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  • w91 15/12 pp. 8-13
  • Rallegratevi nella speranza del Regno!

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  • Rallegratevi nella speranza del Regno!
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
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  • La vera gioia, una qualità del cuore
  • Rallegrarsi nella speranza nonostante i problemi
  • Teniamo bene in mente la nostra speranza
  • Rallegriamoci ora nella speranza del Paradiso
  • Una speranza che rende la vita degna d’essere vissuta
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
w91 15/12 pp. 8-13

Rallegratevi nella speranza del Regno!

“Rallegratevi nella speranza. Perseverate nella tribolazione”. — ROMANI 12:12.

1. Perché possiamo provare gioia restando uniti a Geova, e quale esortazione diede l’apostolo Paolo ai cristiani?

IL “FELICE DIO”. (1 Timoteo 1:11) Com’è appropriata questa descrizione di Geova! Perché? Perché tutte le sue opere gli procurano grande felicità. Essendo Geova la Fonte di ogni cosa buona e di ogni cosa che causa felicità, tutte le sue creature intelligenti possono trovare la felicità restando unite a lui. Appropriatamente, l’apostolo Paolo esortò i cristiani ad apprezzare il gioioso privilegio di conoscere Geova Dio, ad essere grati per tutti i meravigliosi doni che Dio ha provveduto nella creazione e a rallegrarsi per l’amorevole benignità che Egli mostra loro. Paolo scrisse: “Rallegratevi sempre nel Signore. Una volta ancora dirò: Rallegratevi!” — Filippesi 4:4; Salmo 104:31.

2. Quale speranza è motivo di grande gioia, e cosa sono incoraggiati a fare i cristiani in relazione a questa speranza?

2 I cristiani stanno seguendo questa esortazione di Paolo? Certamente! I fratelli spirituali di Cristo si rallegrano della gloriosa speranza che Dio ha offerto loro. (Romani 8:19-21; Filippesi 3:20, 21) Sanno che avranno una parte nel realizzare la grandiosa speranza per il futuro dell’umanità, sia per i vivi che per i morti, servendo insieme a Cristo nel suo celeste governo regale. Immaginate quanta gioia proveranno avendo il privilegio di essere suoi coeredi e di prestare servizio quali re e sacerdoti! (Rivelazione 20:6) Quale felicità proveranno nell’aiutare l’umanità fedele a raggiungere la perfezione e nel contribuire a dirigere il ripristino del Paradiso sulla terra! Sì, tutti i servitori di Dio hanno la “speranza della vita eterna che Dio, che non può mentire, promise prima di tempi di lunga durata”. (Tito 1:2) In vista di questa grandiosa speranza, l’apostolo Paolo incoraggiò tutti i cristiani dicendo: “Rallegratevi nella speranza”. — Romani 12:12.a

La vera gioia, una qualità del cuore

3, 4. (a) Cosa implica il rallegrarsi, e per quanto tempo dovrebbero rallegrarsi i cristiani? (b) Che cos’è la vera gioia, e da cosa dipende?

3 Rallegrarsi implica provare ed esprimere gioia; non significa essere in un costante stato di euforia o essere esuberanti. I verbi ebraici e greci corrispondenti ai termini usati nella Bibbia per indicare “gioia”, “esultanza” e “allegrezza” esprimono sia il sentimento interiore che la manifestazione esteriore di gioia. I cristiani sono incoraggiati a ‘continuare a rallegrarsi’ e ad ‘essere sempre allegri’. — 2 Corinti 13:11; 1 Tessalonicesi 5:16.

4 Ma com’è possibile essere sempre allegri? È possibile perché la vera gioia è una qualità del cuore, una qualità prettamente interiore, spirituale. (Deuteronomio 28:47; Proverbi 15:13; 17:22) È un frutto dello spirito di Dio, che Paolo elenca subito dopo l’amore. (Galati 5:22) Essendo una qualità interiore, non dipende da fattori esterni, né dai fratelli. Dipende invece dallo spirito santo di Dio. E deriva dalla profonda soddisfazione interiore di sapere che possediamo la verità e la speranza del Regno e che stiamo facendo ciò che piace a Geova. Pertanto, la gioia non è una semplice caratteristica della personalità che si ha dalla nascita; fa parte della “nuova personalità”, dell’insieme di qualità che contraddistinsero Gesù Cristo. — Efesini 4:24; Colossesi 3:10.

