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  • Domande dai lettori
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1993
w93 1/10 pp. 29-30

Domande dai lettori

È appropriato che un cristiano si metta in società con un incredulo, visto che la Bibbia dice: “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli”?

QUESTO consiglio si trova in 2 Corinti 6:14-16, che dice: “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli. Poiché quale associazione hanno la giustizia e l’illegalità? O quale partecipazione ha la luce con le tenebre? Inoltre, quale armonia c’è fra Cristo e Belial? O quale parte ha il fedele con l’incredulo? E quale accordo c’è fra il tempio di Dio e gli idoli?”

Non c’è motivo di credere che l’apostolo Paolo abbia dato questo consiglio allo scopo di stabilire specifici divieti per i cristiani, come ad esempio quello di non mettersi in società con un incredulo. Nondimeno c’è da tener conto del suo consiglio in questo come in altri aspetti della vita.

Paolo scrisse questo consiglio ai suoi fratelli cristiani dell’antica Corinto. Vivendo in una città particolarmente corrotta, dovevano affrontare ogni giorno pericoli in campo morale e spirituale. Se non fossero stati attenti, il contatto con influenze deleterie avrebbe potuto gradualmente indebolire la loro volontà di essere diversi, “una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso”. — 1 Pietro 2:9.

Prima di scrivere le parole che troviamo in 2 Corinti 6:14-16, Paolo aveva trattato un serio problema che esisteva tra i fratelli di Corinto. Avevano tollerato un grave caso di immoralità, per cui Paolo ordinò loro di espellere, o disassociare, il peccatore impenitente. (1 Corinti 5:1) La trasgressione di quell’uomo era una prova che le cattive compagnie o l’incauta esposizione al clima immorale del mondo potevano influire negativamente sui cristiani.

I cristiani di Corinto dovevano evitare la compagnia dell’espulso, ma significava questo che dovessero separarsi del tutto dagli increduli? Dovevano forse cercare di evitare letteralmente qualsiasi contatto con i non cristiani, diventando una specie di setta monastica, come gli ebrei che si erano ritirati a Qumran vicino al Mar Morto? Lasciamo rispondere Paolo: “Nella mia lettera vi scrissi di cessar di mischiarvi in compagnia di fornicatori, non volendo dire interamente con i fornicatori di questo mondo . . . Altrimenti, dovreste effettivamente uscire dal mondo”. — 1 Corinti 5:9, 10.

Il senso di queste parole è evidente. Paolo si rendeva conto che i cristiani erano ancora su questo pianeta, vivendo e avendo contatti quasi quotidiani con increduli la cui moralità lasciava a desiderare e le cui norme erano diverse. Dal momento che questi contatti erano praticamente inevitabili, i cristiani dovevano guardarsi dai pericoli che vi erano insiti.

Torniamo ora a considerare la seconda lettera di Paolo ai Corinti. Paolo indicò che i cristiani unti sono qualificati come ministri di Dio, ambasciatori in sostituzione di Cristo. Disse loro di guardarsi da qualunque causa d’inciampo che potesse mettere in cattiva luce il loro ministero. (2 Corinti 4:1–6:3) Esortò esplicitamente i fratelli di Corinto, che erano come suoi figli spirituali, ad allargarsi nei loro affetti. (2 Corinti 6:13) Dopo di che disse: “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli”. E per sottolineare questo punto fece una serie di contrasti retorici.

Il contesto mostra che Paolo non si stava riferendo a qualche specifico aspetto della vita, come le attività commerciali o il lavoro, e non stava enunciando una regola formale da applicare al riguardo. Piuttosto stava dando un ampio, valido e utile consiglio a fratelli che amava teneramente.

Per esempio, vale questo consiglio nel caso di un cristiano che intenda sposarsi? Certamente. Nella sua prima lettera l’apostolo consigliò ai corinti che desideravano sposarsi di farlo “solo nel Signore”. (1 Corinti 7:39) Mise in risalto la saggezza di quelle parole con ciò che scrisse in seguito in 2 Corinti 6:14-18. Se un cristiano avesse avuto intenzione di sposare qualcuno che non era servitore di Geova e seguace di Cristo, avrebbe in pratica pensato di unirsi a un incredulo. (Confronta Levitico 19:19; Deuteronomio 22:10). È evidente che quell’incompatibilità di fondo avrebbe probabilmente dato adito a problemi, anche di natura spirituale. Per esempio, fin dall’inizio o in futuro l’incredulo avrebbe potuto praticare l’adorazione di un falso dio. Paolo chiese: “Quale armonia c’è fra Cristo e Belial?”

