Significato delle notizie
Una prefazione da rivedere?
Nel tentativo di spiegare perché la “Today’s English Version” (una versione inglese della Bibbia) usa il titolo Signore al posto del nome personale di Dio, Geova, nella sua Prefazione si legge: “Seguendo un’antica tradizione, iniziata con la prima traduzione delle Scritture Ebraiche (la Settanta) . . ., in questa traduzione il nome proprio ebraico di Dio (di solito traslitterato ‘Geova’ o ‘Yahweh’) è rappresentato da ‘SIGNORE’”.
Di recente, però, agli editori di questa traduzione, l’American Bible Society, sono stati presentati i risultati di seri studi i quali dimostrano che la “prima traduzione delle Scritture Ebraiche (la Settanta)” conteneva il Tetragramma, e che l’abitudine di usare Kyrios (Signore) al posto del nome proprio di Dio cominciò solo all’inizio del II secolo E.V. Rispondendo a un testimone di Geova, il Dipartimento di ricerca dell’American Bible Society ha ammesso: “Manoscritti scoperti di recente mostrano che il Tetragramma . . . era usato in alcuni manoscritti greci. . . . Tenendo conto dei suoi suggerimenti, siamo lieti di rivedere la nostra affermazione nella Prefazione per quanto riguarda il modo di rendere Yahweh nell’Antico Testamento. L’affermazione attuale non intende dire che tutti gli antichi manoscritti della Settanta usino Kyrios. Comunque, può essere opportuna una modifica alla luce dei manoscritti recentemente scoperti e degli studi degli esperti”.
Coloro che hanno a cuore il nome personale di Dio e il suo giusto posto nella Bibbia attendono con interesse di vedere tale modifica quando apparirà nella prossima edizione della “Today’s English Version”.
Giona e il clero
Il libro di Giona “non dovrebbe affatto considerarsi un racconto storico”, ha detto il teologo finlandese Timo Veijola. In un’intervista fattagli nel corso di un programma finlandese, il dott. Veijola ha asserito che il libro di Giona “è storico quanto ‘I viaggi di Gulliver’ o ‘Don Chisciotte’. Per quanto riguarda il racconto, in realtà è una satira in cui predominano gli aspetti più grotteschi ed assurdi”.
Le opinioni di questo teologo collimano forse con quelle di Gesù Cristo, che nella sua esistenza preumana fu testimone delle esperienze di Giona? Gesù considerava il racconto di Giona “una satira”, un’‘assurdità’? La testimonianza oculare di Gesù è alla base di questa sua profezia: “Come Giona fu nel ventre del grosso pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo sarà nel cuore della terra tre giorni e tre notti. Gli uomini di Ninive sorgeranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno; perché essi si pentirono alla predicazione di Giona”. (Matteo 12:40, 41) La risurrezione di Gesù Cristo sarebbe stata reale quanto la salvezza di Giona dal ventre del pesce. E la generazione che udì la predicazione di Giona doveva essere reale quanto quella che udì Gesù predicare.
Come il dott. Veijola, che ha partecipato alla traduzione della nuova Bibbia finlandese, molti eruditi religiosi ed ecclesiastici moderni mettono in dubbio la storicità delle esperienze di Giona. Ciò che in effetti è assurdo non è il racconto di Giona, ma il fatto che ecclesiastici traducano e insegnino la Bibbia quando non credono che sia l’ispirata Parola di Dio.
Lezione di umiltà
Poco prima di ritirarsi dall’incarico di rettore della City University di New York, il defunto Rober J. Kibbee consigliò agli studenti che avevano terminato il corso di studi al Brooklyn College di essere umili e compassionevoli, e di ‘moderare i loro giudizi entro i limiti della loro conoscenza’. E aggiunse: “La vita mi ha insegnato che nel mondo c’è troppa arroganza, superficialità e indifferenza. Gli antidoti a questi mali distruttivi sono l’umiltà, l’apprezzamento per le cose complesse, e la compassione”.
Ottimi consigli davvero, non solo per i laureandi, ma per persone d’ogni età! E questo in particolare se si tien conto dei ripetuti consigli della Parola di Dio sull’importanza dell’umiltà. I cristiani sono inoltre esortati a essere “teneramente affezionati, di mente umile”. (I Pietro 3:8) E Proverbi 29:23 dice: “La medesima superbia dell’uomo terreno lo umilierà, ma chi è umile di spirito afferrerà la gloria”.