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  • La tua amicizia, o Dio, è di valore inestimabile!

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  • La tua amicizia, o Dio, è di valore inestimabile!
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1988
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  • Inizia la mia vita spirituale
  • Crescita spirituale
  • Nuovi incarichi
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1988
w88 15/1 pp. 24-30

La tua amicizia, o Dio, è di valore inestimabile!

Narrato da Daniel Sydlik

LA MIA vita ebbe inizio nel febbraio del 1919 in una fattoria vicino a Belleville, nel Michigan (USA). Nacqui con l’aiuto di una levatrice, poiché mia madre, un’emigrata, non riteneva necessaria la presenza di un medico. “Perché andare all’ospedale? Non sono mica malata”, diceva nel suo inglese stentato a chi le chiedeva dove avrebbe fatto nascere il bambino.

Nella fattoria la vita non era facile. In cerca di una vita migliore la nostra famiglia si trasferì a Detroit. Dopo non molto, quando io avevo circa tre anni, mio padre si ammalò e morì. Era stato attivamente associato agli Studenti Biblici Internazionali, oggi conosciuti come testimoni di Geova.

Così mia madre si ritrovò con sei figli e dei debiti da pagare. Si era accanitamente opposta alla religione di mio padre, ma dopo la sua morte si rivolse alla Bibbia per scoprire cosa c’era di tanto affascinante in essa. Alcuni anni dopo, anche lei divenne testimone di Geova.

Dopo la morte di mio padre, mia madre lavorava come cameriera di notte e badava alla famiglia di giorno. Questo continuò finché, diversi anni dopo, si risposò. Il mio patrigno riuscì a convincerla che il luogo migliore per allevare i figli era in aperta campagna e non in una sovraffollata giungla di cemento.

Acquistammo una fattoria di 22 ettari vicino a Caro, nel Michigan. Quando vi arrivammo, nella primavera del 1927, i frutteti erano uno spettacolo. L’aria odorava della fragranza dei fiori selvatici e gli alberi erano in fiore. C’erano pozze in cui fare il bagno, alberi su cui arrampicarsi e animali con cui giocare. Che vita meravigliosa! Completamente diversa da quella di città. Ma la vita di campagna era difficile per mia madre. Era vita da pionieri nel vero senso della parola: niente acqua corrente, niente tubature interne, niente elettricità.

Gli inverni erano lunghi e rigidi. Noi ragazzi dormivamo in soffitta, dove spesso la neve penetrava dal tetto ricoperto di assicelle e copriva letteralmente i letti. Al mattino era una vera tortura infilarsi i pantaloni gelidi e a volte addirittura irrigiditi dal ghiaccio. Prima di colazione bisognava pensare alla stalla. Si doveva poi fare una camminata fra i boschi fino alla scuola, consistente in un’unica aula dove un maestro badava a ragazzi di otto classi.

Inizia la mia vita spirituale

Mia madre amava sinceramente Dio e questo ebbe una grande influenza su noi figli. Diceva in polacco: “Dio ci ha dato una splendida giornata”. Noi ragazzi correvamo fuori per vedere di cosa stesse parlando, solo per accorgerci che pioveva. Per mia madre tutto ciò che succedeva era in qualche modo da attribuirsi a Dio. Quando nasceva un vitello o quando le galline facevano le uova o quando nevicava, per lei Dio c’entrava sempre. In qualche modo quelle cose buone erano dovute a Dio.

Mia madre credeva nella preghiera. Ai pasti pregavamo immancabilmente. “I cani agitano la coda quando date loro da mangiare. Volete essere meno riconoscenti dei cani?”, diceva. Voleva anche che dicessimo le nostre preghiere prima di andare a letto. Dato che nessuno di noi conosceva il “Padrenostro” in inglese, ci faceva inginocchiare e recitare la preghiera in polacco insieme a lei. — Matteo 6:9-13.

