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  • Cosa significa ‘seguire attentamente le sue orme’?

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  • Cosa significa ‘seguire attentamente le sue orme’?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1986
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  • Venire per fare la volontà di Dio
  • Mettere il ministero al primo posto
  • “D’indole mite e modesto di cuore”
  • Imitatelo!
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1986
w86 1/9 pp. 4-6

Cosa significa ‘seguire attentamente le sue orme’?

“NON potrei mai essere perfetto come Gesù, indipendentemente da quanto preghi o mi sforzi”. L’ottantanove per cento degli intervistati da U.S. Catholic si è detto d’accordo con questa affermazione. Certo, può sembrare frustrante cercare di seguire il modello di Cristo, soprattutto se si pensa all’immagine di Cristo presentata dalle chiese. Un cattolico ha detto: “Nel complesso, penso a Gesù come a una persona affettuosa, amorevole, premurosa e tollerante che non pretende troppo da me. Quando vado in chiesa, invece, Gesù viene deificato e innalzato a tal punto che mi sento perduto e umiliato a causa della mia imperfezione”.

I racconti evangelici, comunque, non ‘deificano e innalzano’ Cristo. Rivelano che Gesù non era figlio di aristocratici, ma nacque in una famiglia della classe lavoratrice. Il padre adottivo, Giuseppe, faceva il falegname. Anche se si sa poco dell’infanzia di Gesù, c’è un episodio molto illuminante. A 12 anni Gesù accompagnò i genitori nel loro pellegrinaggio annuale a Gerusalemme per la Pasqua. In questa occasione, Gesù si trovò totalmente preso da una conversazione scritturale, e la sua famiglia se ne andò senza di lui. Giuseppe e Maria, comprensibilmente preoccupati, lo ritrovarono tre giorni dopo nel tempio, “seduto in mezzo ai maestri e ad ascoltarli e interrogarli”. Inoltre, “tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano di continuo del suo intendimento e delle sue risposte”. Pensate, a 12 anni non solo era in grado di formulare domande acute e basate su concetti spirituali, ma sapeva anche dare risposte intelligenti: indubbiamente era stato aiutato dall’insegnamento ricevuto dai genitori. — Luca 2:41-50.

Se sei un giovane, ti è possibile seguire l’esempio di Gesù? Certamente! Cristo infatti ti ha lasciato ‘un modello, onde tu segua attentamente le sue orme’. — I Pietro 2:21.

La giovinezza è un ottimo periodo in cui acquistare una conoscenza basilare di Dio e della sua Parola. È vero, forse altri che conosci sprecano un mucchio di tempo a leggere fumetti e a guardare la TV. Ma perché non imitare Gesù, invece, che da ragazzo provava diletto nell’apprendere informazioni intorno a Geova? A motivo del suo amore per le cose spirituali “Gesù progrediva in sapienza”. (Luca 2:52) Tu potrai fare altrettanto.

Per fare un esempio: In una scuola sudafricana a un insegnante fu chiesto se poteva dimostrare che la Bibbia dice la verità. Ammise di non esserne in grado. Un ragazzo che era testimone di Geova disse con coraggio: “Io posso dimostrare con certezza che la Bibbia dice la verità!” Come? Ricordava delle informazioni che aveva studiato da poco in un numero della Torre di Guardia. Così, dopo aver ottenuto il permesso, si mise a spiegare il significato di una profezia contenuta nel capitolo 2 di Daniele. La classe restò meravigliata ascoltandolo spiegare che la profezia prediceva l’ascesa e la caduta di vari governi mondiali che sarebbero stati infine distrutti dal Regno di Dio. Ne seguì una bellissima conversazione durante la quale il ragazzo ebbe la possibilità di rispondere a molte domande.

Venire per fare la volontà di Dio

La conoscenza e l’intendimento biblico di base che Gesù acquistò in gioventù lo spinsero in seguito a compiere un passo molto serio. “Gesù venne . . . al Giordano da Giovanni, per esser da lui battezzato”. Era giunto il momento in cui doveva assumersi le responsabilità che comportava l’essere un ministro di Dio. Il battesimo stava a indicare il fatto che si presentava per fare la volontà di Dio. — Matteo 3:13-15.

In modo simile, i cristiani sono tenuti a imitare Cristo sottoponendosi al battesimo. Il battesimo è un simbolo sacro, il segno esteriore della propria dedicazione. Quando si accetta di lavorare per una persona o per una ditta, prima si valuta quali sono le esigenze e le condizioni di lavoro, dopo di che spesso si firma un contratto. Ma, senza la firma, il contratto non è valido. Lo stesso avviene col battesimo: convalida la dedicazione che abbiamo fatto a Dio. In un certo senso come Gesù diciamo: ‘Ecco, io vengo per fare la tua volontà, o Dio’. (Ebrei 10:7) Diveniamo così servitori di Dio, suoi ministri! — II Corinti 3:5, 6.

Come Gesù, naturalmente, dobbiamo prima acquistare una conoscenza basilare di Dio. I testimoni di Geova possono aiutare voi e i vostri figli a far questo mediante uno studio sistematico della Bibbia.

Mettere il ministero al primo posto

Dopo essersi battezzato, Gesù trascorse un periodo a digiunare, meditare e pregare. Questo indubbiamente lo preparò per la tentazione che affrontò successivamente. Satana il Diavolo gli offrì il dominio di “tutti i regni del mondo”. Che prospettive avrebbe potuto avere Gesù, se avesse accettato l’offerta del Diavolo! Ma Cristo comprese che così facendo non sarebbe potuto andare avanti per molto. Respinse immediatamente il Diavolo, cominciando invece “a predicare, dicendo: ‘Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato’”. (Matteo 4:2, 8-10, 17) Per il resto della sua vita terrena, Cristo fu un ministro a tempo pieno del Regno di Dio.

Oggi, allo stesso modo, un cristiano non lascerà che gli allettamenti del mondo di Satana lo inducano a far diventare il lavoro o una carriera molto rimunerativa lo scopo della propria vita. Quando Gesù chiamò i suoi primi discepoli, essi “subito, abbandonate le loro reti, lo seguirono”. (Marco 1:17-21) Sarebbe saggio allora lasciarsi prendere nella trappola delle ambizioni mondane? Gesù comanda ai suoi odierni seguaci di ‘predicare la buona notizia del regno’. (Matteo 24:14) È vero, forse avete responsabilità familiari o d’altro genere. È per questo che molti testimoni di Geova riservano serate e fine settimana per assolvere la loro responsabilità cristiana di predicare. Alcuni riescono persino a compiere quest’opera a tempo pieno!

In Sudafrica un giovane aveva pensato di frequentare l’università una volta finite le scuole superiori. Tuttavia, dopo aver simboleggiato la propria dedicazione a Geova col battesimo in acqua, si sentì in dovere di intraprendere il ministero a tempo pieno. In un primo tempo suo padre, che non era un Testimone, non fu d’accordo, ma dopo averne discusso a lungo acconsentì infine che suo figlio andasse a prestare la sua opera nella filiale sudafricana dei testimoni di Geova.

Dopo aver lavorato lì per nove felici anni, si sposò e intraprese l’opera di predicazione a tempo pieno con sua moglie. In seguito ebbero una bambina. Ciò nonostante, chiesero a Geova di aiutarli a rimanere nel ministero a tempo pieno. Ricordavano la promessa di Gesù: se mettete il Regno di Dio al primo posto, “tutte queste altre cose [le necessità materiali] vi saranno aggiunte”. (Matteo 6:33) È stato proprio così. “Nel corso degli anni abbiamo condotto una vita semplice”, dice il padre, “ma abbiamo dato a nostra figlia un ambiente familiare piacevole e abbiamo soddisfatto tutte le sue necessità materiali”.

“D’indole mite e modesto di cuore”

“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi”, disse Gesù, “e io vi ristorerò. Prendete su di voi il mio giogo e divenite miei discepoli, poiché io sono d’indole mite e modesto di cuore, e troverete ristoro per le anime vostre. Poiché il mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero”. — Matteo 11:28-30.

