BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w83 1/5 pp. 28-30
  • La lettera di Paolo ai Galati sostiene la buona notizia

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • La lettera di Paolo ai Galati sostiene la buona notizia
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • I galati e il loro problema
  • Paolo difende la sua posizione di apostolo
  • La fede è superiore alle opere della Legge
  • Rimanete saldi nella libertà cristiana
  • Opere utili
  • Libro biblico numero 48: Galati
    “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”
  • State saldi nella libertà cristiana!
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1990
  • Galati, lettera ai
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Galati, Lettera ai
    Perspicacia nello studio delle Scritture, volume 1
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1983
w83 1/5 pp. 28-30

La lettera di Paolo ai Galati sostiene la buona notizia

DOPO un saluto iniziale, l’apostolo Paolo scrisse ai galati: “Mi meraviglio che così presto siate rimossi da Colui che vi chiamò . . . per passare a un’altra sorta di buona notizia”. E poco dopo esclamò: “O Galati insensati, chi vi ha portati sotto cattiva influenza?” — Galati 1:6; 3:1.

Perché Paolo era così preoccupato per i galati? Chi erano queste persone e come le aveva incontrate Paolo? Qual era la buona notizia che egli aveva trasmesso loro? Di che valore pratico è essa per noi?

I galati e il loro problema

I galati erano per la maggior parte una popolazione indoeuropea di origine celtica, proveniente dalla Gallia. Ma includevano anche persone di altre nazionalità. La provincia romana della Galazia comprendeva almeno quattro città menzionate nella Bibbia: Iconio, Listra, Derbe e Antiochia di Pisidia. Queste città furono visitate da Paolo nel suo primo viaggio missionario, e vi furono stabilite delle congregazioni. (Atti 13:14—14:23) Il giovane Timoteo fu uno dei primi cristiani della Galazia. — Atti 16:1, 2.

In seguito al primo viaggio missionario di Paolo in Galazia, il corpo direttivo, composto dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, si riunì nel 49 E.V. e decise che non era necessario che i cristiani si circoncidessero. (Atti 15:1-29) Dopo questa riunione Paolo e Sila annunciarono questo aspetto della buona notizia alle congregazioni della Galazia. — Atti 16:1, 2.

Poco tempo dopo, però, Paolo rimase sconcertato udendo che in Galazia certuni insistevano che i cristiani si circoncidessero. Si trattava di elementi giudaizzanti, che cercavano di costringere i cristiani gentili a conformarsi a certe esigenze della legge mosaica. Costoro minavano inoltre l’autorità apostolica di Paolo.

Fu quindi per far fronte a questa spiacevole situazione che Paolo scrisse ai galati, esortandoli a tornare in sé. Scrisse la lettera mentre era ancora nel suo secondo viaggio missionario, probabilmente a Corinto, o poco dopo essere arrivato ad Antiochia di Siria. La lettera, quindi, può essere stata scritta fra l’autunno del 50 E.V. e il 52 E.V.

Paolo dice ai galati che quei giudaizzanti cercavano di torcere la buona notizia. E, Paolo disse, la buona notizia riguardava Cristo Gesù. Era la buona notizia della libertà recata da Cristo: libertà dalla schiavitù al peccato ereditato e anche libertà dalla schiavitù alla legge mosaica. Paolo ripete quindi due volte l’avvertimento che se qualcuno, fosse anche un angelo del cielo, avesse dichiarato come buona notizia qualcosa oltre a ciò che egli aveva dichiarato come buona notizia, ‘avrebbe dovuto essere maledetto’. — Galati 1:7-9.

Quali scopi raggiunge quindi la lettera di Paolo? Innanzi tutto stabilisce chiaramente la sua autorità apostolica. In secondo luogo sostiene egregiamente la decisione del corpo direttivo relativa alla circoncisione. Inoltre fa un contrasto fra le opere della carne e il frutto dello spirito concentrandosi sulle opere gradite a Dio.

Paolo difende la sua posizione di apostolo

Sin dalle prime parole Paolo richiama l’attenzione sulla propria autorità, dicendo: “Paolo, apostolo, né dagli uomini né per mezzo di alcun uomo, ma per mezza di Gesù Cristo e di Dio il Padre . . . La buona notizia da me dichiarata come buona notizia non è qualche cosa di umano; poiché non l’ho ricevuta dall’uomo, né mi è stata insegnata, se non mediante rivelazione da parte di Gesù Cristo”. — Galati 1:1, 11, 12; Atti 22:6-16.

Paolo narra brevemente come un tempo fosse un personaggio in vista nel giudaismo, ma che dopo la sua miracolosa conversione per opera di Cristo era andato a predicare la buona notizia in Arabia e a Damasco. Quindi Paolo racconta di essere andato a trovare Pietro a Gerusalemme e di esservi rimasto quindici giorni (nel 36 E.V.). Non fu che quattordici anni dopo, nel 49 E.V., che Paolo tornò a Gerusalemme per l’adunanza sulla questione della circoncisione. (Galati 1:13-24) Egli chiama i giudaizzanti, i fautori della circoncisione, “falsi fratelli”, che cercavano di rendere “schiavi” i cristiani fedeli. Ma Paolo dice: “A questi non cedemmo con sottomissione, no, nemmeno per un’ora, onde la verità della buona notizia rimanesse presso di voi”. — Galati 2:1-5.

Se ci pensiamo bene, Paolo ci diede un ottimo esempio di umiltà. Pur essendo un apostolo scelto personalmente da Gesù Cristo, sottopose la buona notizia che predicava al corpo direttivo, riconoscendone l’autorità. Mostriamo oggi il giusto rispetto per gli uomini nominati dal corpo direttivo e cooperiamo con loro nel predicare la buona notizia?

