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  • Le preghiere vanno accompagnate dalle opere

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  • Le preghiere vanno accompagnate dalle opere
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1987
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1987
w87 15/7 pp. 15-20

Le preghiere vanno accompagnate dalle opere

“Geova è lontano dai malvagi, ma ode la preghiera dei giusti”. — PROVERBI 15:29.

1. Qual è una condizione da soddisfare se vogliamo che Dio esaudisca le nostre preghiere?

TUTTE le esigenze di Geova sono sagge, giuste e amorevoli. Non sono per nulla gravose. (1 Giovanni 5:3) E questo vale anche per le esigenze relative alla preghiera, una delle quali è che dobbiamo vivere in armonia con le nostre preghiere. Il nostro comportamento deve piacere a Geova Dio. Altrimenti, come possiamo aspettarci che egli prenda in esame con favore le nostre richieste e supplicazioni?

2, 3. Stando alle parole di Isaia, Geremia e Michea, perché Geova non esaudiva le preghiere degli israeliti?

2 Questo aspetto della preghiera è sottovalutato da quasi tutti i componenti della cristianità, così com’era sottovalutato dagli apostati israeliti contemporanei di Isaia. Fu per questa ragione che Geova fece dire dal profeta che lo rappresentava: “Quantunque facciate molte preghiere, non ascolto . . . Lavatevi; purificatevi; togliete la malizia delle vostre azioni d’innanzi ai miei occhi; cessate di fare il male. Imparate a fare il bene”. (Isaia 1:15-17) Certo, se quegli israeliti volevano essere approvati da Dio, dovevano agire in maniera tale da piacergli. È stato giustamente detto: “Se vuoi che Dio ascolti te quando preghi, tu devi ascoltare Lui quando parla”.

3 Più volte, infatti, Geova Dio ritenne necessario rammentare queste verità al suo popolo, Israele. Per questo si legge: “Chi distoglie l’orecchio dall’udire la legge, perfino la sua preghiera è qualcosa di detestabile” a Dio. “Geova è lontano dai malvagi, ma ode la preghiera dei giusti”. (Proverbi 28:9; 15:29) Fu perché esisteva questa situazione che Geremia, sconsolato, disse rivolgendosi a Geova: “Hai ostruito l’accesso presso di te con una massa di nuvole, perché la preghiera non passi”. (Lamentazioni 3:44) Certo, l’avvertimento che Michea era stato ispirato a proclamare si era tradotto in realtà: “Invocheranno l’aiuto di Geova, ma egli non risponderà loro. E in quel tempo egli nasconderà loro la sua faccia, secondo il male che commisero nelle loro azioni”. — Michea 3:4; Proverbi 1:28-32.

4. Cosa indica che anche tra i servitori di Geova alcuni non comprendono che bisogna operare in armonia con le proprie preghiere?

4 È perciò necessario vivere in armonia con le nostre preghiere. Occorre sottolineare questo fatto oggi? Sì, e non solo per la situazione in cui si trova la cristianità, ma anche per la situazione in cui si trovano alcuni componenti del popolo dedicato a Geova. Lo scorso anno, su oltre 3.000.000 di proclamatori della buona notizia, più di 37.000 sono stati disassociati per aver tenuto una condotta che non si addice ai cristiani. Questo equivale a una proporzione di circa uno su 80. Molto probabilmente quasi tutti loro pregavano, per lo meno di tanto in tanto. Tuttavia, vivevano in armonia con le loro preghiere? Niente affatto! Fra coloro che hanno ricevuto una qualche forma di disciplina ci sono stati persino alcuni anziani che hanno svolto il servizio continuo per decenni. Che tristezza! È proprio vero: “chi pensa di stare in piedi badi di non cadere”, di non comportarsi in maniera tale da rendere le sue preghiere non gradite al suo Fattore. — 1 Corinti 10:12.

