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  • w92 15/12 pp. 21-23
  • Perché è così facile mentire?

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  • Perché è così facile mentire?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
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  • Cosa spinge a mentire
  • Pensate agli effetti
  • Perché mentire è facile
  • Perché dire la verità?
  • Chi disse la prima menzogna?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
  • Mentire: Può essere giustificato?
    Svegliatevi! 2000
  • Mentire è poi così sbagliato?
    Svegliatevi! 1987
  • La verità sulla menzogna
    Svegliatevi! 1997
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
w92 15/12 pp. 21-23

Perché è così facile mentire?

A NESSUNO piace essere ingannati. Eppure in tutto il mondo è comune mentire per diversi motivi. In base a un sondaggio pubblicato in un libro, il 91 per cento degli americani mente regolarmente. Gli autori del libro affermano: “Per la maggior parte di noi è difficile che passi una settimana senza che mentiamo. Una persona su cinque non riesce a stare neanche un giorno senza mentire. E stiamo parlando di bugie intenzionali, premeditate”. — James Patterson e Peter Kim, The Day America Told the Truth.

Mentire è comune in quasi ogni aspetto della vita moderna. I leader politici mentono al popolo e l’uno all’altro. Più e più volte sono comparsi in TV negando di avere a che fare con scandali in cui invece erano implicati fino all’osso. La scrittrice Sissela Bok, nel suo libro Lying—Moral Choice in Public and Private Life (Mentire: scelta morale nella vita pubblica e privata), osserva: “Nel campo giuridico come in quello giornalistico, in politica come nelle scienze sociali, l’inganno è ammesso quando a ritenerlo giustificabile sono coloro che dicono il falso e che tendono anche a stabilire le regole del gioco”.

Riferendosi alle menzogne dei politici negli Stati Uniti una rivista ha osservato: “[Lo scandalo] Watergate e [la guerra del] Vietnam rivaleggiano senz’altro con [lo scandalo] Irangate in termini di inganno governativo e di sfiducia pubblica. Perciò, come mai l’era reaganiana ha segnato una tale svolta? Molti hanno mentito, ma pochi hanno provato rimorso”. (Common Cause Magazine, maggio/giugno 1989) È dunque con buona ragione che la gente comune non ha fiducia nei leader politici.

Nei rapporti internazionali questi leader trovano difficile fidarsi gli uni degli altri. Il filosofo greco Platone osservò: “Ai reggitori della città [. . . spetta] di dire il falso . . . nell’interesse dello Stato”.a Nei rapporti internazionali avviene quanto dice la profezia biblica di Daniele 11:27: “A una stessa tavola continueranno a pronunciare una menzogna”.

Nel mondo degli affari è una pratica diffusa mentire su prodotti e servizi. Gli acquirenti devono essere cauti nello stipulare contratti, accertandosi di leggere tutte le clausole che magari sono scritte con caratteri molto piccoli o in un linguaggio volutamente oscuro. In alcuni paesi esistono organismi governativi di controllo per proteggere i cittadini dalla pubblicità ingannevole, dai prodotti nocivi che vengono spacciati per utili o innocui e dalle frodi. Nonostante questi sforzi, la gente continua a rimetterci economicamente a motivo di commercianti menzogneri.

Per alcuni mentire è così facile che diventa un’abitudine. Altri di solito dicono la verità, ma quando si trovano con le spalle al muro mentono. Sono pochi quelli che si rifiutano di mentire in qualsiasi circostanza.

La menzogna è definita come “affermazione contraria a ciò che è o si crede corrispondente a verità, pronunciata o propalata con l’intenzione esplicita di ingannare . . . Simulazione colpevole”. (Grande Dizionario della Lingua Italiana, UTET) L’intento di chi mente è quello di far credere ad altri qualcosa che sa non essere vero. Servendosi di menzogne o di mezze verità, costui cerca di ingannare coloro che hanno diritto di sapere la verità.

Cosa spinge a mentire

La gente mente per molte ragioni. Alcuni ritengono di non poter fare a meno di mentire sulle loro capacità per far strada in questo mondo competitivo. Altri mentono per cercare di nascondere i loro sbagli o le loro colpe. Altri ancora falsificano relazioni per far credere di aver fatto lavori che non hanno fatto. Ci sono poi quelli che mentono per danneggiare la reputazione altrui, per uscire da una situazione imbarazzante, per giustificare bugie precedenti o per rubare denaro alla gente.

Una giustificazione che si sente spesso è che una determinata bugia serve a proteggere un’altra persona. Si parla in questo caso di bugie pietose, o dette a fin di bene, con l’idea che non danneggino nessuno. Ma è proprio vero che queste cosiddette bugie pietose non provocano effetti dannosi?

Pensate agli effetti

Le bugie pietose possono portare col tempo a dire bugie per abitudine, magari in relazione a questioni più gravi. Sissela Bok fa questo commento: “Non tutte le bugie definite ‘pietose’ possono essere liquidate così facilmente. In primo luogo, è notoriamente discutibile che siano innocue. Quello che agli occhi di chi mente sembra innocuo o addirittura benefico può non esserlo agli occhi di chi è ingannato”.

Le menzogne, per quanto possano sembrare innocenti, distruggono le buone relazioni umane. La credibilità di chi mente è compromessa, e può nascere un clima di perenne sfiducia. Il famoso saggista Ralph Waldo Emerson scrisse: “Ogni violazione della verità non è solo una sorta di suicidio da parte del bugiardo, ma è un colpo inferto alla salute della società umana”.

