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  • Matteo annuncia: ‘Il Messia è venuto!’

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  • Matteo annuncia: ‘Il Messia è venuto!’
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
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  • Matteo presenta il Messia
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
w82 1/7 pp. 23-27

Matteo annuncia: ‘Il Messia è venuto!’

QUALI sono stati gli avvenimenti più importanti che abbiano avuto luogo nella storia dell’umanità? Senz’ombra di dubbio, la nascita, il ministero, la morte, la risurrezione e l’ascensione al cielo di Gesù Cristo, il Figlio di Dio.

In armonia con il principio divino che ‘per bocca di due o tre testimoni dev’essere stabilita ogni questione’, Geova Dio fece in modo che venissero scritti quattro racconti della vita di Gesù Cristo per stabilire la veracità di questi avvenimenti. (Deuteronomio 17:6; II Corinti 13:1) Le quattro persone che impiegò furono Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Di questi quattro scrittori è stato detto opportunamente che ciascuno ha il proprio particolare tema, il proprio obiettivo, riflette la propria personalità e tiene presenti i suoi immediati lettori.

Di Matteo, il primo di questi scrittori, sappiamo poco. Possiamo però concludere che era un uomo modesto, poiché solo dal suo racconto apprendiamo che era stato un disprezzato esattore di tasse. (Matteo 9:9) E non è strano se gli esattori di tasse erano disprezzati! Innanzi tutto, rappresentavano il giogo romano proprio su una parte molto dolente, la tasca! Oltre a ciò, erano famosi perché approfittavano dei loro privilegi, comportandosi da strozzini. Lo indicano le parole di un altro esattore di tasse, Zaccheo. Dopo che Gesù era andato a casa sua, Zaccheo cambiò e disse: “Qualunque cosa io abbia estorta ad alcuno mediante falsa accusa la rendo al quadruplo”. (Luca 19:8) Ma pare ci siano pochi dubbi sul fatto che Matteo sia stato un onesto agente delle tasse; altrimenti Gesù non lo avrebbe invitato a diventare immediatamente Suo seguace dopo aver lasciato il suo lavoro.

Già al tempo della disubbidienza di Adamo in Eden, Geova Dio, con una frase ermetica, aveva predetto la venuta del Messia, riferendosi a lui come al “seme” della donna. Sin dal tempo del re Davide si fece riferimento a lui come all’“unto” di Dio. Il profeta Daniele in particolare predisse la venuta del Messia. (Genesi 3:15; 22:17, 18; Salmo 2:2; Daniele 9:24-27) Che il Messia atteso da tanto tempo fosse finalmente venuto era una notizia così entusiasmante che senza perder tempo Matteo la annunciò per mezzo del suo Vangelo. Dalle migliori prove disponibili, sembra che abbia scritto il suo racconto appena nel 41 E.V.

Aspetti caratteristici

Si comprende chiaramente che Matteo voleva che il suo racconto evangelico fosse un ponte tra gli avvenimenti narrati nelle Scritture Ebraiche e quelli relativi alla vita del Messia. Secondo la testimonianza dei primi storici della chiesa, Matteo scrisse il suo Vangelo prima in ebraico e più tardi ne fece una copia in greco. Questo è confermato dal fatto che tutte le sue citazioni delle Scritture precedenti non sono prese dalla versione greca dei Settanta, come avviene spesso nel caso degli altri scrittori evangelici, ma dal testo ebraico. E in armonia con il suo tema che Gesù Cristo era davvero il Messia predetto, Matteo, più degli altri, mostra come la vita e le azioni di Gesù adempirono le profezie bibliche. (Confronta Matteo 8:16, 17 con Marco 1:34 e Luca 4:40). Inoltre Matteo, più degli altri scrittori dei Vangeli, ribadì il tema del “regno dei cieli”, ragione per cui il suo racconto è stato chiamato “Vangelo del Regno”. — Matteo 4:17; 5:3; 11:12; 22:2.

