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  • La felicità eterna attende chi è pronto a dare

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  • La felicità eterna attende chi è pronto a dare
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
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  • Dio dona il “figlio del suo amore”
  • Israele perde un grande dono di Dio
  • La gioia che deriva dal dare
  • Garantita la felicità eterna
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
w92 15/1 pp. 9-14

La felicità eterna attende chi è pronto a dare

“Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. — GIOVANNI 3:16.

1, 2. (a) Chi è il massimo esempio di generosità, e qual è il più grande dono che ha fatto all’umanità? (b) Nel fare il suo più grande dono, che qualità ha dimostrato Dio?

GEOVA DIO è il massimo esempio di generosità. Fu in relazione a lui, il Creatore del cielo e della terra, che il discepolo cristiano Giacomo scrisse: “Ogni dono buono e ogni regalo perfetto viene dall’alto, poiché scende dal Padre delle luci celestiali, e presso di lui non c’è variazione del volgimento d’ombra”. (Giacomo 1:17) Geova è anche il Datore del più grande dono che si potesse fare. Riguardo a questo più grande dono che egli ha fatto all’umanità è stato detto: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. — Giovanni 3:16.

2 A pronunciare queste parole fu proprio l’unigenito Figlio di Dio. Naturalmente un figlio unigenito apprezza e ama il padre quale fonte della sua vita e di tutte le cose buone provvedutegli per godere la vita. Ma Dio non limitò il suo amore solo a quest’unico Figlio. Estendere tale dono ad altre Sue creature sarebbe stata una dimostrazione straordinaria del Suo amore. (Confronta Romani 5:8-10). Questo è tanto più evidente se si esamina cosa significa realmente in questo contesto l’espressione “ha dato”.

Dio dona il “figlio del suo amore”

3. Oltre al “figlio del suo amore”, chi altri ha beneficiato dell’amore del Padre celeste?

3 Per un imprecisato periodo di tempo, Dio aveva goduto nel reame celeste della compagnia di questo unigenito Figlio, il “figlio del suo amore”. (Colossesi 1:13) Per tutto quel tempo, tra il Padre e il Figlio si era sviluppato un amore e un affetto reciproco così intenso da essere ineguagliabile. Anche le altre creature che Dio portò all’esistenza mediante il suo unigenito Figlio furono amate quali membri della famiglia divina di Geova. Così, l’amore regnava nell’intera famiglia di Dio. A ragione le Sacre Scritture affermano che “Dio è amore”. (1 Giovanni 4:8) La famiglia divina sarebbe quindi stata composta di persone amate dal Padre, Geova Dio.

4. In che modo il fatto che Dio abbia dato suo Figlio ha significato più che rinunciare alla sua compagnia, e a favore di chi egli ha fatto questo?

4 I legami tra Geova e il suo unigenito Figlio erano così stretti che anche solo il privarsi di tale intima compagnia sarebbe stato per loro una grande perdita. (Colossesi 1:15) Ma ‘dare’ questo unigenito Figlio significò per Dio più che privarsi della compagnia del “Figlio del suo amore”. Geova arrivò fino al punto di permettere che suo Figlio subisse la morte e fosse così temporaneamente cancellato dall’esistenza come membro della famiglia universale di Dio. Questa fu una morte in favore di coloro che non erano mai stati membri della famiglia di Dio. Geova non avrebbe potuto fare dono più grande all’umanità bisognosa che dare il suo unigenito Figlio, colui che le Scritture definiscono anche “il principio della creazione di Dio”. — Rivelazione 3:14.

5. (a) In quale situazione venne a trovarsi la progenie di Adamo, e cosa richiedeva la giustizia di Dio da parte di uno dei Suoi figli fedeli? (b) Cosa avrebbe richiesto da parte di Dio stesso il suo più grande dono?

5 I primi due esseri umani, Adamo ed Eva, non mantennero il loro posto quali membri della famiglia di Dio. Questa è la condizione in cui si vennero a trovare dopo essere stati cacciati dal giardino di Eden per aver peccato contro Dio. Non solo non erano più membri della famiglia di Dio, ma si trovavano anche sotto la condanna a morte. Pertanto, il problema non era solo quello di riportare i loro discendenti nel favore di Dio quali membri della sua famiglia, ma anche di liberarli dalla condanna a morte decretata da Dio. Secondo i princìpi della giustizia divina, questo avrebbe richiesto che uno dei fedeli figli di Geova Dio morisse come sostituto, o riscatto. Perciò, il grande punto interrogativo era: Colui che sarebbe stato scelto sarebbe stato disposto a subire questa morte vicaria a favore di uomini peccatori? Inoltre, perché questo avvenisse ci voleva un miracolo da parte dell’Iddio Onnipotente. Avrebbe anche richiesto che Dio esprimesse il suo amore in misura senza precedenti. — Romani 8:32.

