in basso, e a molti chilometri di distanza poté vedere il denso fumo di quella grande distruzione.9

Considerando il territorio montuoso percorso per recarci a Ebron, possiamo meglio capire un altro racconto biblico. Mentre dimoravano a Ebron, Giacobbe disse al figlio diciassettenne Giuseppe di andare a vedere come stavano i suoi 10 fratellastri, che pascolavano le pecore presso la precedente dimora della famiglia a Sichem (l’attuale Nablus).10 Non solo percorse i 35 chilometri circa fino alla vicina Gerusalemme, ma proseguì per altre decine di chilometri più a nord attraverso terreno accidentato. Giuseppe alla fine raggiunse i fratelli oltre Sichem, a Dotan (proprio a sud della moderna Jenin), a 130 chilometri o più da Ebron!

Percorrendo le antiche strade di Ebron, o osservando il vecchio mercato, vien fatto di pensare che la vita non doveva essere molto diversa quando ci viveva Davide. Fu a Ebron che venne unto re, e di qui governò per sette anni e mezzo prima di trasferire la capitale più a nord, a Gerusalemme.11 Ma, naturalmente, non mancano neanche le evidenze dell’epoca attuale, fra cui i soldati israeliani col mitra imbracciato.

Ebron è una città occupata. Fa parte della regione in cui abitano quasi 700.000 palestinesi e che è presidiata dai militari. Questa zona, ora chiamata Cisgiordania, va dal Mar Morto e dal Giordano a est fino alla pianura che costeggia il Mediterraneo a ovest. Questa vasta regione, 3.700 chilometri quadrati di digradanti colline e vallate, che apparteneva alla Giordania, è stata conquistata da Israele nel 1967 durante la Guerra dei Sei Giorni.

Era già metà pomeriggio quando siamo partiti da Ebron per fare ritorno a Betleem. Ma prima di arrivare, abbiamo lasciato la strada principale per visitare le Piscine di Salomone. Non potevamo credere ai nostri occhi! Come sono imponenti! Ce ne sono tre, la più grande lunga 178 metri, larga 54 metri e profonda una quindicina di metri. Sono state evidentemente ricostruite in epoca romana per rifornire d’acqua Gerusalemme, ma probabilmente erano usate per lo stesso scopo sin dal tempo di Salomone.

Tornando a Betleem, c’era un’altra cosa da vedere: Herodium. Qui, su una collina torreggiante, alcuni chilometri a sud-est di Betleem, Erode il Grande, che aveva cercato di uccidere il bambino Gesù,12 costruì una fortezza che portava il suo nome. Qualche giorno prima avevamo visitato lo spettacolare palazzo-fortezza di Erode a Masada, più a sud-est presso il Mar Morto. Qui nel 73 E.V. gli ebrei opposero l’ultima resistenza ai romani. Ma, pur non essendo altrettanto grande, in certo senso Herodium ha ancor più significato per noi.

Questo a motivo della splendida veduta del paese circostante, che, pur essendo desertico, assume al tramonto un’incantevole bellezza bruno-dorata. A est, si può vedere il Mar Morto in lontananza. Davanti c’è il deserto della Giudea dove Davide riuscì a sfuggire Saul che lo inseguiva.13 Osservando l’irregolarità del terreno, si capisce come poté riuscirci, specialmente perché fin da ragazzo questa regione dovette essergli molto familiare. Mentre pascolava le pecore, Davide forse si era arrampicato spesso su questa stessa collina per ammirare come noi lo splendido panorama.

A SUD DI TEL AVIV-GIAFFA

Durante la prima settimana in Israele eravamo alloggiati in un albergo nei pressi di Tel Aviv sul Mediterraneo. Tel Aviv, la più grande d’Israele, è una città moderna, ma confina con l’antica città di Ioppe, tanto che il nome ufficiale delle città è Tel Aviv-Giaffa.