Da tutto il racconto di Matteo si capisce che era stato un esattore di tasse. Anzitutto egli apprezzava vivamente la grande immeritata benignità accordatagli di diventare un apostolo del Messia, lui che era stato un esattore di tasse. Per cui notiamo che solo lui narra come Gesù ribadì il fatto che è richiesta misericordia e non solo sacrificio. Cosa interessante, solo Matteo riporta le confortanti parole di Gesù che cominciano con l’invito: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”. — Matteo 9:9-13; 11:28-30; 12:7; 18:21-35.

Che Matteo fosse stato un esattore di tasse si vede anche dall’attenzione che presta alle cifre. Egli solo ci dice che Giuda tradì Gesù per 30 pezzi d’argento. (Matteo 26:15) Inoltre, nei casi in cui gli altri menzionano solo una cosa o usano il singolare, Matteo è più specifico e menziona due cose o usa il plurale. (Confronta Matteo 4:3; 8:28; 20:29, 30 con Marco 5:2; 10:46, 47; Luca 4:3; 8:27; 18:35-38). Sembra infatti che Matteo avesse una predilezione per i numeri. Nel sesto capitolo per esempio elenca sette richieste nella Preghiera Modello (in paragone con le cinque di Luca), sette parabole nel tredicesimo capitolo e sette guai pronunciati da Gesù contro il clero giudaico del suo giorno nel ventitreesimo capitolo. Matteo inoltre suddivide la genealogia di Gesù in tre parti di quattordici voci ciascuna. — Matteo 1:1-17.

Gli aspetti caratteristici del Vangelo di Matteo sono evidenti anche quando notiamo come il suo racconto completa quello di Luca. Questo era prevedibile se si considera com’è diverso il modo di pensare di un esattore di tasse da quello di un medico. Né possiamo trascurare a questo riguardo il ruolo dello spirito santo. Inoltre Matteo scriveva per persuadere i fedeli giudei che Gesù era il Messia da lungo tempo promesso, mentre Luca presenta Gesù quale Salvatore di tutto il genere umano. Pertanto Matteo traccia la genealogia di Gesù solo fino ad Abraamo attraverso Davide, mentre Luca la traccia fino ad “Adamo, figlio di Dio”. (Matteo 1:1-16; Luca 3:23-28) Evidentemente Matteo traccia la linea di discendenza legale di Gesù attraverso il padre putativo Giuseppe, mentre Luca la fa passare attraverso la linea naturale di Sua madre Maria. Matteo narra che un angelo apparve a Giuseppe, padre putativo di Gesù. Luca parla dell’angelo Gabriele che apparve a Maria, madre di Gesù. Analogamente Matteo parla degli astrologi che andarono a trovare il bambino Gesù, ‘il re dei Giudei’, portando costosi doni, mentre Luca parla degli umili pastori invitati a vedere il neonato Salvatore.

Matteo presenta il Messia

Narrando la vita di Gesù, Matteo non perse opportunità per dimostrare che era davvero il Messia predetto. In che modo? Sostenendo il suo tema con un centinaio di riferimenti alle Scritture Ebraiche. Per esempio, fornendo i particolari sulla nascita di Gesù, sottolinea che Gesù nacque dalla vergine ebrea Maria adempiendo la profezia. (Isaia 7:14; Matteo 1:21-23) Narrando la fuga di Giuseppe e della sua famiglia per sottrarsi al crudele editto del re Erode, Matteo fa notare che questo avvenne affinché si adempisse ciò che era stato scritto: “Fuori d’Egitto ho chiamato il mio figlio”. (Osea 11:1; Matteo 2:14, 15) Anche il dolore causato dall’ordine di Erode di uccidere tutti i maschi di Betleem e dei suoi distretti, dai due anni in giù, come mostra Matteo, era stato predetto. — Geremia 31:15; Matteo 2:16-18.

Nel terzo e quarto capitolo Matteo introduce il precursore di Gesù, Giovanni il Battezzatore, dice che questi battezzò Gesù e che Dio stesso riconobbe Gesù come Suo Figlio. Segue quindi la triplice tentazione di Gesù nel deserto e l’inizio del ministero di Gesù per predicare che “il regno dei cieli si è avvicinato”; sono anche narrati i molti miracoli di guarigione che compì. Viene mostrato che la predicazione di Gesù è un altro adempimento della profezia. — Isaia 9:1, 2; Matteo 4:13-17.