6. Perché il Figlio di Dio era all’altezza della situazione in cui si trovava l’umanità peccatrice, e cosa disse a questo proposito?

6 Solo il Figlio primogenito di Geova poteva essere all’altezza della particolare situazione in cui si trovava l’umanità peccatrice. Egli rispecchia a tal punto il suo Padre celeste nel mostrare affetto ai membri della famiglia prodotta da Dio che non ha uguali tra i figli di Dio. Visto che tutte le altre creature intelligenti furono portate all’esistenza per mezzo suo, l’affetto che prova per loro deve senz’altro essere enorme. Inoltre, l’amore è una qualità predominante dell’unigenito Figlio di Geova, Gesù Cristo, poiché ‘egli è il riflesso della gloria di Dio e l’esatta rappresentazione del suo stesso essere’. (Ebrei 1:3) Mostrando di essere disposto a esprimere questo amore nella forma più alta dando la sua vita per l’umanità peccatrice, Gesù disse ai suoi dodici apostoli: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua anima come riscatto in cambio di molti”. — Marco 10:45; vedi anche Giovanni 15:13.

7, 8. (a) Quale motivo spinse Geova a mandare Gesù Cristo nel mondo del genere umano? (b) Che genere di missione Dio affidò al suo unigenito Figlio?

7 Geova Dio aveva un motivo speciale per mandare Gesù nell’immiserito mondo del genere umano. Fu spinto dall’amore, poiché Gesù stesso disse: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna. Poiché Dio ha mandato suo Figlio nel mondo non per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. — Giovanni 3:16, 17.

8 Geova affidò amorevolmente al suo unigenito Figlio una missione di salvezza. Non lo mandò per giudicare il mondo. Se al Figlio di Dio fosse stato affidato un simile incarico giudiziario, le prospettive di tutta l’umanità sarebbero state disperate. La sentenza che sarebbe stata pronunciata da Gesù Cristo contro la famiglia umana sarebbe stata una condanna a morte. (Romani 5:12) Così, con questa ineguagliabile espressione di amore divino, Dio controbilanciò la sentenza di morte che l’inflessibile giustizia avrebbe richiesto.

9. Cosa disse di Geova il salmista Davide?

9 In tutte le cose, Geova Dio esprime e dimostra amore come qualità predominante della sua personalità. E si può dire correttamente che Dio dà con amore cose buone ai suoi fedeli adoratori sulla terra in misura più che sovrabbondante. Il salmista Davide la pensava così quando disse a Dio: “Com’è abbondante la tua bontà, che hai riservato a quelli che ti temono! Che hai reso a quelli che si rifugiano in te, di fronte ai figli degli uomini”. (Salmo 31:19) Durante il suo regno sulla nazione d’Israele, e in effetti per tutta la sua vita quale membro di quella nazione scelta da Dio in modo speciale, spesso Davide poté provare di persona la bontà di Geova. E riscontrò che era abbondante.

Israele perde un grande dono di Dio

10. Perché l’antico Israele si distingueva da tutte le altre nazioni della terra?

10 Avendo Geova quale proprio Dio, l’antica nazione d’Israele si distingueva da tutte le altre nazioni della terra. Impiegando il profeta Mosè come mediatore, Geova portò i discendenti di Abraamo, Isacco e Giacobbe in una relazione di patto con lui. Egli non aveva trattato nessun’altra nazione in questo modo. Pertanto, l’ispirato salmista poté esclamare: “Annuncia la sua parola a Giacobbe, i suoi regolamenti e le sue decisioni giudiziarie a Israele. Non ha fatto in tal modo a nessun’altra nazione; e in quanto alle sue decisioni giudiziarie, non le hanno conosciute. Lodate Iah!” — Salmo 147:19, 20.

11. Fino a quando Israele godé di una posizione di favore presso Dio, e in che modo Gesù indicò che quella relazione sarebbe cambiata?