In seguito Paolo riaffermò la sua autorità apostolica resistendo a faccia a faccia all’apostolo Pietro, e questo perché Pietro aveva smesso di mangiare insieme ai cristiani gentili per timore dell’uomo. Additando l’errore di Pietro, Paolo gli chiese: “Se tu, benché sia Giudeo, vivi come le nazioni, e non come i Giudei, come mai costringi le persone delle nazioni a vivere secondo la pratica giudaica?” — Galati 2:11-14.

La fede è superiore alle opere della Legge

Esortando i galati a rinsavire, Paolo chiede: “Avete ricevuto lo spirito per le opere della legge o per aver udito mediante la fede?” Poiché la risposta era ovvia, egli aggiunge: “Dopo aver cominciato in spirito siete ora compiuti nella carne?” Egli ricorda loro Abraamo, che, pur non essendo sotto la legge, “ripose fede in Geova e gli fu attribuito a giustizia”. La legge fu aggiunta in seguito per rendere manifeste le trasgressioni. In effetti essa condannava a morte quelli che cercavano di osservarla. Ma, come spiega Paolo, Cristo morì come un uomo maledetto affinché i suoi seguaci potessero essere liberati dalla legge e vivere mediante la fede. Ciò non toglie che la legge servisse all’utile scopo di fungere da “tutore che conduce a Cristo”. — Galati 3:1-29.

Dal momento che i galati avevano ottenuto la condizione di figli spirituali e la libertà mediante Cristo, Paolo chiede perché mai vogliano tornare sotto la schiavitù della legge, osservando giorni e mesi e stagioni e anni. I giudaizzanti, dice, “vi cercano con zelo, non in modo eccellente, ma vi vogliono separare da me”. Comunque Paolo esprime la sua amorevole premura dicendo: “Sono di nuovo nelle doglie del parto finché Cristo si formi in voi”. — Galati 4:1-20.

Paolo si serve quindi di un’illustrazione per fare un contrasto fra la schiavitù alle opere della legge e la vera libertà cristiana. Agar, la schiava di Abraamo, rappresenta il patto della legge e “corrisponde alla Gerusalemme d’oggi, poiché è in schiavitù con i suoi figli”. Sara, invece, rappresenta il patto abraamico, e corrisponde alla ‘Gerusalemme di sopra, che è libera ed è nostra madre’. Come Ismaele perseguitò Isacco, così i giudei si opponevano ai veri cristiani, i figli della donna libera. — Galati 4:21-31.

Rimanete saldi nella libertà cristiana

In base alla summenzionata illustrazione, Paolo dà questa esortazione: “Per tale libertà Cristo ci rese liberi. Perciò state saldi e non vi fate confinare di nuovo in un giogo di schiavitù”. Paolo mette in risalto che chi si circoncide non ne riceve alcun beneficio. Chi lo fa sarà obbligato a osservare l’intera legge, e così perderà l’opportunità di ottenere la giustizia mediante la fede. Paolo dichiara quindi con indignazione: “Vorrei che gli uomini che cercano di rovesciarvi fossero perfino evirati”. — Galati 5:1-12.

Sebbene i cristiani abbiano ottenuto la libertà, c’è il pericolo di abusare di questa libertà per soddisfare i desideri della carne imperfetta. Perciò Paolo avverte: “Voi, naturalmente, foste chiamati a libertà, fratelli; solo non usate questa libertà come un’occasione per la carne, ma per mezzo dell’amore fate gli schiavi gli uni agli altri. Poiché l’intera Legge è adempiuta in una sola parola, cioè: ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’”. — Galati 5:13, 14.

Tuttavia Paolo indica che c’è in noi una continua lotta fra assecondare i desideri carnali e camminare mediante lo spirito. Egli fa un contrasto fra le opere della carne e il frutto dello spirito. Le opere della carne “sono fornicazione, impurità, condotta dissoluta . . . e simili. . . . D’altra parte, il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, longanimità, benignità, bontà, fede, mitezza, padronanza di sé”. Paolo mostra che i cristiani che camminano ordinatamente mediante lo spirito devono anche evitare di divenire ‘egotisti, suscitando competizione gli uni con gli altri, invidiandosi gli uni gli altri’. — Galati 5:15-26.

Opere utili

Nell’ultimo capitolo Paolo descrive alcune opere utili in cui il cristiano può impegnarsi, come quella di aiutare chi sbaglia a ristabilirsi e quella di portare i pesi gli uni degli altri. Chi semina in vista della carne, spiega Paolo, mieterà la corruzione dalla sua carne. Ma chi semina in vista dello spirito mieterà la vita eterna dallo spirito. Perciò ai galati vien data questa esortazione: ‘Operate ciò che è bene verso tutti, ma specialmente verso quelli che hanno relazione con voi nella fede’. Nella conclusione Paolo addita quindi il motivo che spinge i giudaizzanti a volerli fare circoncidere: “Affinché abbiano una causa di vanto nella vostra carne”. Paolo invece dice che si vanterà solo del “palo di tortura del nostro Signore Gesù Cristo”. — Galati 6:1-14.

La lettera di Paolo ai Galati affronta risolutamente i problemi del suo tempo. Sarà utile anche per noi nella misura in cui ne seguiremo i buoni consigli.

[Cartina a pagina 29]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Corinto

Antiochia

GALAZIA

Iconio

Listra

Derbe

Antiochia

SIRIA

Mar Grande

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi