Significato delle notizie
Violenza nello sport
“Gli stadi calcistici europei assomigliano sempre più ad antiche arene romane”, ha detto la rivista Time in un articolo sui tragici fatti di violenza accaduti lo scorso maggio tra tifosi inglesi e italiani durante la finale della Coppa dei Campioni europea, che hanno provocato 38 vittime. La violenza dei tifosi è un problema crescente anche in altre parti del mondo. In maggio a Pechino i tifosi cinesi sono insorti — fracassando autobus, rovesciando automobili e minacciando gli stranieri — dopo che la loro nazionale di calcio era stata eliminata dal campionato del mondo da quella di Hong Kong.
Perché i tifosi perdono il controllo di sé? Le autorità dicono che ciò avviene perché i tifosi sono poveri, frustrati e non preparati ad affrontare una sconfitta o un’umiliazione. “Ma le considerazioni relative al ceto sociale o economico non sono le motivazioni principali”, ha detto il dott. Jeffrey H. Goldstein, un esperto nel campo della violenza nello sport. “È puro e semplice nazionalismo. In un’èra di comunicazioni istantanee la gente rende sempre più spesso gli avvenimenti sportivi internazionali questioni nazionalistiche, ed è istigata dal comportamento della stampa, dei funzionari sportivi, dei politici e degli stessi atleti”. Goldstein aggiunge che per i tifosi “gli avvenimenti sportivi internazionali sono divenuti il banco di prova per stabilire se un’ideologia è giusta o sbagliata”.
Anche se il nazionalismo può spingere molti tifosi alla violenza, i veri cristiani sono neutrali e pacifici sostenitori del Regno di Dio. Evitano inoltre di farsi prendere dallo spirito di competizione mondano. — Giovanni 17:16; Romani 12:18; Galati 5:26.
“Prova di forza” religiosa
Gli animi erano accesi al raduno religioso che si è tenuto in giugno al Convention Center di Dallas (USA). Oltre 45.000 delegati battisti si sono riuniti per quello che il New York Times Magazine ha definito “una prova di forza tra fondamentalisti e gruppi più moderati per il controllo della presidenza della Convenzione Battista Meridionale”, il più grande gruppo religioso protestante degli Stati Uniti. Alla fine l’ecclesiastico fondamentalista Charles Stanley è stato preferito a Winfred Moore, suo più moderato rivale. Ma il congresso non è servito a comporre la discordia esistente tra gli appartenenti alla chiesa.
Anche se i battisti meridionali credono che la Bibbia sia ispirata, i più moderati, che i fondamentalisti chiamano “liberali”, non credono che le Scritture siano necessariamente infallibili. I fondamentalisti temono che i moderati stiano compromettendo la teologia battista tradizionale. D’altro canto, i moderati sono irritati dal fatto che i loro fratelli fondamentalisti non si attengono a una stretta separazione tra Chiesa e Stato, ma si ingeriscono nella politica, sollecitando ad esempio voti per introdurre la preghiera a scuola e per abolire l’aborto. Le discordie tra i due gruppi sono lontane dall’essere composte. La situazione pertanto non è in armonia con l’esortazione dell’apostolo Paolo che i veri cristiani ‘parlino concordemente’ e ‘siano perfettamente uniti nella stessa mente e nello stesso pensiero’. — I Corinti 1:10.
Non ‘restano fedeli al loro ruolo’
“Un fatto curioso a proposito dei nostri loquacissimi vescovi politici è che sembrano non avere assolutamente alcun senso dei valori cristiani”, scrive il giornalista Paul Johnson sul Daily Telegraph di Londra. I vescovi della chiesa dedicano troppo tempo alle questioni politiche, dice, e trascurano un problema di gran lunga più importante. Johnson dice: “Sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna la massima causa di povertà è la famiglia con un solo genitore”, spesso in conseguenza di rapporti immorali avuti durante l’adolescenza. “Eppure, strano a dirsi, è passato moltissimo tempo dall’ultima volta che ho sentito un ecclesiastico, non dico nemmeno un vescovo, fare un sermone contro i mali provocati dalla fornicazione”. Se i vescovi “restassero fedeli al loro ruolo fondamentale e tradizionale di custodi della moralità”, conclude, potrebbero “svolgere una parte importante nel ridurre le difficoltà economiche”.
I commenti di Johnson fanno venire in mente la situazione esistente nell’antico Israele. Anche allora i capi religiosi non avevano insegnato al popolo la Parola di Dio perché si ‘volgesse dalla sua cattiva via’. Di costoro Dio disse: “Io sono contro i profeti . . . quelli che rubano le mie parole, ciascuno dal suo compagno”. (Geremia 23:22, 30) Similmente gli odierni ecclesiastici che non insegnano le corrette norme morali cristiane, forse facendo persino un’errata applicazione di passi biblici per motivi politici o d’altro genere, possono aspettarsi di essere disapprovati da Dio. — Luca 11:52.