Quando compiva miracoli, come ad esempio quello di espellere demoni, Gesù non se ne attribuiva il merito, ma ammetteva apertamente che faceva queste cose “per mezzo dello spirito di Dio”. (Matteo 12:28) E, pur essendo in grado di catturare l’attenzione dei suoi ascoltatori al punto che “si stupivano del suo modo d’insegnare”, Gesù non cercava la gloria personale. (Luca 4:32) Diceva invece: “Ciò che io insegno non è mio, ma appartiene a colui che mi ha mandato”. — Giovanni 7:16.

Oggi i veri cristiani si sforzano di mostrare la stessa umiltà. Quando insegnano ad altri, ad esempio, non richiamano l’attenzione su se stessi. Sono pronti invece a riconoscere che è merito di Dio e della sua organizzazione se sono capaci di trasmettere il messaggio della Parola di Dio. “Che cosa hai che tu non abbia ricevuto?”, chiede l’apostolo Paolo. — I Corinti 4:7.

Gesù mostrò la propria umiltà anche essendo disposto a percorrere migliaia di chilometri come predicatore itinerante, e neppure su un carro, ma a piedi. In un’occasione lui e i suoi discepoli erano così stanchi che avevano bisogno di ‘riposarsi un po’’. Tuttavia, quando si presentò una grande folla di persone desiderose di ricevere incoraggiamento spirituale, Gesù si dimenticò della propria stanchezza e “cominciò a insegnar loro molte cose”. — Marco 6:31-34.

Di recente nel Lesotho (Africa), un ministro viaggiante dei testimoni di Geova (chiamato sorvegliante di circoscrizione) e due suoi compagni hanno mostrato uno spirito simile. Avevano camminato per 22 ore in una zona montuosa per andare a visitare alcuni conservi cristiani isolati. Stanco per il viaggio, il sorvegliante di circoscrizione decise che il giorno seguente avrebbe riposato. Ma si presentò un folla così grande a salutarlo e a fargli domande che, pur essendo esausto, si alzò e parlò loro della buona notizia del Regno. La reazione fu talmente incoraggiante che i viaggiatori, seppure stanchi, si sentirono più che appagati per gli sforzi fatti.

Imitatelo!

L’apostolo Paolo ci incoraggia a ‘guardare attentamente il principale Agente e Perfezionatore della nostra fede, Gesù’. (Ebrei 12:2) Possiamo far questo leggendo regolarmente i racconti evangelici e meditando su come possiamo imitare Cristo. Per esempio, Gesù mostrò coraggio quando denunciò l’ipocrisia e la doppiezza dei capi religiosi, pur sapendo che loro lo odiavano e lo avrebbero ucciso. (Matteo 23:1-36; 26:3, 4) Sottoposto a violente critiche, restò calmo e padrone di se stesso. (I Pietro 2:23) Quando insegnava, mostrò di capire la natura umana e di saper esprimere verità profonde con un linguaggio semplice.

La dote più spiccata di Gesù, però, fu il suo amore. “Nessuno ha amore più grande di questo, che qualcuno ceda la sua anima a favore dei suoi amici”. (Giovanni 15:13) Aggiunse persino un nuovo significato al termine amore dicendoci di amare i nostri nemici. — Matteo 5:43-48.

Che sommo modello è per noi Gesù! Non è facile imitarlo, e di tanto in tanto possiamo venire meno. Ma non dovremmo mai rinunciare. (Galati 6:9) Ci sono infatti milioni di persone che si sforzano con successo di imitare Gesù. Uno di questi è senza dubbio anche colui che vi ha dato questa rivista. Sarebbe felicissimo di aiutare anche voi a seguire le orme di Gesù: ATTENTAMENTE!

[Testo in evidenza a pagina 5]

Sin da giovane Gesù mostrò profondo interesse per le cose spirituali. Lo imitate sotto questo aspetto?

[Testo in evidenza a pagina 6]

Cristo respinse una carriera mondana per svolgere il ministero

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