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  • Un prezioso tesoro biblico a Leningrado

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  • Un prezioso tesoro biblico a Leningrado
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
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  • IL CODICE DI LENINGRADO
  • POSSO FOTOGRAFARLO?
  • Codice di Leningrado
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  • Codice di Aleppo
    Glossario
  • Un manoscritto biblico ebraico usato come modello
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
  • Testo masoretico
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Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
w81 1/3 pp. 9-11

Un prezioso tesoro biblico a Leningrado

ERA una normale visita turistica dalla Finlandia. Durante il soggiorno a Leningrado, il visitatore e sua moglie non speravano molto di vedere qualcosa di speciale che avesse relazione con la Bibbia, perché l’opuscolo informativo dell’ufficio viaggi affermava: “È proibito introdurre nel paese letteratura religiosa”. Eppure fu in questa città che il visitatore provò la più grande emozione della sua vita per quanto riguarda la Bibbia come libro.

A Leningrado vi sono molte chiese, ma pochissime servono allo scopo per cui furono costruite. Molte sono state trasformate in musei. Fra queste, l’imponente Cattedrale di S. Isacco, che ricorda la Basilica di S. Pietro a Roma.

L’idea più illuminante su quello che è l’atteggiamento ufficiale nei confronti della religione si può avere visitando la Cattedrale della Madonna di Kazan sulla principale arteria di Leningrado, la Nevskij Prospekt. Questa maestosa cattedrale è stata trasformata nel Museo della Storia della Religione e dell’Ateismo. Al piano terra si sussegue in ordine cronologico la storia religiosa fino ai nostri giorni. Si possono osservare gli strumenti di tortura usati al tempo dell’Inquisizione. Si rimane particolarmente colpiti dalla ricostruzione di un processo davanti al tribunale dell’Inquisizione, con statue di cera a grandezza naturale. La sventurata vittima appare incatenata e in ginocchio davanti ai suoi accusatori e ai monaci vestiti di nero. Il boia è in piedi vicino, pronto a entrare in azione.

Di fronte alla Cattedrale della Madonna di Kazan, dall’altro lato della Nevskij Prospekt, c’è la più grande libreria della città. Al secondo piano i visitatori finlandesi videro molti quadri e slogan che sembravano fatti apposta per incoraggiare a rifiutare la religione. Un poster mostrava dei pesci dall’aspetto di vecchiette con una sciarpa in testa. I pesci erano allettati dal “biglietto d’ingresso nel regno dei cieli”, posto come esca su un amo contrassegnato dalla parola “sette”.

Proseguendo lungo la Nevskij Prospekt verso est e girando a destra subito prima della statua di Caterina la Grande, i visitatori si trovarono di fronte alla famosa Biblioteca Pubblica Statale Saltykov Scedrin. Questa è la seconda biblioteca dell’Unione Sovietica in ordine di grandezza e una delle più grandi del mondo, con oltre 17 milioni di volumi. Quando il visitatore chiese informazioni circa il manoscritto, un funzionario della biblioteca gli rivolse una serie di domande gentili ma indagatrici. Poi il funzionario scomparve, per tornare poco dopo con una scatola marrone-rossiccio. La poggiò sul tavolo e tolse il coperchio. Ecco, era lì: il Codice di Leningrado, risalente al 1008 (o 1009)! Di che manoscritto si tratta e perché è così prezioso?

IL CODICE DI LENINGRADO

Vi piacerebbe vedere un manoscritto delle Scritture Ebraiche usato come testo base per le traduzioni della Bibbia? Ecco il Codice di Leningrado.

Ma potreste chiedere: Le Scritture Ebraiche non furono completate prima di Cristo? Come fa questo testo a risalire solo al 1008? Per comprendere meglio la cosa, dobbiamo sapere un tantino di più sui masoreti.

I masoreti (in ebraico Baalei Hamasorah, “Signori della Tradizione”) vissero nei secoli successivi a Cristo e furono copisti estremamente scrupolosi delle Scritture Ebraiche. Non alterarono in alcun modo il testo, ma, anzi, annotarono in margine al testo ebraico i cambiamenti effettuati da scribi precedenti. Escogitarono anche un sistema di puntazione vocalica e di accenti per aiutare il lettore a pronunciare correttamente le parole. A motivo della scrupolosa cura dei masoreti, il loro testo è l’ideale per la traduzione della Bibbia, anche se più di mille anni lo separano dal testo originale. Il confronto con testi molto più antichi, come il Rotolo del Mar Morto di Isaia, ha confermato l’accuratezza del testo masoretico.