A Ioppe l’apostolo Pietro risuscitò Tabita,14 e fu qui che ricevette una visione mentre si trovava in casa di Simone il conciatore, in riva al mare. Grazie a questa visione Pietro fu preparato ad accompagnare i messaggeri inviati da Cesarea dal gentile Cornelio.15 Mentre percorrevamo l’autostrada che da Tel Aviv raggiunge a nord Cesarea, abbiamo avuto modo di pensare che questo viaggio di un’ora circa in macchina richiese due giorni al tempo di Pietro e dei suoi compagni.

Un altro giorno ci siamo diretti a sud, nell’antico territorio dei filistei. Poiché nella prima settimana non erano in programma escursioni in pullman, abbiamo noleggiato una macchina per visitare luoghi d’interesse biblico. Verso sud, abbiamo incontrato dapprima Asdod, dove è stata costruita una moderna città israeliana sul Mediterraneo. Ma nelle vicinanze ci fu un tempo un’importante città filistea, e l’arca del patto di Geova fu portata qui dopo esser stata catturata in battaglia. Gli asdoditi furono colpiti da dolorose emorroidi, e furono così indotti a mandare via l’Arca.16

Proseguendo verso sud si giunge ad Ascalon, diventata un importante centro turistico con bellissime spiagge. Ma anche questa fu un tempo un’importante città filistea. Mentre visitavamo le antiche rovine, ci siamo rallegrati vedendo un’iscrizione che contiene le parole del cantico composto da Davide per la morte di Saul e Gionatan nella guerra con i filistei: “Non lo annunciate nelle vie di Ascalon, onde non si rallegrino le figlie dei Filistei, onde non esultino le figlie degli uomini incirconcisi”.17

Quindi ci siamo diretti verso Gaza e la “Striscia di Gaza”, dove sorgeva un’altra importante città filistea in riva al mare. Durante il tragitto ci ha colpiti la fertilità del paese; è un paese agricolo, che evidentemente contribuì alla prosperità dell’antica Filistea. Ma oggi Gaza porta i segni della guerra. Percorrendone le vie, si sente un’atmosfera di depressione e disperazione.

La località ci ha ricordato il giudice d’Israele Sansone, che conobbe bene Gaza. Una notte egli asportò i battenti della porta della città, “se li mise sulle spalle e li portò in cima al monte che è di fronte a Ebron”.18 Dopo esser stati in questi luoghi, ci rendiamo conto molto meglio della forza miracolosa che ci volle per superare un dislivello di 914 metri con un carico simile e salire su un monte distante oltre 50 chilometri! E sempre qui a Gaza, Sansone uccise migliaia di filistei, e anche se stesso, quando abbatté i pilastri che sostenevano il tetto dell’edificio in cui i filistei tenevano una festa.19

Da Gaza ci siamo diretti a sud-est, verso Beer-Seba, distante una cinquantina di chilometri. L’ottima strada attraversa ampi spazi aperti, dove si vedono cammelli, pecore e capre, con i loro pastori arabi. Osservandone le tende in lontananza, si capisce che la vita non dovette esser molto diversa quando Abraamo e Isacco vissero in questa zona. A Beer-Seba, che in gran parte è una città moderna, abbiamo visitato il mercato beduino (aperto il giovedì) meravigliandoci degli ottimi prodotti così a buon mercato! Abbiamo acquistato due chili di arance (circa una dozzina) per l’equivalente di L. 250.

La cosa più interessante è però il tell, o antico colle, fuori della città, che si pensa corrisponda alla Beer-Seba biblica. Questo alto colle domina la zona circostante. Dalla cima si gode una splendida veduta della vasta pianura sottostante, che acquista colore grazie alle ombre e alla luce del sole al tramonto. Esaminando gli scavi delle antiche rovine, pensavamo: ‘Che bello vivere qui!’ Dovette pensarlo anche Abraamo. Fu qui che Dio gli disse di portare Isacco sul monte Moria (oggi entro le mura di Gerusalemme) per offrirlo in sacrificio. Abraamo poi fece ritorno a Beer-Seba.20

Quella sera, tornando all’albergo, eravamo commossi. Vedere coi nostri occhi questi luoghi — molti dei quali hanno ancora lo stesso nome biblico — confermava e dava maggior significato ai racconti biblici che avevamo letti fin da ragazzi.