Perché le preghiere vanno accompagnate dalle opere

5. Perché le nostre preghiere siano esaudite da Geova, come dobbiamo dimostrare la nostra sincerità?

5 Perché le nostre preghiere siano udite da Geova Dio, non solo dobbiamo essere moralmente e spiritualmente puri, ma dobbiamo anche dimostrare la sincerità delle nostre preghiere impegnandoci per conseguire ciò per cui preghiamo. La preghiera da sola non sostituisce uno sforzo coscienzioso e consapevole. Geova non farà per noi quello che noi possiamo fare da soli mettendo scrupolosamente in pratica i consigli della sua Parola e seguendo la guida del suo spirito santo. Dobbiamo essere disposti a fare tutto il possibile al riguardo, perché egli abbia un fondamento sulla cui base esaudire le nostre preghiere. Pertanto ‘non dovremmo chiedere più di quello per cui siamo disposti a operare’, come ha ben detto qualcuno.

6. Per quali due motivi dovremmo pregare?

6 Ci si potrebbe comunque chiedere: ‘Perché pregare allora, se occorre operare per conseguire ciò per cui si prega?’ Ci sono almeno due buoni motivi per pregare. Primo, pregando mostriamo di riconoscere che qualsiasi cosa buona proviene da Dio. È Lui il Datore di ogni regalo buono e perfetto: la luce del sole, la pioggia, le stagioni fruttifere e tante altre cose ancora! (Matteo 5:45; Atti 14:16, 17; Giacomo 1:17) Secondo, l’esito positivo o meno dei nostri sforzi dipende dalla benedizione di Geova. In Salmo 127:1, infatti, si legge: “A meno che Geova stesso non edifichi la casa, non serve a nulla che vi abbiano lavorato duramente i suoi edificatori. A meno che Geova stesso non custodisca la città, non serve a nulla che sia stata sveglia la guardia”. Le parole dell’apostolo Paolo riportate in 1 Corinti 3:6, 7 sottolineano lo stesso concetto: “Io piantai, Apollo innaffiò, ma Dio faceva crescere; così che né colui che pianta né colui che innaffia è qualche cosa, ma Dio che fa crescere”.

Qualche esempio antico

7, 8. (a) Quale episodio della sua vita dimostra che Giacobbe capiva che le preghiere devono essere accompagnate dalle opere? (b) Quale esempio diede il re Davide al riguardo?

7 Nelle Scritture ci sono parecchi esempi indicanti che i fedeli servitori di Geova operavano per conseguire ciò per cui pregavano. Prendiamo in esame alcuni esempi tipici. Dato che era stato Giacobbe, nipote di Abraamo, a ottenere la benedizione della primogenitura, Esaù, suo fratello maggiore, cominciò a nutrire verso di lui un odio omicida. (Genesi 27:41) Una ventina d’anni più tardi, mentre Giacobbe stava facendo ritorno da Paddan-Aram al suo paese nativo con una famiglia numerosa e con molto bestiame, venne a sapere che Esaù gli stava andando incontro. Memore dell’animosità di Esaù, Giacobbe pregò fervidamente che Geova lo proteggesse dalla collera del fratello. Ma si limitò semplicemente a far questo? No di certo. Si fece precedere da generosi doni, pensando: “Lo placherò col dono che va davanti a me”. E fu quello che avvenne: quando i due fratelli si incontrarono, infatti, Esaù abbracciò Giacobbe e lo baciò. — Genesi, capitoli 32, 33.

8 Un altro che operava per conseguire ciò per cui pregava era Davide. Quando suo figlio Absalom usurpò il suo trono, Ahitofel, consigliere di Davide, decise di passare dalla parte di Absalom. Davide allora supplicò ardentemente che il consiglio di Ahitofel fosse frustrato. Ma Davide si limitò semplicemente a pregare per questo? No, ordinò al suo leale consigliere Husai di unirsi ad Absalom per poter frustrare il consiglio di Ahitofel. E fu proprio così che andarono le cose. Absalom seguì il cattivo consiglio datogli da Husai e rifiutò il consiglio di Ahitofel. — 2 Samuele 15:31-37; 17:1-14; 18:6-8.

