Siate saggi, calcolate il costo
“CALCOLATE il costo”. “Calcolate la spesa”.a Così consigliò di fare Gesù Cristo, l’uomo più saggio che sia mai vissuto sulla terra. Disse queste parole parlando del divenire suoi discepoli. Ciò nondimeno, esse enunciano un principio che può trovare numerose applicazioni nella nostra vita quotidiana. In che senso?
Riguardo all’acquisto di beni materiali: In gran parte a causa della notevole pubblicità fatta dai mezzi di comunicazione — giornali, riviste, TV e radio — spesso i desideri e le esigenze delle persone superano di gran lunga le loro possibilità economiche. Ma per molti il desiderio di queste cose è talmente forte da non saper resistere agli allettamenti del venditore, che li rassicura sul fatto che possono permettersele grazie a forme d’acquisto rateizzate: “Godetevi le cose mentre le pagate. Perché farne a meno fin quando non avete risparmiato abbastanza soldi per acquistarle?” Non sorprende che la rivista U.S. News & World Report del 20 novembre 1978 affermasse: “La gente è sempre più indebitata. ‘C’è davvero di che preoccuparsi’”. Spiegava poi che il debito privato negli Stati Uniti ammontava a 2.500 miliardi di dollari.
Con quale risultato? Per molti vuol dire il fallimento personale a causa di circostanze impreviste. Così, in un recente anno, negli Stati Uniti si sono avuti circa 250.000 casi di bancarotta, l’85 per cento dei quali non di natura commerciale ma individuale. Cosa indica la maggior parte di questi fallimenti? La mancanza di buon giudizio, il non aver calcolato saggiamente il costo prima di impegnarsi finanziariamente in qualche impresa.
L’accortezza di calcolare prima il costo si vede anche in relazione al matrimonio. Quante persone si avventurano nel matrimonio senza ponderare bene tutto ciò che significa, e questo in particolar modo nel caso dei giovani! Ecco perché separazioni e divorzi sono molto più numerosi fra gli adolescenti che fra persone di qualsiasi altro gruppo d’età. Che cosa fa pensare questo? Che loro in particolare non avevano calcolato il costo, e non semplicemente sotto il profilo economico.
Perché il matrimonio riesca bisogna pagare un prezzo elevato. Spesso il costo consiste nella necessità d’essere indulgenti alle mancanze altrui nell’interesse della pace, e di sopportare con pazienza ciò che non si può facilmente cambiare, sempre che si possa cambiare. Non significa solo pensare in termini di “noi” anziché di “me”, ma essere anche disposti a mettere gli interessi del coniuge al di sopra del propri. Tutto ciò richiede che si abbia un’opinione realistica di se stessi e dell’altra persona, riconoscendo che nessun matrimonio è perfetto e che bisogna sapere accettare il male, ‘la tribolazione nella carne’, oltre che il bene. (1 Cor. 7:28) Sì, molti più matrimoni sarebbero felici e durevoli se quelli che li hanno contratti ne avessero prima di tutto calcolato il costo. Nel caso di molti giovani, questo avrebbe probabilmente significato aspettare saggiamente alcuni anni per essere meglio preparati in ogni senso — mentalmente, fisicamente, emotivamente e finanziariamente — ad assumere le responsabilità del matrimonio.
Vi sono altri aspetti della vita in cui la persona può sbagliare, mostrare mancanza di saggezza, non calcolando prima il costo. Alcuni giovani possono convincere i genitori ad acquistare oggetti molto costosi necessari per qualche hobby particolare, del quale presto si stuferanno. Il ragazzo non ha calcolato il costo in termini di tempo, energie e attenzione necessari perché l’investimento valga la pena, e così non solo va sprecato il denaro del padre, ma anche il tempo che il ragazzo ha dedicato all’hobby.
Come indicato prima, in origine Gesù disse di ‘calcolare il costo’ trattando l’argomento del divenire suoi discepoli. Divenire discepoli di Gesù Cristo costa qualcosa? Senz’altro! Infatti, parlando di una nota e promettente attrice della televisione che decise di divenire seguace di Gesù Cristo come testimone di Geova Dio, un articolo del Daily News di New York faceva le seguenti osservazioni:
“Avrebbe potuto vivere nella signorile Bel Air, guidare una lussuosa Rolls Royce, vestire all’ultima moda da St. Laurent. Avrebbe potuto far notizia con le sue avventure romantiche, bere, spassarsela e far parlare molto di sé. . . . La sua meravigliosa opportunità di divenire subito miliardaria, superstella della televisione, diva dello spettacolo, è svanita”.
