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  • w84 15/1 pp. 13-16
  • Una vita al servizio di Geova

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  • Una vita al servizio di Geova
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1984
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • “L’Età d’Oro” cambia la mia vita
  • Non ero solo
  • Un viaggio avventuroso
  • “Temporaneo” soggiorno nelle Filippine
  • False accuse e guerra
  • Imprigionato dai giapponesi
  • Di nuovo all’opera
  • Sono ancora pronto a servire
  • Lealtà all’organizzazione di Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
  • Esaudita la preghiera di un prigioniero
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
  • La guerra non ci ha fatto smettere di predicare
    Svegliatevi! 2001
  • Parte 3 — Testimoni fino alla più distante parte della terra
    I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1984
w84 15/1 pp. 13-16

Una vita al servizio di Geova

Narrato da Joseph Dos Santos

ERA una calda notte tropicale del febbraio 1945. Nell’Università Santo Tomas di Manila, capitale delle Filippine, dove eravamo tenuti prigionieri dai giapponesi, regnava il caos più assoluto. Le truppe americane erano arrivate all’improvviso per liberarci e i giapponesi, per vendicarsi, avevano cominciato a bombardare il recinto dell’università, creando il panico.

Nel buio alcune detenute baciavano i loro crocifissi e pregavano ad alta voce. Una granata caduta nelle vicinanze uccise un detenuto di fronte a me. Scosso ma illeso, trascinai il mio corpo emaciato dalla fame per rifugiarmi dietro l’edificio che per tre anni era stato la mia prigione. Infine il bombardamento cessò, gli americani assunsero il pieno controllo del campo e dopo non molto fummo liberati. Dopo tre anni di separazione potei riabbracciare mia moglie e i miei figli e continuare l’opera per compiere la quale ero arrivato qui dopo aver attraversato mezzo mondo.

“L’Età d’Oro” cambia la mia vita

Di che opera si trattava? Com’ero venuto a trovarmi in una situazione così pericolosa e in un luogo così distante da casa mia nelle Hawaii? In effetti tutto era cominciato anni prima, in un luogo distante 14.500 chilometri, cioè in California (USA), mentre studiavo per diventare chiropratico. Mi ero fatto prestare una rivista chiamata L’Età d’Oro (oggi nota col nome di Svegliatevi!) dalla mia padrona di casa, la signora Bright. Ciò che lessi in quella rivista cominciò a cambiare completamente il mio concetto della vita.

Ero cresciuto nelle Hawaii, in una famiglia cattolica. Ma né quella religione né tutte le altre che avevo esaminato mi sembravano la verità. Mi lasciavano tutte con un senso di vuoto. Ciò che lessi in quel numero dell’Età d’Oro cominciò però a colmare quel vuoto.

La rivista era pubblicata dagli Studenti Biblici, come allora si chiamavano i testimoni di Geova. Uno Studente Biblico locale seppe del mio interesse e mi procurò altre pubblicazioni. Presto non ebbi più dubbi: avevo trovato la verità. A suo tempo tornai nelle Hawaii per esercitarvi la mia professione. Ma, come nel caso di Geremia, la verità biblica era come un fuoco ardente nelle mie ossa, e non potevo stare zitto. (Geremia 20:9) Parlai ai vicini delle cose che avevo imparato, e presto si formò una classe biblica di 22 persone.

Non ero solo

Credevo di essere l’unico Studente Biblico nelle Hawaii. Ma col tempo ne trovai altri sei, fra cui il fratello Solomon, responsabile del deposito di letteratura. Potei così godere della compagnia di altri adoratori.

Intendevo offrirmi volontario per compiere altro lavoro, per cui dissi al fratello Solomon che mi sarebbe piaciuto andare in giro per le isole a predicare. Mi rispose che fino a quel momento nessuno aveva predicato la buona notizia più in là di Honolulu, ma, vista la mia determinazione, mise a mia disposizione un camper (aveva un’officina meccanica) e mi disse che potevo predicare in tutte le isole fuorché a Honolulu, che avrei dovuto lasciare agli altri sei Studenti Biblici. Così, nel 1929, iniziò la mia carriera di predicazione a tempo pieno.

Predicai con entusiasmo in tutte le Hawaii per tre anni e mezzo. Ero giovane e forte, e spesso camminavo per chilometri e chilometri lungo piste impraticabili alle auto, e mi arrampicavo su per i monti portando due valigie piene di letteratura. A volte le strade erano così ripide che dovevo procedere carponi. Lasciai delle pubblicazioni nel lebbrosario di Molokai. In quei tre anni e mezzo feci in media 230 ore di servizio al mese e distribuii in totale 46.000 singole pubblicazioni.