9. In che modo Neemia mostrò di comprendere il principio secondo cui le preghiere vanno accompagnate dalle opere?

9 Un altro esempio ancora che si potrebbe ricordare per nostra esortazione è quello di Neemia. Egli doveva portare a termine un’impresa colossale: ricostruire le mura di Gerusalemme. Ma c’erano molti nemici che cospiravano contro di lui. Secondo quanto si legge, Neemia pregava e contemporaneamente operava: “Pregammo il nostro Dio e tenemmo appostata contro di loro la guardia di giorno e di notte”. Da quel momento in poi, metà dei giovani di Neemia si teneva pronta a proteggere l’altra metà, impegnata a costruire le mura. — Neemia 4:9, 16.

L’esempio di Gesù

10, 11. Come Gesù mostrò di agire in armonia con le sue preghiere?

10 Gesù Cristo ci ha dato un ottimo esempio per quanto riguarda l’operare per conseguire ciò per cui si prega. Egli ci insegnò a pregare: “Sia santificato il tuo nome”. (Matteo 6:9) Gesù, però, fece anche tutto il possibile perché i suoi ascoltatori santificassero il nome del Padre suo. Analogamente Gesù non si limitò a pregare: “Padre, glorifica il tuo nome”. (Giovanni 12:28) No, ma fece anche il possibile per glorificare il nome del Padre suo e aiutare altri a fare altrettanto. — Luca 5:23-26; 17:12-15; Giovanni 17:4.

11 Vedendo il grande bisogno spirituale della gente, Gesù disse ai suoi discepoli: “La messe è grande, ma gli operai sono pochi. Implorate perciò il Signore della messe [Geova Dio] che mandi operai nella sua messe”. (Matteo 9:37, 38) Gesù si limitò a questo? Niente affatto! Subito dopo, inviò i 12 apostoli a due a due a compiere un giro di predicazione, o di ‘mietitura’. In seguito Gesù mandò i 70 evangelizzatori a svolgere la stessa opera. — Matteo 10:1-10; Luca 10:1-9.

Applichiamo il principio

12. Che rapporto c’è tra il lavorare e il pregare Dio perché ci dia il nostro pane quotidiano?

12 È chiaro che Geova Dio si aspetta coerenza da parte nostra, si aspetta che agiamo in armonia con le nostre preghiere, mostrando in tal modo la nostra sincerità. Gesù ci insegnò a pregare: “Dacci oggi il nostro pane per questo giorno”. (Matteo 6:11) È giusto, perciò, che tutti i suoi seguaci rivolgano a Dio una richiesta del genere. Ma ci aspettiamo forse che il nostro Padre celeste esaudisca questa preghiera senza che noi facciamo nulla al riguardo? Naturalmente no. Per questo si legge: “Il pigro si mostra desideroso” — forse anche prega — “ma la sua anima non ha nulla”. (Proverbi 13:4) L’apostolo Paolo ribadì lo stesso concetto in 2 Tessalonicesi 3:10: “Se qualcuno non vuole lavorare, neppure mangi”. Le preghiere per ottenere il pane quotidiano vanno accompagnate dalla prontezza ad operare. Va rilevato il fatto che Paolo saggiamente disse che chi non ‘voleva lavorare’ non doveva neppure mangiare. Alcuni vogliono lavorare, ma sono forse disoccupati, malati o troppo vecchi per poterlo fare. Essi vogliono lavorare, ma sono impediti dalle loro circostanze. Pertanto, possono giustamente pregare per avere il pane quotidiano e sperare di riceverlo.

