Domande dai lettori
◼ In che senso Gerusalemme era “in schiavitù con i suoi figli”, come scrive l’apostolo Paolo in Galati 4:25?
Principalmente, al tempo di Paolo, Gerusalemme e i suoi abitanti erano in schiavitù sotto la Legge mosaica.
In Galati capitolo 4 l’apostolo mostrò che i cristiani sotto il nuovo patto erano stati ricomprati da Cristo, e pertanto erano liberi. Questo era in contrasto con la condizione degli ebrei sotto il patto della Legge. Paolo illustrò questo fatto con la moglie di Abraamo (Sara) e la sua concubina (Agar), dicendo: “Queste donne significano due patti, quello del monte Sinai, che genera figli per la schiavitù, e che è Agar. Ora questa Agar significa il Sinai, un monte dell’Arabia [dove Geova diede la Legge a Israele tramite Mosè], e corrisponde alla Gerusalemme d’oggi, poiché è in schiavitù con i suoi figli. Ma la Gerusalemme di sopra è libera, ed essa è nostra madre”. — Galati 4:24-26.
Dicendo che le “donne significano due patti” Paolo si stava semplicemente esprimendo in uno stile conciso. Geova non è simbolicamente sposato a un patto impersonale, ma a un popolo organizzato entro il patto. In precedenza egli aveva trattato Israele sotto il patto della Legge come se fosse stato sua moglie. (Confronta Isaia 54:1, 6). Tuttavia la donna libera (Sara) rappresentava la Gerusalemme di sopra, l’organizzazione universale di Geova, che per lui è come una moglie.
Ma in che senso gli ebrei si potevano ritenere in schiavitù sotto la Legge, se essa era perfetta e provveduta da Dio stesso?
È vero che di per sé ‘la Legge era santa, e il comandamento era santo e giusto e buono’. (Romani 7:12) Ma gli israeliti imperfetti sotto la Legge non potevano osservarla alla perfezione, per quanto si sforzassero. (Romani 7:14-16) L’apostolo Pietro si riferiva a questo fatto, quando fece la seguente domanda dinanzi al corpo direttivo cristiano: “Perché mettete Dio alla prova, ponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri antenati né noi siamo stati capaci di portare?” (Atti 15:10) In modo simile, in Galati 4:4, 5, Paolo disse che Cristo venne “affinché liberasse mediante acquisto quelli che erano sotto la legge”. Chiunque avesse sostenuto che i cristiani erano obbligati a ‘osservare giorni e mesi e stagioni e anni’, come prescriveva la Legge, avrebbe provocato nuovamente una condizione di schiavitù. — Galati 4:9, 10.
Naturalmente, come è indicato a pagina 13 della Torre di Guardia del 15 marzo 1985, gli ebrei del I secolo erano schiavi in più di un senso. Dal punto di vista politico erano in schiavitù sotto i romani. Erano schiavi del peccato. (Giovanni 8:34) Ed erano legati a errate concezioni religiose. Ma la schiavitù principale alla quale Paolo faceva riferimento in Galati 4:25 era il fatto che gli ebrei erano schiavi del patto della Legge mosaica, stipulato al Sinai e simboleggiato da Agar, la concubina schiava di Abraamo.