Tuttavia nessun manoscritto da solo è completamente attendibile, perché in effetti i copisti facevano degli errori. Per questo si cominciarono a pubblicare edizioni del testo ebraico basate sul confronto fra diversi manoscritti. Nel 1906, per esempio, lo studioso tedesco Rudolf Kittel pubblicò la sua famosa Biblia Hebraica. Egli si era basato sul testo masoretico di Jacob ben Chayyim. Nelle note in calce aveva indicato le lezioni di molti altri manoscritti.

Il testo di Ben Chayyim risaliva solo al 1524-25 E.V. Kittel, insieme al suo successore, il professore tedesco Paul Kahle, cercò con grande impegno di trovare testi masoretici più antichi. Un ottimo testo masoretico era conservato nella sinagoga dei Sephardim ad Aleppo, in Siria. Era stato compilato dalla famosa famiglia Ben Asher e risaliva al 930 E.V. Ma questo manoscritto non si poté usare perché, come disse il professor Kahle, “i proprietari del codice non vollero saperne di farlo fotografare”, temendo che fosse profanato e che su di loro si abbattesse una maledizione.

C’era però un altro testo masoretico basato sul lavoro della famiglia Ben Asher. Conteneva tutte le Scritture Ebraiche, e in effetti era stato deciso di usarlo come base per la terza edizione della Biblia Hebraica. Era stato copiato nella Vecchia Cairo nell’anno 1008 (o 1009) dai libri chiari e corretti preparati dal maestro Aaron ben Moshe ben Asher, come menziona il copista stesso, Samuel ben Jacob. I suoi proprietari non temevano d’essere maledetti per aver permesso che la Bibbia venisse copiata, come invece temevano i proprietari del Codice di Aleppo. Prestarono per due anni il manoscritto a Kittel e a Kahle. Quel manoscritto è proprio il Codice B 19-A attualmente conservato nella Biblioteca Pubblica di Leningrado.

POSSO FOTOGRAFARLO?

Il Codice di Leningrado, un manoscritto sotto forma di libro, è ora composto di fogli sciolti. La legatura venne disfatta per poterlo microfilmare. I fogli sono approssimativamente quelli di un volume in quarto, solo più larghi, e al tatto sembrano carta molto spessa, quasi cartoncino. Alcune pagine hanno i bordi logori, ma il testo in se stesso, scritto su tre colonne, è chiaro e nitido.

“Posso fotografare il manoscritto?” chiese il visitatore. Il funzionario scomparve nuovamente in una stanza interna e tornò con una risposta affermativa. Il visitatore prese alcuni robusti volumi dal vicino scaffale e li mise uno sull’altro di fronte alla finestra più vicina, installò il suo treppiedi tascabile, vi montò la macchina fotografica e decise di fotografare il secondo foglio del manoscritto.

Il visitatore riscontrò con interesse che il nome di Dio, il Tetragramma (Geova o Yahweh) compare diverse volte su questo foglio, a cominciare da ciò che oggi è Genesi 2:4. Nelle Scritture Ebraiche il nome divino compare 6.960 volte. Certo questo non torna a credito di quei traduttori della Bibbia che lo sostituiscono col termine “Signore”.

Al termine della visita il funzionario della biblioteca mostrò ai visitatori diversi manoscritti rari conservati in teche di vetro. Fra questi c’è il famoso Vangelo di Ostromir, il più antico manoscritto in russo (paleoslavo) giunto fino a noi, esattamente del 1056.

È senza dubbio una piacevole sorpresa riscontrare che un manoscritto così prezioso come il Codice di Leningrado sia scrupolosamente conservato in un paese che proibisce la libera importazione di Bibbie. Il manoscritto in questione non è semplicemente uno dei tanti, ma proprio quello che è stato usato come base di molte traduzioni moderne delle Scritture Ebraiche, inclusa la Traduzione del Nuovo Mondo, pubblicata dalla Watch Tower Society.

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