13. Cosa dobbiamo fare affinché Geova esaudisca le nostre preghiere di ricevere il suo spirito santo?

13 Gesù ci consigliò anche di chiedere al suo Padre celeste lo spirito santo. E, come ci assicura Gesù, è più disposto Dio a concederci lo spirito santo di quanto non lo siano dei genitori terreni a dare cose buone ai figli. (Luca 11:13) Ma possiamo forse aspettarci che Geova Dio ci infonda miracolosamente il suo spirito senza alcuno sforzo da parte nostra? Certamente no! Dobbiamo fare tutto il possibile per ricevere lo spirito santo. Oltre a pregare in questo senso, dobbiamo cibarci assiduamente della Parola di Dio. Perché? Perché Geova Dio non dà il suo spirito santo a prescindere dalla sua Parola, e noi non possiamo sperare di ricevere lo spirito santo se ignoriamo il canale terreno che Geova sta impiegando oggi, “lo schiavo fedele e discreto” rappresentato dal Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova. Senza l’aiuto di questo “schiavo” non saremmo in grado né di comprendere il pieno significato di quanto leggiamo né di capire come mettere in pratica quello che apprendiamo. — Matteo 24:45-47.

14, 15. (a) Se vogliamo che Geova esaudisca le nostre preghiere per avere sapienza, in che modo noi dobbiamo cooperare? (b) Com’è confermato questo dall’esempio del re Salomone?

14 Il principio secondo cui le preghiere vanno accompagnate dalle opere vale anche per quanto riguarda ciò che disse il discepolo Giacomo, fratellastro di Gesù: “Se qualcuno di voi manca di sapienza, continui a chiederla a Dio, poiché egli dà generosamente a tutti e senza biasimare; ed essa gli sarà data”. (Giacomo 1:5; Matteo 13:55) Dio ci infonde forse questa sapienza in modo miracoloso? No. Prima di tutto, occorre avere lo spirito giusto, dato che si legge: “[Dio] insegnerà ai mansueti la sua via”. (Salmo 25:9) In che modo Dio insegna “ai mansueti”? Mediante la sua Parola. Ancora una volta, dobbiamo impegnarci per comprenderla e metterla in pratica, secondo quanto indica Proverbi 2:1-6: “Figlio mio, se riceverai i miei detti e farai tesoro dei miei propri comandamenti presso di te, in modo da prestare attenzione alla sapienza col tuo orecchio, per inclinare il tuo cuore al discernimento; se, inoltre, chiami l’intendimento stesso e levi la voce per lo stesso discernimento, se continui a cercarlo come l’argento, . . . in tal caso comprenderai il timore di Geova, e troverai la medesima conoscenza di Dio. Poiché Geova stesso dà sapienza”.

15 Il principio secondo cui le preghiere vanno accompagnate dalle opere restò valido anche nel caso del re Salomone, che pregò per ricevere sapienza e fu esaudito da Dio in maniera miracolosa? Certo, poiché Salomone, quale re di Israele, era tenuto a scrivere la propria copia della Legge, a leggerla ogni giorno e a seguirla nella propria vita. Quando invece Salomone agì in maniera contraria alle istruzioni in essa contenute — ad esempio moltiplicando le mogli e i cavalli — le sue opere non furono più in armonia con le sue preghiere. Salomone diventò così un apostata e morì da “insensato”. — Salmo 14:1; Deuteronomio 17:16-20; 1 Re 10:26; 11:3, 4, 11.

16. Quale esempio mostra che le preghiere per vincere le debolezze carnali vanno accompagnate da opere?

16 Il principio secondo cui le preghiere vanno accompagnate dalle opere vale anche quando chiediamo aiuto a Dio per vincere qualche abitudine inveterata che rivela egoismo. Una pioniera, ad esempio, ammise di essere stata schiava dei teleromanzi a puntate: li guardava tutti i giorni dalle 11 del mattino alle 3 e mezzo del pomeriggio. Dopo che da un discorso di un’assemblea di distretto venne a sapere quanto danno possono fare questi programmi immorali, parlò della cosa in preghiera a Dio. Le ci volle comunque un bel po’ per vincere questa debolezza. Come mai? Lei stessa ha detto: ‘Pregavo per vincere la mia debolezza e poi guardavo ugualmente quei programmi. Decisi allora di restare nel servizio di campo tutta la giornata per non cedere alla tentazione. Alla fine fui in grado di spegnere la TV il mattino e di tenerla spenta per il resto del giorno’. Certo, per vincere la sua debolezza non si è limitata a pregare, ma ha anche dovuto darsi da fare.

