BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w87 15/7 pp. 21-23
  • William Tyndale e la sua Bibbia per il popolo

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • William Tyndale e la sua Bibbia per il popolo
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1987
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • La Bibbia: un libro per pochi
  • Tyndale: un cattivo traduttore?
  • Una traduzione accurata
  • L’opera di Tyndale non fu inutile
  • Riconoscimento finale
  • William Tyndale, un uomo lungimirante
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1995
  • “Signore, apri gli occhi del re d’Inghilterra”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
  • Come ci è pervenuta la Bibbia: Parte II
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1997
  • Come ci è stata provveduta la Bibbia
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1958
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1987
w87 15/7 pp. 21-23

William Tyndale e la sua Bibbia per il popolo

ERA un giorno del maggio 1530.a La gente affollava il sagrato della chiesa di St. Paul. Anziché aggirarsi fra i banchi dei venditori di libri per scambiarsi le ultime notizie e per pettegolare come al solito, tutti erano visibilmente agitati. Al centro della piazza si alzava un gran falò. Ma non era un falò normale. Degli uomini riversavano nel fuoco cesti pieni di libri. Era un rogo di libri!

E non si trattava neppure di libri qualsiasi. Erano Bibbie — il “Nuovo Testamento” e il Pentateuco tradotti da William Tyndale — le prime ad essere state stampate in lingua inglese. Fatto singolare, quelle Bibbie venivano fatte bruciare per ordine del vescovo di Londra, Cuthbert Tunstall. Questi anzi aveva speso una grossa somma per acquistarne tutte le copie che era riuscito a trovare. Cos’era mai che non andava in quelle Bibbie? Perché Tyndale le aveva pubblicate? E perché le autorità ci tenevano tanto a sbarazzarsene?

La Bibbia: un libro per pochi

Oggi, quasi dappertutto, è relativamente facile acquistare una Bibbia. Ma non è sempre stato così. Ancora nell’Inghilterra del XV e dell’inizio del XVI secolo la Bibbia veniva considerata di proprietà della chiesa, un libro che andava letto soltanto durante le funzioni religiose pubbliche e spiegato esclusivamente dal sacerdote. Ciò che veniva letto, poi, di solito veniva tratto dalla Bibbia in latino, che il popolo minuto non poteva né capire né permettersi di acquistare. Così, della Bibbia il popolo non conosceva che i racconti e le lezioni morali che ne traevano gli ecclesiastici.

Ma non era soltanto il popolo minuto ad essere ignorante in campo biblico. Si dice che durante il regno di Edoardo VI (1547-53) il vescovo di Gloucester riscontrasse che, su 311 ecclesiastici, 168 non sapevano ripetere i Dieci Comandamenti e 31 non sapevano dove cercarli nella Bibbia. Quaranta non erano in grado di recitare il Padrenostro e più o meno lo stesso numero non sapeva chi era stato il primo a pronunciare quella preghiera. È vero che John Wycliffe (Wyclif) aveva tradotto in inglese la Bibbia nel 1384 e che in questa lingua esistevano parafrasi di varie parti delle Scritture, come i Vangeli e i Salmi. Ciò nondimeno, la Bibbia restava comunque un libro per pochi.

Furono queste le condizioni che spinsero Tyndale a impegnarsi perché le persone di lingua inglese potessero avere la Bibbia. “Mi resi conto che era impossibile far accettare ai laici una qualunque verità”, scrisse, “se non avessero potuto leggere direttamente la Scrittura nella loro lingua e in termini semplici”.

Traducendo la Bibbia in inglese, però, Tyndale si attirò le ire delle autorità. Perché? Perché già nel 1408 a Oxford si era tenuto un concilio ecclesiastico per decidere se permettere o meno al popolo di tenere per uso personale copie della Bibbia nella loro lingua. La decisione, tra l’altro, diceva: “Pertanto decretiamo e ordiniamo che da ora in poi nessuno privo di autorizzazione potrà tradurre una qualunque parte della sacra Scrittura in inglese o altra lingua, . . . pena la scomunica maggiore, se prima detta traduzione non sarà stata approvata o dal vescovo della diocesi o da un concilio provinciale, secondo le circostanze”.