Matteo non si sforza molto di presentare gli avvenimenti in ordine cronologico, salvo che negli ultimi dieci capitoli. Dato che il Sermone del Monte contiene insegnamenti così straordinari, Matteo lo presenta subito dopo aver parlato dell’inizio del ministero di Gesù, sebbene Gesù l’avesse pronunciato effettivamente circa un anno dopo. Non c’è dubbio che fu il più grande sermone che sia mai stato pronunciato e Matteo ce ne fa il resoconto più completo. Comincia con nove “felicità” che sono di vero conforto per tutti coloro che amano la verità e la giustizia. Tra parentesi, si noti che queste sono “felicità”, non “beatitudini”, ragione per cui alcune traduzioni moderne come La Bible de Jérusalem e la Today’s English Version, come anche la Traduzione del Nuovo Mondo, usano il termine “felice” invece che “beato”.

Del Sermone del Monte si afferma che il Mahatma Gandhi disse a lord Irwin, ex viceré dell’India: “Quando il suo paese e il mio saranno d’accordo sugli insegnamenti esposti da Cristo in questo Sermone del Monte, avremo risolto i problemi non solo dei nostri paesi ma del mondo intero”. Quel Sermone contiene anche la Regola Aurea. In armonia con il suo tema, Matteo dice che Gesù non era venuto per distruggere la legge di Mosè ma per adempierla e che la Regola Aurea racchiudeva in sostanza tutta la Legge e i profeti. — Matteo 5:17; 7:12.

Matteo sembra particolarmente colpito dall’insegnamento di Gesù. In paragone con gli altri Vangeli, non solo il suo racconto del Sermone del Monte è più esteso, ma lo sono anche l’elenco di istruzioni che Gesù diede ai Suoi dodici apostoli prima di mandarli a predicare (capitolo 10), la narrazione delle sette parabole del Regno (capitolo 13) e il resoconto dei consigli che Gesù diede sulla necessità di mostrare misericordia, d’essere disposti a perdonare “settantasette volte”. — Cap. 18.

Nei capitoli 8, 9, 11, 12 e 14-17, Matteo riferisce soprattutto i numerosi miracoli compiuti da Gesù come ad esempio quello con cui sfamò 5.000 persone in un’occasione e “quattromila uomini, oltre alle donne e ai fanciullini” in un’altra. Questi capitoli contengono anche le parole di denuncia di Gesù contro i capi religiosi giudei, che avevano commesso il peccato imperdonabile. Inoltre in questi capitoli troviamo la confessione di Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente”, e la descrizione della trasfigurazione in cui Geova Dio confermò di nuovo che Gesù Cristo era Suo Figlio. — Matteo 16:16; 17:1-9.

Gli ultimi giorni del ministero di Gesù

Prendendo ora in esame gli ultimi avvenimenti del ministero di Gesù, riscontriamo che Matteo scrive le cose nell’ordine in cui si sono verificate. La maggior parte di ciò che Matteo aveva precedentemente narrato si era verificato in Galilea, ma ora egli tratta brevemente il successivo ministero di Gesù in Perea. Gli oppositori religiosi sfidano Gesù sul soggetto del divorzio, sperando di metterlo in imbarazzo. Sono invece confusi dalla sapienza di Gesù e dalla sua superiore conoscenza delle Scritture: Il solo motivo di divorzio è la “fornicazione”. Un giovane governante ricco e soddisfatto di sé si rivolge a Gesù per sapere cosa deve fare per ottenere la vita eterna, ma se ne va provando molto meno stima per la propria bontà, poiché la sua ricchezza era più importante per lui della vita eterna. Lo spirito di rivalità divide gli apostoli, e Gesù deve rammentare loro che egli è venuto ‘non per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come riscatto in cambio di molti’. — Matteo 19:1–20:34.