Per il bugiardo è facile dire qualcosa di falso sul conto di un altro. Anche se non fornisce alcuna prova, la sua menzogna genera il dubbio, e molti gli credono senza stare a indagare. In questo modo si danneggia la reputazione di un innocente, il quale ora deve dimostrare la propria innocenza. Vedere che altri credono a chi ha detto la menzogna anziché all’innocente che ne è vittima è frustrante, e distrugge la relazione che ci poteva essere fra l’innocente e il bugiardo.

Chi mente può facilmente cominciare a farlo per abitudine. Di solito una bugia tira l’altra. Thomas Jefferson, uomo politico statunitense del passato, osservò: “Nessun vizio è altrettanto meschino, vergognoso e spregevole; e chi cede all’impulso di mentire una volta trova molto più facile farlo una seconda e una terza volta, finché a lungo andare diventa un’abitudine”. Questa è la strada che porta al crollo morale.

Perché mentire è facile

La menzogna ebbe inizio quando un angelo ribelle mentì alla prima donna, dicendole che non sarebbe morta se avesse disubbidito al suo Creatore. Questo portò a danni incalcolabili per l’intera razza umana, causando a tutti imperfezione, malattie e morte. — Genesi 3:1-4; Romani 5:12.

Dal tempo della disubbidienza di Adamo ed Eva, l’insidiosa influenza di questo padre della menzogna ha creato nel mondo dell’umanità un clima che incoraggia a mentire. (Giovanni 8:44) Il nostro è un mondo in decadenza, in cui la verità è solo relativa. Il Saturday Evening Post del settembre 1986 osservava che la menzogna è un problema che “tocca il commercio, il governo, l’istruzione, lo svago e i semplici rapporti quotidiani tra concittadini e vicini. . . . Abbiamo accettato la teoria del relativismo, quell’unica grande bugia secondo cui non esistono verità assolute”.

Così ragionano quelli che mentono per abitudine, senza provare nessuna compassione per le vittime del loro inganno. Per loro mentire è facile. Fa parte del loro stile di vita. Altri invece che non sono soliti mentire possono farlo senza battere ciglio spinti dalla paura: paura d’essere scoperti, della punizione, e così via. È una debolezza della carne imperfetta. Come si può riuscire a sostituire questa tendenza con la determinazione a dire la verità?

Perché dire la verità?

La verità è la norma che il nostro grande Creatore ha stabilito per tutti. La sua Parola scritta, la Bibbia, afferma in Ebrei 6:18 che “è impossibile che Dio menta”. Suo Figlio Gesù Cristo, che fu il Suo rappresentante personale sulla terra, si attenne a questa stessa norma. Ai capi religiosi giudei che cercavano di ucciderlo Gesù disse: “Ora voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità che ha udito da Dio. . . . E se dicessi di non conoscerlo sarei come voi, un bugiardo”. (Giovanni 8:40, 55) Egli ci lasciò un modello da seguire in quanto “non commise peccato, né fu trovato inganno nella sua bocca”. — 1 Pietro 2:21, 22.

Il nostro Creatore, il cui nome è Geova, odia la menzogna, come afferma chiaramente Proverbi 6:16-19: “Ci sono sei cose che Geova in effetti odia; sì, sette cose sono detestabili alla sua anima: gli occhi alteri, la lingua falsa, e le mani che spargono sangue innocente, il cuore che architetta disegni nocivi, i piedi che corrono in fretta al male, il falso testimone che spaccia menzogne, e chiunque suscita contese tra fratelli”.

Questo Dio veritiero esige che osserviamo le sue norme se vogliamo avere la sua approvazione. La sua ispirata Parola ci comanda: “Non mentite gli uni agli altri. Spogliatevi della vecchia personalità con le sue pratiche”. (Colossesi 3:9) Chi non vuole abbandonare la pratica della menzogna non gli è accetto, e non riceverà da lui il dono della vita. Anzi, Salmo 5:6 dice senza mezzi termini che Dio ‘distruggerà quelli che proferiscono una menzogna’. Rivelazione 21:8 dice inoltre che la parte di “tutti i bugiardi” è “la seconda morte”, cioè la distruzione eterna. Accettare il punto di vista di Dio sul mentire è dunque per noi un potente incentivo a dire la verità.

Ma cosa si dovrebbe fare in una situazione in cui la verità potrebbe mettere in imbarazzo o creare rancore? Mentire non è mai la soluzione; a volte la cosa migliore è non dire niente. Perché dire menzogne che possono solo farvi perdere la credibilità ed esporvi alla disapprovazione divina?

Per paura o per debolezza umana si può essere tentati di rifugiarsi in una menzogna. Questa è la strada più facile, una forma sbagliata di benignità. L’apostolo Pietro cedette a una tentazione del genere quando negò per tre volte di conoscere Gesù Cristo. In seguito si addolorò profondamente per aver mentito. (Luca 22:54-62) Essendo egli sinceramente pentito Dio lo perdonò, com’è chiaro dal fatto che in seguito Pietro fu benedetto con molti privilegi di servizio. Quando si è fatto ciò che Dio odia, se si vuol essere perdonati da lui bisogna pentirsi ed essere risoluti a non mentire più.

Ma piuttosto che mentire e poi chiedere perdono, mantenete una buona relazione con il vostro Creatore e salvaguardate la vostra credibilità dicendo la verità. Ricordate ciò che dice Salmo 15:1, 2: “O Geova, chi sarà ospite nella tua tenda? Chi risiederà sul tuo monte santo? Colui che cammina senza difetto e pratica la giustizia e proferisce la verità nel suo cuore”.

[Nota in calce]

a Da La Repubblica, in Platone — Tutte le opere, a cura di G. Pugliese Carratelli, trad. di E. Martini, Sansoni, Firenze, 1974, pagina 934.

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