A SAMARIA

Un altro giorno ci siamo spinti a nord lungo il Mediterraneo, girando a est presso Netanya. Abbiamo così percorso la fertile pianura di Saron e, dopo alcuni chilometri, ci siamo trovati fra i monti della Samaria. D’un tratto, proprio dietro di noi, ecco la collina su cui un tempo sorgeva Samaria, l’antica capitale del regno settentrionale delle 10 tribù d’Israele. Di lassù si gode una splendida vista delle montagne circostanti e delle fertili vallate. Giunti in cima in automobile abbiamo visitato i resti di quello che è stato identificato come il palazzo del re d’Israele Acab. Frammenti di avorio trovati qui, che risalgono all’ottavo e nono secolo a.E.V., attestano l’originale fasto del palazzo.21

Tornati sulla strada principale, ci siamo diretti a nord verso la valle di Dotan, dove il giovane Giuseppe aveva trovato i suoi fratelli e i loro greggi. Contadini che mietono il grano nei campi, e anche greggi di pecore e capre, fanno rivivere piacevoli scene pastorali del passato. Presso Jenin (l’antica città levita di En-Gannim) siamo tornati indietro per la stessa strada, giungendo infine a Nablus. Qui, dove sorgeva l’antica Sichem, il monte Ebal sovrasta a nord e il monte Gherizim a sud.22 Ai piedi del Gherizim c’è il pozzo di Giacobbe, probabilmente lo stesso pozzo presso cui Gesù, tornando da Gerusalemme, incontrò la samaritana. Le parole della donna a Gesù, “i nostri antenati hanno adorato su questo monte”, si riferivano evidentemente al monte Gherizim.23

Scesi dallo storico monte Gherizim, ci siamo diretti di nuovo a sud, percorrendo forse la stessa strada percorsa da Gesù per andare e tornare da Gerusalemme. D’un tratto scorgiamo l’insegna stradale “Silo”. Con eccitazione giriamo verso est percorrendo una stradina stretta che porta al luogo dove venne tenuta l’arca del patto di Geova al tempo dei giudici.24 Siamo stati fermati da un giovane soldato israeliano, evidentemente sorpreso che venissimo in questo luogo remoto dove non si vedeva anima viva. Eppure per noi è stata un’esperienza memorabile ricordare che qui, nella pace di queste colline, la figlia di Iefte e più tardi il piccolo Samuele avevano prestato servizio presso il tabernacolo di Geova.25

Era già la metà del pomeriggio e c’erano ancora molte cose da vedere. Proseguendo verso sud per parecchi chilometri attraverso un territorio montagnoso, abbiamo compiuto una breve diversione a est per raggiungere i villaggi arabi di Beitin e Deir Dibwan. Nelle vicinanze c’erano un tempo le città bibliche di Betel e Ai. Non riuscendo a trovarle, ci siamo rivolti a due uomini per strada. Parlavano inglese, e per un’ora o due ci hanno gentilmente accompagnati a visitare gli antichi scavi.

Che emozione stare su quest’altura, a 914 metri sul livello del mare e, con i capelli e gli abiti mossi dal fresco vento della sera, guardare la campagna circostante! Evidentemente fu qui che Abraamo invitò Lot a scegliere in che direzione voleva andare quando si separò da lui a causa delle liti fra i loro mandriani. E, come dice la Bibbia, “Lot alzò dunque gli occhi e vide l’intero Distretto del Giordano, che . . . era tutta una regione ben irrigata”.26

Eravamo in procinto di partire, ma uno degli uomini ha insistito che andassimo a casa sua a prendere il tè e a conoscere la sua famiglia. Com’è stato piacevole! Era ormai buio quando ce ne siamo andati, felici di questa inaspettata ospitalità da parte di completi estranei.