Che dire però di un altro aspetto della vita, quello del lavoro in società con un incredulo? In certi casi il cristiano potrebbe pensare che per guadagnarsi da vivere e aver cura della famiglia non abbia altra scelta che mettersi in società con uno che non è cristiano. (1 Timoteo 5:8) Facciamo solo qualche esempio:

Un cristiano potrebbe voler avviare un’attività commerciale per vendere certi prodotti, ma l’unico modo per farlo è di mettersi in società con un uomo che può procurarsi la merce o i fondi necessari. Un altro cristiano vuol dedicarsi all’agricoltura (o all’allevamento di bestiame), ma, non essendoci terreni disponibili, è costretto ad accordarsi con qualcuno disposto ad affittargli il terreno in cambio di una partecipazione agli utili. Forse un altro cristiano non riesce a lavorare come idraulico perché Cesare concede un numero limitato di licenze e questo numero è già stato raggiunto; l’unica possibilità sarebbe quella di lavorare con un parente incredulo che ha la licenza. — Marco 12:17.

Questi sono soltanto esempi. Non stiamo cercando di elencare tutte le possibilità né intendiamo approvare o disapprovare le situazioni menzionate. Ma se si pensa a questi esempi, non è evidente la saggezza del consiglio di 2 Corinti 6:14-18?

Il cristiano che si è messo in affari con un incredulo, parente o no, può sicuramente andare incontro a tentazioni e problemi imprevisti. Forse il socio ritiene che per ottenere un ragionevole profitto sia opportuno non dichiarare tutti i guadagni o valersi del lavoro nero, anche a costo di violare le leggi del paese. Può voler pagare sottobanco gli addetti alle consegne merci non fatturate. Il cristiano vorrebbe partecipare a queste o ad altre forme di disonestà? E cosa farebbe il cristiano al momento di firmare i moduli delle tasse o altri documenti legali riguardanti la loro attività commerciale? — Esodo 23:1; Romani 13:1, 7.

Oppure il socio incredulo potrebbe voler tenere in deposito articoli che hanno a che fare con festività pagane, mandare biglietti di auguri a nome della ditta e addobbare il locale per le festività religiose. Paolo chiese: “Quale accordo c’è fra il tempio di Dio e gli idoli? Poiché noi siamo il tempio dell’Iddio vivente”. Com’è appropriato il commento: “‘“Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi”, dice Geova, “e cessate di toccare la cosa impura”’; ‘“e io vi accoglierò”’”! (2 Corinti 6:16, 17) Applicando questo saggio consiglio, molti cristiani hanno preferito scegliere un lavoro secolare che li esponesse al minor numero possibile di problemi potenziali. — Ebrei 13:5, 6, 18.

Non è compito della congregazione indagare o controllare tutto ciò che i cristiani fanno nel lavoro secolare, siano essi dipendenti o proprietari di una ditta. Ovviamente se fosse risaputo che un cristiano è implicato in qualcosa di errato, come il promuovere la falsa adorazione o qualche forma di menzogna o di furto, la congregazione dovrebbe prendere i provvedimenti necessari per sostenere le norme di Geova.

Il punto principale, comunque, è che l’ispirato consiglio di Paolo — “non siate inegualmente aggiogati con gli increduli” — può aiutare i cristiani a evitare problemi ed eventuali azioni giudiziarie. I cristiani saggi prenderanno a cuore questo consiglio ed eviteranno di mettersi in situazioni che potrebbero spingerli ancor più a violare i princìpi biblici. Se qualcuno ritiene di dover mettersi in società con un incredulo, gli altri non dovrebbero essere pronti a giudicarlo o a criticarlo, comprendendo che è lui a doversi assumere la responsabilità della sua scelta. Fondamentalmente, Paolo non stava enunciando una regola formale e vincolante contro il mettersi in società con un incredulo. Nondimeno il suo consiglio non dovrebbe essere ignorato. Fu Dio a ispirarlo e a farlo mettere per iscritto nella Bibbia per nostro beneficio. È nel nostro interesse tenerne conto.

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