Perché?
“Principalmente perché ha rifiutato di permettere che qualsiasi cosa o persona le facesse rinunciare alla sua nuova religione, i testimoni di Geova. . . . Poco più di un anno fa non si sarebbe data pensiero di ballare seminuda, giocare d’azzardo, bere molto, pettegolare dell’uno e dell’altro. Come dice lei, ‘ho fatto di tutto prima di venire alla verità. Ero nelle tenebre e nell’ignoranza, e quindi seguivo le norme del mondo’”.
Sì, divenire una vera cristiana le costò qualcosa. Trasse beneficio dall’aver calcolato il costo? Sì, perché l’articolo proseguiva dicendo: “Non è mai stata così felice”. Gran parte di quella felicità è dovuta al fatto che predica a tempo pieno la buona notizia del regno di Dio. Grazie alla sua fede cristiana, sa che l’attende una felicità molto più grande.
Il Toronto Star del 12 settembre 1978 parlava di un giocatore di hockey che nel 1977 era stato nella sua squadra il difensore che aveva realizzato il più alto punteggio, ma aveva deciso di smettere. L’articolo ne citava le seguenti parole: “Sento di non potermi dedicare all’hockey e servire Geova. Significherebbe dividere la mia devozione. Questa s’impernia sui principi della Bibbia . . . Non è stata una decisione facile. L’ho meditata per un anno”. Quindi, dopo aver menzionato alcuni particolari della sua carriera sportiva, l’articolo citava un’altra sua dichiarazione:
“Sono andato d’estate a un assemblea a Montreal e lì sono stato battezzato, poco dopo il mio matrimonio. Tutto cominciò quando iniziai a leggere alcune pubblicazioni (dei Testimoni). Mi sembrò tutto giusto. Ho sempre creduto in Dio, ma non ne ero del tutto sicuro. Sono semplicemente pervenuto alla conclusione che è più importante servire Geova che giocare a hockey”.
L’articolo, dopo aver detto che egli partecipa alla predicazione di casa in casa, concludeva citando di nuovo le sue parole: “Per un po’ non ho bisogno di lavorare; il mio amministratore ha investito bene i miei soldi. Mi rendo conto che i quattrini che facevo erano piuttosto allettanti, ma è più importante fare ciò che piace a Geova”. Non c’è dubbio che anche lui aveva calcolato il costo ed era disposto a pagarlo.
Tuttavia, c’è un aspetto di ciò che Gesù disse in merito al calcolare il costo che generalmente non è compreso. Quale? Che cosa intendeva esattamente Gesù quando quella volta disse ai suoi discepoli di ‘calcolare il costo’? Voleva forse dire di soppesare inizialmente tutti i pro e i contro prima di decidere se divenire suoi discepoli? (Così si dovrebbe ovviamente fare in questioni che riguardano investimenti di beni materiali). No, dicendo di calcolare il costo Gesù non si riferiva alla decisione se divenire o no suoi discepoli, ma piuttosto alla necessità di informarsi su ciò che questo comprendeva.
Come si espresse una volta La Torre di Guardia: “La Parola di Dio ci consiglia di calcolare il costo. Non per determinare se dobbiamo dedicarci [a fare la volontà di Dio] o no — non c’è che un’unica risposta a tale domanda — ma per capire ciò che vi è implicato. Così saremo pronti a dire, come si espresse anche Gesù in quell’occasione, ‘addio a tutti i nostri possedimenti’, se ciò fosse necessario”.
Di questi tempi è piuttosto probabile che alcuni non abbiano calcolato bene il costo quando si sono dedicati a fare la volontà di Dio e a seguire le orme di Gesù Cristo. A motivo di ciò, quando sono sorte prove di una specie o dell’altra, come persecuzioni o tentazioni tipo materialismo e immoralità, si sono persi per strada. Che peccato! La ricompensa di Geova per chi lo serve fedelmente è sicura, perché le sue promesse non vengono mai meno, si tratti di quest’anno, dell’anno prossimo o alla risurrezione. Il cristiano saggio, avendo calcolato il costo di ciò che il divenire seguace di Gesù Cristo implica, non ha rimpianti. — Gios. 23:14.
[Nota in calce]
a Luca 14:28, Revised Standard Version; Traduzione del Nuovo Mondo.