LA BELLA GALILEA

La Galilea aveva per noi speciale interesse. Le sue caratteristiche fisiche sono di per sé invitanti: la catena montuosa del Carmelo lungo la costa, il terreno irregolare al nord, l’azzurro Mar di Galilea, simile a un gioiello, e il bel verde della valle di Izreel (detta anche pianura di Esdrelon) che separa la Samaria a sud dalle montagne della Galilea a nord. Ma naturalmente la Galilea ci interessava soprattutto per il fatto che qui Gesù trascorse la maggior parte della sua vita terrena e vi accaddero molti importanti avvenimenti biblici.

Partendo in pullman da Haifa abbiamo seguito la valle di Izreel, avendo a destra la catena del Carmelo e a sinistra il fiume Chison fiancheggiato da fiori viola. Guardando la catena montuosa, abbiamo ripensato al miracolo che vi compì Geova, quando consumò il sacrificio di Elia nella famosa prova del fuoco. Elia fece poi portare i 450 profeti di Baal quaggiù al Chison, alcuni metri alla nostra sinistra, e li fece scannare.27 Vedendo il luogo dove si era svolto, l’avvenimento acquista maggior valore e significato.

Alcuni chilometri più avanti, ecco le rovine dell’antica Meghiddo, città situata in un luogo veramente strategico. Che meraviglioso panorama si gode da qui della bella valle di Izreel! Chiunque occupava questo luogo ben fortificato poteva controllare il passo attraverso la catena montuosa del Carmelo; senza dubbio qui si combatterono battaglie decisive. Com’è appropriato che il nome Har-Maghedon (cioè “Monte di Meghiddo”) si riferisca nella Bibbia alla vittoriosa guerra di Dio contro tutti gli oppositori politici!28

Da Meghiddo si distinguono le caratteristiche di questa famosa valle o pianura. Al centro c’è il colle di More. Sui suoi pendii o nei pressi sorgevano un tempo città come Nain, Sunem ed En-Dor. Al di là del colle, alcuni chilometri a nord-est, spicca il monte Tabor, con la sua vetta tondeggiante. Di qui scese il giudice Barac, insieme a Debora, e prese di sorpresa i cananei.29 (Una splendida veduta della zona si gode anche dalla vetta del Tabor, dove eravamo già stati in macchina). Nascosta alla nostra vista fra i monti della Galilea, ma vicinissima alla valle, c’è Nazaret, la prima dimora di Gesù. La regione che si stendeva davanti ai nostri occhi era probabilmente ben nota a Gesù, poiché Nazaret è a breve distanza di cammino da tutti questi luoghi.

Dall’altra parte della valle, a sud-est, si vede in lontananza il monte Ghilboa. Ai suoi piedi c’è il pozzo, o sorgente, di Harod. Là Gedeone affrontò 135.000 madianiti accampati dall’altra parte del colle di More. Ricordiamo come Geova ordinò a Gedeone di ridurre le sue forze a soli 300 uomini, eppure, con questi soltanto, diede la vittoria a Gedeone.30 Un’altra volta, in una battaglia simile, i filistei si trovarono evidentemente presso il colle di More e gli israeliti di nuovo vicino al pozzo di Harod. Questa volta i filistei misero in rotta gli israeliti, e Saul e Gionatan furono uccisi.31 Vedere questi luoghi coi nostri occhi ci ha aiutato a capire molto meglio quegli avvenimenti biblici.

Ma forse la vista più bella di tutte è quella del Mar di Galilea, quando lo si scorge per la prima volta, scendendo dai monti a nord. Laggiù come un gioiello incastonato in un profondo bacino, si stendeva un lago azzurro lungo 21 chilometri e largo 12. Ma sembrava molto più piccolo visto così dall’alto a volo d’uccello. Strano a dirsi, il lago si trova a 213 metri sotto il livello del mare, con colline e montagne tutt’intorno.

