Significato delle notizie
I bianchi sono più intelligenti dei negri?
● Per anni gli scritti dell’inglese Cyril Burt, padre della psicologia dell’educazione, sono stati considerati la ‘prova’ che le differenze di intelligenza fra le razze sono ereditarie. Recenti scoperte pubblicate sulla rivista “Science” hanno mostrato “al di là d’ogni ragionevole dubbio” che i dati raccolti da Burt erano “fabbricati”. Nei suoi scritti ampiamente accettati, Burt asseriva che i bianchi erano più intelligenti dei negri, che i ragazzi delle classi abbienti erano mentalmente superiori a quelli dei quartieri poveri, che gli inglesi erano più intelligenti degli irlandesi e degli ebrei, e che la mente degli uomini era superiore a quella delle donne.
In precedenza si pensava che alcuni dei suoi errori fossero dovuti a “trascuratezza anziché a frode deliberata”, ma ora si è scoperto che l’intera colonna di numeri disposti da Burt è identica a cifre pubblicate più di trent’anni prima e ricavate da un’indagine completamente diversa. Egli si era limitato a prendere vari Q.I. [quozienti di intelligenza] e ad assegnarli a differenti categorie di persone.
Riassumendo i risultati recenti dei test del Q.I., la relazione dice: “[Un test del Q.I.] misura solo un particolare aspetto dell’abilità mentale. Test differenti mettono alla prova differenti facoltà mentali. In qualsiasi gruppo di persone ci saranno quelli che eccellono sotto un aspetto ma scarseggiano sotto un altro”. Nessuna razza è intrinsecamente più intelligente di un’altra poiché “[Dio] ha fatto da un uomo ogni nazione degli uomini”. — Atti 17:26.
Interrogativi suscitati da “Olocausto”
● Quando milioni di tedeschi hanno visto in televisione “Olocausto”, il film che ricostruisce lo sterminio degli ebrei da parte di Hitler, molti hanno provato sentimenti di orrore. “I giovani sono rimasti sgomenti nel notare che molti dei loro anziani non protestarono contro il massacro”, scrive la rivista “Newsweek”. “‘Come e perché è potuta succedere una cosa del genere?’ ha chiesto con orrore un giovane spettatore. ‘Ma dov’erano le chiese?’”
Lo storico canadese J. S. Conway solleva la stessa domanda nel suo libro “The Nazi Persecution of the Churches 1933–1945”. Egli chiede: “Come hanno potuto così tanti ecclesiastici stimati e responsabili dare il loro appoggio, anche se solo passivamente, alla consumazione di crimini come il genocidio? Quale febbre s’impossessò di così tanti milioni di cristiani tedeschi, sia evangelici [luterani] che cattolici, in quei pochi brevi anni della tirannide nazista?” La conclusione di Conway? “La Chiesa era impreparata e completamente incapace di far fronte alla situazione”.
D’altra parte, egli riferisce: “In contrasto con l’acquiescenza delle maggiori chiese, i testimoni di Geova mantennero la loro opposizione dottrinale fino al fanatismo. . . . La resistenza dei Testimoni si imperniava principalmente sul rifiuto di qualsiasi forma di collaborazione con i nazisti”. Cosa diede loro tale forza di fronte all’apparato di Hitler? Risponde lo storico Conway: “Basandosi sul comandamento biblico, rifiutarono di prendere le armi . . . praticamente questo li condannò tutti a morte. Molti infatti pagarono in tal modo; . . . un gran numero furono trasportati a Dachau [un campo di concentramento]”. Preferirono quindi divenire vittime anziché complici di Hitler nell’“Olocausto”.
Suicidi fra i giovani: Perché?
● Dieci anni fa ci furono 373 casi di suicidio fra gli studenti tedeschi tra i 10 e i 19 anni. Due anni fa la cifra era salita a 517, dei quali 103 fra i 10 e i 15 anni. Si pensa che quest’anno se ne suicideranno ottocento, stando a un rapporto redatto da due gruppi di cittadini della Repubblica Federale di Germania.
Il quadro è altrettanto squallido in Canada, sui cui giovani si riferisce: “Hanno le migliori discoteche e appartamenti signorili, criteri volubili e sesso facile. Vi è maggiore competizione per un minor numero di posti di lavoro, salari in diminuzione, prezzi da inflazione: e l’indice di suicidi che cresce più velocemente”.
Cos’è che non va? Uno psicologo di Toronto, riferendosi all’odierna generazione egocentrica, afferma: “I tipi cronicamente solitari nel gruppo di questa età sono egocentrici. Non danno agli altri, ma si aspettano in cambio enorme attenzione”. Comunque, centinaia di migliaia di giovani felici hanno trovato soddisfazione seguendo il consiglio biblico di rimuovere la vessazione e la calamità dalla propria vita e dedicarsi al loro grande Creatore. — Eccl. 11:9–12:1.