A quei tempi non c’era ancora la televisione. Dopo il tramonto, c’era ben poco da fare oltre ad andare a letto. Mia madre ci incoraggiava a leggere. Leggeva la sua Bibbia alla luce di una lampada a petrolio. E noi ragazzi leggevamo pubblicazioni ottenute da ministri viaggianti degli Studenti Biblici Internazionali, come L’Arpa di Dio, Creazione e Riconciliazione. Cominciammo così a stringere un’amicizia con Dio.

Agli inizi degli anni Trenta alcuni Studenti Biblici di Saginaw, nel Michigan, ci fecero visita incoraggiandoci a predicare ad altri. Ma dato che nelle vicinanze non c’era nessun gruppo di studio biblico organizzato né una congregazione, i nostri sforzi per predicare erano minimi. La nostra crescita spirituale rimase per lo più stazionaria.

A causa della depressione degli anni Trenta, fu necessario che andassi a cercare lavoro a Detroit. La fattoria era gravata da ipoteche e desideravo liberare la famiglia da quel peso. Detroit, però, era allora una città dove la gente faceva la fila per il pane. Migliaia di uomini attendevano in coda, a volte tutta la notte, l’apertura degli uffici di collocamento, cercando di mantenersi caldi con fuochi di legna e di carbone. Ebbi la fortuna di trovare lavoro in una fabbrica di automobili.

Crescita spirituale

Fu solo verso la fine di quel decennio che, mentre mi trovavo a Long Beach, in California, il mio interesse spirituale fu ravvivato in senso produttivo. Venni invitato a un discorso pubblico. Quella domenica assistei alla mia prima adunanza in una Sala del Regno. Lì incontrai Olive e William (Bill) Perkins, persone degne che avevano una preziosa relazione con Geova Dio.

La sorella Perkins sapeva insegnare la Parola di Dio in maniera straordinaria, usando la sua Bibbia con la stessa abilità con cui un chirurgo maneggia il bisturi. Poggiava la sua grossa “Bibbia del re Giacomo” sul braccio sinistro, si leccava l’indice della mano destra e sfogliava le pagine da un versetto all’altro. La gente rimaneva affascinata dalla sua abilità e da ciò che apprendeva dalla Bibbia. La sorella Perkins aiutò molte persone a comprendere i propositi di Dio. Partecipare al ministero insieme a lei era fantastico. Mi incoraggiò a intraprendere il ministero continuo come pioniere nel settembre del 1941.

Un’altra persona che mi aiutò fu la sorella Wilcox. Era una donna alta, sulla settantina, con i lindi capelli bianchi raccolti in una crocchia e un portamento dignitoso. Inoltre portava sempre un bel cappello a larghe tese. Col suo abito di pregevole fattura, che arrivava alle caviglie, faceva un effetto tutto particolare, come se fosse appena uscita dall’Ottocento. Predicavamo insieme nei quartieri commerciali di Long Beach.

Come vedevano la sorella Wilcox, gli uomini d’affari rimanevano subito colpiti. Con un certo entusiasmo la invitavano a entrare nel loro ufficio. Io mi accodavo. “Di che si tratta?”, chiedevano rispettosamente. “Posso esserle utile?”

Senza esitare, la sorella Wilcox rispondeva con gran classe nel suo perfetto inglese: “Sono qui per parlarle della vecchia meretrice di Rivelazione che cavalca la bestia”. (Rivelazione 17:1-5) Gli uomini d’affari trasalivano e cercavano di trovare la posizione giusta sulla sedia, domandandosi cosa sarebbe venuto dopo. La sorella descriveva loro a fosche tinte la fine di questo sistema di cose. La reazione era quasi sempre decisiva. Accettavano tutto quello che aveva da dare loro. Ogni giorno distribuivamo letteralmente scatoloni di letteratura. Il mio compito era quello di azionare il fonografo quando lei lo chiedeva e di essere il più possibile coraggioso e intrepido quando lei parlava.