Siamo rimasti qualche tempo sulla riva del lago, l’abbiamo attraversato in battello e l’abbiamo osservato da punti panoramici sulle alture, pensando sempre ai molti avvenimenti accaduti qui. Gesù camminò su queste acque,32 le calmò durante una tempesta,33 dopo la sua risurrezione fece colazione con i discepoli sulla riva del Mar di Galilea,34 su un pendio vicino pronunciò il più famoso discorso che si ricordi,35 qui sfamò migliaia di persone con alcuni pani e un paio di pesci,36 e abitò a Capernaum, cittadina sulla sua sponda settentrionale.37

Il giorno della partenza in pullman dalla Galilea alla volta di Gerusalemme, siamo passati dalla città di Bet-Sean, in una località strategica fra la valle di Izreel e quella del Giordano. Il tell, le rovine della città antica, è un colle alto un’ottantina di metri. Che bella vista si gode dalla sua cima guardando da una parte la valle di Izreel verso il monte Ghilboa e Meghiddo, e dall’altra la valle del Giordano verso Gerico! Qui a Bet-Sean i filistei legarono il cadavere di Saul alle mura della città dopo la sua morte nella battaglia del monte Ghilboa.38

GERICO E GERUSALEMME

Seguendo la valle del Giordano per un’ottantina di chilometri si giunge a Gerico. La zona è calda e arida, ma in primavera dev’essere più fresca. Ci siamo chiesti perciò se Gesù e la sua famiglia non potevano aver preso questa strada più lunga, ma più facile da percorrere, nei loro viaggi annuali a Gerusalemme per la Pasqua, invece di attraversare la montuosa Samaria.39

Che impressione arrivare a Gerico con tutte le sue palme!40 Scendendo dal pullman dotato di aria condizionata, siamo stati colpiti dall’intenso calore del sole. Questo ci ha aiutato ad apprezzare più pienamente le parole di lode di Gesù per coloro che avrebbero dato “un solo calice d’acqua fredda” ai suoi discepoli.41 Siamo saliti sul colle da dove ci sono gli scavi delle rovine dell’antica Gerico. La zona è relativamente piccola, e quindi si capisce come fu possibile che Giosuè e il suo esercito marciassero sette volte intorno alla città in un giorno solo.42

Gli ultimi quattro giorni in Israele li abbiamo trascorsi a Gerusalemme, la principale città biblica. È stato davvero significativo vedere con i nostri occhi i luoghi di cui avevamo tanto letto. Il monte degli Ulivi ci ha ricordato che Giuda tradì Gesù ai suoi nemici nel giardino di Getsemani, che si trovava nei pressi.43 Al di là della valle di Chidron, si vede la musulmana Cupola della Roccia, ma ai suoi giorni di qui Gesù vide il tempio. Guardando il tempio, egli pronunciò la famosa profezia sul “termine del sistema di cose”.44

Dal monte degli Ulivi, si può vedere l’esatta posizione della “città di Davide”, in relazione alla Gerusalemme ampliata in anni successivi, che si stende a nord e a ovest. L’originale “città di Davide”, o “monte Sion”, venne conquistata vincendo i gebusei.45 Ora si trova fuori delle mura di Gerusalemme, a sud della Cupola della Roccia. Un altro giorno abbiamo potuto constatare perché l’effettiva ubicazione della città originale sia così sicura.

Abbiamo percorso a piedi la valle di Chidron fino alla sorgente di Ghihon, proprio ai piedi del colle su cui era stata costruita la “città di Davide”. Questa sorgente, nascosta in una grotta, è di vitale importanza per la città, perché nei tempi antichi era necessario avere una riserva d’acqua protetta. Attraverso un pozzo, che evidentemente i gebusei avevano costruito per raggiungere questa sorgente fuori delle mura della città, Gioab e i suoi uomini salirono all’interno della città soprastante. Così, dall’interno, sferrarono contro la città l’attacco che portò alla vittoria di Davide e degli israeliti.46 Anni dopo il re Ezechia fece costruire un tunnel lungo 533 metri da Ghihon alla piscina di Siloe, che al tempo di Ezechia era all’interno della città: un vero capolavoro d’ingegneria.47 Questo assicurava il rifornimento idrico di Gerusalemme durante qualsiasi possibile assedio.