5. Quando e in che modo la gioia si può esternare?

5 Pur essendo una qualità del cuore, a volte la gioia si può esternare. In quali modi? Le manifestazioni occasionali di gioia possono andare dalla serenità del volto al saltare letteralmente dalla gioia. (1 Re 1:40; Luca 1:44; Atti 3:8; 6:15) Questo significa forse che chi non è loquace o non è sempre sorridente non provi gioia? No! La vera gioia non spinge a chiacchierare, ridere o sorridere di continuo. A seconda delle circostanze, la gioia si può manifestare in modi diversi. Non è solo la gioia a renderci amabili nella Sala del Regno, ma piuttosto l’affetto fraterno e l’amore.

6. Perché i cristiani possono essere sempre allegri anche in situazioni spiacevoli?

6 Quello che rende durevole la gioia è il fatto che è una qualità interiore che è parte integrante della nuova personalità cristiana. È per questo che è possibile essere sempre allegri. Naturalmente, a volte ci possono essere cose che ci turbano o situazioni spiacevoli da affrontare. Tuttavia possiamo sempre essere gioiosi nel nostro cuore. Alcuni dei primi cristiani erano schiavi e avevano proprietari difficili da accontentare. Potevano questi cristiani essere sempre allegri? Sì, a motivo della loro speranza del Regno e della gioia che provavano nel cuore. — Giovanni 15:11; 16:24; 17:13.

7. (a) Cosa disse Gesù riguardo alla gioia nella tribolazione? (b) Cosa ci aiuta a perseverare nella tribolazione, e chi ha dato il massimo esempio a questo riguardo?

7 Subito dopo aver detto: “Rallegratevi nella speranza”, l’apostolo Paolo aggiunse: “Perseverate nella tribolazione”. (Romani 12:12) Anche Gesù parlò di gioia nella tribolazione quando disse in Matteo 5:11, 12: “Felici voi, quando vi biasimeranno e vi perseguiteranno . . . Rallegratevi e saltate per la gioia, perché la vostra ricompensa è grande nei cieli”. L’allegrezza e i salti di gioia qui menzionati non vanno intesi necessariamente in senso letterale; descrivono principalmente la profonda soddisfazione interiore che si prova quando si fa piacere a Geova e a Gesù Cristo rimanendo integri nella prova. (Atti 5:41) In effetti, è la gioia che ci aiuta a perseverare nella tribolazione. (1 Tessalonicesi 1:6) A questo riguardo, il massimo esempio l’ha dato Gesù. Le Scritture ci dicono: “Per la gioia che gli fu posta dinanzi egli sopportò il palo di tortura”. — Ebrei 12:2.

Rallegrarsi nella speranza nonostante i problemi

8. Quali problemi può dover affrontare un cristiano, ma perché questi non lo privano della gioia?

8 Essere servitori di Geova non significa non avere problemi. Può darsi che dobbiamo affrontare problemi familiari, difficoltà economiche, problemi di salute oppure la morte di una persona cara. Anche se queste cose possono rattristarci, non intaccano il motivo che abbiamo per rallegrarci nella speranza del Regno, la gioia interiore che proviamo nel cuore. — 1 Tessalonicesi 4:13.

9. Quali problemi ebbe Abraamo, e come sappiamo che provava gioia nel suo cuore?

9 Pensate ad Abraamo, per esempio. Non ebbe sempre una vita facile. Aveva problemi in famiglia. La sua concubina Agar e la moglie Sara non andavano d’accordo, per cui c’erano dei litigi. (Genesi 16:4, 5) Ismaele si prendeva gioco di Isacco, perseguitandolo. (Genesi 21:8, 9; Galati 4:29) Infine, la sua diletta moglie Sara morì. (Genesi 23:2) Nonostante questi problemi, Abraamo si rallegrò della speranza del Seme del Regno, il Seme di Abraamo, mediante il quale tutte le famiglie della terra si sarebbero benedette. (Genesi 22:15-18) Con cuore gioioso, continuò fedelmente a servire Geova per cento anni dopo avere lasciato la sua città natale di Ur. Pertanto, di lui è scritto: “Aspettava la città che ha reali fondamenta, il cui edificatore e costruttore è Dio”. A motivo della fede che Abraamo nutriva nel futuro Regno messianico, il Signore Gesù, quando era stato già nominato Re da Dio, poté dire: “Abraamo si rallegrò grandemente alla prospettiva di vedere il mio giorno, e lo vide e si rallegrò”. — Ebrei 11:10; Giovanni 8:56.