11 La nazione dell’Israele naturale continuò a godere di questa privilegiata relazione con Dio finché non rigettò Gesù Cristo quale Messia nel 33 dell’era volgare. Fu davvero un giorno triste per Israele quello in cui Gesù esclamò: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, . . . quante volte ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali! Ma voi non avete voluto. Ecco, la vostra casa vi è abbandonata”. (Matteo 23:37, 38) Le parole di Gesù indicavano che la nazione d’Israele, pur essendo stata in precedenza favorita da Geova, aveva perso un dono speciale da parte di Dio. In che modo?

12. Chi erano i ‘figli di Gerusalemme’, e cosa avrebbe significato per Gesù il radunarli?

12 Usando la parola “figli”, Gesù si riferiva solo ai circoncisi giudei naturali che vivevano a Gerusalemme e che rappresentavano l’intera nazione giudaica. Che Gesù radunasse i ‘figli di Gerusalemme’ avrebbe significato portare tali “figli” in un nuovo patto con Dio, con Gesù stesso quale Mediatore tra Geova e questi giudei naturali. (Geremia 31:31-34) Ciò avrebbe avuto come risultato il perdono dei peccati, poiché l’amore di Dio era così grande che sarebbe arrivato a tal punto. (Confronta Malachia 1:2). Questo sarebbe stato davvero un grande dono.

13. Cosa perse Israele rigettando il Figlio di Dio, ma perché la gioia di Geova rimase immutata?

13 In armonia con la sua Parola profetica, Geova lasciò passare un tempo ragionevole prima di offrire ai non ebrei il dono di entrare a far parte del nuovo patto. Ma rigettando il Figlio stesso di Dio, il Messia, la nazione dell’Israele naturale perse questo grande dono. Geova pertanto controbilanciò il fatto che suo Figlio era stato rigettato estendendo questo dono a persone che non facevano parte della nazione giudaica. In questo modo, la gioia che Geova prova nell’essere così generoso rimase immutata.

La gioia che deriva dal dare

14. Perché Gesù Cristo è la più felice creatura di tutto l’universo?

14 Geova è il “felice Dio”. (1 Timoteo 1:11) Una delle cose che lo rende felice è la sua generosità. E nel I secolo E.V. il suo unigenito Figlio disse: “C’è più felicità nel dare che nel ricevere”. (Atti 20:35) In armonia con questo principio, Gesù è divenuto la creatura più felice dell’intero universo. Come mai? Ebbene, dopo Geova Dio stesso, Gesù Cristo ha dato il più grande dono di tutti deponendo la sua vita a beneficio dell’umanità. Non a caso egli è ‘il felice Potentato’. (1 Timoteo 6:15) In questo modo Gesù dà l’esempio per quanto riguarda ciò che disse in merito alla felicità maggiore, quella che deriva dal dare.

15. Di che cosa Geova non cesserà mai di essere un esempio, e in che modo le sue creature intelligenti possono provare in una certa misura la sua stessa felicità?

15 Mediante Gesù Cristo, Geova Dio non cesserà mai di essere generoso verso tutte le sue creature intelligenti, e sarà sempre per loro il più fulgido esempio in quanto al dare. Poiché prova piacere nel fare doni buoni ad altri, Dio ha instillato questo spirito generoso nel cuore delle sue creature intelligenti sulla terra. In questo modo esse rispecchiano e imitano la sua personalità e provano in una certa misura la sua stessa felicità. (Genesi 1:26; Efesini 5:1) Appropriatamente, Gesù disse ai suoi seguaci: “Praticate il dare, e vi sarà dato. Vi sarà versata in grembo una misura eccellente, pigiata, scossa e traboccante. Poiché con la misura con la quale misurate, sarà rimisurato a voi”. — Luca 6:38.

16. A che specie di generosità si riferiva Gesù in Luca 6:38?

16 Gesù diede ai discepoli un ottimo esempio in quanto a praticare il dare come norma di vita. Disse che la reazione a tale forma di generosità sarebbe stata positiva. In Luca 6:38 Gesù non si riferiva esclusivamente al fare doni materiali. Non stava dicendo ai discepoli di seguire una linea di condotta che li avrebbe ridotti in povertà. Piuttosto, stava indicando loro una condotta che li avrebbe appagati spiritualmente.

Garantita la felicità eterna

17. Quale dono meraviglioso Dio ha fatto ai suoi Testimoni in questi ultimi giorni?

17 Che dono meraviglioso ha fatto Geova, il Sovrano di tutta la creazione, ai suoi Testimoni in questi ultimi giorni! Egli ci ha dato la buona notizia del suo Regno. Abbiamo il grande privilegio di essere proclamatori dell’istituito Regno di Dio, retto dal suo intronizzato Figlio Gesù Cristo. (Matteo 24:14; Marco 13:10) Essere costituiti Testimoni dell’Iddio Altissimo è un dono senza pari, e il modo migliore in cui possiamo praticare il dare a imitazione di Dio è quello di portare ad altri il messaggio del Regno prima che venga la fine di questo malvagio sistema di cose.