Nuovi incarichi

L’arrivo di una busta dalla Società (Watch Tower) mi riempiva sempre di entusiasmo. Fu una di queste buste, ricevuta nel 1942, che conteneva la mia nomina come pioniere speciale a San Pedro, in California. Lì Bill e Mildred Taylor mi aprirono le porte di casa loro. Ci voleva notevole autodisciplina per lavorare da solo nel ministero di campo giorno dopo giorno. Ma servì ad avvicinarmi di più a Geova, così che sentivo veramente la sua amicizia. Poi la Società inviò Georgia e Archie Boyd, insieme ai loro figli, Donald e Susan, per dare una mano a percorrere il territorio. I Boyd vivevano con tutti i loro averi in una roulotte di 5 metri e mezzo.

Ci arrivò un’altra busta dalla Società! Emozionatissimi, leggemmo la nostra nuova destinazione: Richmond, in California, poco a nord di San Francisco. Nonostante fosse assai improbabile che la nostra vecchia macchina e la roulotte ce la facessero, caricammo i bagagli e partimmo. Sembravamo zingari in viaggio; di tanto in tanto ci fermavamo lungo la strada per aggiustare il motore e riparare le gomme. Quando infine arrivammo a Richmond, pioveva a dirotto.

Si era nel pieno della seconda guerra mondiale. I cantieri Kaiser producevano a pieno ritmo le cosiddette “Liberty Ships”. Il nostro compito era di predicare alle persone che erano arrivate in massa per lavorarvi. Dal mattino presto fino alla sera tardi parlavamo del Regno, spesso tornando a casa rauchi per quanto avevamo parlato. Iniziammo molti studi biblici. Gli operai di questi cantieri erano persone generose e ospitali che venivano incontro a ogni nostro bisogno. In effetti il territorio ci sosteneva senza che avessimo bisogno di intraprendere un lavoro secolare part-time.

In prigione

I giovani venivano reclutati nelle forze armate. I miei fratelli carnali, che non erano Testimoni, erano partiti volontari e prestavano servizio nei paracadutisti e nel genio. Chiesi l’esonero come ministro di culto che si opponeva alla guerra per motivi di coscienza. La commissione di leva rifiutò di riconoscere la mia condizione di ministro. Fui arrestato, processato e, il 17 luglio 1944, condannato a tre anni di lavori forzati presso il penitenziario federale di McNeil Island nello stato di Washington. In prigione imparai che l’amicizia di Geova dura per sempre. — Salmo 138:8.

Per un mese fui tenuto nella prigione della contea a Los Angeles, in attesa di essere trasferito a McNeil Island. Le prime impressioni della vita carceraria non si dimenticano facilmente: ad esempio, le oscenità che i detenuti urlavano alle guardie e a noi mentre venivamo portati dentro. O le guardie che ordinavano: “Attenti ai cancelli!” Il fragore dei cancelli elettrici che scorrevano per chiudersi assomigliava a quello di tuoni in lontananza. Mentre i cancelli si chiudevano ad uno ad uno, il rumore si avvicinava sempre più finché il cancello più vicino cominciava a vibrare e si chiudeva con un violento rumore metallico. Si provava la sensazione di essere in trappola, e fui scosso da un brivido di paura. Pregai immediatamente Dio di aiutarmi, e quasi all’istante provai un intenso senso di pace e serenità, qualcosa che non dimenticherò mai.

Il 16 agosto, insieme a un gruppo di altri detenuti, fui ammanettato e incatenato. Poi, sotto la vigile sorveglianza di agenti armati, fummo scortati tra la folla di mezzogiorno a Los Angeles fino a un autobus e quindi caricati su un vagone cellulare diretto a McNeil Island. Quei legami di prigionia mi riempirono di gioia, perché mi ricordavano gli apostoli di Cristo, che erano stati anch’essi incatenati per aver mantenuto l’integrità. — Atti 12:6, 7; 21:33; Efesini 6:20.

