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  • w85 15/9 pp. 4-5
  • Come perseverare nelle avversità

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  • Come perseverare nelle avversità
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
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  • Perché le sofferenze e la persecuzione?
  • Quando la persecuzione è brutale
  • “La perseveranza abbia la sua opera compiuta”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (di facile lettura) 2016
  • “La perseveranza abbia la sua opera compiuta”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2016
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1985
w85 15/9 pp. 4-5

Come perseverare nelle avversità

“CON la vostra perseveranza guadagnerete le vostre anime”. Gesù Cristo pronunciò queste parole nella sua profezia relativa al “tempo della fine”. (Luca 21:19; Daniele 12:4) Nella sua affermazione risaltano questi due punti: (1) È indispensabile perseverare per salvare la nostra vita e (2) è possibile perseverare.

Ma in che modo si può perseverare? Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima di tutto sapere perché Geova permette che i suoi servitori subiscano sofferenze e persecuzione.

Perché le sofferenze e la persecuzione?

Il motivo principale è che Satana ha messo in discussione la legittimità e la giustezza della sovranità di Geova. (Genesi 3:1-19) Geova ha provveduto a rispondere a questa sfida per amore del suo nome e nell’interesse di altri.

Dio ha anche permesso che il suo popolo soffrisse per ragioni che si possono dimostrare molto utili per noi se vediamo queste difficoltà sotto la giusta luce. Se ad esempio sopportiamo le prove senza risentirci per le nostre avversità, stiamo dimostrando che la nostra fede è sincera, del tipo che Dio gradisce. (I Pietro 1:6, 7; Ebrei 11:6) Ma le difficoltà possono anche mettere a nudo difetti della personalità come l’orgoglio, l’impazienza e l’amore per gli agi. Con l’aiuto dello spirito di Dio possiamo impegnarci per eliminare questi tratti e rivestirci in modo più completo “della nuova personalità”. — Colossesi 3:9-14.

Il salmista spiegò molto bene questo fatto dicendo: “È bene che sono stato afflitto, onde io impari i tuoi regolamenti”. (Salmo 119:71) Che ottimo modo di considerare le afflizioni! Il salmista non si lamentava né protestava. E nemmeno si preoccupava egoisticamente dell’eventuale perdita subita a causa delle afflizioni. Saggiamente, invece, egli comprese che quanto Geova aveva permesso gli accadesse lo poteva aiutare a capire meglio i Suoi regolamenti. Lasciamo che le sofferenze influiscano allo stesso modo su di noi?

L’apostolo Paolo trasse beneficio dalla persecuzione che subì nel distretto dell’Asia. Per prima cosa, queste avversità lo spinsero a fare più pieno affidamento su Geova. Inoltre misero in risalto il fatto che l’apostolo credeva nella risurrezione, poiché sopportò le sue difficoltà avendo piena fiducia “nell’Iddio che desta i morti”. (II Corinti 1:8-10) Sì, Paolo ricevette dei benefìci per aver perseverato nelle sofferenze.

Lo stesso vale oggi per i cristiani che hanno il giusto punto di vista sulle difficoltà. Nello Zimbabwe, paese afflitto tempo addietro dalla guerriglia, una congregazione di servitori di Geova fu trasferita in un villaggio protetto. A causa delle ostilità, ciascuno dei tre anziani nominati della congregazione aveva perduto un figlio. Per di più, la gente del posto insisteva affinché questi genitori cristiani venissero a compromesso con la loro fede placando gli spiriti, che si diceva fossero stati irritati. Cosa ne pensavano gli anziani? Uno di loro parlando a nome di tutt’e tre disse: “Se è vero che la nazione è in guerra, anche noi siamo in guerra contro gli spiriti malvagi. Noi siamo avvantaggiati rispetto al nemico [le malvage forze spirituali] perché abbiamo una speranza, una speranza viva. Perciò, anche se in questa lotta moriamo, finché moriamo fedeli a Geova saremo risuscitati. Avremo sconfitto il nemico”. Questi tre uomini fedeli non persero mai di vista il fatto che Geova poteva liberarli. Osservando la loro decisa presa di posizione dovremmo anche noi essere convinti che è possibile perseverare.

Quando la persecuzione è brutale

‘Ma che dire se la persecuzione è brutale, se vengono usati crudeli metodi di tortura?’, potete chiedere. ‘È possibile perseverare anche in quel caso senza rinnegare la propria fede?’ Ebbene, i primi cristiani riuscirono a sopportare uno spaventoso trattamento senza venire a compromesso con la loro fede.

In modo simile, un cristiano moderno che vive in una remota zona rurale dello Zimbabwe dimostrò completa fede in Geova. In un’occasione si trovava solo, dal momento che sua moglie era andata a far visita alla loro figlia sposata. All’improvviso fu avvicinato da alcuni uomini armati che gli rivolsero false accuse a motivo della sua presa di posizione cristiana. Questi uomini, dopo averlo duramente percosso, gli legarono fra le gambe mattoni incandescenti e lo costrinsero anche a camminare su simili mattoni. Poi fu lasciato solo perché morisse. Siccome l’improvviso mutamento di condizioni nella zona aveva reso impossibili gli spostamenti, sua moglie non era a conoscenza della grave situazione in cui versava il marito. Ai vicini fu ordinato, sotto la minaccia di morte, di non aiutarlo. Per cui egli rimase per tre mesi interi da solo in questa condizione, pensando di dover morire da un momento all’altro.

Tra le sofferenze, questo cristiano riuscì a sostenersi con le scorte di acqua e di farina di mais che aveva a casa. Ma, a causa del maltrattamento subìto, non poteva camminare. Perciò, allorché terminò la legna da ardere a portata di mano, dovette rompere i suoi mobili per poter accendere il fuoco e cucinare. L’acqua divenne color ruggine e piena di vermi. Le sue ustioni continuavano a suppurare.

Queste erano le condizioni del fratello allorché la moglie riuscì infine a tornare a casa dopo tre mesi di assenza. Immaginate cosa provò nel vederlo! Fece subito i preparativi per portarlo in ospedale. Per far questo dovette trasportarlo su una carriola fino alla più vicina fermata dell’autobus e da lì portarlo in città, dove c’era l’ospedale. Tre settimane dopo fu dimesso dall’ospedale e andò a casa della figlia, dove ricevette aiuto spirituale e incoraggiamento dai componenti la congregazione dei testimoni di Geova della zona.

Che cosa ha aiutato questo leale sostenitore del Regno di Dio a sopportare un trattamento brutale? Per tre mesi rimase completamente solo. Era sicuro di morire. Eppure quando gli fu chiesto cosa aveva provato durante quella prova, rispose: “Capivo che Geova era sempre con me”. Nessuna protesta nei confronti dei persecutori né lamentela per quanto gli era capitato: solo la ferma convinzione che Geova non abbandona mai i suoi servitori leali. — Salmo 37:28.

Sì, i cristiani possono perseverare. Sanno che esistono motivi validi se Geova permette la tribolazione, e che è possibile perseverare. La Parola di Dio e le esperienze di altri ce lo confermano. (Matteo 24:13) Tuttavia, mentre sopportiamo le prove abbiamo bisogno di conforto, non è vero? Ma dove dovremmo rivolgerci per trovarlo?

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