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  • w82 15/6 pp. 5-7
  • Potete essere buoni vicini

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  • Potete essere buoni vicini
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • Cose da fare
  • Cose da non fare
  • Il potere dello spirito amichevole
  • I buoni vicini sono un bene prezioso
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2002
  • Siete un buon vicino?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1970
  • Chi è il mio prossimo?
    Svegliatevi! 1986
  • Rendete attraente la buona notizia per i vostri vicini
    Il servizio del Regno 1977
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
w82 15/6 pp. 5-7

Potete essere buoni vicini

COSA hanno in mente, secondo voi, le persone anziane quando parlano dei “bei tempi andati”? In termini di benessere economico, comodità o assistenza sanitaria, per la maggioranza delle persone i tempi andati non erano poi così ‘belli’. Non c’era la televisione, c’erano poche automobili, telefoni o altre cose senza le quali oggi molti non saprebbero vivere. Cosa c’era allora di così buono? Senza dubbio si riferiscono allo spirito socievole e amichevole che allora esisteva.

Anche se non c’era molto benessere, ci si aiutava gli uni gli altri. Come dicono molte persone anziane, per quanto uno fosse povero aveva sempre qualcosa da prestare ai vicini. Se qualcuno era gravemente ammalato, i vicini lo aiutavano in modo pratico, per esempio facendogli da mangiare o badando ai bambini. Se c’era da fare qualche lavoro impegnativo intorno alla casa, spesso i vicini si precipitavano a dare una mano.

Man mano però che aumenta l’assistenza pubblica, le persone hanno sempre meno bisogno le une delle altre. Tuttavia non possiamo ignorare i nostri vicini. Molto tempo fa la Bibbia avvertì che “chi si isola cercherà la sua propria brama egoistica”. (Proverbi 18:1) La persona che rifiuta la compagnia degli altri, alla fine perde l’equilibrio, diventa un po’ strana.

È vero che di solito non possiamo sceglierci i vicini, né loro scelgono noi. Ed è anche vero che le “cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. (I Corinti 15:33) Comunque, se impariamo a vivere saggiamente con loro, questo sarà utile per loro e per noi. Che cosa comprende questo?

Cose da fare

Per essere buoni vicini ci vuole comprensione. Ambienti diversi hanno abitudini diverse. Se veniamo da una zona rurale dove la gente è abituata ad andare liberamente in casa d’altri, potremmo doverci adattare qualora ci trasferissimo in città e ciò non fosse possibile. In alcune città ci sono quartieri misti, in cui abitano persone provenienti da ambienti diversi. Alcuni possono agire in modi che a noi sembrano strani, ma finché non si tratta di comportamenti molesti o che minacciano la nostra famiglia, perché criticarli?

Un buon vicino deve anche essere amichevole. Ci vuole tanto a rivolgere un cordiale “Buongiorno!” a quelli che incrociamo per strada o che incontriamo in ascensore? A volte un solo viso sorridente può far stare meglio un intero gruppo di persone.

Per essere amichevoli vorremo anche imparare a conoscere per nome i nostri vicini. Se li chiamiamo per nome, mostriamo loro che li consideriamo come persone, ed è probabile che saranno più cordiali con noi.

Un buon vicino deve anche essere premuroso. Se un vicino sta poco bene, è segno di riguardo ricordarsi di chiedergli come sta e rivolgergli una parola di conforto. Forse possiamo fare qualcosa per alleggerirne il peso. Se fra i vicini c’è una persona anziana, perché non mostrarle particolare considerazione? Per esempio, se andiamo a fare la spesa, forse c’è qualcosa che possiamo acquistare per lei. Se notiamo che in casa sua la luce rimane accesa per un tempo insolitamente lungo o vediamo che la porta è rimasta aperta, perché non controllare che tutto vada bene?

Che dire se vedessimo compiere un reato o avvenire qualcosa di sospetto? Generalmente non è saggio fare gli eroi e cercare di risolvere la situazione da soli. Di solito ci riesce meglio chi è addestrato per affrontare quel tipo di situazione. Ma come minimo, se siamo vicini premurosi, informeremo immediatamente la polizia e forse prenderemo nota di particolari che in seguito potranno essere utili agli investigatori.

Un’utile guida nei rapporti col prossimo è la cosiddetta regola aurea: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro”. (Matteo 7:12) Perciò, se vedessimo un vicino in difficoltà e non sapessimo come agire, potremmo chiederci: “Se mi trovassi in quella situazione, cosa vorrei che gli altri facessero per me?” La risposta ci aiuterà a decidere saggiamente il da farsi.

Una volta un uomo chiese a Gesù: “Chi è realmente il mio prossimo?” Gesù rispose con la parabola del “buon samaritano”. Spiegò che la persona amorevole è quella che quando vede qualcuno nel bisogno l’aiuta. Se ci mostriamo amichevoli, comprensivi e premurosi con i nostri vicini, stiamo seguendo quell’ottimo esempio. — Luca 10:29-37.