All’ufficio matricola della prigione di McNeil, un funzionario dietro una scrivania mi chiese: “Sei un T.G.?” Fui colto di sorpresa, perché era la prima volta che sentivo l’espressione “T.G.” Ma subito afferrai cosa intendeva dire e risposi: “Sì!”

“Mettiti là”, disse. Fui sorpreso allorché lo udii rivolgere la stessa domanda — “Sei un T.G.?” — all’uomo che stava proprio dietro di me. L’uomo rispose prontamente: “Sì!”

“Bugiardo che non sei altro!”, disse ridendo il funzionario. “Non sai nemmeno che cosa sia un T.G.” Appresi in seguito che quell’uomo era un criminale incallito con una fedina penale lunga quanto il suo braccio. “T.G.” stava ovviamente per “Testimone di Geova”, ed egli non lo era.

Era tardi, e nell’oscurità una guardia mi accompagnò fino al mio letto a castello. Era difficile credere che mi trovavo in una prigione federale a centinaia di chilometri da casa o da chiunque conoscessi. Proprio in quel momento vidi qualcuno che si avvicinava a me nell’oscurità. “Sss!” mi disse, sedendosi accanto a me sul letto. “Sono un fratello. Correva voce che sarebbe arrivato un Testimone”. Si presentò e mi rivolse parole di incoraggiamento, parlandomi del gruppo che la domenica aveva il permesso di riunirsi all’interno della prigione per studiare La Torre di Guardia. Era vietato stare fuori del proprio letto una volta spente le luci, per cui non si trattenne a lungo. Ma in quegli istanti sentii la preziosa amicizia di Geova che si manifestava attraverso il suo dedicato servitore.

I momenti più piacevoli della mia vita carceraria erano le visite periodiche di A. H. Macmillan, della sede centrale della Società a Brooklyn. Era un vero “Barnaba”, uno che sapeva incoraggiare come nessun altro. Quando veniva avevamo il permesso di usare il refettorio, e tutti noi Testimoni e molti altri detenuti accorrevamo per ascoltarlo. Era un oratore fantastico, e persino i funzionari della prigione lo ascoltavano con piacere.

Suddividemmo le celle e i dormitori in territori per la predicazione. Sistematicamente predicavamo la buona notizia del Regno in questi luoghi come facevamo negli isolati cittadini prima di essere arrestati. L’accoglienza poteva variare ed era difficile da prevedere. C’era comunque chi ascoltava. Rapinatori di banca e altri, incluse alcune guardie, si volsero a Geova e furono battezzati. Provo ancora gioia quando ripenso a quelle esperienze.

Spostamenti che plasmarono la mia vita

Agli inizi del 1946, essendo ormai terminata la guerra, fui rilasciato dalla prigione. Ad attendermi c’era un’altra busta della Società! La mia successiva destinazione come pioniere speciale sarebbe stata Hollywood, la città dei sogni. Che sfida! A volte sarebbe stato più facile vendere frigoriferi agli eschimesi che convincere quelle persone a studiare la Bibbia. Ma un po’ alla volta, naturalmente, cominciarono a venir fuori le “pecore” del Signore.

Mentre assistevo all’assemblea internazionale “Nazioni liete” tenuta a Cleveland, nell’Ohio, nell’agosto del 1946, Milton Henschel, segretario di Nathan Knorr, l’allora presidente della Società (Watch Tower), mi fermò e mi chiese: “Quand’è che vieni alla Betel, Dan?” Gli risposi che ero contento di fare il pioniere. “Ma abbiamo bisogno di te alla Betel”, disse. Dopo aver scambiato qualche altra frase, rimasi a corto di scuse. Mi piaceva la California e rabbrividivo al pensiero di vivere a New York. Ma ricordo di essermi detto: ‘Dan, se Geova ti vuole a Brooklyn, Brooklyn sia’. Così il 20 agosto 1946 cominciai il mio servizio alla Betel di Brooklyn, la sede mondiale dei testimoni di Geova.