La preghiera e la nostra testimonianza

17-19. (a) Quali dati indicano che i testimoni di Geova hanno agito in armonia con le loro preghiere? (b) Quale esempio sottolinea lo stesso concetto?

17 In nessun altro campo il principio secondo cui le preghiere vanno accompagnate dalle opere vale come nell’opera di predicare il Regno. È per questo che tutti i testimoni di Geova non solo pregano perché aumentino i mietitori, ma anche si impegnano nell’opera. Come risultato, si sono avuti fenomenali incrementi in un paese dopo l’altro. Per fare soltanto un esempio: nel 1930 c’era un solo testimone di Geova nel Cile. Oggi quell’unico Testimone non è divenuto soltanto mille, ma circa 30.000. (Isaia 60:22) È bastato pregare? No, ci sono volute anche le opere. Nel solo anno 1986, infatti, i testimoni di Geova cileni hanno dedicato più di 6.492.000 ore all’opera di predicazione!

18 Lo stesso principio resta valido quando l’opera di predicazione viene proscritta. I Testimoni non solo pregano per chiedere che ci sia incremento, ma continuano anche a predicare clandestinamente. Malgrado l’opposizione ufficiale, pertanto, in quei paesi continua ad esserci crescita. Durante l’anno di servizio 1986, così, in 33 paesi nei quali hanno incontrato opposizione ufficiale, i testimoni di Geova hanno dedicato oltre 32.600.000 ore alla loro opera di predicazione e si sono rallegrati vedendo un aumento del 4,6 per cento!

19 Ovviamente il principio secondo cui le preghiere vanno accompagnate dalle opere vale anche a livello individuale. Possiamo chiedere in preghiera a Geova di iniziare uno studio biblico a domicilio, ma forse non stiamo facendo tutto il possibile per trovarne uno. Era ciò che accadeva a una pioniera. Dato che aveva un solo studio biblico, pregò per trovarne altri. Si fermò qui? No, esaminò invece scrupolosamente il proprio ministero e si rese conto che alle visite ulteriori non menzionava l’argomento dello studio biblico a domicilio. Impegnandosi a farlo, in poco tempo trovò altri due studi biblici.

20. Come si può riassumere il principio secondo cui le preghiere vanno accompagnate dalle opere?

20 Si potrebbero fare molti altri esempi per dimostrare che le preghiere vanno accompagnate dalle opere, come nel campo dei rapporti personali tra familiari o tra componenti della congregazione. Ma i summenzionati esempi dovrebbero essere più che sufficienti a far capire che le preghiere devono essere accompagnate dalle opere. Questo è perfettamente logico, in quanto non possiamo aspettarci che Geova Dio accolga con favore le nostre richieste se noi lo offendiamo con la nostra stessa condotta. Ne discende anche che dobbiamo fare tutto il possibile in armonia con le nostre preghiere, se vogliamo che Geova faccia per noi quello che non possiamo fare da soli. È proprio vero: i princìpi di Geova sono saggi e giusti. Sono ragionevoli e uniformarci ad essi è per il nostro bene.

Ricordate?

◻ Quale esigenza relativa alla preghiera era sottovalutata da molti antichi israeliti?

◻ Perché è ragionevole che Dio ci richieda di operare, oltre che pregare, per quello che desideriamo?

◻ Quali antichi esempi mostrano che i servitori di Geova operavano per conseguire ciò per cui pregavano?

◻ Se vogliamo che Dio esaudisca le nostre preghiere di ricevere spirito santo e sapienza, cosa dobbiamo fare?

◻ Come si applica al ministero di campo il principio secondo cui le preghiere vanno accompagnate da opere?

[Immagine a pagina 17]

Gesù esortò i discepoli a pregare che venissero altri mietitori. Ma li inviò anche nell’opera di predicazione, o di ‘mietitura’

[Immagine a pagina 18]

Pregate per padroneggiarvi in quanto al guardare la TV? Allora applicate il principio secondo cui le preghiere vanno accompagnate dalle opere e spegnetela

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