L’acqua scorre ancora attraverso il tunnel di Ezechia. Quando l’abbiamo percorso l’acqua era profonda fino al ginocchio. Dopo essere usciti presso la piscina di Siloe, abbiamo proseguito lungo la valle fino alla sorgente di En-Roghel. Qui a En-Roghel Adonia, figlio ribelle di Davide, tenne una festa per cercare aiuto onde usurpare il trono.48 Quando questo fu riferito al morente re Davide, egli fece ungere re suo figlio Salomone presso la sorgente di Ghihon, poche centinaia di metri più su lungo la valle.49

Che effetto ci ha fatto visitare questi luoghi? Ebbene, non avevamo bisogno di vederli con i nostri occhi per credere che esistevano. Ma visitarli ci ha confermato che veramente esistono. E in particolare, essere proprio lì e conoscere l’ambiente reale in cui ebbero luogo gli avvenimenti biblici ha dato a questi maggior significato e valore.

RIFERIMENTI BIBLICI

1 Luca 2:4-16.

2 Genesi 35:16-20.

3 Rut 1:16-19; 2:2-4.

4 Giovanni 7:42; 2 Samuele 2:18, 32.

5 Numeri 13:23.

6 Genesi 23:14-19; 25:9; 49:30, 31; 50:13.

7 Genesi 13:18; 35:27.

8 Genesi 18:1-8.

9 Genesi 19:27-29.

10 Genesi 37:12-14.

11 2 Samuele 5:1-5.

12 Matteo 2:7-18.

13 1 Samuele 24:1-3.

14 Atti 9:36-43.

15 Atti 10:1-25.

16 1 Samuele 5:1-9.

17 2 Samuele 1:20.

18 Giudici 16:3.

19 Giudici 16:21, 25-30.

20 Genesi 21:30-34; 22:1-19.

21 1 Re 22:37-39; Amos 6:1, 4.

22 Deuteronomio 11:29, 30; Giosuè 8:30-35.

23 Giovanni 4:5-7, 19, 20.

24 Giosuè 18:1.

25 Giudici 11:40; 1 Samuele 3:21.

26 Genesi 13:1-11.

27 1 Re 18:18-40.

28 Rivelazione 16:14, 16.

29 Giudici 4:4-16.

30 Giudici 7:1-22; 8:10.

31 1 Samuele 28:4; 31:1-4.

32 Matteo 14:23-32.

33 Marco 4:35-41.

34 Giovanni 21:9-14.

35 Matteo 5:1, 2.

36 Matteo 14:14-22.

37 Marco 2:1.

38 1 Samuele 31:10.

39 Luca 2:41, 42.

40 Deuteronomio 34:3.

41 Matteo 10:42.

42 Giosuè 6:15.

43 Matteo 26:30, 36-47.

44 Marco 13:3, 4; Matteo 24:3.

45 2 Samuele 5:7, 9; 6:12.

46 2 Samuele 5:6-9; 1 Cronache 11:4-7.

47 2 Re 20:20; 2 Cronache 32:30.

48 1 Re 1:9, 10.

49 1 Re 1:33-41.

[Cartina a pagina 4]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

ISRAELE

MAR MEDITERRANEO

Capernaum

MAR DI GALILEA

Nazaret

Chison

M. CARMELO

M. TABOR

Colle di More

Valle di Izreel

Meghiddo

Cesarea

En-Gannim (Jenin)

M. GHILBOA

Bet-Sean

Pianura di Saron

Netanya

Samaria

M. EBAL

M. GHERIZIM

Sichem (Nablus)

Giordano

CISGIORDANIA

Silo

Ioppe (Tel Aviv)

Betel

Ai

Gerico

GIORDANIA

Gerusalemme

Asdod

Betleem

Ascalon

Piscine di Salomone

Herodium

Valle di Escol

Mamre

Gaza

Ebron

MAR MORTO

Masada

Beer-Seba

Sodoma e Gomorra?

[Immagine a pagina 7]

Pastorella che bada alle pecore e capre nei pressi di Beer-Seba

[Immagine a pagina 9]

Il bel Mar di Galilea com’è oggi

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