Eppure sentivo di poter fare di più. Così mi offrii di predicare in giro per il mondo. J. F. Rutherford, presidente della Watch Tower Society, venne a saperlo e mi incaricò di andare in Brasile. Preparai quindi un itinerario per raggiungere il Brasile partendo dalle Hawaii e attraversando l’Oriente. La prima tappa sarebbero state le Filippine.

Un viaggio avventuroso

Fu così che nel 1933, con un baule pieno di letteratura fornitami dal fratello Solomon, e un altro in viaggio verso le Filippine spedito dalla sede centrale della Watch Tower Society a Brooklyn, salii a bordo del piroscafo The Great Northern e cominciai il mio giro del mondo.

Dovevamo fermarci in Giappone, ma, sapendo che in Giappone i testimoni di Geova incontravano già problemi prima della guerra, non avevo richiesto il visto per sbarcare. Sennonché alcuni ecclesiastici che erano a bordo scoprirono chi ero e spedirono un telegramma alle autorità giapponesi per informarle che a bordo avevo della letteratura. Quando la nave attraccò a Yokohama, la polizia giapponese salì a bordo e confiscò tutta la mia letteratura direttamente nel deposito bagagli della nave! Gli ufficiali di bordo non poterono far nulla, così dovetti proseguire il viaggio verso le Filippine senza letteratura.

Arrivati a Manila, fui immediatamente convocato dal direttore delle dogane. Aveva sentito dire che ero comunista e voleva uno dei miei libri da leggere. La settimana dopo mi disse di essere rimasto stupito del fatto che il libro parlava solo della Bibbia e per nulla di comunismo.

“Temporaneo” soggiorno nelle Filippine

Affittai un appartamento a Manila, volendo predicare un po’ lì prima di ripartire per il Brasile. Siccome però c’erano dei problemi nell’organizzazione locale dei Testimoni di Geova, il fratello Rutherford mi mandò una lettera chiedendomi di prendere la direttiva in attesa di una sostituzione. Accettai, ma il mio sostituto non venne che 13 anni dopo!

La nostra opera a Manila prima della guerra era interessante. A quei tempi non facevamo visite ulteriori, ma percorrevamo tutta la città a piedi, in autobus, in tram o in carrozza (calesa), distribuendo letteratura biblica. Gradualmente l’opera nelle Filippine si estese, man mano che mandavamo pionieri a predicare in territori diversi. Nel 1935 sposai Rosaria Lopez e a suo tempo fummo benedetti dalla nascita di due figli, un maschio e una femmina.

L’accusa che fossimo comunisti non fu mai lasciata cadere del tutto. Un giorno venne un tizio che si qualificò come agente della polizia segreta. Disse che mi stava osservando da parecchi mesi perché ero sospettato di comunismo. Ora avrebbe fatto un rapporto dicendo che non ero comunista. Un’altra volta un avvocato accettò di studiare la Bibbia con me. In seguito scoprii che l’unico motivo per cui voleva studiare era quello di vedere se ero comunista o no. Quando scoprì che non lo ero, divenne un amico, e sbrigò diversi lavori legali per me.

Frattanto l’opera di predicazione si estendeva. Dato che il locale che avevo affittato era ormai troppo piccolo, acquistai un’altra proprietà e vi trasferimmo l’ufficio. Il personale della nostra piccola sede aumentò quando a me e a mia moglie si unirono Narciso Delavin e poi colei che sarebbe diventata sua moglie.

False accuse e guerra

Ma gli eventi cominciarono a precipitare. Nel 1941 scoppiò la guerra. Entro una settimana due poliziotti vennero nell’ufficio e tre fratelli ed io fummo portati nella grande prigione di Muntinlupa, a diversi chilometri da Manila. Fui separato dagli altri e chiuso in una piccola cella d’isolamento. Era completamente vuota e dovetti dormire sul pavimento, finché un detenuto che godeva di particolari privilegi mi diede di nascosto, spinto dalla bontà del suo cuore, due coperte e un cuscino ogni notte.

Il soprintendente non mi lasciava uscire dalla cella d’isolamento e attraverso le pareti sentivo gli insulti rivoltimi dagli altri detenuti, convinti che fossi una quinta colonna e il capo del Partito Comunista. Infine le nostre affermazioni di estraneità al comunismo furono credute e dopo due settimane tutt’e quattro fummo rilasciati. Gli agenti di custodia dovettero scortarmi fino al cancello della prigione, altrimenti sarei stato aggredito dagli altri prigionieri.

La sera in cui fummo liberati ci fu una rivolta nella prigione, e sono certo che se fossimo rimasti lì saremmo stati in pericolo. Fui grato a Geova perché eravamo sani e salvi, e potei riabbracciare la mia famiglia a Manila.