10, 11. (a) Quale lotta sosteniamo quali cristiani, e in che modo siamo liberati? (b) Cosa compensa la nostra incapacità di combattere alla perfezione la lotta contro la nostra carne peccaminosa?

10 Quali esseri umani imperfetti, anche noi dobbiamo lottare con la carne imperfetta, e questa lotta per fare ciò che è giusto può essere penosa. Ma combattere contro le proprie debolezze non significa essere senza speranza. Paolo si sentiva avvilito a motivo di questa lotta, e disse: “Chi mi libererà dal corpo che subisce questa morte? Grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!” (Romani 7:24, 25) Siamo liberati mediante Gesù Cristo e il riscatto che egli ha provveduto. — Romani 5:19-21.

11 Il sacrificio di riscatto di Cristo compensa la nostra incapacità di combattere la lotta alla perfezione. Possiamo rallegrarci di questo riscatto perché ci permette di avere la coscienza pulita e di ottenere il perdono dei nostri peccati. In Ebrei 9:14 Paolo dice che il “sangue del Cristo” ha il potere di ‘purificare la nostra coscienza dalle opere morte’. Pertanto, non è necessario che la coscienza dei cristiani sia aggravata da sensi di colpa e di condanna. Questo, oltre alla speranza che abbiamo, costituisce un forte incentivo per essere gioiosi e felici. (Salmo 103:8-14; Romani 8:1, 2, 32) Riflettendo sulla nostra speranza, tutti noi saremo incoraggiati a combattere la lotta con successo.

Teniamo bene in mente la nostra speranza

12. Su quale speranza possono riflettere attentamente i cristiani unti?

12 È importante che sia il rimanente unto dallo spirito che le altre pecore tengano in mente la loro “speranza della salvezza”, che la indossino come un elmo protettivo. (1 Tessalonicesi 5:8) I cristiani unti possono riflettere attentamente sul meraviglioso privilegio di ottenere l’immortalità in cielo, di comparire dinanzi a Geova Dio e di stare in compagnia del glorificato Gesù Cristo, degli apostoli e di tutti gli altri membri dei 144.000, che hanno mantenuto l’integrità nel corso dei secoli. Che privilegio indescrivibile!

13. Come considerano la loro speranza gli unti ancora sulla terra?

13 Come considerano la loro speranza del Regno i pochi unti ancora sulla terra? Lo si può riassumere con le parole di F. W. Franz, presidente della Società (Watch Tower), che fu battezzato nel 1913: “La nostra speranza è sicura, e si adempirà completamente sino all’ultimo dei 144.000 membri del piccolo gregge in una misura superiore a quello che possiamo immaginare. Noi del rimanente che eravamo presenti nel 1914, quando ci aspettavamo di andare tutti in cielo, non abbiamo smesso di apprezzare il valore di questa speranza. Abbiamo per essa sempre la stessa determinazione, e quanto più dobbiamo attenderla tanto più l’apprezziamo. È una cosa per cui vale la pena aspettare, anche se dovessimo farlo per un milione di anni. Considero la nostra speranza più preziosa che mai, e non voglio mai perdere l’apprezzamento per essa. La speranza del piccolo gregge è anche una garanzia che le aspettative della grande folla di altre pecore saranno immancabilmente adempiute al di là delle nostre più rosee aspettative. Ecco perché abbiamo perseverato sino ad ora, e continueremo a perseverare sino a che Dio non avrà dimostrato di mantenere le sue ‘preziose e grandissime promesse’”. — 2 Pietro 1:4; Numeri 23:19; Romani 5:5.

Rallegriamoci ora nella speranza del Paradiso

14. Quale speranza deve tenere in mente la grande folla?

14 Questa espressione di fede esultante infonde in coloro che fanno parte della grande folla di altre pecore validi motivi per rallegrarsi. (Rivelazione 7:15, 16) Costoro devono tenere in mente la speranza di sopravvivere ad Armaghedon. Sì, pensate a quando vedrete il Regno di Dio rivendicare la sovranità universale di Geova Dio e santificare il Suo glorioso nome portando la grande tribolazione, che purificherà la terra dai malvagi dei quali il Diavolo è stato l’iddio. Che gioia sarà sopravvivere a quella grande tribolazione! — Daniele 2:44; Rivelazione 7:14.