Giungiamo all’ultima settimana di Gesù come uomo sulla terra e ci spostiamo a Betania e a Gerusalemme e leggiamo del suo ingresso trionfale in quella città. Dopo di che Gesù entra nel tempio e lo purifica cacciandone fuori tutti i profittatori religiosi. Successivamente narra una parabola sui coltivatori di una vigna che ne assassinarono l’erede, e i suoi avversari capiscono che egli sa cos’hanno in mente. — Matteo 21:1-46.

Pur essendo stati ripetutamente sconfitti nelle loro precedenti conversazioni con Gesù, i suoi avversari religiosi tentano nuovamente di metterlo in imbarazzo facendogli domande tranello sul pagamento della impopolare tassa romana, sulla risurrezione e su qual è il più grande comandamento. Le sue risposte sagge e scritturali li mettono a tacere. Poi Gesù dà consigli ai suoi discepoli sulla necessità d’essere umili. Pronuncia anche sette pungenti rimproveri, o “guai”, contro i suoi ipocriti oppositori religiosi. A causa della loro opposizione la loro casa doveva essere abbandonata. — Matteo 22:1–23:39.

I commenti di certi suoi apostoli sulla grandiosità del tempio di Erode forniscono a Gesù l’occasione per pronunciare la sua grande profezia sulla fine del sistema di cose giudaico, e sul suo ritorno, la sua parusia, che si è adempiuta in modo sorprendente specie dal 1914. Successivamente pronuncia tre parabole che hanno avuto adempimento nel nostro tempo, la parabola delle vergini sagge e stolte, dei talenti e delle pecore e dei capri. — Matteo 24:1–25:46.

Matteo ci fa quindi il solo racconto di un testimone oculare che abbiamo sull’istituzione da parte di Gesù del Pasto Serale del Signore per commemorare la sua morte. Proseguendo Matteo narra l’esperienza di Gesù nel Getsemani, il suo arresto, il rinnegamento di Pietro, il processo di Cristo, l’esitazione di Pilato che si lava le mani, e quindi come Gesù viene messo al palo fra due delinquenti come Re dei giudei sul colle chiamato Calvario. — Matteo 26:1-75.

All’arresto di Gesù tutti gli apostoli fuggirono e questa svolta degli avvenimenti li fece senz’altro scoraggiare. Ma non per molto tempo. Il terzo giorno vengono a sapere che Gesù è risuscitato dai morti. In seguito incontrano Gesù in Galilea, dove, senza dubbio poco prima della sua ascensione al cielo, egli affida loro l’incarico: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole . . . Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. — Matteo 28:19, 20.

Non c’è dubbio che Matteo comprova il suo tema, cioè che Gesù di Nazaret è davvero il Messia, il Figlio di Dio. A tal fine Matteo addita le molte profezie che Gesù adempì, i miracoli che Gesù compì e le verità che Gesù insegnò. Indubbiamente Matteo aveva una mente acuta e perspicace, stimolata dallo spirito santo di Dio. Poiché lo spirito di Dio lo guidò e gli fece rammentare le cose che Geova Dio voleva fossero scritte, egli fu in grado di fare un’esauriente e vigorosa narrazione della vita di Gesù.

Possiamo essere molto grati a Geova Dio che abbia ispirato un suo servitore così umile, onesto e altruista, e seguace di Suo Figlio, a scrivere un racconto del ministero di Gesù che tanto fortifica la fede! Vorremo conoscerne bene il contenuto affinché possiamo vivere secondo i principi che Gesù enunciò e dire ad altri a ogni occasione la “buona notizia” che il Messia da lungo tempo promesso è venuto al tempo stabilito da Dio in adempimento delle molte profezie riportate nelle Scritture Ebraiche. — Matteo 24:14.

[Riquadro a pagina 27]

Il benigno invito del Signore

“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete su di voi il mio giogo e divenite miei discepoli, poiché io sono d’indole mite e modesto di cuore, e troverete ristoro per le anime vostre. Poiché il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”. — Matteo 11:28-30.

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