Imprigionato dai giapponesi

Ma i nostri problemi erano appena cominciati. Dopo un po’ Manila fu occupata dalle forze d’invasione giapponesi e io, essendo americano, fui imprigionato con altri stranieri nell’Università Santo Tomas, vicino al centro di Manila. Vi rimasi per i successivi tre anni, dal gennaio del 1942 al marzo del 1945. Nel campo parlai della buona notizia a chiunque fosse possibile, e so che almeno uno dei detenuti è poi diventato un testimone di Geova.

Mentre la guerra proseguiva, la vita nel campo di prigionia si faceva dura. Le razioni diminuirono, finché ci riducemmo a mangiare solo una ciotola di riso al giorno. Provai di tutto per calmare i morsi della fame, mangiando persino le erbacce che crescevano nel grande campo. Ci fu anche chi mangiò cani, gatti e persino topi. Quando fui imprigionato pesavo 61 chili. Alla liberazione ne pesavo 36.

Alcuni internati importanti furono decapitati. Alla fine nemmeno ai medici fu più consentito l’ingresso nel campo, e il recinto esterno fu rinforzato in modo tale che da fuori non si potesse vedere dentro. Ogni giorno morivano di fame 30 o più persone. Alla fine arrivò quella terribile notte in cui le truppe americane riuscirono a liberarci nonostante il bombardamento giapponese. Come fummo felici di rivedere il mondo esterno!

Di nuovo all’opera

Gli americani ci diedero il primo pasto degno di questo nome dopo tanto tempo. Ricordo che mangiammo carne in scatola, ma eravamo così affamati da non accorgerci quando ne avevamo mangiato abbastanza. Dopo quel primo pasto mi sentii male per diversi giorni. Comunque, 18 giorni dopo l’arrivo degli americani fummo liberati. Gli americani si offrirono di rimpatriarmi negli Stati Uniti, ma stavo ancora aspettando chi doveva sostituirmi nella direzione dell’opera nelle Filippine. Finché non fosse arrivato sarei rimasto!

Ancora una volta potei riabbracciare mia moglie e la mia famiglia, e riprendemmo le attività di predicazione. Per la prima volta dopo il dicembre del 1941 presi contatto con la sede centrale della Watch Tower a Brooklyn, e ricevetti tutti i numeri arretrati della Torre di Guardia, come pure altre informazioni che nelle Filippine non avevamo ricevuto durante la guerra. Riaprimmo la filiale e visitammo alcune congregazioni, oltre a incontrare alcuni sorveglianti che presiedevano per aggiornarli sulla situazione.

Nel novembre del 1945, col permesso ufficiale delle autorità, tenemmo la nostra prima assemblea del dopoguerra nell’auditorio di una scuola superiore nel Pangasinan, circa 200 chilometri a nord di Manila. Non ho mai sentito cantici di lode a Geova cantati con tanto sentimento come a quell’assemblea. La maggioranza dei fratelli avevano qualcosa da raccontare su come Geova li aveva guidati in mezzo ai pericoli della guerra. Io stesso avevo sentito moltissime volte la protezione della sua mano. Eravamo tutti molto riconoscenti.

Provavamo gratitudine anche vedendo come Geova aveva benedetto il suo popolo facendolo aumentare negli anni della guerra. L’ultimo rapporto dell’attività dei testimoni di Geova nelle Filippine prima della guerra (nel 1941) dava un totale di 373 attivi predicatori della buona notizia del Regno. Mentre ero in prigione, il numero era salito a 2.000, e al discorso pubblico tenuto in quella prima assemblea del dopoguerra assisterono 4.000 persone.

Nel 1947 arrivò la tanto attesa sostituzione, nella persona di Earl Stewart, insieme ad altri tre missionari. Rimasi nella filiale fino al 1949, quando con la famiglia lasciai infine le Filippine.

Sono ancora pronto a servire

Non arrivai mai in Brasile. A causa di certe circostanze ritenemmo opportuno far ritorno nelle Hawaii. Ma non perdemmo il nostro desiderio di servire Geova e di parlare ad altri di lui. Da allora fino ad oggi, mia moglie ed io siamo stati impegnati nell’opera di predicazione a tempo pieno in queste splendide isole, dove nel 1929 iniziai il servizio di pioniere.

Ora ho 87 anni, gli ultimi 54 dei quali li ho trascorsi nel servizio continuo a Geova. È vero che abbiamo dovuto superare molte prove, fra cui anni di isolamento dai fratelli cristiani e di separazione l’uno dall’altro, ma le gioie che Geova ci ha dato sorpassano di gran lunga le tribolazioni. Se avessi l’opportunità di ricominciare da capo, sarei ancora pronto a scegliere la vita significativa che ancora conduco, dedicando tutto il mio tempo a lodare il grande Dio, Geova. — Salmo 110:3.

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