15. (a) Quale opera di guarigione compì Gesù quando fu sulla terra, e perché? (b) Di cosa avranno bisogno i sopravvissuti ad Armaghedon in quanto alla salute, e che differenza ci sarà tra loro e i risuscitati?

15 Riguardo alla grande folla, Rivelazione 7:17 dice: “L’Agnello . . . li pascerà e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi”. Anche se questa profezia si sta adempiendo ora in senso spirituale, quelli che sopravvivranno ad Armaghedon la vedranno adempiersi letteralmente. In che modo? Ebbene, cosa fece Gesù quando fu sulla terra? Guarì gli storpi, fece camminare gli zoppi, aprì gli orecchi dei sordi e gli occhi dei ciechi, e guarì lebbra, paralisi e “ogni sorta di malattia e ogni sorta d’infermità”. (Matteo 9:35; 15:30, 31) Non è questo ciò di cui hanno bisogno gli odierni cristiani? La grande folla entrerà nel nuovo mondo portando con sé menomazioni e infermità ereditate dal vecchio mondo. Cosa ci aspettiamo che farà l’Agnello al riguardo? I sopravvissuti ad Armaghedon avranno bisogni molto diversi da quelli dei risuscitati. Presumibilmente, i risuscitati saranno ricreati con corpi integri e sani, pur non avendo ancora la perfezione umana. Avendo beneficiato del miracolo della risurrezione, evidentemente non avranno bisogno poi di vedere eliminati precedenti handicap fisici mediante il miracolo della guarigione. D’altra parte, a motivo della loro esperienza unica, quella di essere sopravvissuti ad Armaghedon, molti della grande folla avranno bisogno che tali handicap siano eliminati miracolosamente, e questo avverrà. A quanto pare, uno dei principali obiettivi delle guarigioni di Gesù fu quello di descrivere, come incoraggiamento per la grande folla, la loro gioiosa prospettiva non solo di sopravvivere, ma anche di essere poi guariti.

16. (a) Quando potrebbe aver luogo la guarigione miracolosa dei sopravvissuti ad Armaghedon, e con quale risultato? (b) In quale speranza continueremo a rallegrarci durante il Millennio?

16 Per logica, tale guarigione miracolosa dei sopravvissuti ad Armaghedon avrà luogo relativamente presto dopo Armaghedon, e molto prima che inizi la risurrezione. (Isaia 33:24; 35:5, 6; Rivelazione 21:4; confronta Marco 5:25-29). Allora si butteranno via occhiali, bastoni, stampelle, sedie a rotelle, dentiere, apparecchi acustici e così via. Che gioia! Questa iniziale opera di guarigione da parte di Gesù si accorda benissimo con il ruolo che avranno i sopravvissuti ad Armaghedon quale fondamento della nuova terra! Le infermità saranno eliminate e così questi sopravvissuti potranno andare avanti con entusiasmo, ansiosi di partecipare alla meravigliosa attività del Millennio che li attenderà, liberi dai malanni che potevano affliggerli nel vecchio mondo. E per tutto il Millennio si rallegreranno nella speranza di raggiungere la pienezza della perfezione umana alla fine dei mille anni.

17. Quali motivi di gioia ci saranno mentre proseguirà l’opera di ripristinare il Paradiso?

17 Se nutrite anche voi questa speranza, pensate pure alla gioia di contribuire a ripristinare il Paradiso sulla terra. (Luca 23:42, 43) Senza dubbio i sopravvissuti ad Armaghedon aiuteranno a pulire la terra così da provvedere luoghi piacevoli dove i morti saranno risuscitati. Al posto dei funerali ci potranno essere riunioni per accogliere i risuscitati, compresi i nostri cari che si sono addormentati nella morte. E pensate alla preziosa compagnia di uomini e donne fedeli dei secoli passati. Con chi vorreste parlare in particolare? Con Abele, Enoc, Noè, Giobbe, Abraamo, Sara, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Giosuè, Raab, Debora, Sansone, Davide, Elia, Eliseo, Geremia, Ezechiele, Daniele o con Giovanni il Battezzatore? Ebbene, la vostra speranza include anche questa piacevole prospettiva. Potrete conversare con loro, imparare da loro e lavorare insieme a loro per trasformare tutta la terra in un paradiso.