Per anni lavorai nella legatoria di Brooklyn, svolgendo un gran numero di lavori fisicamente pesanti. Infine fui mandato al Reparto Abbonamenti, un reparto completamente diverso. Poi vennero le sfide sotto il profilo mentale, come preparare i manoscritti per le trasmissioni radio e mandare in onda i programmi dalla stazione radio della Società, la WBBR. Ho anche lavorato per 20 anni nel Reparto Scrittori, cercando di essere all’altezza degli elevati requisiti che tale lavoro comporta. Nel frattempo c’erano gli impegni come membro della Società (Watch Tower) di Pennsylvania e di New York, registrazioni di drammi biblici, discorsi alle assemblee di distretto e internazionali e una miriade di altri privilegi di servizio che sarebbe troppo lungo enumerare.

Poi, nel novembre del 1974, arrivò un’altra busta. Questa volta si trattava di un incarico incredibile, inimmaginabile. Mi si invitava a prestare servizio come membro del Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova. Non mi sentivo assolutamente all’altezza e ne ero umilmente grato. Da allora è passato oltre un decennio, e i miei sentimenti sono ancora gli stessi.

Gli anni trascorsi sono stati arricchiti dai rapporti umani con uomini dedicati e devoti che amavano Geova più della loro stessa vita, uomini come il giudice Rutherford, che ebbi il privilegio di conoscere nella sua casa di San Diego, in California. Ho anche avuto il privilegio di lavorare spalla a spalla con altri uomini del genere, fra cui Hugo Riemer, Nathan Knorr, Klaus Jensen, John Perry, Bert Cumming, e un gran numero di altri giganti spirituali, “grossi alberi di giustizia”. — Isaia 61:3.

Veder crescere l’organizzazione di Geova da soli 50.000 proclamatori del Regno in tutto il mondo a oltre tre milioni non è un privilegio da poco. È stato emozionante assistere alla crescita dell’attività editoriale da pochi impianti tipografici a decine e decine di stamperie sostenute da circa 95 filiali impegnate nella proclamazione della buona notizia in 210 paesi. I cambiamenti e gli adattamenti tecnologici specie nel campo dei computer sono stati semplicemente stupefacenti. Dopo aver assistito a tutto questo, non si può fare a meno di ripetere le parole di Matteo 21:42: “Questo è stato fatto da Geova, ed è meraviglioso agli occhi nostri”.

A dir poco, è stata una vita intensa e soddisfacente. Lungo il percorso ho anche trovato il tempo di sposare una simpatica ragazza di Hebburn, in Inghilterra. Marina, mia moglie, è un sostegno inviatomi da Dio. Come sono veraci le parole di Proverbi 19:14: “L’eredità dai padri è una casa e ricchezza, ma la moglie discreta è da Geova”!

Attraverso tutte le esperienze della vita, ho goduto sempre del sostegno e della protezione della potente amicizia di Dio. Meditare sulla Parola di Dio, riflettere sul suo significato e cercare discernimento e intendimento sono cose che hanno riempito le mie ore diurne di soddisfazione e ricchezze spirituali. In questo stesso momento, provo vera gioia nel leggere le parole del salmista: “Felice è la nazione il cui Dio è Geova, il popolo che egli ha scelto come sua eredità. La nostra medesima anima è stata in aspettazione di Geova. Egli è il nostro aiuto e il nostro scudo. Poiché in lui si rallegra il nostro cuore; poiché abbiamo confidato nel suo santo nome. La tua amorevole benignità, o Geova, mostri d’essere su di noi, come anche noi siamo stati ad aspettarti”. — Salmo 33:12, 20-22.

[Immagine a pagina 25]

Olive Perkins mi fu di grande aiuto

[Immagine a pagina 26]

La famiglia Boyd, con cui predicavo nel territorio di San Pedro, in California

[Immagine a pagina 27]

All’assemblea “Nazioni liete”, nel 1946, con altri Testimoni da poco rilasciati dalla prigione di McNeil Island

[Immagine a pagina 28]

Trasmissione della domenica mattina alla WBBR

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