Oltre un secolo più tardi il vescovo Tunstall si valse di questo decreto per far bruciare la Bibbia di Tyndale, anche se quest’ultimo in precedenza aveva cercato di ottenere l’approvazione di Tunstall.b A sentire Tunstall la traduzione di Tyndale conteneva circa 2.000 errori ed era quindi “pestilenziale, scandalosa, e dannosa per gli animi semplici”. Ma non sarà forse stata una scusa del vescovo per giustificare il fatto di bruciarla? Tyndale era veramente un cattivo traduttore, privo della necessaria preparazione in ebraico, greco e inglese? Tyndale era o non era un buon traduttore?

Tyndale: un cattivo traduttore?

Anche se la conoscenza che si aveva allora dell’ebraico e del greco non è paragonabile a quella di oggi, la competenza di Tyndale in quelle lingue ben reggeva il confronto con quella degli studiosi suoi contemporanei. Ciò che rende eccezionale l’opera di Tyndale è il fatto che egli non si limitò a consultare la Vulgata latina o la traduzione tedesca di Lutero. Si rifece al testo greco originale, pubblicato per la prima volta nel 1516 da Erasmo. Tyndale inoltre non dimenticò il suo obiettivo: tradurre le Scritture in maniera abbastanza semplice da consentire anche ai laici, persino a “un ragazzo che spinge l’aratro”, di leggerle. Di conseguenza lo stile e il linguaggio sono semplici e chiari, seppure vigorosi. E il ritmo vivace usato riflette senza dubbio la gioia che Tyndale provò nello svolgere il suo compito.

È giusto dire, perciò, che “Tyndale fu un traduttore dotato di un insolito buon senso. Pur lavorando in condizioni eccezionalmente avverse e con il livello di conoscenza delle lingue bibliche del suo tempo, le sue traduzioni furono il modello al quale si rifecero tutti i successivi traduttori inglesi”. — The Making of the English Bible di Gerald Hammond, pagine 42, 43.

Una traduzione accurata

Tyndale fu esemplare anche per quel che concerne l’accuratezza. Nel tradurre dall’ebraico, ad esempio, cercò di essere il più letterale possibile, pur conservando uno stile inglese semplice e scorrevole. Fu attento anche a rendere la pienezza descrittiva dell’ebraico, che ripete di frequente la congiunzione “e” per unire due frasi fra loro. (Si può leggere, ad esempio, il capitolo 33 di Genesi nella cosiddetta “Bibbia del re Giacomo” [inglese], che riprende quasi per intero la versione di Tyndale). Fece molta attenzione al contesto ed evitò di fare aggiunte od omissioni rispetto all’originale, anche se a quel tempo quasi tutti i traduttori ricorrevano a parafrasi.

Tyndale fu anche scrupoloso e accurato nella scelta dei termini. Dov’era opportuno usò ad esempio “amore” invece di “carità”, “congregazione” invece di “chiesa”, “anziano” invece di “sacerdote”. Questo fece andare su tutte le furie certi critici quali Tommaso Moro, in quanto venivano cambiati termini che per tradizione si era finito per venerare. Se il testo originale richiedeva la ripetizione di un termine, Tyndale scrupolosamente lo ripeteva. Per fare un esempio: in Genesi 3:15 per due volte la sua traduzione usa il verbo ‘calpestare’ in relazione al seme della donna e al serpente.c

Sempre a Tyndale va il merito di aver introdotto nella Bibbia inglese il nome personale di Dio, Geova. Lo scrittore J. F. Mozley fa notare che Tyndale lo usò “più di venti volte [nella parte del] Vecchio Testamento” che lui aveva tradotto.

Riesaminando l’impatto degli sforzi di Tyndale e i loro duraturi effetti, un’opera moderna riassume così la sua opera: “L’onestà, la sincerità e la scrupolosa integrità di Tyndale, la sua semplicità, la magica chiarezza della sua frase, la sua musica modesta, hanno conferito alla sua versione una tale autorità che essa si è imposta a tutte quelle che sono seguite. . . . Per i nove decimi, il Nuovo Testamento della Versione Autorizzata [la “Bibbia del re Giacomo”] resta quello di Tyndale, e anche le altre cose migliori sono sue”. — The Bible in Its Ancient and English Versions, pagina 160.