Cose da non fare

Ci sono anche certe cose che un buon vicino non farà. Questo perché ha considerazione per gli altri. Per esempio non terrà il suo apparecchio stereo o il televisore a volume così alto da intrattenere tutto il vicinato. Terrà pulita e in ordine la casa, dentro e fuori, non deturpando l’aspetto del quartiere.

Molto tempo fa un saggio scrisse: “Rendi raro il tuo piede nella casa del tuo prossimo, affinché non ne abbia abbastanza di te e per certo ti odii”. (Proverbi 25:17) Sì, mentre una visita ogni tanto può essere accolta volentieri, i vicini possono stancarsi presto se uno va di continuo da loro.

Inoltre l’apostolo Paolo avvertì riguardo a quelli che ‘vanno in giro per le case’ e ‘si intromettono negli affari degli altri’. (I Timoteo 5:13) Trascorrendo meno tempo in casa dei vicini, evitiamo i pettegolezzi locali e il propagarsi di notizie scandalistiche. Inoltre oggi la maggioranza delle persone si lamentano che non hanno il tempo di fare tutto quello che vorrebbero. Se si dedica troppo tempo a stare con gli altri, si può finire col dover rinunciare a qualcosa di più importante.

Un buon vicino mostra rispetto per gli altri e li tratta con mitezza. Perciò non farà grandi problemi di piccole questioni. Una sera d’estate, ad Amsterdam, un uomo era furibondo perché il rumore di una radio accesa dall’altro lato della strada impediva ai suoi figli di addormentarsi. La moglie gli suggerì gentilmente di andare dal vicino e spiegargli il problema. Il vicino, sentendo esporre il problema in modo ragionevole, fu lieto di cooperare. Spense la radio e disse: “Tanto non ascolto mai tutti questi discorsi politici!” Quella che avrebbe potuto essere una brutta situazione fu risolta grazie alla gentilezza, e i due vicini divennero buoni amici.

Per finire, ci vogliono discernimento ed equilibrio. Alcuni vicini possono avere cattive abitudini. Forse fumano, hanno un linguaggio volgare o vivono in modo immorale. In certi quartieri ci sono ragazzi che si drogano o si riuniscono in bande. Dobbiamo quindi equilibrare la nostra socievolezza con le precauzioni necessarie affinché quelle cattive abitudini non contagino noi o i nostri figli. Sì, essere buoni vicini comprende molte cose.

Il potere dello spirito amichevole

All’inizio del 1980, John, anziano in una congregazione dei testimoni di Geova, si trovò in una situazione in cui lo spirito di buon vicinato era completamente sparito. Il fatto avvenne in una cittadina dell’Oklahoma, negli Stati Uniti. Un ragazzo negro era stato ucciso, e la popolazione negra del posto aveva l’impressione che la polizia non intendesse fare nulla. Esplosero gravissimi disordini razziali, e le pallottole volavano in tutte le direzioni.

Ma la casa di John era come un’oasi in mezzo alla violenza. Anche se lui, la moglie e la figlia adolescente dovettero rimanere sdraiati a terra per diverse ore per evitare i proiettili vaganti, in quella casa non c’era tensione o odio razziale. Infatti con questa famiglia di bianchi erano rifugiati una ragazza negra e una famiglia messicana. La moglie di John disse: “So che ci sono problemi. Non sono cieca. Ma noi siamo in buoni rapporti con la gente, sia negri che bianchi”.

Sì, i componenti di questa famiglia si erano sempre comportati da buoni vicini. Mostravano rispetto e considerazione per gli altri ed erano a loro volta rispettati. L’odio razziale non era diretto verso di loro.

Alcuni giorni dopo la rivolta, nel corso dell’opera di predicazione di casa in casa (un servizio che tutti i testimoni di Geova compiono a beneficio del prossimo), capitò loro di incontrare i parenti del ragazzo la cui morte aveva scatenato i disordini. In modo amichevole fecero loro le condoglianze e diedero il migliore aiuto che potessero dare. Spiegarono loro la sicura speranza della risurrezione e la prospettiva di vivere presto in un mondo in cui esisteranno solo buoni vicini. Quel mondo è così descritto in un versetto del libro biblico di Isaia: “Non faranno nessun danno né causeranno alcuna rovina su tutto il mio monte santo; perché la terra sarà per certo piena della conoscenza di Geova come le acque coprono il medesimo mare”. — Isaia 11:9.

Senz’altro tutti noi vorremmo vivere in un mondo simile. Ma nel frattempo dobbiamo accontentarci di quello che c’è. Ciò nondimeno se, come John e la sua famiglia, ci comportiamo in maniera equilibrata e amichevole con i nostri vicini, mostrando loro considerazione e rispetto, la vita sarà più piacevole e forse anche i nostri vicini diverranno più amichevoli nei nostri riguardi.

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