Significato delle notizie
La paralisi dell’ONU
“Per il secondo anno consecutivo”, scrive il “Times” di Londra, “Javier Pérez de Cuéllar, segretario generale delle Nazioni Unite, ha fatto una relazione in cui lamenta la tendenza della comunità internazionale a ignorare e sfidare le decisioni dell’ONU per promuovere interessi nazionali immediati”. Vengono quindi citate le sue parole secondo cui nel mondo ‘le rivalità prevalgono sulla diplomazia e le vendette ostacolano la cooperazione’.
Definendo quest’ultima relazione “anche più negativa della precedente”, l’articolo aggiunge: “Per Pérez de Cuéllar il più importante singolo fattore che determina quella che egli chiama ‘la parziale paralisi delle Nazioni Unite come custodi della pace e della sicurezza internazionale’ è il sempre minore impegno di tutte le nazioni, in particolare dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza . . . nel cooperare con le strutture dell’ONU”.
Indicando gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica come i maggiori colpevoli, l’articolo afferma che “i piani per risolvere particolari problemi . . . saranno inutili finché non vi sarà cooperazione fra le superpotenze”.
Le lotte e la mancanza di cooperazione fra le potenze del mondo, che hanno portato a questo “tempo della fine”, furono profetizzate molto tempo fa da Daniele, che scrisse: “Il loro cuore sarà incline a fare ciò che è male, e a una stessa tavola continueranno a pronunciare una menzogna. Ma nulla riuscirà”. (Daniele 11:27; 12:4) E l’attuale paralisi degli sforzi dell’ONU di stabilire ‘pace e sicurezza internazionali’ sottolinea la veracità delle parole di Gesù secondo cui “la casa divisa contro se stessa cade”. (Luca 11:17) Solo il Regno di Dio recherà stabilmente vera pace e sicurezza sulla terra. — Isaia 9:6, 7.
“Fascino fatale”
In un articolo così intitolato, il “Seattle Times” narrava la storia di un sedicenne di nome Craig Hunt. Brillante studente delle superiori e rappresentante di classe, era anche un ottimo sportivo e una persona felice ed estroversa. Frequentava attivamente la chiesa ed era membro di un gruppo giovanile evangelico. Malgrado ciò, si è suicidato lanciandosi da un centinaio di metri di altezza a Snoqualmie Falls, dopo aver scritto un messaggio. “In esso”, dice il giornale, “Hunt spiega agli amici di non essersi tolto la vita per ira o amarezza, ma perché affascinato dalla vita dopo la morte”.
Secondo il “Times”, il suo migliore amico ha detto che Hunt “‘sembrava veramente alla ricerca’ di qualcosa che desse più significato e valore alla sua vita”, e che “provava il forte impulso di scoprire ‘cosa si nasconde nell’aldilà’”.
Questi tragici risultati sarebbero stati certo evitati dalla conoscenza di ciò che la Bibbia veramente insegna circa la condizione dei morti. (Ecclesiaste 9:5, 10; Giovanni 8:32) I genitori fanno quindi bene ad allevare i figli “nella disciplina e nella norma mentale di Geova”. — Efesini 6:4, “NW”.
‘La generazione di Armaghedon’?
“Cinque giorni prima dell’attacco terroristico che ha ucciso centinaia di militari americani a Beirut”, scrive il “Daily News” di New York, “il presidente Reagan avrebbe citato una profezia biblica chiedendosi se il mondo fosse diretto verso ‘Armaghedon’”. Secondo la notizia, Reagan, nel corso di un colloquio telefonico con Thomas Dine, dirigente dell’“American-Israel Public Affairs Committee”, avrebbe detto: “Ripensando alle vostre antiche profezie del Vecchio Testamento e ai segni premonitori di Armaghedon, mi domando se siamo la generazione che lo vedrà accadere”. E ha aggiunto: “Non so se ha fatto caso ultimamente a qualcuna di quelle profezie, ma, mi creda, descrivono proprio i tempi in cui viviamo”.
È degno di nota che capi mondiali vedano oggi i segni che denotano tempi difficili. Ma si rendono conto che questi segni che ora si stanno adempiendo additano gli “ultimi giorni” di questo sistema di cose? (II Timoteo 3:1-5; Matteo 24:3-14) Pare di no, perché non sono intenzionati a cedere la loro sovranità all’istituito Regno di Dio che presto prenderà il posto di tutti i governi umani. — Daniele 2:44.