18. Su quali altri motivi di gioia possiamo riflettere attentamente?

18 Immaginate anche i cibi sani, l’acqua pura e l’aria pulita che ci saranno quando sulla terra sarà ristabilito il perfetto equilibrio ecologico che Geova aveva predisposto nel crearla. Vivere in quel tempo non significherà godere passivamente della perfezione, bensì partecipare attivamente e in maniera significativa ad attività gioiose. Pensate a una società mondiale libera da criminalità, egotismo, gelosia, litigi: una fratellanza in cui tutti coltivano e producono il frutto dello spirito. Che prospettiva emozionante! — Galati 5:22, 23.

Una speranza che rende la vita degna d’essere vissuta

19. (a) Quand’è che ci si deve rallegrare come dice Romani 12:12? (b) Perché dovremmo essere decisi a non permettere che i problemi della vita facciano passare in secondo piano la nostra speranza?

19 Quando l’oggetto delle proprie speranze si avvera non c’è più bisogno di sperare, per cui è adesso che dobbiamo rallegrarci come dice Paolo in Romani 12:12. (Romani 8:24) Solo il pensare alle benedizioni future che il Regno di Dio porterà ci dà ora motivo di rallegrarci in questa speranza. Perciò siate decisi a non permettere che i problemi della vita in questo mondo corrotto facciano passare in secondo piano la vostra gloriosa speranza. Non stancatevi e non arrendetevi, perdendo di vista la speranza che avete davanti. (Ebrei 12:3) Abbandonando la corsa cristiana non risolverete i vostri problemi. Ricordate: chi smette di servire Dio a motivo dei problemi della vita attuale continuerà ad avere tali problemi, ma perderà la speranza e quindi la possibilità di rallegrarsi delle meravigliose prospettive future.

20. Quale effetto ha la speranza del Regno su coloro che l’abbracciano, e perché?

20 I servitori di Geova hanno ogni motivo per essere felici. La loro luminosa speranza rende la vita degna d’essere vissuta. E questa meravigliosa speranza non la tengono per sé, no, ma sono pronti a parlarne ad altri. (2 Corinti 3:12) Per questo motivo, quelli che abbracciano la speranza del Regno sono un popolo fiducioso, e cercano di incoraggiare altri portando loro la buona notizia di Dio. Questo riempie la vita di chi accetta il messaggio con la speranza più meravigliosa che sia mai stata offerta all’umanità in generale: la speranza del Regno che ristabilirà il Paradiso sulla terra. Se altri non accettano questa speranza, noi continueremo ugualmente a rallegrarci, perché noi ce l’abbiamo. Sono quelli che non vogliono ascoltare a rimetterci, non noi. — 2 Corinti 4:3, 4.

21. Cos’è ormai vicino, e quanto dovremmo considerare preziosa la nostra speranza?

21 Dio promette: “Ecco, faccio ogni cosa nuova”. (Rivelazione 21:5) Il nuovo mondo con tutte le sue benedizioni meravigliose ed eterne è vicino. La nostra speranza, che si tratti di vivere in cielo o su una terra paradisiaca, è preziosa; teniamocela cara. Ora più che mai, in questi difficili ultimi giorni, consideratela “come un’àncora per l’anima, sicura e ferma”. Visto che la nostra speranza è ancorata a Geova, “una roccia eterna”, “una roccia incrollabile”, abbiamo senz’altro fin d’ora ogni motivo per ‘rallegrarci nella speranza’ che ci è posta dinanzi. — Ebrei 6:19; Isaia 26:4, CEI; Parola del Signore.

[Nota in calce]

a Nel 1992, la scrittura dell’anno per i testimoni di Geova di tutto il mondo sarà: “Rallegratevi nella speranza. . . . Siate costanti nella preghiera”. — Romani 12:12.

Domande di ripasso

◻ Qual è la grandiosa speranza dell’umanità?

◻ Che cos’è la vera gioia?

◻ Presumibilmente, quando avrà luogo la guarigione miracolosa dei sopravvissuti ad Armaghedon?

◻ Perché non dovremmo permettere che i problemi della vita facciano passare in secondo piano la nostra speranza?

◻ Quali gioie non vedete l’ora di provare nel nuovo mondo?

[Immagine a pagina 9]

Il vostro cuore non traboccherebbe di gioia se foste testimoni di guarigioni come quelle compiute da Gesù?

[Immagine a pagina 10]

Coloro che si rallegrano del Regno incoraggiano altri diffondendo la loro speranza

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