18. In qualità di testimoni di Geova, cosa dobbiamo dare ad altri?

18 L’apostolo Paolo fece riferimento alle difficoltà che dovette affrontare mentre dichiarava ad altri il messaggio del Regno. (2 Corinti 11:23-27) Anche gli odierni testimoni di Geova devono affrontare difficoltà e mettere da parte preferenze personali quando si impegnano per offrire ad altri la speranza del Regno. Può darsi che non siamo inclini ad andare alle porte della gente, specialmente se siamo timidi. Ma quali seguaci di Cristo, non possiamo evitare o sottrarci al privilegio di dare ad altri cose spirituali predicando “questa buona notizia del regno”. (Matteo 24:14) Dobbiamo avere lo stesso atteggiamento che ebbe Gesù. Di fronte alla morte, egli pregò: “Padre mio, . . . non come io voglio, ma come tu vuoi”. (Matteo 26:39) Per quanto riguarda il dare ad altri la buona notizia del Regno, i servitori di Geova devono fare la volontà di Dio, non la propria, cioè devono fare quello che vuole lui, non ciò che forse vogliono loro.

19. Chi sono i Proprietari delle “dimore eterne”, e come possiamo farceli amici?

19 Anche se dare in questo senso richiede tempo e risorse da parte nostra, mostrando questo tipo di generosità facciamo in modo che la nostra felicità sia eterna. Perché? Perché Gesù disse: “Fatevi degli amici per mezzo delle ricchezze ingiuste [“ricchezza mondana”, New International Version], affinché, quando queste verranno meno, essi vi ricevano nelle dimore eterne”. (Luca 16:9) Dovremmo avere l’obiettivo di usare le “ricchezze ingiuste” per farci amici i Proprietari delle “dimore eterne”. Essendo il Creatore, Geova possiede ogni cosa, e il suo Figlio primogenito partecipa a tale proprietà quale Erede di tutte le cose. (Salmo 50:10-12; Ebrei 1:1, 2) Per diventare loro amici, dobbiamo usare le ricchezze in un modo che abbia la loro approvazione. Questo include l’avere il giusto punto di vista circa l’uso dei beni materiali a vantaggio di altri. (Confronta Matteo 6:3, 4; 2 Corinti 9:7). Possiamo usare il denaro in maniera appropriata per rinsaldare la nostra amicizia con Geova Dio e con Gesù Cristo. Ad esempio, facciamo questo usando come donatori allegri ciò che abbiamo per venire in aiuto di chi ha vero bisogno e spendendo le nostre risorse per promuovere gli interessi del Regno di Dio. — Proverbi 19:17; Matteo 6:33.

20. (a) Perché Geova e Gesù ci possono introdurre in “dimore eterne”, e dove possono essere questi luoghi? (b) Quale privilegio avremo per tutta l’eternità?

20 Essendo immortali, Geova Dio e Gesù Cristo possono essere nostri Amici per sempre e ci possono introdurre in “dimore eterne”. Questo vale sia che tali luoghi siano in cielo, con tutti i santi angeli, o sulla terra, nel Paradiso restaurato. (Luca 23:43) L’amorevole dono che Dio ci ha fatto dandoci Gesù Cristo ha reso possibile tutto questo. (Giovanni 3:16) E Geova Dio impiegherà Gesù per continuare a elargire doni a tutta la creazione, traendone egli stesso felicità senza pari. Per tutta l’eternità noi stessi avremo il privilegio di continuare a essere generosi sotto la sovranità universale di Geova Dio e sotto il dominio del suo unigenito Figlio, il nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo. Questo recherà felicità eterna a tutti quelli che sono pronti a dare.

Ricordate?

◻ Cosa richiese da parte di Dio il suo più grande dono?

◻ Che genere di missione Dio affidò a suo Figlio?

◻ Qual è la più felice creatura di tutto l’universo, e perché?

◻ In che modo chi è pronto a dare proverà una felicità eterna?

[Immagine a pagina 10]

Apprezzate il dono che Dio ha fatto provvedendo suo Figlio come sacrificio di riscatto?

[Immagini a pagina 12]

Cercate prima il Regno di Dio predicando la buona notizia e sostenendo quest’opera con le vostre risorse?

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