L’opera di Tyndale non fu inutile

Per sfuggire alla persecuzione delle autorità, Tyndale fuggì nell’Europa continentale per continuare la sua opera. Infine, però, fu preso. Condannato per eresia, nell’ottobre del 1536 fu strangolato, e il suo corpo fu arso sul rogo. La sua ultima preghiera fu: “Signore, apri gli occhi del re d’Inghilterra”. Non poteva certo immaginare come sarebbe mutata la situazione di lì a poco. Nell’agosto del 1537, meno di un anno dopo la morte di Tyndale, re Enrico VIII autorizzò la pubblicazione della Bibbia che in genere è conosciuta come Bibbia di Matthew. Decretò che nel suo regno essa venisse liberamente posta in vendita e letta.

Che cos’era la Bibbia di Matthew? Il prof. F. F. Bruce spiega: “All’esame si rivela essenzialmente formata dal Pentateuco di Tyndale e dalla sua versione dei libri storici fino a 2 Cronache . . . dalla versione di Coverdale degli altri libri del Vecchio Testamento e degli Apocrifi, e dal Nuovo Testamento preparato da Tyndale nel 1535”. Perciò, prosegue Bruce, “fu un notevole atto di giustizia . . . il fatto che la prima Bibbia inglese ad essere pubblicata con l’autorizzazione del re fosse la Bibbia di Tyndale (per lo meno la parte di essa che Tyndale aveva tradotto), anche se non era consigliabile ricollegare apertamente ad essa il nome di Tyndale”.

Passò qualche anno ancora, e il cerchio si chiuse. Un’edizione della traduzione nota come la “Grande Bibbia” — una revisione della Bibbia di Matthew —, che venne pubblicata nel 1541 con l’ordine di metterne una copia in ciascuna chiesa d’Inghilterra, conteneva queste parole nel frontespizio: “Diretta ed emendata per ordine di sua altezza il re dai reverendissimi padri in Dio Cuthbert, vescovo di Duresme, e Nicholas, vescovo di Rochester”. Certo, questo “vescovo di Duresme” altri non era che Cuthbert Tunstall, già vescovo di Londra. Proprio lui, che con tanto accanimento aveva contrastato l’opera di Tyndale, dava ora il suo benestare alla pubblicazione della “Grande Bibbia”, che essenzialmente era ancora quella di Tyndale.

Riconoscimento finale

Oggi può destare sorpresa leggere di questa controversia intorno alla Bibbia e dell’odio mostrato nei confronti dei suoi traduttori. Ma forse è ancor più straordinario il fatto che, per quanto ci abbiano provato, gli oppositori non sono riusciti a impedire che la Parola di Dio arrivasse nelle mani della gente comune. “L’erba verde si è seccata, il fiore è appassito”, disse il profeta Isaia, “ma in quanto alla parola del nostro Dio, durerà a tempo indefinito”. — Isaia 40:8.

Tyndale e altri svolsero la loro opera sotto la costante minaccia di morte. Ma, rendendo disponibile a molte persone la Bibbia nella loro lingua, hanno dischiuso davanti a queste la prospettiva, non della morte, ma della vita eterna. Gesù Cristo infatti disse: “Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio, e di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo”. (Giovanni 17:3) Perciò, apprezziamo e studiamo accuratamente la Parola di Dio.

[Note in calce]

a Scene simili a quelle descritte qui avevano avuto luogo nel 1526 e in altre occasioni.

b Altri particolari sulla vita e sull’opera di Tyndale si trovano nella Torre di Guardia del 1º maggio 1982, pagine 10-14.

c Molti traduttori moderni, inglesi e no, mancano di far rilevare in questo versetto la ripetizione del verbo ebraico col relativo significato reciproco. Così anziché ‘schiacciare . . . schiacciare’ (Traduzione del Nuovo Mondo; Revised Standard Version), usano ‘stritolare . . . colpire’ (The Jerusalem Bible; New International Version), ‘stritolare . . . mordere’, (Today’s English Version), ‘calpestare . . . colpire’ (Lamsa), oppure ‘stritolare . . . insidiare’ (Knox).

[Fonte dell’immagine a pagina 21]

Da un’antica stampa conservata alla Bibliothèque Nationale

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi