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  • “Tu sarai con me in Paradiso”

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  • “Tu sarai con me in Paradiso”
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
w91 15/10 pp. 29-30

“Tu sarai con me in Paradiso”

APPESO al palo d’esecuzione, agonizzante, il criminale implorò l’uomo che gli stava di fianco: “Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno”. Nonostante anche lui stesse morendo fra atroci sofferenze, Gesù rispose: “Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. (Luca 23:42, 43) Che speranza confortante per un uomo in punto di morte!

Avete notato che la Traduzione del Nuovo Mondo, la versione citata nel paragrafo precedente, nel tradurre queste parole di Gesù inserisce un segno di punteggiatura dopo la parola “oggi”? In questo modo, il senso della frase è che persino il giorno della sua morte Gesù era in grado di promettere a quel criminale la vita nel Paradiso. La Bibbia della CEI, invece, usa questa punteggiatura nel tradurre le parole di Gesù: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”. La maggioranza delle altre traduzioni concordano con quella della CEI, dando l’idea che Gesù e il criminale morente sarebbero andati in Paradiso quello stesso giorno. Perché c’è questa differenza? E quale punteggiatura è corretta?

Il fatto è che nei più antichi manoscritti greci della Bibbia non c’era alcuna punteggiatura. Pertanto, quando fu introdotta la punteggiatura i copisti e i traduttori della Bibbia dovettero inserirla in base al loro intendimento della verità biblica. È quindi corretto il modo tradizionale di rendere il versetto? Gesù e il malfattore andarono in Paradiso il giorno stesso in cui morirono?

No, secondo la Bibbia essi andarono nel luogo chiamato in greco Ades e in ebraico Sceol, termini che indicano entrambi la comune tomba del genere umano. (Luca 18:31-33; 24:46; Atti 2:31) Riguardo a quelli che sono in questo luogo la Bibbia dice: “In quanto ai morti non sono consci di nulla . . . Non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol [greco Ades], il luogo al quale vai”. Non si tratta certo di un paradiso! — Ecclesiaste 9:5, 10.

Fu solo il terzo giorno che Gesù fu risuscitato dall’Ades. Poi, per quasi sei settimane apparve diverse volte ai suoi seguaci in vari luoghi della Palestina. In una di queste occasioni Gesù disse a Maria: “Non sono ancora asceso al Padre”. (Giovanni 20:17) Perciò, neanche allora aveva raggiunto alcun luogo che si potesse definire un paradiso. — Rivelazione 2:7.

Nel III secolo E.V., quando la fusione dell’insegnamento cristiano con la filosofia greca procedeva rapidamente, Origene sostenne che Gesù aveva detto: “Oggi sarai con me nel paradiso di Dio”. Nel IV secolo E.V., scrittori della Chiesa argomentarono contro il mettere un segno di punteggiatura dopo la parola “oggi”. Questo indica che il modo tradizionale di tradurre le parole di Gesù ha una lunga storia. Ma indica anche che persino nel IV secolo E.V. alcuni leggevano le parole di Gesù nel modo in cui le traduce la Traduzione del Nuovo Mondo.

Anche oggi, nonostante molti traduttori seguano la tradizione della Chiesa nell’inserire la punteggiatura in Luca 23:43, alcuni la inseriscono come fa la Traduzione del Nuovo Mondo. Ad esempio, nella traduzione tedesca del prof. Wilhelm Michaelis, le parole di Gesù sono: “Veramente, io ti do questa assicurazione proprio oggi: Tu (un giorno) sarai insieme a me in Paradiso”.

Cosa significavano, dunque, le parole di Gesù per il malfattore? Può darsi che egli avesse sentito dire che Gesù era il Re promesso. Senza dubbio sapeva che Pilato aveva fatto scrivere e appendere sopra la testa di Gesù il titolo “re dei giudei”. (Luca 23:35-38) Anche se i capi religiosi rigettavano ostinatamente Gesù, questo criminale pentito dimostrò fede, dicendo: “Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno”. Egli non si aspettava di regnare insieme a Gesù, ma voleva beneficiare del dominio di Gesù. Perciò Gesù, persino in quel giorno così difficile, promise che il malfattore sarebbe stato insieme a lui in Paradiso.

In quale paradiso? Nella Bibbia, il Paradiso originale era il giardino di Eden, simile a un parco, che i nostri primogenitori persero. La Bibbia promette che quel Paradiso terrestre sarà restaurato sotto il regno di Dio, il cui Re è Gesù. (Salmo 37:9-11; Michea 4:3, 4) Perciò, Gesù sarà insieme a quel malfattore e a innumerevoli altri morti quando li risusciterà dalla tomba onde vivano su una terra paradisiaca e abbiano l’opportunità di imparare a compiere la volontà di Dio e di vivere per sempre. — Giovanni 5:28, 29; Rivelazione 20:11-13; 21:3, 4.

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